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Autore: Fiamma Erin Gaunt    04/04/2014    2 recensioni
“L’amore è per i coraggiosi.” Gli Intrepidi allora dovrebbero essere esperti in materia, ma cosa succede quando due anime si attraggono come calamite, si allontanano, si ricorrono e si ritrovano? A lui piacciono le sfide, a lei la caccia, ma a volte dopo tanti tentativi e stratagemmi basterebbe una sola cosa: parlare con il cuore in mano.
[3 classificata al contest "One choice will define you" indetto sul forum da Ciara90 e Darkmoon90]
Dal testo:
- E ora che si fa? – gli chiese Fiamma, affondando la testa nel cuscino e lasciando che le onde corvine le ricadessero intorno al volto come una specie di aureola.
- Bè, io un’idea ce l’avrei. – replicò maliziosamente, posizionandosi su di lei e facendo leva con le braccia per non gravarle con il suo peso non proprio lieve.
- Uhm, sarà meglio che me la mostri, allora, mio capofazione. – ridacchiò, facendo tintinnare le unghie sul petto muscoloso.
- Agli ordini. –
Mentre si chinava a catturare le sue labbra e lasciava vagare le mani su quel corpo tonico, si disse che probabilmente tutto quello sarebbe valso qualsiasi tentativo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Break the Ice - Genesi, vita e morte di una storia d'amore'
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Nick

 

 

 

 

 

Cap 1

 

 

 

 

Dimmi, dimmi come stai

sembri un angelo depresso che non vola mai

Giuro che ti sposerei, ma c’è nascosto un diavolo nelle lacrime

che mi dai.

 

 

 

 

 

Eric non era mai stato un ragazzo particolarmente solare, né socievole a dirla tutta, ma in quei giorni sembrava più incupito del solito. Si aggirava per il quartier generale della fazione come una pantera chiusa in gabbia, frustrato e insofferente.

Lei lo conosceva, quello era il suo modo per dimostrare che stava soffrendo. L’impulso di raggiungerlo, stringerlo a sé e lasciarsi consumare da quella furia bruciante e distruttiva era forte. Strinse i pugni, imponendosi di mantenere il controllo.

Proprio perché conosceva ogni minimo dettaglio avrebbe dovuto rendersi conto che il loro non era un rapporto sano. Lei era una personalità autodistruttiva, Eric era invece semplicemente distruttivo; l’attrazione tra loro due non avrebbe portato altro che guai. Avrebbe dovuto capirlo anni prima, quando per la prima volta aveva incrociato quegli stupefacenti occhi grigio chiaro, solitamente freddi come l’acciaio, che lasciavano intravedere una scintilla di calore quando la stringeva tra le sue braccia muscolose.

Quegli stessi occhi che la stavano guardando proprio adesso, brucianti di dolore, quasi volessero farla sentire in colpa per come lo aveva ridotto.

- Eric … –

Forza, sono solo due parole, è la domanda più facile e stupida del mondo.

- Sì? –

Cercò di non pensare a come suonasse dolorosamente familiare quella nota di aspettativa nella sua voce, quasi sapesse perfettamente cosa le stesse passando per la testa.

Coraggio, era un’Intrepida, dannazione!

- Max ti cercava. – concluse, ingoiando con forza ciò che davvero voleva dire.

Come stai? Che domanda stupida.

Le rivolse un’occhiata penetrante, quasi volesse chiederle se fosse davvero tutto qui, se non avesse altro da dirgli.

- Ok, lo raggiungo subito. –

Quando le passò accanto, alle sue narici arrivò il familiare profumo pungente del suo dopobarba. Una fitta di nostalgia le strinse il cuore.

Consciamente sapeva di doverci mettere una pietra sopra, e che prima l’avesse fatto meglio sarebbe stato per tutti loro, ma non ci riusciva. Ogni volta che se ne convinceva arrivava lui, con quei suoi occhi penetranti, e tutto ciò a cui riusciva a pensare era loro due che si baciavano sotto alle stelle.

 

 

 

 

 

È durato un flash,

io mi ero illusa di noi.

 

 

 

 

 

 

Avevano appena finito l’ultima sessione d’allenamento del secondo modulo, avevano un paio di giorni di pausa prima di cominciare la terza parte, e avevano deciso di sfruttare la serata libera per organizzare una festa. C’erano tutti gli iniziati, sia interni che trasfazione, e alcuni degli Intrepidi più giovani.

