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Autore: Bianca_witch    01/04/2014    2 recensioni
Dalla fanfiction:
"Aris si svegliò disorientata, e quando si ricordò dov’era si rabbuiò: in una prigione, mentre Nico era disperso. Fuori si vedevano le altre celle, piene di strani mostri di cui nessun figlio di Atena le aveva insegnato i nomi, ad eccezione di quella di fronte a lei, lì c’era Loki.
La cella del mago era leggermente più arredata delle altre, e lui dormiva profondamente. Aris pensò di dedicarsi un po’ al suo passatempo preferito: spiare i sogni. Era una capacità rara trai figli di Ipno, e non ne aveva parlato con nessuno tranne Nico, era grazie a questo potere che erano diventati amici."
***
ATTENZIONE: molti particolari non corrispondono a quelli del film di Thor. Questa è la prima fanfiction che pubblico e spero vi piaccia!
Bianca
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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 All’uscita di un piccolo cinema di New York, dove era appena stato proiettato Thor-the dark world, due ragazzini camminavano pigramente verso casa. All’apparenza erano due normalissimi ragazzini: un quattordicenne coi capelli neri e spettinati, la pelle olivastra, occhi scuri che indossava abiti neri ed un giubbotto da aviatore ed una dodicenne non molto alta per la sua età, con i capelli biondi tagliati molto corti e gli occhi di un blu scurissimo. Ma il loro albero genealogico era tutt’altro che normale: i due erano semidei. Il più grande era Nico di Angelo, un figlio di Ade, mentre la ragazzina Aris era figlia di Ipno, il dio del sonno. << Che ne pensi del film? >> chiese il ragazzo. << Intendi dire cosa penso della parte del film che ho visto? >> rispose lei sbadigliando. Nico sospirò, naturalmente si era addormentata, ma succedeva sempre quado andavano al cinema quindi il ragazzo si limitò ad annuire. << Non male, sicuramente meglio degli horror che guardiamo di solito >>. Nico sospirò di nuovo << Dimmi quand’è stata l’ultima volta che non ti sei addormentata durante un film dell’orrore, o durante un film in generale? >> << Non è colpa mia! Il cinema è buoi e le poltrone sono così comode! Comunque questa volta sono stata più attenta del solito, dai fammi una domanda sul film! >>. Nico guardò la ragazza divertito << Qualcosa di facile: qual è il tuo personaggio preferito? >> Aris ci pensò un po’ prima di decidere. << La tipa, la stagista, il tuo? >> non aveva mai avuto una grande memoria. Nico era sempre più divertito: << Loki >> << E ti pareva! Figurati se il tuo personaggio preferito non è il cattivo e non è morto! >> << Ti sei addormentata sul finale? >> << Può darsi >> detto questo Aris fece una pernacchia e scoppiarono entrambi a ridere. *** In un regno lontano, nel frattempo un giovane, mingherlino con lunghi capelli corvini e gli occhi verdi è appena fuggito da un maestoso palazzo dai riflessi dorati, diretto sulla Terra per compiere la sua vendetta. *** Nico ed Aris sentirono un rombo in lontananza, come un tuono, ma più cupo, due ragazzi mortali avrebbero ignorato il rumore, ma i due semidei sapevano che c’erano guai in vista. << Andiamo a vedere? >> propose Aris curiosa. << Non se ne parla! Non vado molto d’accordo con Zeus, anzi ti riporto subito a casa. >> rispose il ragazzo, prendendola frettolosamente per mano, ma Aris lo strattonò indietro. << Ti prego >> insistette lei. << No! Poi non è l’ora della nanna per te? >> Aris si offese parecchio, così fece la linguaccia a Nico, si tirò il cappuccio della felpa sopra la testa iniziò a correre verso la fonte del rumore, mentre l’altro la inseguiva scusandosi. Man mano che si avvicinavano, la gente aumentava, Nico perse di vista Aris più volte e dovette spintonare per starle dietro, mentre lei era piccola e agile abbastanza da sgusciare tra le persone senza troppi problemi. Ad un tratto si udirono un botto e delle urla, e i curiosi che si erano avvicinati iniziarono a correre in tutte le direzioni, in mezzo a tutta quella confusione a Nico parve di sentire la voce di Aris che lo chiamava e cercò in tutti i modi di seguirla, rischiando più volte di cadere e di essere calpestato; in lontananza si sentivano delle sirene, e una voce proveniente dagli altoparlanti delle volanti della polizia ordinava a tutti di allontanarsi in ordine. Finalmente il semidio trovò l’amica, rintanata dietro un cassonetto ad osservare la scena, e la raggiunse cauto. << Che succede? >> la ragazza si limitò ad indicare una figura umana al centro di un cerchio di terreno bruciato da cui si alzava del fumo bianco. Il fumo iniziò a diradarsi e la figura iniziò ad essere più nitida: era un ragazzo, sui vent’anni, alto e magro, coi capelli neri e arruffati lunghi fino alle spalle e gli occhi color smeraldo; aveva degli abiti strani, verdi e neri, che ne Aris ne Nico avevano mai visto. << Io sono Loki, futuro re di Asgard e sono qui per rivendicare il mio trono! >> urlò in tono autorevole lo strano tizio. << è una