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Autore: angelinbluejeanz    02/04/2014    0 recensioni
Quando quegli occhi verdi incrociarono i miei, nel cuore provai un moto di profonda tenerezza e comprensione, perché capivo bene che aveva bisogno di aiuto, che aveva bisogno di parlare, che aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a trovare la via, non solo per l'appartamento, ma per la sua vita in generale. Ovviamente questo posso dirlo solo adesso, guardandomi indietro e ripensando a tutto quello che è successo a partire da quel giorno. Allora non sapevo, non ancora. Non sapevo che accettando di aiutarlo gli avevo appena dato pieno accesso alla mia casa, alla mia vita, al mio cuore. Che tutto avrei perso e che tutto avrei guadagnato. Questo non potevo saperlo. Non ancora.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Grant Gustin, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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VII.

 

Che male c’è?

 

 

 

– What happened earlier? I knew you’d love to spend some more time with me and eventually rush to my place asap, still I think there is more to that… I can read it in your eyes

 

–You are right – risposi con un sospiro – I… let’s say I am in a complicated relationship with this person, Nicola…I think I mentioned him to you yesterday… well, it’s never been a bed of roses, we’ve always had our ups and down… but lately… there are more downs than ups… I, I just received some bad news and I needed someone to distract me from this mess

 

– Don’t you have someone to talk to about it?

– Yes, I do. But they don't fully understand. You know, when you’re in a relationship you have to make deals and compromises. And it cannot be easy peasy all the time 

– Been there done that. – mi disse con una sorta di rassegnazione e, dopo un attimo di silenzio, aggiunse: – I don’t know the whole story of yours… but I can tell from experience that being in a relationship is hard work. But one should always know if all that hard work  matters and… well, if what they’re fighting for is worth it

– What if that one doesn’t know

– Then you already have your answer.

 

Passarono almeno 5 minuti in cui ciascuno rimase immerso nei propri pensieri. Le sue parole erano vere: se qualcosa ha per te un grande valore non dovresti essere in dubbio se vale la pena lottare per essa, non ti porresti neanche la domanda. Eppure non riuscivo a schiodarmi dalla mente l’idea che le cose non fossero così semplici e lineari come parrebbe.

 

– Enough with the serious talk – esclamai ad un tratto, rompendo il riflessivo silenzio che era calato su di noi. Per cambiare discorso aggiunsi: – Is there something in particular you’d want to see of the city?

– Mmm, I don’t know… 

– You could check online and let me know

– Can I?

–Yes, of course! It’ll be fun… there are still some more things I’d like to show you, but…

– So what, I just search something I’d like to visit and you…?

– I’ll  tell you if it is worth the bother

– Awesome! Deal!

– Ever wish is your command

– You know I could take advantage of you and your knowledge this way?

– Yes, and I agree… Just, are you sure you want me to hang around? I thought you wanted to take time for your self

– I don’t mind as long as you don’t

– Well, I don’t. In the end I enjoy showing you around and be the tour guide

– You are too kind to be true – mi disse spontaneo, ed io per alleggerire la piega che la conversazione stava prendendo replicai sarcastica:

– I’d just love to spend some more time with Jett

– He’s a true charmer

– That he is 

 

Ci guardammo sorridenti per un po’. Il caso aveva fatto incrociare le nostre vite e, per un motivo o per un altro, eravamo ci eravamo entrambi decisi a vedere come sarebbe andata a finire. 

 

Quasi avesse avuto un’illuminazione, Grant esclamò: – We could visit the tower of Bologna! 

– Which one? – Chiesi

– Is there more than one?

– Yep

– Ah… ehm, well the main one!

– Mmm okay, I can take you there, but I cannot go up with you

– How so?

– Because the legend says that if one who is a student in Bologna goes up on it, they won’t graduate!

– Oh! Come on!

– I’m so close to graduation I don’t want to risk anything

– Do you seriously believe that?

