Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Ricorda la storia  |      
Autore: AyuTsukimiya    05/04/2014    2 recensioni
-Oh Anna..- sorrise la Regina.
Dapprima con un’espressione materna, ma dopo pochi secondi eccola tramutarsi in un sorriso che nulla aveva di benevolo –Se solo qualcuno ti amasse davvero..-
La storia è ispirata alla trama di Frozen dove Elsa ha i capelli neri ed è ambigua e cattiva mentre Anna è più egocentrica. E' una alternative story del loro incontro perciò è molto diverso dal film disney. Mi sono ispirata ai concept art.
Spero vi piacerà.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sua “adorata” sorellina Anna era giunta fin lassù a cercarla.

Erano anni che, colei che un tempo avrebbe dovuto essere Regina di Arendelle, era scomparsa chissà dove.
Nessuno aveva avuto più sue notizie.
L’unica che ancora serbava il suo ricordo era la giovane principessina Anna.
Che, tra l’altro, non comprendeva come aveva fatto a raggiungere, finalmente, il suo lontano castello di ghiaccio.

Aveva camminato per ore?

Eppure la strada sembrava quasi “aiutarla” nel suo passaggio. La neve si scioglieva per renderle più semplice il tragitto.
Proprio lei, la principessina sempre viziata che camminava solo e soltanto se c’era da andare a comprare qualcosa di nuovo e di bello. Ma quella volta si era finalmente decisa! Voleva assolutamente cercare la sorella che, in un giorno d’inverno proprio quando i loro genitori morirono, era scomparsa senza lasciare traccia.
 
Era davanti a quel portone di ghiaccio.
Un castello alto e a punta.
L’atmosfera era molto cupa poiché l’unica luca che vi era, era quella del ghiaccio tutto attorno.
Qualche passo, accendendo uno dei fiammiferi che era riuscita a sgraffignare dalla cucina prima di partire si spense quasi subito. Ormai, il ghiaccio e la neve che aveva ricoperto Arendelle erano talmente profondi che sembrava quasi si fossero insinuati nel cuore di ognuno. Solo lei, così solare, per quanto egocentrica e viziata, aveva un sorriso per chiunque.
Le porte erano socchiuse abbastanza da permettere il passaggio di un uomo.
Anna era entrata e si avvicinò a quello che sembrava un trono.
E lì, seduta con le gambe accavallate e con lo sguardo rivolto all’entrata, c’era proprio quella che un tempo era sua sorella Elsa.

Un tempo lontano, prima che i loro genitori morirono, a causa di una profezia che raccontava di un futuro nefasto e carico di schegge. Dove tutto sarebbe stato congelato e non ci sarebbe stato scampo. Entrambi erano stati colpiti da una grave malattia. L’allora Elsa, sparì improvvisamente senza lasciare più traccia alcuna, mentre, la piccola Anna venne cresciuta dalla servitù e il regno divenne anno dopo anno più, freddo, cupo, isolato. L’improvvisa e prematura scomparsa non solo dei regnanti ma anche della primogenita aveva messo in ginocchio Arendelle.
Molte persone se ne andarono da lì.
Anna, rimasta con il ricordo di sua sorella nel cuore, decise che una volta divenuta abbastanza grande sarebbe andata a cercarla.

E il tempo, era giunto.
 
-Ti aspettavo.- disse, la Regina dei ghiacci, senza scomporsi.
-L-lo so!.- disse la giovanissima Anna cercando di contenere l’euforia nell’averla riconosciuta.
-Lo sai?- Elsa inarcò un sopracciglio non capendo tutto quell’entusiasmo che scorgeva nella “nuova arrivata in casa sua”.
-Bhe.. sono qui perché volevo riportarti a casa.. anche se nessuno sembra ormai non ricordarti, quasi.- abbassò lo sguardo leggermente per poi sorridere e rialzarlo –Ma io sì!-
-Tsk, rivoltante- rispose con una smorfia di disgusto.
Anna rimase un pochino interdetta, ma poi si riprese -perché.. te ne sei andata?- sussurrò appena, iniziando ad avere molto freddo.
Elsa posò una mano su uno dei bracioli del suo trono -mi domandi il perché?-
Aveva assunto dapprima uno sguardo stupio. Guardò verso una delle pareti di ghiaccio, poi, tornò a guardare quella ragazzina con le treccine, quella che era sua sorella minore e ultimo legame famigliare rimasto.
-Me ne sono andata perché ero stufa di tutte le sciocchezze, le ferree regole a cui ero sottoposta e le stronzate che ero solita fare.. con tutti, specialmente con te.-
Quelle parole gelide colpirono il cuore di Anna che non credeva alle sue orecchie –M-ma.. come! Non mi vuoi bene?-

Ricordava pochi frammenti della sua infanzia trascorsa con Elsa ma non vi erano ricordi tristi o cupi. Si volevano bene come sorelle, come delle normalissime sorelle. Solo che era sempre molto fredda e distante e, per quanti sforzi facesse Anna, pochi in realtà, non ci fu mai modo di rompere quella barriera che si era creata tra le due. Elsa, regale e un po’ ambigua. Anna invece molto viziata ma anche buona, come ogni principessina che si rispetti. La distanza tra di loro era molta, era sempre stata molta.

Come la distanza fisica che, anche adesso, le separava.  

