Più
in alto
Vorrei
sapere il giusto che cos’è
Se
di giustizia al mondo non ce n’è.
E
perché la gente chiede libertà
Se
sta bene solo quando non ce l’ha.
(Tosca – amore
disperato; Ti ammazzo, ti uccido)
È
sera in Grecia, ed Espero brilla alto sull’orizzonte ad ovest.
Presto
anche Orione sorgerà, ad est dal mare, accompagnato da Sirio brillante.
Saga
sorride soddisfatto dietro la maschera del Pontefice, mentre osserva dalla terrazza
del Tredicesimo Tempio gli ultimi bagliori del tramonto che si spengono dietro
le aspre montagne dell’Attica.
Un
altro giorno è passato senza che il suo gioco sia stato scoperto.
E
a mano a mano che i giorni si avvicendano, Saga si sente più sicuro del proprio
potere.
Niente
di strano in fondo, se si sente a proprio agio nella tunica e negli ornamenti
sacri del Gran Sacerdote; Saga si è semplicemente preso quello che gli spettava
di diritto.
Se
guarda in alto non c’è niente sopra di lui, solo l’immensità del cielo con i fuochi
delle stelle; se invece guarda in basso, ai suoi piedi c’è tutto il Santuario
su cui strisciano lente ma inesorabili le dita d’ombra della sera.
Il
Grande Tempio sarà il centro da cui il suo
potere si irradierà in tutto il mondo.
È giusto che sia così.
Non
sarebbe stato difficile piegarli uno ad uno, stato dopo stato: le nazioni degli
uomini sono deboli, ed anche un solo Silver Saint potrebbe bastare a
sconfiggere un intero esercito.
Era
finito il tempo in cui il Santuario sarebbe rimasto a vegliare nell’ombra per
proteggere un’umanità ingrata.
Altrimenti,
il suo ruolo sarebbe stato quello della bambinaia che cerca costantemente di
tenere fuori dai guai un bambino viziato ed irritante, che non si rende conto
dei pericoli in cui si caccia e sa solo fare i capricci perché si vede
sottrarre il coltello con cui stava giocando.
È
stato concesso agli uomini il libero arbitrio e loro lo hanno usato per
uccidersi l’un l’altro e per distruggere la terra su cui vivono, creando armi
in grado di devastare e usandole con noncuranza.
Non
immaginano neanche che, ad esempio, Shura del
Capricorno può fare con una sola mano ciò che loro potrebbero fare solo se
avessero un esercito di cento spade.
Gli
uomini sono deboli ma si credono forti, e sono diventati arroganti.
Serve
qualcuno che li rimetta al loro posto.
Hanno bisogno di un dio che li tenga
sotto il giogo.
Lui
sarebbe stato quel dio.
Avrebbe
riportato l’ordine nel mondo, anche se l’ordine non avesse dovuto coincidere
con la pace e la giustizia tanto amate da Athena.
Pace
e giustizia sono valori che gli uomini non sanno apprezzare e la storia lo
aveva dimostrato più di una volta.
La
stessa Grecia, la terra della dea Athena era stata per secoli in schiavitù,
fino alla Seconda Guerra Mondiale, e quando il paese aveva finito di
riprendersi dalle ferite dei
bombardamenti, ecco sorgere una nuova dittatura a rendere di nuovo gli uomini
schiavi.
Saga
li ricordava, il colonnello Papadopulos ed il capo
della polizia segreta Ioannidis, e ricordava che più
volte l’anno prima, nel 1973, aveva chiesto a Sion il permesso di intervenire per
aiutare gli studenti del politecnico di Atene nella loro protesta.
-Il Santuario non deve mischiarsi con
la politica degli stati, Saga, lo sai bene. I Saint di Athena esistono per
difendere la terra dalle minacce soprannaturali.-
-E gli uomini? Che senso ha proteggere
gli uomini se loro si massacrano?-
-Ognuno deve poter fare le sue scelte,
è questo il libero arbitrio, Saga.-
Saga
non era mai stato d’accordo, ma non aveva potuto disobbedire agli ordini del
pontefice.
Poco importa ormai. Il tempo del
libero arbitrio è finito.
