01/04/2014
1 recensioniDue paroline prima della fanfiction: TANTI AUGURI, RUF!
Non potevo non dedicare qualcosina al mio duca col ciuffetto preferito, perciò ecco qua!
Non è nulla di troppo ambizioso, ma spero che vi piaccia.
Buona lettura!
Non potevo non dedicare qualcosina al mio duca col ciuffetto preferito, perciò ecco qua!
Non è nulla di troppo ambizioso, ma spero che vi piaccia.
Buona lettura!
Ordinaria routine
Rufus Barma era da poco uscito dalla sua mattutina “visita” di tre ore in biblioteca. Reim si era fatto trovare fuori dalla porta, con dei documenti in mano, per riferirgli degli sviluppi e delle novità della giornata con puntualità e diligenza, come era richiesto al valletto dei Barma.
«Signore, è arrivata questa mattina la risposta del duca Vessalius alla sua lettera. L’ho messa in cima alla seconda fila di libri a destra sul tavolo della biblioteca.»
«Bene.» rispose il duca, senza fermarsi.
«Inoltre, mi sono preso la libertà di convocare Isla Yura per discutere di quella faccenda..»
«Cos’ha risposto?»
«Ha detto che sarebbe stato… Delizioso.» rispose Reim con tono evidentemente indeciso e dubbioso. Quel tizio si esprimeva sempre in maniera strana. Reim odiava dover avere a che fare con lui.
«… Ho capito.» concluse il rosso con lo stesso tono indeciso, impercettibile; il moro, comunque, riuscì a scorgere il minimo cambiamento nella voce del più grande, e sorrise leggermente.
Appena arrivarono di fronte la porta dell’ufficio –entrambi lo definivano ufficio solo perché era la norma; in realtà era più una seconda biblioteca– del duca, questo si girò verso Reim.
«C’è altro, Reim?» domandò.
«Sissignore, la duchessa Rainsworth è lì dentro che vi aspetta. E’ qui da un paio d’ore, ha detto che stamattina aveva voglia di venire a farvi visita.»
«… Capisco. Avresti potuto chiamarmi prima.» Rufus Barma si voltò verso la porta, poggiando il palmo della mano sulla maniglia, lasciandosi scappare un mezzo sorriso, senza preoccuparsi di essere visto dal servo.
«La duchessa ha suggerito di non turbare le vostre abitudini mattutine, signore. E io ero daccordo con lei.» concluse Reim, portando le mani dietro la schiena, guardando il più grande, come sull’attenti.
«Ne prendo nota. Prenditi pure la giornata libera, per oggi. Vai alla villa dei Rainsworth e renditi utile in qualche modo con la nipote di Cheryl.» glielo concesse, Rufus, per una volta. Lo ricopriva di compiti tutti i giorni.. Un pomeriggio libero non l’avrebbe certo rammollito.
«Sissignore!» Reim disse entusiasta, mettendosi in posizione di saluto militare, sorridendo.
«Se non c’è altro, adesso puoi andare. Non tornare prima di domani mattina.» concluse ancora il duca.
«Come volete.»
Rufus fece per entrare nella stanza, abbassando la maniglia.
«Signore?» Reim lo interruppe nuovamente, per l’ultima volta.
«Hm?» domandò Rufus, voltandosi ancora una volta verso il servo, ma restando fermo sulla porta.
«Buon compleanno.» gli sorrise il moro, sincero. Ogni anno era la stessa storia; Reim era sempre il primo a ricordarsi del suo compleanno. Rufus non faceva quasi mai gli auguri a Reim per il suo, di compleanno, certo che no. Era fin troppo orgoglioso, era già tanto se gli concedeva di passare mezza giornata dai Rainsworth.
Rufus sorrise, salutandolo con un cenno del capo.
Appena entrò nella stanza si trovò sommerso da dei coriandoli rossi e rosa che sembravano cadere dal tetto, e Cheryl era di fronte a lui, con uno strano cappello a forma di cono in testa, che batteva le mani sorridendo.
«Grazie per essere nato, Ru-kun!»