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Autore: Daydreambeliever90    08/07/2008    2 recensioni
Un giorno buio porta alla luce le parole dette e quelle non dette: fic ispirata dalle foto promozionali dell'ep 4x16, Wilson's heart; Wilson/Amber, House/Cuddy; one-shot; Wilson POV.
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Il cielo è limpido. E' l'unica cosa che noti, dopo aver osservato l'orizzonte in silenzio per un tempo indefinibile.
Hai sempre pensato, e te ne rendi conto soltanto adesso, ingenuamente, che in giorni bui come questo, alzando gli occhi, avresti scoperto che anche il cielo poteva soffrire insieme a te. La pioggia sarebbe scesa fitta, mischiandosi alle tue lacrime; il mondo intero si sarebbe fermato col tuo dolore.
Invece ora i raggi del sole, timidi, si riflettono sul vetro, lo stesso attraverso il quale hai tante volte osservato insieme ad House la strada, il parcheggio, gli alberi che fiancheggiano l'ingesso del pronto soccorso. Ed invece ora tutto è in movimento, tutto continua a scorrere, e la sofferenza, che quasi non ti fa respirare, resta soltanto dentro di te.

Quando la porta si apre, senza bisogno di voltarti, riconosci immediatamente il rumore dei passi, e (possibile?) sei preso quasi dall'impulso di sorridere, mentre la figura si ferma timorosa alle tue spalle. Ma è solo un sorriso amaro quello che ti percorre le labbra, al pensero di come una stessa persona possa essere a volte così risoluta, sicura di sè, nell'entrare in una stanza, occuparne tutto lo spazio, strillare, a volte invece così delicata nello scivolarti accanto, rintanarsi in un angolino, quasi avesse paura anche solo di fare il più piccolo rumore.
"Cuddy."
Il suo nome ti sfugge dalle labbra, insieme ad un sospiro. "Dovresti essere con lei."
Già, con lei. Dovresti essere con Amber. Dovresti tenerle la mano, mentre ogni respiro diventa più difficoltoso del precedente; mentre un lungo riposo senza sogni le sottrae minuti che forse non riavrà indietro, dovresti sederti accanto a lei, ripeterle e ripeterti che tutto andrà per il meglio. Solo che tu, davvero, non lo sai.
"Dorme."
Ti spaventa il suono della tua stessa voce.
"Wilson...io -"
"Lo so." Sai che le dispiace, sai che farebbe qualsiasi cosa per farla uscire dal coma, direbbe qualunque cosa per farti stare meglio. Semplicemente, lo sai. "Come sta House?"
"Stabile."
La sua voce, se possibile, s’ incrina ancora di più. Non la vedi, ma il suo sguardo vuoto è come impresso nella tua mente, così come gli occhi rossi e gonfi di pianto; ti sembra addirittura di vedere le sue mani tremare impercettibilmente. Azzarda un passo, vorrebbe toccarti, metterti una mano sulla spalla, abbracciarti. Farebbe sentire meglio te e lei, vi darebbe qualcosa a cui aggrapparvi. Poi si ferma.
"E' stata una giornata lunga, torna a casa. Non sei obbligata a restare."
"No, ho...del lavoro da finire. Mi aiuta a non pensare."
L'hai vista attraversare il corridoio, avanti e indietro, senza nemmeno avere il coraggio di entrare. Pensi a come sia strano che le uniche due persone che probabilmente dovrebbero essere con lui non abbiano, per un motivo o per un altro, messo piede nella sua camera, e contemporaneamente ancora più strano come un bastardo come lui abbia al suo capezzale persone che possono dirsi sinceramente affezionate a lui: i suoi assistenti, Cameron, Chase, qualche infermiera che segretamente da sempre ammira il geniale medico misantropo.
Ed Amber ha solo te.
"Sai cosa-" Il fiato quasi ti manca. "Comunque andrà...io non ho rimpianti. Prima che...prima di...questo, lei ha saputo quanto la amo. Se dovesse andare, lei...lo saprà." Continui a fissare il vetro. Il silenzio è rotto da un singhiozzo, e senti qualcosa dentro di te rompersi. Di nuovo. Ti volti e sei tu a fare quel passo, a prenderla fra le braccia. La rassicuri, perchè è quello che hai sempre fatto, perchè non riesci ad evitarlo, perchè è la tua natura, anche se la forza stavolta manca a te per primo. E' un abbraccio che sembra non finire mai.
"Ti farebbe sentire meglio." Le sussurri in un orecchio.
Lei annuisce, mentre si districa dalle tue braccia, mormora un 'grazie', e ti prende le mani.

E' sera inoltrata quando ti allontani dalla finestra, il cuore a mille. Il trillo del cercapersone è il suono che mai avresti associato alla felicità. Amber è distesa, gli occhi aperti, spaesata. La raggiungi in un balzo, ti stendi accanto a lei, senza bisogno di parlare, mentre le parole già dette riempiono da sole tutta la stanza.

House.
Vedi il suo sguardo, vuoto, spaventoso. E vedi anche il modo in cui le stringe le mani, come fossero l'unica cosa che lo tiene in vita. Lo vedi da un vetro, senza il coraggio di interrompere quella scena, e nonostante tutto consapevole che il bastardo ce la farà, anche stavolta.
Cuddy non piange, e sorridi, stavolta per davvero, pensando a come una stessa persona possa mostrarsi vulnerabile, ma nascondere la sua fragilità soltanto all'unica persona che di questa è la causa. Poi le sue labbra si muovono a formare delle parole che non afferri.
Ciò che afferri è il bagliore che ridà la vita agli occhi smorti del tuo amico.
  
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