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Autore: Tina_Legolas    02/04/2014    5 recensioni
Aragorn e Legolas, un amore puro nato dopo le vicende della grande guerra per l'anello. Un amore che non può più essere nascosto. Ma un nuovo male si intrometterà nelle loro vite e cercherà di distruggerle per sempre.
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Dal capitolo 1:
“Lo sai che sarei disposto a tutto per non perderti...”
“E' questo che mi preoccupa, Legolas...” disse Aragorn cercando gli occhi azzurri dell'elfo.
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Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Elrond, Glorfindel, Haldir, Legolas
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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--- CAPITOLO1---
 

Un temerario raggio di sole colpì gli occhi, ancora chiusi, del sovrano di Gondor.

“Ben svegliato...” sussurrò una voce dietro di lui.

Aragorn mugugnò prima di voltarsi verso di essa.

“Possibile che passi ogni notte a guardarmi dormire?”

Legolas, disteso di fianco a lui, un braccio a sorreggere il capo, coperto da un solo candido lenzuolo, sorrise abbandonandosi sul cuscino.

“Sai che non dormo.” sussurrò.

“Lo so e anche molto bene...” rispose Aragorn avvicinandosi alla sua bocca richiedendo l'ennesimo bacio.

“Il regno sta aspettando il suo re...” biascicò l'elfo, poco convinto, staccandosi dal lungo bacio permettendo all'umano di riprendere fiato.

“Vuol dire che aspetterà ancora un po'...” Aragorn si riappropiò delle sue labbra.

“Estel...” mugugnò.

“Che c'è?” chiese divertito.

“Vai!” rispose l'elfo spintonandolo giù dal letto.

“Ma...”

“Niente “ma”, il popolo già mi odia per aver fatto saltare il tuo matrimonio...”

“Non ti odia, Las...”

“No?...” rispose dubbio alzando le sopracciglia.

“Smettila di leggere le loro menti!”

“Smettila di chiamarmi Las!”

Sapeva quanto all'elfo desse fastidio essere chiamato in quel modo.

“Ci proverò...Las!” rise Aragorn alzandosi raccattando i vestiti cercando di schivare i due cuscini che l'elfo gli lanciò contro.

Per sua sfortuna, essendo un elfo, aveva una mira impeccabile e lo colpì in pieno.

Legolas si alzò, rivestendosi, per poi andarsi a sedere di fronte a un alto specchio.

Quando fu pronto, Aragorn si avvicino posando le mani sulle esili, ma forti, spalle dell'elfo.

“Non legarli...” disse fermandogli una mano che stava intrecciando una sottile treccia sulla tempia sinistra.

Legolas si voltò aspettando un bacio che non tardò ad arrivare.

“Non ti odiano. Devi solo lasciargli il tempo di conoscerti...” sussurrò al suo orecchio.

“Speriamo...” sussurrò a sua volta l'elfo “Vai!..” sorrise infine.

Mancò poco che Aragorn venisse sbattuto fuori dalla sua stessa camera, quando si chiuse la porta alle spalle, lentamente, s'incamminò verso le cucine prima di raggiungere il trono.

 

**

 

Era tarda sera quando Aragorn si ritirò nelle sue stanze, la porta non era ancora del tutto chiusa quando il sovrano si lanciò sul letto.

“E' questo che hai imparato ad Imladris? Veramente regale...”

Aragorn scoppiò in una sonora risata. Non dovette attendere molto prima che l'elfo andasse a sedersi sopra l'umano, le ginocchia ai suoi fianchi.

“E' estenuante. Preferirei essere in guerra, mi sentirei meno stanco...”

“Ti ci abituerai...” sussurrò l'elfo lascivo baciandolo.

“Mi sei mancato...”

“Non dovresti pensare a me mentre governi il tuo regno...”

“Se non pensassi a te sarei già impazzito...” disse Aragorn trascinandolo su di se, permettendogli di stendersi, i lunghi capelli biondi a solleticargli il collo.

“Ti ho fatto preparare qualcosa da mangiare.” Legolas si alzò porgendo una mano ad Aragorn aiutandolo ad alzarsi.

L'elfo lo precedette, nella sala attigua, dove si sedettero a un lungo tavolo.

Aragorn si versò un bicchiere di vino, rosso come il sangue, e iniziò a sbocconcellare del pane.

“Mi stai fissando di nuovo...” disse Aragorn volgendo volutamente lo sguardo altrove, prendendo poi un piatto vuoto, sul quale mise del formaggio che ricoprì di miele, posandolo di fronte all'elfo.

“Fammi compagnia...” sorrise il sovrano.

Sapeva benissimo che gli elfi non avevamo bisogno di mangiare quanto un umano e sapeva anche che Legolas non mangiava da quasi cinque giorni ormai, come era a conoscenza che l'elfo aveva una predilezione per il dolce.

“Pensi che tuo padre lo sappia?” chiese Aragorn.

“Mi meraviglierei se, dopo due mesi, ancora non ne fosse stato informato...” disse Legolas tagliando un pezzo di formaggio.

“Legolas io non voglio crearti problemi...” sussurrò Aragorn.

L'elfo lasciò la forchetta sul bordo del piatto appoggiandosi alla sedia.

“Lo sai che sarei disposto a tutto per non perderti...”

“E' questo che mi preoccupa, Legolas...” disse Aragorn cercando gli occhi azzurri dell'elfo.

“Parlerò con mio padre, spero che comprenda...”

“E se non comprenderà?”

“Dobbiamo parlarne ora?”

“Si!” disse Aragorn.

“No!...” ribatté l'elfo scostando la sedia diretto alla camera da letto.

“Sposami, Legolas!”

L'elfo s'immobilizzò nel bel mezzo della stanza, una bellissima statua di marmo.

“Cosa hai detto?” chiese con voce flebile, senza voltarsi.

“Sposami...” sussurrò il sovrano alzandosi.

Solo in quel momento Legolas si voltò, guardandolo in viso, non avendo il coraggio di fare un passo. Fu Aragorn a muoversi per primo, avvicinandosi all'amante, baciandolo.

“Principe Legolas le sto chiedendo di sposarla.” scherzò Aragorn ridendo.

Solo in quel momento l'elfo sorrise, come se si fosse svegliato da un sogno.

“E io vi rispondo di “si”, Aragorn re di Gondor...”

Aragorn afferrò il volto dell'elfo incatenandolo in un lungo bacio, solo quando sentì la fredda parete contro la propria schiena si staccarono per ridere entrambi.

  
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