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Autore: Yadorionis    02/04/2014    1 recensioni
Il frusciare dei pantaloni stretti, il respiro appena accelerato dallo sforzo, il cuore che pompava con foga la paura e il coraggio, il suono diverso dei passi sul marmo, la presa delle suole sul pavimento troppo liscio. Scartare di lato la guardia e proseguire verso il Sole che dava la morte.Vide il suo volto girarsi piano, la bocca aprirsi appena in un leggero atto di stupore. Era bellissimo, Al-Maut, fosse lui un uomo o una donna. In fondo non l'aveva mai saputo con certezza. Ma sapeva che era una splendida morte. Degna di essere adorata, si ritrovò a pensare, più che degna: era una Dea tragica e crudele con gli occhi di ghiaccio, con le mani già fredde, già bianche e il viso che era un teschio.Il pugnale scattò in avanti. Alamas oramai era ridotto a un solo sfogo, un solo singolo punto nell'azione che doveva compiere, una sola entità con la sua decisione.
Un mondo in cui non c'è spazio per la fede, perchè è tutto tanto reale che puoi uccidere gli dei.
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fuggire sarebbe stato impossibile. La porta era sigillata troppo pesantemente da pesanti barre di metallo e non c’erano finestre. Tutta la luce arrivava dal soffitto. C’erano altre porte, ma molte erano chiuse: sarebbe stato troppo rischioso imboccarne una.

Vide i Pais inginocchiarsi e lavarsi le mani tutti insieme nella vasca interrata. Si avvicinò a loro, dirigendosi verso l’unico rosso. Il suo signore, l’aveva chiamato il prete. Che diavolo volesse dire, non lo sapeva. Intuiva di non avere granchè diritti. Avvicinatosi, notò che in realtà la vasca era profonda poco più di una spanna e piena per non più di tre dita. Il liquido all’interno era incolore come l’acqua, ma aveva un odore tanto pungente da farlo tossire. I Pais sembravano non farci caso mentre lavavano le mani rapidamente, alzandosi una volta fatto.

Al-Maut si sollevò lentamente e si voltò verso di lui. Da vicino era abbastanza basso, arrivava a stento alle spalle di Alamas, come la maggior parte degli altri, in effetti. Non ci aveva mai fatto caso. Un verde si accostò alla Morte e gli appoggiò la mano sulla spalla.

-E’ lercio. Dovremmo lavarlo.-

-L’alcol gli farà male. Meglio l’acqua e la liscivia.-

-Ma è così sporco! Guarda le sue mani!-

Il tizio verde sembrava sconvolto, ma Alamas più di lui. Stavano parlando come persone normali. Gli Dei stavano parlando con lui e tra loro come ragazzi qualunque. Cominciarono ad avviarsi verso una porta più larga, nella navata destra. Al-Maut esitò.

-Lavati le mani e le braccia e i piedi, Alamas di Malkut, per favore. Attento a non toccarti il viso.-

Li guardò senza capire. Quella vasca gli sembrava ora minacciosa. Cosa conteneva davvero?

-No.-

- Non costringermi a chiamare le guardie. E’ per la tua e la nostra salute. Sei sporco, porterai quella roba in giro per la nostra casa.-

- E se non volessi restare qui?-

Ringhiò di rimando, mettendosi sulla difensiva. Davanti a loro, ai loro occhi, però, non riusciva a mostrarsi forte. Era in un terreno sacro e stava mandando di rispetto a quelli che in fondo lo avevano sempre mantenuto.

-Dovrai farlo. Ti ho salvato la vita e ora mi appartiene. Avanti. Non ti farà male.-

Gli sorrise rassicurante. O almeno così sembrava. Era strano. Più lo guardava, più aveva la sensazione di riuscire a capire meglio le sue espressioni, anche se non cambiavano poi di molto. Indietreggiò verso la vasca, interdetto. L’odore era tremendo.

-E se non lo faccio?-

-Dovrò darti ai preti. E non ne sarai contento. Fai meglio a restare con me: sei il mio primo servo ma prometto di trattarti bene.-

Sembrava sincero, anche se l’idea di fare da schiavo a quel coso non lo allettava poi molto. Una realizzazione lo colpì solo in quel momento. Al momento giusto avrebbe potuto ammazzarlo! Sarebbe stato così facile, quella notte stessa, spingergli la testa contro un muro e fracassargliela. Sì, sarebbe morto e la cosa si sarebbe conclusa come doveva.

Più rilassato, si chinò e guardò il liquido. Che odore ributtante. Gli sembrava di non aver mai sentito niente di così schifoso, gli faceva girare la testa. Titubante, si bagnò le dita. Non accadde nulla, e così sfregò le mani, le braccia, poi i piedi.

La puzza era tanto forte da stordirlo. Cominciò a sentirsi strano, come se avesse bevuto. La testa gli doleva e barcollò nell’alzarsi e retrocedere. Al-Maut sorrise compiaciuto. O forse era solo un’impressione. Cominciarono a camminare verso la porta alla destra, quando Alamas, vagamente ripresosi dalla strana sbornia, sentì dei passi soffocati.

Voltatosi, vide un ragazzino avvicinarsi un po’ alla vasca e accendere un’esca sferica di qualche materiale che non conosceva. Si fermò per guardare. Il ragazzo prese la mira e con una mossa abile lanciò la biglia infuocata nella vasca, facendole descrivere un arco elegante.

La vasca prese fuoco. Fiamme blu e violacee si innalzarono rapide verso il soffitto con un ruggito cattivo. Alamas urlò e si spinse verso la colonna più vicina, terrorizzato. Spiriti! Immondi spiriti! Cosa diavolo era quel liquido? Si guardò le mani, terrorizzato. Sarebbe bruciato! Le voltò più volte spaventatissimo. Il fuoco divampava e bruciava ma non c’era legna!

-Calmati… non è nulla.- La mano ingioiellata del Signore della Morte lo sfiorò sull’avambraccio. – E’ solo l’alcol che brucia.Vieni… Alamas? Alamas di Malkut… calmati, ti ho detto.-
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