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Autore: Balla sulle nuvole    03/04/2014    6 recensioni
Shauna/Zeke |Introspettivo | One-Shot |Missing Moments| Het |
Dal testo:
Paralizzata.
Un solo proiettile, uno solo ben piantato nella schiena, era bastato per paralizzarla dalla vita in giù.
Solamente uno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shauna, Zeke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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N.d.a:  Ho appena finito Insurgent ed iniziato Allegiant e, ovviamente, non sono riuscita a controllare la voglia di scrivere su  questi due adorabili intrepidi. La mia induscussa otp di questa grandiosa saga. Insomma la forza di Shauna è da vera intrepida, nonostante i suoi mille difetti, affronta la paralisi con forza, cercando addirittura di sorreggere la sorella in ogni occasione. Su Zeke non credo ci sia molto da dire al riguardo,  se non che se il principe azzurro non esiste a questo mondo  spero almeno ci sia uno Zeke in giro per ogni donna.  Credo siano la dimostrazione del vero amore, e  io li amo tantissimo.
Detto questo,  la ff  è ambientata durante Insurgent, poco prima che Tris li vede lanciarsi dalla discesa.
Spero non sia orribile ma non ho molto tempo per scrivere ultimamente perciò è un po' cortina ma non mi dispiace. Dovevo scrivere qualcosa.
Buona lettura.
Mary





 


A  Dauntless


 
 
 
Paralizzata. 
Un solo proiettile, uno solo ben piantato nella schiena, era bastato per paralizzarla dalla vita in giù.
Solamente uno.
Ancora non riusciva a crederci, non voleva crederci.
Nemmeno  nelle simulazioni,  quando durante l’iniziazione aveva attraversato  il proprio scenario della paura,  Shauna si era ritrovata davanti ad un orrore simile, a qualcosa di così definitivo,  così permanente.
Frustrata si pizzicò la gamba destra, una, due, tre, dieci volte, reprimendo l'istinto di urlare e le lacrime insistenti. 
Non sentiva nulla, nessun tocco, nessun pizzicore, nessun dolore, niente di niente.
La sua gamba, solitamente così agile e scattante, era completamente insensibile, estranea.
Semplicemente se ne stava lì,  senza vita a penzolare dalla sedia a rotelle come se nulla fosse, non curante del tradimento che le stava facendo, insieme alla gemella ugualmente immobile .
Un’intrepida non cede davanti alla paura ma l’affronta a testa alta.
“Così come ho fatto coi ragni” bisbigliò a sé stessa, cercando d’incoraggiarsi come poteva.
Aveva ancora i vestiti neri addosso, i tatuaggi e la voglia di buttarsi dal Hancock nel cuore della notte, Shauna era ancora un’intrepida nonostante tutto o perlomeno cercava di esserlo comportandosi come tale.
Ma per quanto lo sarebbe ancora stata?  
Non poteva più camminare, figuriamoci correre, andare in missione o lanciarsi dai tetti, non riusciva più nemmeno a salire sui treni in corsa.
Tutte cose che persino il più scarso di loro sapeva/doveva e sopratutto voleva fare.
Cose che lei amava e che da sempre erano state parte integrante della sua vita.
Cose che distinguevano un intrepido dagli altri.
“ Un’esclusa” mormorò appena, i denti conficcati nelle labbra per non piangere.
Perché un’intrepida non piange mai, mai.
“Sono un’esclusa” ripeté, mentre quelle parole le bruciavano dentro più dolorose e spaventose della sua infermità.
 La voce di Zeke , proveniente dalla porta aperta, le impedì per un soffio di crollare del tutto, “Sciocchezze”.
Istintivamente Shauna  chinò il capo, nascondendo il viso tra le ciocche bionde  dei suoi capelli.
Non voleva vederlo, non quando lo sconforto si agitava dentro di lei impedendole di reagire, di combattere.
Zeke le si avvicinò col solito passo baldanzoso, forse un po’ meno allegro del solito, “Tu non sei un’esclusa, non lo sarai mai e se gli intrepidi non capiscono questo sono degli idioti”  esclamò piazzandosi a pochi centimetri dal suo viso, il sorriso tirato.
“Tu sei un intrepido Zeke”.
Il ragazzo scoppiò a ridere, passandole una mano sulla guancia con tenerezza “ lo sei anche tu”.
“Non posso più camminare, cosa c’è d’intrepido in questo?” domandò Shauna, piantando per la prima volta gli occhi sul compagno.
Zeke allargò il sorriso, “ un intrepido è determinato, forte, ed affronta la paura, perciò direi che muovere quella sedia giorno dopo giorno è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto”.
Shauna arrossì appena, si sentiva combattuta: da un lato c’era la voglia disperata di credergli, di affilare le unghie e continuare a lottare, dall’altro il costante pensiero di quelle gambe così inutili.
Posso ancora sparare, pensò con orgoglio, la mia mira è migliore di quella di Lynn e di molti altri. Posso ancora sparare.
Dopotutto un’intrepida non molla mai.
“ Allora, ti va un po’ di adrenalina?”, la riscosse dai suoi pensieri Zeke, lanciandole un’occhiata complice e alquanto preoccupante.
Shauna sorrise per la prima volta da giorni, “Certo, cos’hai in mente?”.
Un’intrepida  non si tira mai indietro, nemmeno quand’è paralizzata.
L’adrenalina viene prima di tutto.
“Aspetta e vedrai” commentò l’intrepido, iniziando a spingere la carrozzella.
 

 
Le ruote della sedia a rotelle cigolavano appena mentre sfrecciavano giù per la strada in discesa. Un rumore sordo, del tutto sovrastato dalle urla entusiaste dei due ragazzi.
Poi mentre la sedia prendeva velocità, Zeke sollevò i piedi, diminuendo l’attrito e rendendo il tutto ancor più veloce.
Tenevano entrambi le braccia al cielo, godendo a pieno del vento tra i capelli, il cuore che batteva all’impazzata ed il sorriso stampato in faccia.
“ Tutto questo è molto da intrepidi, non trovi?” urlò il giovane, sporgendosi leggermente per farsi sentire.
“Sono un’intrepida”  urlò Shauna a pieni polmoni.
 
 
 
  
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