L'ANDROIDE E IL PREDONE DEL DESERTO

 
YAMCHA SI DICHIARA
 
- Dai, Yamcha, ce la puoi fare!
Pual stava cercando di infondere coraggio al suo amico.
- E se me le desse di santa ragione? Sai che è forte, io ho paura...
- Che cosa state confabulando voi due?
C-18 li guardò con aria seccata, alzando un sopracciglio.
- Forza, Yamcha, vai! - sussurrò il gattino volante.
- Ah... Ehm... Uhm... Beh, ecco, vedi... Cioè, insomma... Dunque... Perché io... Ecco...
- Forza, vieni al sodo.
- Ehm... Dunque... Io ti... Ehm... No, niente! - gridò infine il guerriero voltandosi.
- No, adesso me lo dici - replicò 18.
- Ecco, io... Io... Io ti amo, 18! - riuscì a dire il predone. Poi si coprì il volto con le braccia, attendendo uno schiaffo dall'androide. Che non arrivò.
- Ehi, scemotto, leva quelle mani. - bofonchiò C-18.
Yamcha obbedì, guardando in basso. E, del tutto inaspettatamente, l’androide gli alzò il volto baciandolo sulle labbra.