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Autore: Marvel91    04/04/2014    1 recensioni
E se gli Hunger Games venissero combattuti dai personaggi di molte saghe famose? Scopriamolo :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clove, Marvel
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
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Sono sicura che ci siano libri e libri. Quelli che fanno ridere, quelli che fanno pensare, quelli che fanno crescere... E quelli che cambiano la vita al lettore. E' il caso di questo. Sicuramente avrete molti altri libri divertenti in alternativa a questo. Ricordo di averne letto uno quando ero fanciulla, che parlava di un gattino azzurro che aveva perso il suo amichetto topolino blu. Ma come è giusto che sia, ogni libro divertente anche se sembra triste, riserva comunque un finale brillante e lieto. Sfortunatamente non è questo che state leggendo il libro che ho letto da piccina. Ma siete ancora in tempo per riporlo nel polveroso scaffale. Insomma, se non vi interessano giochi mortali, ostaggi magici e amicizie improbabili, nessuno vi vieta ti far finta di nulla e rimettere questo libro al suo posto, erro? No di certo. Ma se è di un gioco pericoloso, orfani molto intelligenti e ragazzi con bacchette, che vi interessano, oh beh... Allora è questo il libro adatto! C'è un'espressione molto bizzarra per descrivere un'evento straziante come la morte di una persona cara, ed è "il buio non può durare per sempre". Ora, voi saprete certamente che non significa che i protagonisti vivevano al buio, o magari non pagavano le bollette, ne tantomeno erano ciechi. E quel "per sempre" non significa che i defunti amati coniugi Baudelaire sarebbero tornati dalle loro tristi sorti. Ahimè, è un'espressione alquanto tetra per descrivere che quel periodo così sfortunato che avevano vissuti i ragazzi Baudelaire non poteva durare per sempre, e prima o poi anche loro sarebbero stati felici. Tuttavia, questo non accadde per molto, molto, molto, molto tempo. Violet la Baudelaire più grande aveva 14 anni, ed era molto intelligente e un'eccellente inventrice. Chiunque la conoscesse bene sapeva che quando sfilava il nastro dalla vita per annodarlo ai capelli, lo faceva per tenersi le ciocche more di capelli ben distanti dagli occhi, cosicché potesse concentrarsi meglio in quell'imminente perfetta invenzione. E chi meglio di Klaus, il Baudelaire mezzano, poteva fare da cavia ai suoi brillanti esperimenti di ingegneria? Lui, certamente sì. Il ragazzo era moro e poco piu' piccolo di Violet sia di statura, che di età. I suoi 12 anni erano più che meritati, dopo tutte le cose che imparava leggendo. I loro genitori avevano un'enorme biblioteca e Klaus lesse gran parte dei libri presenti. Sanny, invece, la Baudelaire più giovane contava solo 2 anni, ma i suoi pocho denti aguzzi meritavano quasi 10 anni! Mordeva qualunque cosa fosse dura e difficile da rompere. Le loro vite erano felici ma un giorno, purtroppo, vennero a conoscenza della morte triste e prematura dei loro amati genitori, in un incendio che distrusse tutta la loro adorata casa. Da quel momento furono sbattuti da un tutore all'altro e in ogni occasione il Conte Olaf tentava di impadronirsi del loro patrimonio. Ma in questo libro, non sarà il Conte Olaf a preoccupare i Baudelaire. I ragazzi erano in macchina con il Signor Poe, il quale si occupava della tutela del loro patrimonio. "Che bel paesaggio! Vero ragazzo?" Disse sorridendo dallo spiecchietto retrovisore. Violet fece un sorriso forzato e rispose per i suoi fratelli "certo, splendido.". Klaus, che guardava fuori dal finestrino della piccola autovettura, non vide altro che reti di confini ad alta tensione che costeggiavano la strada che percorrevano. "A cosa servono quelle?" Domandò di soppiatto al Signor Poe. "Sono per dividere le città, mio caro. Che qui si chiamano distretti. In tutto sono 12! Voi alloggerete nel distretto 12, dove una famiglia locale vi ha amatamente adottato!" rispose Poe sorridendo. I ragazzi non trovavano nulla di divertente. "Ho letto qualcosa a proposito di giochi pericolosi chiamati 'Hunger Games', che si facevano da queste parti." Ammise Klaus che era un ottimo lettore. "Oh Cielo, Klaus! Queste stupidaggini sono leggende! Non inizierai di nuovo con queste storie sui giochi mortali, Semidei e Maghi, non e' vero?" Rispose Poe seccato. "Nossignore." Rispose gentilmente Klaus. Violet e Sanny guardavano dal lunotto la strada interrata e abbandonata. "Bene!" dissi Poe dopo qualche minuto "la mia auto non può andare più veloce di così e questa strada è troppo ostile! Proseguirete a piedi, bambini, la vostra nuova famiglia si chiama 'Everdeen'." I Baudelaire rimasero confusi al'udire di quel nome che gia' avevano sentito in passato. Ma senza dire una parola, uscirono dalla vettura e si incamminarono sotto il grande cartello rosso rame con inciso 'distretto 12'. "Cosa dicevi di questi Hunger Games?" disse Violet dopo pesanti minuti di stremante silenzio. "Ho letto che erano giochi mortali, combattuti da ragazzi che si sfidavano in..." "Arene?" Concluse Violet. "Si!" Ammise il Baudelaire di mezzo "come lo sai?" Si incuriosì. "Tu leggi molto Klaus, e non presti attenzione a ciò ti sta intorno, ma io, osservo, e ti posso assicurare che questi Hunger Games non erano solo una leggenda." Klaus rimase sbigottito all'affermazione della sorella. "E come fai a saperlo?" In quel momento Violet raccolse da terra qualcosa che luccicava alla luce del tardo pomeriggio. "Questo è la prova, fratellino." Mostrandogli una spilla con una specie di uccello mai visto. Ma Klaus aveva letto molto sulle speci di uccelli e sapeva che quella specie era rarissima. "Ghiandaia imitatrice" rispose sorridendo il mezzano "il simbolo degli Hunger Games."
   
 
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