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Autore: lemnia    07/07/2008    6 recensioni
"Ognuno vive in un proprio inferno personale...ma certe volte non vorrebbe vivere in nessun altro luogo..." dopo un bel pò di tempo eccomi di nuovo qui a scrivere su qst bellissima coppia! è una breve riflessione sulla debolezza umana. spero davvero che vi piaccia e decidiate di lasciarmi il regalo più bello (dopo il premio nobel) per un'autrice: un commento! un bacio ^-^
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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debole

Debole




Quelle parole bruciavano davvero.

Stringevano il suo cuore di giovane uomo nell'abbraccio del più fitto e folto roveto.

Ogni singola parola era una stilettata profonda e precisa che sapeva sempre esattamente dove colpire.

Ormai doveva saperlo che andava sempre a finire così, perché allora non riusciva semplicemente ad ignorarlo?

In silenzio, seduto su quella scomoda panchina del parco, ormai deserto a quell'ora tarda della notte, osservava le artistiche evoluzione di fumo dell'ennesima sigaretta che si stava gustando in completa solitudine, il quale come un evanescente fantasma sembrava rincorrere memorie lontane, ricordi ormai perduti.

L'aria si fece insistente ed aggressiva.

La pelle s'arrossò sulle guance mentre le labbra screpolate si tesero in una smorfia di disappunto.

Si strinse fra le braccia esili, sfregandosi per scaldarsi e riattivare la circolazione intorpidita.
La cosa più logica sarebbe stata tornare a casa...in quel buco che condividevano da qualche settimana, quel buco che l'altro non mancava mai d'insultare e disprezzare, quel buco...quel buco che restava pur sempre casa sua, dannazione!

La rabbia tornò prepotentemente a scorrere nelle sue vene, riproponendogli come in un disco rotto sempre la stessa scena, accaduta giusto poche ore prima.








Mello, accidenti! Secondo te dove li troviamo i soldi per questi?” con tono preoccupato e leggermente alterato, aveva attirato l'attenzione del compagno sugli scatoloni distrattamente appoggiati sul tavolino del soggiorno.

Calmati! Li ho comprati a credito...”

Credito di chi?! Ma ti rendi almeno conto? Sono due computer di ultima generazione oltretutto! Non possiamo certo permetterceli...”

Smettila di strillare come un'adolescente isterica...Non appena avremo risolto il problema “Kira”, penseremo a come saldare il debito!”

Ovviamente in tutto questo la mia opinione non conta nulla, giusto?”

Mello non si sprecò neppure nel dargli una risposta e sparì in cucina a prendere l'ennesima barretta di cioccolato.

Matt sbuffò scocciato prima di sedersi sul divano e contemplare distrattamente quei cubici ed ancora imballati investimenti a perdere...a perdere denaro...a perdere il suo denaro!

Il biondino ritornò presto nel suo campo visivo con in una mano un coltello e nell'altro il suo adorato cioccolato.

Con precisione millimetrica tagliò il primo pacco e ne tirò fuori il pc.

Mi raccomando, non sforzati neanche di aiutarmi!”

Ma sei sicuro che questa roba ti aiuti a catturarlo?”

Bé, si rivelerà sicuramente essere più utile di te!” rispose brusco Mello.

E con questo cosa vorresti dire?”

Arrivaci da solo! Non fai altro che ciondolare fuori e dentro casa, tirando avanti solamente grazie a piccole truffe o furti o umilianti lavoretti part-time!”

Dimenticavo! Nessuno è all'altezza del grande Mello! Perdonami se io non mi avveleno il sangue dietro a stupide ossessioni!”

Già, è molto più facile restare nella propria mediocrità, senza obbiettivi né scopi come fai tu! Avevi tutte le carte in regola per diventare qualcuno, eppure hai saputo soltanto gettare via la tua vita senza nemmeno tentare di raggiungere qualcosa!”

Almeno io non sono un eterno insoddisfatto!”

No, sei solo un debole ed io detesto le persone deboli!!”

Si fissarono negli occhi, lo sguardo ferito, il fiato corto ed i corpi scossi dall'ira.

Matt improvvisamente girò i tacchi afferrò il giaccone, le sigarette ed uscì dall'appartamento a passo di marcia, lasciando l'amico solo con sé stesso.







Una fredda e pungente goccia di pioggia si infranse sui suoi occhiali, ambasciatrice di un' impietosa e minacciosa tempesta del tutto inattesa.

Perfetto!” decisamente quello non era un periodo fortunato per lui.

Svogliatamente si alzò, gettando a terra il mozzicone, pestandolo con la stessa brutalità con la quale ogni giorno veniva schiacciato il suo cuore.

Lentamente imboccò la strada del ritorno rimuginando sulla sua vita.