Dopo poco la confusione era diventata così assordante che aveva dovuto allontanarsi, cercare un posto in cui potesse godersi la brezza notturna e osservare la volta celeste. Aveva sempre amato l’astronomia, fin da piccola, e osservare le costellazioni le infondeva un senso di pace e tranquillità.

- Orione, il Cacciatore. –

Si era voltata di scatto, sorpresa, per trovarsi davanti la sagoma alta e muscolosa di Eric.

- Scusa? –

- Quella è la costellazione di Orione. – aveva replicato, sfoderando il suo miglior tono da Erudito.

Aveva annuito, per poi tornare a guardare le stelle come se lui non ci fosse.

Avevano trascorso circa un’ora in silenzio, finchè non aveva sentito qualcosa poggiarsi sulle sue spalle nude. La felpa di Eric, persino all’aperto riusciva a fiutarne il profumo.

- Grazie. –

- Sei già facile da battere in condizioni normali, da malata non avresti nemmeno una chance contro di me o Quattro. – aveva replicato.

L’aveva afferrata e si era voltata verso di lui, indispettita, per poi appallottolarla e lanciargliela contro.

- Sei sempre il solito, non perdi occasione per ricordare a tutti quanto tu sia bravo e gli altri facciano schifo, eh? –

Negli occhi di Eric era passato un guizzo sorpreso, come se tra tante reazioni non si sarebbe mai aspettato proprio quella.

- Non era questo quello che intendevo dire. – aveva protestato, per poi porgergliela nuovamente, - Rimettitela e non fare la bambina, stai congelando. –

Aveva ragione, come sempre del resto, ma non gli avrebbe dato alcuna soddisfazione.

- Non voglio la tua stupida felpa. E poi, si può sapere perché all’improvviso la mia salute ti sta tanto a cuore, tu non sei quello che pensa solo a se stesso? –

Era trasalito, come se la sua affermazione l’avesse ferito. O magari era solo perché il suo tono piccato e severo l’aveva colpito. Fiamma non aveva saputo dirlo con precisione.

- Voi Candidi dite sempre quello che vi passa per la testa, non vi fermate mai a ragionare e analizzare i fatti, eh? –

Analizzare i fatti. Era quando se ne usciva con espressioni come quella che Fiamma ricordava da quale fazione provenisse. Perché Eric aveva scelto gli Intrepidi, era vero, ma sedici anni di vita tra gli Eruditi non si cancellavano da un giorno all’altro.

- E quali fatti dovrei analizzare, di grazia? – aveva replicato, piccata.

Eric l’aveva fissata intensamente per una manciata di secondi, poi aveva mosso un paio di passi verso di lei e le aveva poggiato le mani sui fianchi, attirandola a sé. Si era chinato su di lei lentamente, quasi avesse voluto darle tutto il tempo di tirarsi indietro se l’avesse desiderato, catturandole le labbra in un lieve bacio.

Fiamma aveva chiuso gli occhi, godendosi appieno la piacevole sensazione di calore che l’aveva assalita. Poi, d’un tratto, si era ritrovata a saggiare il sapore freddo e umido della notte. Eric stava tornando verso il resto del gruppo.

L’aveva raggiunto, bloccandogli la strada e fissandolo con determinazione.

- Che c’è, gli Eruditi non ti hanno insegnato che non puoi baciare una ragazza sotto le stelle e poi piantarla lì senza una parola? – aveva chiesto, sarcastica.

- Cosa vorresti che ti dicessi? –

- Magari potresti cominciare con il perché lo hai fatto. –

Le aveva rivolto un sorriso malizioso. – Come mai tutte queste domande, da come ne parli sembra quasi che non ti sia piaciuto … E in quel momento non sembrava proprio. –

Era arrossita, distogliendo lo sguardo e ringraziando il fatto che fosse buio e il rossore non fosse poi così evidente.

- Rispondi alla mia domanda. –

- Sapevo che l’intelligenza non fosse un requisito della vostra fazione, ma credevo che dopo tutto questo tempo ci fossi arrivata, Balcoin. Mi piaci, non è evidente? – aveva replicato, condendo la risposta con il migliore dei suoi sorrisi sghembi e lasciandola lì, per la prima volta senza nulla da ribattere.

Una volta certa di essere sola aveva lasciato che le sue labbra si incurvassero in un sorriso. Lei piaceva a Eric.

 

 

 

  
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