Lasciati
a se stessi gli uomini continuerebbero a scatenare guerre, sterminandosi a vicenda;
meglio, allora, che fosse lui a condurre una sola, grande guerra, al termine
della quale i sopravvissuti avrebbero trovato l’ordine di cui il mondo aveva
bisogno.
Lui
avrebbe riportato l’ordine sulla Terra con la sua armata di angeli d’oro, d’argento e di bronzo.
Lo
sguardo di Saga percorre a ritroso la salita delle Dodici Case.
Pisces.
Aquarius.
Quasi
ognuno di quei templi ha un guardiano adesso, ed ogni armatura d’oro ha il suo
custode.
Capricorn.
Sagittarius.
E tutti loro devono obbedienza al
Sacerdote.
Saga
non teme di essere smascherato da uno di loro: i giovani Gold
Saint hanno passato lunghi periodi in isolamento ed alcuni non sono ancora
tornati ad Atene, e soprattutto hanno visto il Sacerdote solo poche volte,
abbastanza da non notare le differenze che ci sono tra lui e Sion.
Scorpio.
Saga
sorride.
Sì,
sarà facile plasmarli, non dovrà fare altro che aumentare sempre più le
distanze ed abituarli a considerarlo un essere divino al pari della stessa
Athena.
In
fondo quella è la prima generazione di Gold Saint
dopo duecentocinquanta anni, e per di più si è appena formata, quindi nessuno
di loro ha un’idea esatta di come comportarsi.
Libra.
Virgo.
Glielo
insegnerà lui.
Insegnerà
loro che la sua parola è legge.
Oseranno
appena posare gli occhi sulla superficie di smalto blu scuro della maschera e
sugli occhi rossi di granato, ne saranno intimoriti ed chineranno la testa
davanti a lui.
Avrà
la miglior casta di guerrieri della Terra pronti ad obbedirgli.
Leo.
L’espressione
di Saga si irrigidisce quando arriva alla Quinta Casa.
Quello
che gli procura qualche dubbio tra i Gold Saint è
forse Aioria.
Lui
somiglia così tanto a suo fratello Aioros che Saga ha
la tentazione di negargli la Cloth d’oro del Leone.
Sì,
sarebbe una bella vendetta cancellare Aioros dai
ricordi di tutti e condannarlo alla damnatio
memoriae scacciando dal Santuario la persona che
più gli somiglia.
Ma
Saga sa di non poter indulgere in simili sciocchezze infantili.
Ragionando
a mente fredda, Aioria
ha praticamente completato il suo addestramento, il che vuol dire che anche se
ancora non ha ricevuto l’investitura ufficiale di fatto ha le capacità di un Gold Saint.
Perché
rinunciare ad una preziosa pedina della sua scacchiera?
E
poi, Aioria è devoto ad Athena come Aioros, ma la sua devozione al Sacerdote è ancora tutta da costruire.
Scacciarlo
dal Santuario non è una mossa saggia.
Una
persona con i poteri di un Gold Saint che non sia sotto
il controllo del Santuario è una potenziale minaccia, e Saga lo sa bene, lo ha
imparato da Kanon.
No,
meglio tenere Aioria vicino a sé e plasmarlo come gli
altri.
Saga
sa di poter volgere in suo favore l’affetto di Aioria
per il fratello maggiore.
Giocherà
con quel sentimento come con un filo di fumo, lo deformerà a suo piacimento
perché trasformerà quel grande amore in senso di colpa.
Immagina
già cosa dirà al giovane Aioria.
Tu non sei un traditore come tuo
fratello e voglio darti la possibilità di dimostrarlo.
Sarai tu il custode del Leone d’oro,
così potrai lavare via il disonore che Aioros ha
portato al Santuario.
Non deludere di nuovo la
tua dea, Aioria.
Non deludere me.
Dimostrami che sei
migliore di tuo fratello.
Sì,
giocherà nell’ombra anche con il pizzico di vanità che si annida nel cuore di
ogni uomo.
Sa
che l’ammirazione di Aioria per il fratello maggiore
potrebbe nascondere una punta di invidia, e lui sarà pronto a sfruttare anche
quella piccola debolezza.