Sicuramente Mello si era già addormentato, incurante del suo tormento interiore, sognando la gloria ed il successo, per non parlare della sua proclamazione quale numero uno.

Durante il tragitto intanto, il suo corpo era stato assalito dalla pioggia, così violenta e fitta da penetrare anche nelle ossa, colonizzando ogni parte del suo essere...ma infondo, il freddo che sentiva, non proveniva certo da fuori...

Quando giunse davanti all'appartamento decise di fare un patto con sé stesso.

D'ora in avanti sarebbe tornato padrone di sé stesso, non avrebbe mai più permesso a quel ragazzo lunatico e permaloso di dominare i suoi pensieri e le sue scelte.

Lui non era un perdente né tanto meno un debole.

Cosa ne sapeva l'altro di cosa era stata la sua vita prima che lui tornasse, quante difficoltà, quanti problemi, quanti pericoli aveva dovuto affrontare da solo?

Sì, da solo! Perché mentre Mello si circondava costantemente di collaboratori e “servitori”, lui cercava sempre di cavarsela soltanto con le proprie forze, senza mai chiedere niente a nessuno.

Aveva una vita mediocre? Forse! Ma almeno era la sua e non doveva favori a nessuno per quello che era diventato.

Per lui le cose non erano mai state facili, non aveva mai dovuto semplicemente puntare lo sguardo verso qualcosa per ottenerla, non calamitava l'attenzione e l'interesse altrui solamente respirando o muovendosi come Mello.

Lui non era mai stato un sole ardente al quale l'intera galassia sembrava perennemente ruotare attorno. A lui non era mai bastato comporre un numero su un cellulare per poter ricominciare da capo anche quando si ritrovava col culo per terra.

Era orgoglioso della strada che aveva percorso fino a quel momento e non avrebbe più permesso a nessuno di sputare addosso a ciò che si era tanto duramente guadagnato in quagli anni.

Così con una nuova sicurezza e fiducia nelle proprie qualità aprì la porta e si preparò il divano...avrebbe dormito il più lontano possibile dall'altro, condividendo assieme unicamente l'aria da quel momento!

Si tolse gli abiti bagnati, li gettandoli su di una sedia, levò gli inseparabili occhiali appoggiandoli sul tavolino per poi quasi cadere, colto da un inopportuno quanto forte starnuto.

Cazzo!” esclamò stizzito.

Doveva asciugarsi i capelli se voleva sperare di non morire di tubercolosi.

C'era un unico piccolo, insignificante, irrilevante problema.

Nell'appartamento solamente un bagno, disposto di asciugamani e doccia ma posizionato nell'unica camera da letto! Quindi farsi una doccia calda era totalmente fuori discussione.

Un altro pesante starnuto lo convinse che almeno un asciugamano gli ci voleva proprio...

Alla fine quella era casa sua, al diavolo se il suo “caro” amico d'infanzia si sarebbe svegliato cominciando a sbraitargli contro! Ormai la sua tecnica prevedeva il disinteresse più totale nei suoi confronti...per cui si fece coraggio e con passo felpato e le tecniche che, nei suoi “mediocri” lavoretti, aveva imparato per produrre il meno rumore possibile, s'intrufolò nella stanza totalmente immersa nel buio.

Era quasi giunto alla porta del bagno quando un sussurro lo gelò all'istante.

Matt” non era una domanda, né un esclamazione, solo un sussurro che l'oscurità sembrò risucchiare nella sua densa carne.

In strada una macchina sfrecciò veloce ed i suoi fari, per un istante, squarciarono le ombre che avvolgevano la camera, e fu allora che li vide.

Due splendidi e rilucenti smeraldi che lo fissavano vibrando impercettibilmente.

Mello era sdraiato sul letto, completamente vestito, eccezion fatta per le scarpe, la schiena appoggiata alla spalliera del letto ed i capelli legati in un nastro di seta, come solitamente li portava quando dormiva.

Dov'eri?” il tono era quasi atono, impassibile come la sua espressione.

E a te cose te ne frega?” rispose con tutta la rabbia ed il disprezzo che sentiva in corpo.

Eppure non appena la sua voce abbandonò la sua bocca per raggiungere il volto del compagno, con la stessa violenza di uno schiaffo, sentì lo stomaco contorcersi, come se qualcuno avesse colpito anche lui.

E grande fu la tentazione di picchiarsi da solo; si odiava davvero quando riusciva a fare del male a quell'insopportabile biondino.

Mello rimase in silenzio per poi fendere l'aria alzando un braccio, con un gesto lento ed aggraziato, porgendogli la mano.

Non una parola, non un'espressione né un'emozione.

Solo una mano tesa verso di lui.

No...” il suo fu soltanto un lamento strozzato, il guaito di un animale in trappola.

Guardò quell'arto pallido come se fosse la coda di un serpente a sonagli che lo attirava fra le spire del più attraente e pericoloso serpente.