– No, but one can never know

– Oh! Come one! You cannot be serious about it! – insistette con uno sguardo a cui non si poteva resistere facilmente. Alla fine, cedetti:

 

– Well, if you really care about it, there is only one solution I can think of – lui mi guardò con interesse. Io continuai: – We go up there twice, so that according to the tradition I will not not graduate, hence, I will! – Lui mi guardò con espressione curiosa, ancora non aveva afferrato il punto, così lo aiutai:

– It’s a double negation, it is not valid.

– Is it a mind game or what? – mi chiese divertito

– It’s baby logic! – commentai, e lui mi mandò gentilmente a quel paese. Sì, ci stavamo prendendo di confidenza.

 

°°°°

 

Camminavamo lentamente uno accanto all’altra. Per tutto il tragitto, nei momenti in cui era intento a guardare da un’altra parte il mio sguardo ricadeva su di lui. Era alto, molto più alto di me, eppure la sua figura non stonava poi troppo accanto alla mia – come quando capita di parlare con quelle persone così alte da farti sentire in imbarazzo perché si devono piegare per guardarti negli occhi; Non era questo il caso. Era magro e slanciato – forse troppo magro per i miei gusti – ma dalla t-shirt aderente potevo intuire la definizione dei suoi muscoli… Ed era bello… Era bello anche con tutti i difetti e le irregolarità che possedeva il suo viso. Non era perfetto, anzi: aveva nei e lentiggini, una pelle irregolare con qualche segno della varicella; e gli occhi infossati, semi-nascosti da palpebre che ricadevano su di essi – aggiungendo un tocco di mistero al suo fascino. Aveva poi una impercettibile cicatrice che gli segnava la fronte, mentre il collo era forse troppo grande rispetto al suo piccolo viso… ma era bello proprio per questo… D’altronde lavorava nel mondo dello spettacolo, non era perfetto ma… Cercavo con tutta me stessa di scacciare quei pensieri dalla mia testa, in fondo avevo solo deciso di non pensare a Niko e alla nostra problematica situazione per i dieci giorni in cui era via, ma ciò non mi autorizzava a fantasticare su qualcun altro. Per rassicurarmi, mi dicevo che si trattava di curiosità. Mera, innocente curiosità. Eravamo semplicemente due semi-estranei intrigati l’uno dall’altra, che stavano cercando di conoscersi meglio. Che male ci sarebbe nello stringere amicizia?

 

– So, see you tomorrow then? – Gli dissi non appena arrivammo di fronte al portone di casa mia.

– 5 o’clock at your’s?

– Yep! I can show you around a couple of places and then we can climb the tower

– Twice

– Twice – ribadii io

– So you will not, not graduate

– Exactly! You learn fast!

– I had a good teacher – mi disse con un sorriso che non saprei come definire, se non con la parola inglese ‘smirk’ –  esprime in tutto e per tutto quello che mi trasmise. Io non risposi alle sue strane insinuazioni, mi accovacciai per dare delle ultime carezze a Jett, e mi rialzai poco dopo per auguragli buona notte… 

– Do I get to be cuddled too? – Sì, ci stavamo decisamente prendendo confidenza.

– Maybe next time, if you behave… – risposi col tono di chi si rivolge ad un bambino, e poi aggiunsi subito: – Goodnight Grant – prima di sparire nel portone, dandogli appena il tempo di replicare:

– G’night.

 

Per fortuna nessuna delle mie coinquiline era in casa quando tornai. Non ero ancora pronta a dare delle spiegazioni, anche se ero ben consapevole di non poter rimandare ancora per molto. Continuavo a ripetermi che non aveva senso nascondermi, perché non stava succedendo nulla. Non c’era nulla di male nel rapporto che stavamo stringendo.

Non ebbi neanche il tempo di raggiungere la mia stanza per cambiarmi che il mio telefono si illuminò:

 

h. 10.30

 

Grant: It is always nice to hang out with you, even just to distract you… If you ever need anything just call. or text. or whatever. I’m here :)

 

h. 10.45

Hales: Thank you. Same here, if you’ll ever need to talk or whatever, you have my number.

Grant: I know. Thank you. Sleep well

Hales: I’ll try ;) Good night.

 

No, non c’era nulla di male, eppure quello che stavamo facendo mi sembrava terribilmente sbagliato.

  
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