Prenderà
Aioria sotto la sua protezione e così potrà
controllarlo, lo rassicurerà ed allo stesso tempo lo tormenterà con i sensi di
colpa, non mancherà di lodarlo per ogni successo ed in quelle stesse lodi gli
farà sentire la minaccia di una punizione indefinita e terribile in caso di
fallimento.
E
legherà a se il giovane Leone con la gratitudine verso il Sacerdote che gli
dimostra fiducia e gli permette di rimanere tra i Saint della dea Athena.
Sciolto
quel nodo, Saga scende ancora con lo sguardo.
Cancer.
Gemini.
Di
nuovo si sofferma, alla Terza Casa.
Per
un attimo accarezza l’idea, la speranza,
di cercare Kanon e di farlo spacciare per se stesso come custode della Terza
Casa.
Forse Sounion
non si è preso la sua vita, forse Kanon ha trovato il modo di resistere alla
forza del mare.
Scuote
la testa per scacciare quel pensiero.
No, impossibile.
Ed
anche se Kanon fosse vivo, per lui sarebbe più un intralcio che un alleato,
perché, sì, Kanon potrebbe accettare di dividere il potere con lui, ma lui non
può dividere il potere con nessuno.
In
tempo di guerra non è possibile perdere tempo in discussioni o a cercare
accordi interni neanche con il proprio fratello, ci vuole un’unica persona che
prenda le decisioni.
Un
dictator,
come insegnavano i Romani dei tempi della Repubblica.
Taurus.
Aries.
Gli
ultimi due Templi, poi il tèmenos ed al di là di quello la Grecia ed il mondo.
Saga
posa le mani sul marmo della balconata e guarda in alto.
Nessuno più in alto, solo l’immensità
del cielo con i fuochi delle stelle.
Guarda
di nuovo in basso e ad i suoi piedi c’è tutto il Santuario, ora ammantato dalle
ombre della notte.
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Cantuccio
dell’Autore
Per
prima cosa un desclaimer: l’idea di Saga che cerca di
plagiare le menti dei giovani Gold Saint è di Francine, che mi ha gentilmente dato il permesso di
svilupparla ulteriormente.
E
che mi ha anche fatto da beta reader.
Le
storie a cui mi riferisco sono “Quando sorge Venere” e “Notte di sangue” andate
a leggerle perché meritano.
Come
seconda cosa c’è Aioria. Era o non era già Gold Saint di Leo all’epoca della notte degli inganni? Dal
manga risulta di sì, dall’anime invece fa capire che ancora non lo era, e
siccome a me serviva questa versione mi sono attenuta all’anime.
Ora
passiamo a qualche chiarimento perché in questa storia c’è un po’ di tutto:
-Francine
con la sua “Quando sorge Venere” all’inizio, con Espero e nell’idea di Saga che
cerca di plagiare i giovani Gold.
-L’Innominato
di Manzoni (“non aveva nessuno sopra di sé né più in alto”)
-Reminiscenze
dei miei studi di liceo classico (damnatio
memoriae, il nome della regione in cui si trova
Atene, l’Attica)
-Suggerimenti
da Valerio Massimo Manfredi (la protesta del politecnico di Atene nel 1973 è
l’inizio di “L’oracolo”)
-I
miei attuali studi da naturalista nella classificazione delle pietre della maschera
del Sacerdote. Per me sono granati, per la precisione la varietà almandino o
piropo.
-Retaggi
delle puntate di Geo&Geo (la maschera del
sacerdote è blu perché è smaltata come la ceramica raku,
che io ho visto in quel programma)
-Riferimenti
all’Apocalisse (gli angeli che portano la guerra)
-La
filosofia di Agostino da Ippona, Tommaso d’Aquino,
Erasmo da Rotterdam, Martin Lutero nel discorso sul libero arbitrio. No, non
pensate che io sappia molto di filosofia: me li ha ricordati sempre Francine.
-Elrond,
l’elfo de “Il signore degli anelli”. Vi ricordate “Gli uomini? Gli uomini sono
deboli”?
E
forse altre cose che neanche io riesco a focalizzare, per cui va bene, per ora
vi lascio andare =)
Grazie
per aver letto
Makoto