No, non doveva cedere anche quella volta...che ne era dei suoi buoni propositi? Non poteva perdersi ancora in quel labirinto senza via d'uscita.

Lui era un uomo, un uomo forte e deciso, non una marionetta, un giocattolo da gettare via ogni volta che il gioco stufava.

Ma se nel suo intimo quella dura battaglia non aveva ancora un vincitore ed il suo cuore tremava dalla paura, il corpo già aveva cominciato ad avvicinarsi a colui che era stato, era e sarebbe rimasto l'unico suo vero proprietario.

E non c'era nulla che poteva pensare, fare o dire per cambiare questa chiara, cristallina, innegabile realtà.

Si ritrovò tra le sue braccia in pochi istanti, l'uno sopra l'altro, l'uno nell'abbraccio dell'altro.

Ti ho aspettato...”

Matt alzò la testa di scatto.

Quando lo aveva trovato ancora sveglio e vestito non aveva sperato che fosse dovuto al fatto che lo stesse aspettando, non poteva illudersi nuovamente.

Sai che non riesco a dormire da solo...” eccola, la sua voce, la sua vera voce. Quella bassa e delicata, quasi titubante, così simile a quella di un bambino.

Subito il suo sguardo si addolcì.

Mello era davvero simile ad un bambino: ostinato, capriccioso, efebico ed insicuro. Eppure spietato e crudele come soltanto chi è innocente ed inconsapevole può essere.

Solo qualche istante prima aveva deciso di lasciarlo per sempre e adesso non riusciva nemmeno a pensare di vivere senza il suo piccolo e spietato sole personale.

Delicatamente appoggio le labbra su quelle morbide e crudeli del compagno in un bacio casto e dolce.

Hai le labbra screpolate...”

Mello passò con riverenza l'indice su quei lembi di pelle che adorava mordicchiare, succhiare, accarezzare. Una goccia di pioggia, attirata inesorabilmente da lui, abbandonò la chioma scarlatta di Matt per andare a tuffarsi su quella mano snella ed affusolata, morendo sul suo braccio e scatenandogli un brivido di freddo e piacere.

- Come diavolo fa a farmi questo effetto? - pensò, mentre il suo corpo cominciò a tremare sopra a quello di quel moderno Lucifero che lo guardava intensamente, le fiamme dell'inferno che ne agitavano le pupille ed un'adorabile ghigno dipinto sul viso.

A quella visione altra gocce ribelli caddero su quella pelle nivea e morbida.

Scusa...” Matt tentò di alzarsi per andare in bagno ad asciugarsi ma le spire del suo serpente non glielo permisero, attorcigliandosi attorno alla preda.

Una bocca rapace e predatrice si avventò sulla sua facendolo sprofondare nuovamente verso il basso.

Quando si separarono per respirare, i volti che si sfioravano, i respiri che si mescolavano in un unico essere, gli occhi appannati, le gote arrossate ed il battito del cuore così forte da rischiare di sfondare la cassa toracica per andare ad unirsi a quello del compagno, Matt ritrovò finalmente tutte le sue ragioni...la sua unica ragione.

Scusa...per tutto...”

Mello non rispose, ma la sua eterna espressione di sfida mutò, trasfigurandosi in un sorriso così raro e luminoso da riuscire ad illuminare la notte stessa, quella notte che pareva essersi impadronita anche di loro.

Sapeva che non si sarebbe mai scusato a sua volta, né avrebbe smesso di insultarlo ed arrabbiarsi per qualsiasi sciochezza, lui era fatto così...ma non aveva bisogno d'altro per sentirsi felice.

Con una mano sfiorò la lunga cicatrice che solcava il corpo dell'amante fino ad immergersi nella seta dei suoi capelli.

Posso?” domandò afferrando il nastro nero per disfarlo e liberare la splendida cascata dorata di Mello, la quale ricadde disordinatamente sul cuscino, cospargendo anch'esso di luce.

Adoro i tuoi capelli...perché li leghi sempre per dormire?”

Perché quando dormiamo abbracciati ho paura che possano darti fastidio...”

L'ennesima goccia cadde su di lui, una goccia diversa, una goccia salata...una lacrima.

Matt non era riuscito a trattenersi, forse era veramente lui quello cieco ed insensibile fra i due...nemmeno si accorgeva delle mille piccole attenzioni, premure e gentilezze con le quali l'altro gli confessava il suo amore, ogni giorno.

Un bacio, profondo, totalizzante, rappresentò l'immacolata pagina bianca sulla quale ripresero a scrivere quella loro insana, illogica, incomprensibile ed irrinunciabile storia.



È vero.

Io sono una persona debole.

Ma sei tu Mello, la mia unica, vera, grande, meravigliosa debolezza.

Ti amo.

  
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