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Autore: anniexx    04/04/2014    0 recensioni
Una ragazza che cambia città e vita. Una ragazza stanca delle prepotenze. Una ragazza come tante altre che cerca la strada per il suo futuro. Riuscirà a trovare ciò che cerca, nella nuova città che la ospita? Farà le scelte giuste per continuare il percorso della sua vita? Sarà accompagnata dalla sua amica d'infanzia Reira anche durante l'arrivo di un ragazzo egocentrico ed egoista che la metterà a dura prova.
-Vi prego di lasciare un commento o comunque un giudizio e spero con tutto il cuore che vi piaccia!
In questa FF comparirà il nostro meraviglioso Jared Leto con i suoi amici e compagni di successo Shannon Leto e Tomo Miličević. Grazie di aver letto questa storia e fatemi sapere il vostro giudizio! Vi premetto che è la mia prima FF che pubblico!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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ECCO CHI SONO IO

Suona la mia sveglia, la spengo ed apro gli occhi. Tutto è finito, ogni mio pensiero, ogni mio sogno e ogni sorriso immaginato ed amato. Vorrei poter addormentarmi e non svegliarmi più per vivere la vita che vorrei nei miei sogni. Sto guardando il soffitto bianco, nessun rumore mi distrae e nessuna voglia di vivere un nuovo giorno mi spinge ad uscire dal letto. La mia tranquillità continua senza problemi, fino a quando entra in camera mia Reira Dixon, la mia coinquilina di 21 anni se non anche la mia unica amica. Si avvicina a me e mi toglie la massa di coperte che, fino a quel momento, mi stavano coprendo e tenendo al sicuro dal mondo esterno. Mi fa un sorriso ed io le rispondo con uno forzato. “Se non ti trovo vestita entro un minuto, vado a scuola da sola e ti lascio qui. È inutile che mi fai questi sorrisi finti, è da un mese che sei così, ma è soltanto colpa tua! Non esci mai e se una persona ti si avvicina, tu ti allontani alzando il volume di quella dannata musica. Sbrigati, ma ricordati, Io ti voglio un gran bene!”, mi dice con tono secco ma controllato. Annuisco leggermente e mi alzo. Con poca voglia, mi vesto con il mio solito look (paio di pantaloni neri, maglietta di una band che ascolto, in questo caso Sex Pistols, chiodo di pelle e con un paio di Dr. Martens nero opaco ai piedi). Velocemente mi guardo allo specchio e mi metto un poco di fondotinta con una bella matita nera negli occhi per poi coprirli con un paio di Ray Ban WayFarer neri. Continuo a fissare la mia immagine riflessa, ma allo stesso tempo vorrei romperla. Ho l'istinto e la forza per farlo ma, appena prendo in mano la bomboletta di spray che c'è appoggiata nell'armadio sottostante, entra nuovamente Reira brillante e radiosa che mi invita a uscire. Lascio ciò che stavo stringendo tra le mani e, dopo aver scosso un po' i miei capelli con le dita, mi giro dicendo “Sono pronta!”. Mi metto in spalla lo zaino e mi avvicino alla mia amica la quale prende a camminare verso la porta di casa per farmi strada. Li ci sta aspettando Ronny Wesley, coinquilino di 23 anni e fidanzato di Reira, il quale ci sorride. Usciamo e chiudiamo la porta con le chiavi per poi portarci sulla strada alla fermata del nostro autobus. Stiamo in silenzio, un silenzio strano, quasi insopportabile ma per fortuna il pullman arriva velocemente. Entriamo, passiamo l'abbonamento nell'apposito macchinario e ci mettiamo a sedere. Reira, che si trova di fronte a me, mi guarda sorridendo e mi dice “Cosa fai oggi?”. Sollevo il viso e la guardo da sotto le lenti oscurate e rispondo “Studio, disegno, suono o magari mi faccio una tinta...” ma lei, non accettando a quanto pare la risposta, fa uno scatto verso di me ed esclama “Non è possibile! Cavoli, ci siamo trasferiti da quasi un mese per cambiare vita e gente,ma tu cosa fai? Rimani tutti i santi giorni chiusa in quelle quattro mura! Dimmi il perché, Annie!”. Vedo il suo viso con i dolci lineamenti agitati e premurosi, ma dentro di me sento solo rimbombare quel nome. “Annie”, quelle cinque lettere che ho sempre adorato fin da piccola, quelle cinque lettere che mi facevano pensare di essere inglese o americana, cosa che però non ero. In 18 anni della mia vita ho sentito pochi che lo sapessero pronunciare per il verso, nel paese in cui vivevo, e Reira è stata la prima che l'ha saputo fare e, di certo, è stato un ottimo inizio per la nostra conoscenza. Forse era per quella voce melodica con cui riusciva a dirlo, o magari per la tranquillità che mi trasmetteva facendolo, ma quando sentivo dire da lei “Annie Grimes” non riuscivo a fare altro che sorridere. Una frenata secca mi riporta in un attimo nella realtà e mi ricordo di dover ancora rispondere a quella disperata domanda... “Studio, te l'ho detto. Compongo canzoni, che poi a scuola provo quando sono da sola.”, Reira si rimette comoda nel sedile e riprende la parola “Dovresti almeno comprarti una pianola per provare in casa, anche per allenarti... e poi potresti andare a comporre anche al parco, non credi? Annie, nessuno ha mai sentito la tua musica... È inutile che le componi se non le fai ascoltare a nessuno. Cerca un pub dove ti facciano suonare del piano-bar, suona nel nostro gruppo, oppure createne uno tutto tuo. Perché non ti esponi, per esempio facendomi sentire qualcosa che hai scritto?”. Mi mordo leggermente il labbro inferiore e dico, con un filo di voce “Sono indietro con il programma scolastico, ho iniziato da poco a suonare il piano e di certo non sono pronta per suonare dal vivo. In classe sono troppo avanti con gli argomenti e studiare da soli è difficile, dovrei più che altro trovare un insegnante al di fuori della scuola. Poi le mie creazioni, non sono veramente ancora pronte per il passo successivo...”. Ronny mette una mano sulla gamba di Reira e dice “Scusate l'interruzione, ma siamo arrivati.”. Dopo aver risposto con un sorriso, ci alziamo tutti e tre e usciamo dall'autobus. Siamo di fronte alla scuola ed ora dobbiamo solo portarci all'ingresso. Vedo Ronny che prende la mano della mia amica e la stringe; lo sento dentro, è un gesto forte che mi trasmette sicurezza e forza ma soprattutto felicità, perché vedo Reira stare bene. Inizio a parlare, abbassando il volto “Lo so, lo so che sono testarda, molto chiusa e con poca fiducia verso di me e gli altri. Ma è solo un momento, lo giuro. Devo solo ambientarmi e trovare le persone giuste.” Reira si gira verso di me e mi mette le sue esili braccia attorno al collo, per poi stringermi a sé. Appoggio la mia testa alla sua spalla e con forza l'abbraccio. Dopo poco ci allontaniamo e lei, con quel dolce sorriso stampato sul viso che mai avrei potuto odiare, dice “Mi fido di te, questo lo sai. E complimenti per la descrizione!” e, mentre inizia a fare una leggere risata, si allontana abbracciata a Ronny.

  
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