specie di scherzo? >> bisbigliò piano Aris, e prima che Nico potesse elaborare una risposta la semidea corse fuori dal loro nascondiglio fino ad arrivare al bordo del cerchio bruciato, ignorando le raccomandazioni della polizia, e si mise a discutere con il ragazzo in mezzo ad esso. << Ci stai prendendo in giro o cosa? >> Loki la guardò esterrefatto, evidentemente non si aspettava un affronto del genere. << Come osi piccola mortale… >> << Vacci piano con gli insulti! Così io ora sarei una  mortale? E tu cosa saresti? >> << Te l’ho già detto, io sono il futuro signore di Asgard! >> detto questo allungò una mano da cui partì un raggio azzurro diretto verso Aris, che però andò a schiantarsi sullo scudo di bronzo celeste della ragazza, limitandosi a sbalzarla indietro. << Sei impazzito?!? >> urlò ritrasformando lo scudo in un braccialetto e prendendo dalla tasca una lancia della grandezza di uno stuzzicadenti, che nelle sue mani divenne alta quanto lei. Loki rimase sconcertato, il suo colpo evidentemente avrebbe dovuto avere un effetto diverso. Nico approfittò dell’istate di distrazione dell’avversario per evocare due zombie che lo immobilizzarono a terra e il figlio di Ade gli puntò la spada di ferro dello Stige al collo, nonostante lo sforzo causatogli dall’uso dei poteri, Aris notò l’aria sfinita dell’amico e dopo avergli appoggiato una mano sulla spalla mormorò qualche parola in greco antico; fu come se una scarica di energia avesse attraversato il corpo di Nico, e il ragazzo si sentì come dopo una bella dormita, uno dei poteri che Aris aveva ereditato dal padre; ma non l’unico, infatti dopo aver preso tra le mani la testa di Loki, lo obbligò a fissarla, e quando fu sicura di avere la sua attenzione ricominciò a cantilenare in greco antico con gli occhi chiusi e dopo un po’ anche le palpebre di Loki si fecero pesanti e lui si addormentò profondamente. Aris si alzò soddisfatta, ma dopo un paio di passi cadde per lo sforzo e Nico si affrettò a soccorrerla. << Tutto a posto? >> << Si, tranquillo, di solito è più facile,  ma come torniamo a casa con lui? Non possiamo mica lasciarlo qui. >> Nico ci riflette un attimo: << Se chiamassi la signora O’Leary? Era in giro per Central Park poco fa. >> << Può funzionare >> rispose lei sbadigliando << Ma dobbiamo toglierci da qui prima che qualche mortale prenda coraggio e si avvicini >>. Nico non aveva ancora mandato via gli zombie, così furono loro a portare Loki, finché non raggiunsero un vicolo buoi e il figlio di Ade li fece risprofondare negli Inferi, sperando che la foschia avesse fatto perdere le loro tracce. << Dov’è il tuo simpatico cagnolino? >> chiese Aris. << Sta arrivando >> << Perfetto, intanto io mi faccio un riposino >> ma un enorme cane dal pelo nero le saltò addosso e iniziò a leccarla, impedendole qualsiasi movimento. << Anch’io sono felice di vederti cucciolona! A cuccia ora >> e la Signora O’Leary si spostò ubbidiente. Le misero davanti il nemico, che lei prese delicatamente in bocca, e Nico in qualche modo le spiegò cosa fare. << Sei pronta? >> chiese alla ragazza prendendola per mano, lei annuì stanca, e corsero assieme contro il muro, diretti al Campo Mezzosangue. Nico non sarebbe riuscito a trasportare nessun altro con così tanta facilità, ma con Aris era diverso: anche lei era una creatura della notte e poi la sua presenza lo rilassava, eredità di Ipno probabilmente. Arrivati al Campo Mezzosangue però si pose loro un altro problema: << Dove nascondiamo il cadavere? >> << Aris, sai che è ancora vivo, vero? >> La ragazza liquidò la faccenda con un gesto della mano: << Irrilevante. Ora, dov’è che nessun semidio sano di mente andrebbe ma dove possiamo comunque tenere sotto controllo il nostro amichetto? >> i due si scambiarono uno sguardo complice e divertito, la risposta era ovvia: la cabina tredici. Assieme trascinarono Loki fino alla casa di Ade, e lo chiusero in una cassettiera ai piedi di uno dei letti, lasciando attentamente il coperchio semiaperto per l’aria. << Finito. Io vado a dormire, se ho lanciato bene la maledizione dovrebbe svegliarsi domani notte, ma per sicurezza lo legherei. >> << Tranquilla faccio io, tu vai pure >> << Sei sicuro? >> Nico annui convinto. << Grazie >> mormorò riconoscente Aris, e tornò nella sua capanna. Era una capanna molto grezza: pareti di fango e tetto di giunchi, con qualche decorazione sparsa in giro, ma l’interno era piuttosto accogliente, una dolce musica riempiva l’aria, un lieve focolare scoppiettava nel camino ed era pieno di letti soffici, tra cui spuntava quello di Aris, senza materasso e cuscino con solo un lenzuolo, ma quella sera la ragazza aveva molto bisogno di dormire, così si accasciò n uno dei letti destinati ai fratelli e si addormentò all’istante. La mattina dopo, quando Aris si alzò verso le undici, come prima cosa corse nella capanna tredici, entrò senza bussare ed aprì il baule: dove avrebbe dovuto esserci Loki, c’era Nico.  
  
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