Elsa abbassò lo sguardo per un lieve attimo per poi rialzarlo: un sorrisetto quasi malvagio illuminava quel volto dai capelli neri. Pronunciò quelle due lettere come se si stesse pregustando una delle sue più dolci vittore –No-.
-M-ma..-
Anna si immobilizzò totalmente.
La Regina si alzò da quel trono su cui era rimasta seduta sino a quel momento.
-Sei sempre stata una palla al piede, per non dire goffa viziata impudente petulante egocentrica e insignificante. La tua sola presenza mi urtava! AH!- si alzò in piedi di scatto. –Il tuo sorrisetto beffardo e solare e quelle tue.. gote rosse.. sempre sorridenti. PUAH!- sputò.
Anna ebbe un fremito di paura .
-M-ma..-
-Hai finito di balbettare?- la schernì in un sol momento.
Occhi gonfi, lacrime amare, desolazione. Per la prima volta in tutta la sua vita, Anna si sentì.. sola.

Sola.

Completamente sola.
Il suo unico legame famigliare.. le aveva appena sputato addosso una sentenza terribile.
Voleva risponderle per le rime dirle che lei era la preferita della famiglia! Ma.. non riusciva a spiccicar parola, non sapeva quasi niente di lei, in realtà.
-Tornatene da dove sei venuta se non vuoi fare una brutta fine- la minacciò con parole velate, la Regina.
Anna non si perse d’animo, si asciugò le lacrime col braccio tirando su col naso, come una bambina.
-N-non ci credo.. noi eravamo migliori amiche..-
-Eravamo.- la corresse Elsa.
-Allora un tempo mi hai voluto bene!?-  urlò d’istinto.
Elsa la squadrò dalla testa fino alla punta dei piedi.
Fece qualche passo.

Ora erano l’una di fronte all’altra.

Elsa: algida regale, con un abito blu scuro e bianco.
Anna: con la sua mantella rosa e il vestito verde, suo colore preferito tra l’altro.
La Regina alzò lievemente il mento della sorella poggiando due dita sotto ad esso.
Anna guardò con ingenuità il gesto, chiedendosi cosa sarebbe successo. Il tocco di Elsa era così.. freddo.. eppure Anna si fidava di lei. Non poteva aver fatto tutta quella strada inutilmente. Le cose si sarebbero risolte!

Era a questo ciò che pensava, mentre un dubbio atroce si insinuava nella sua mente.

-Oh Anna..- sorrise la Regina.
Dapprima con un’espressione materna, ma dopo pochi secondi eccola tramutarsi in un sorriso che nulla aveva di benevolo –se solo qualcuno ti amasse davvero..-
Anna spalancò gli occhi e iniziò visibilmente a tremare. Il dubbio si stava concretizzando.
-Credi ancora alle favole? Credi ancora.. in me?-
Le lasciò il mento e iniziò a ridere.
La sua risata crudele riecheggiava per tutto il castello.
Anna si sentiva malissimo. Si strinse in sé stessa tenedo il proprio braccio destro con l’altro braccio, il sinistro.
-La verità è questa- mise una mano sul fianco e iniziò a sussurrare qualcosa, qualcosa di indefinito. Le labbra si muovevano lente e veloci allo stesso tempo quasi come se fosse un linguaggio sconosciuto.

CRACK.

Qualcosa si mosse da dietro il trono.
Improvvisamente eccolì lìnella loro enorme magnificenza e perfezione.
Una decina di pupazzi di neve.
-Ah.. e se non dovessi esserne ancora certa.. ti ho fatto arrivare da me accellerando il percorso così che tu potessi giungere qui e.. rimanerci..-
Anna deglutì.
-Per sempre.- sussurrò quasi invasata mentre guardava soddisfatta le sue creazioni, ammirandole come una madre guarderebbe i propri figli.
-Finalmente il mio tempo è giunto. Ora posso mettere a tacere l’intero continente con un solo gesto delle mie mani. E’.. grandioso.. questo potere..- sorrise sbalordendosi di sé stessa, e allo stesso tempo riempita da un’euforia  maligna. –E' mio.. ed è.. meraviglioso! Schegge e un futuro nefasto.-
-Elsa!-
Anna provò ad avvicinarsi ma la Regina voltò immediatamente lo sguardo gelido verso colei che un tempo chiamava sorella.
Fu una questione di qualche attimo.
-C-cos- non potè fare niente per impedire che ciò accadesse. Anna sentì una sensazione gelida.. nel suo petto!.
Una stalattite, forse, o forse era solo una scheggia..
Sta di fatto che..

La colpì in pieno.

-El..sa- sussurrò appena, poi iniziò ad accasciarsi al suolo.
L’ultima cosa che vide fu l’avanzare di quei possenti pupazzi di neve armati di tutto punto.
Elsa si guardo per un attimo le unghie e le dita della sua mano destra, poi alzando lo sguardo disse con un sorriso beffardo –E' finita, Anna, la profezia è vera. Io sono colei che porterà il futuro nefasto, le schegge dell’inverno e.. la libertà, una folle libertà.-
Anna socchiuse gli occhi, il ghiaccio ormai le stava entrando totalmente nel corpo.

Dì lì a poco sarebbe morta assiderata.

D’un tratto un lampo la pervase: un ultimo fiammifero, di quelli che aveva con sé!
Con tutta la forza di volontà che le era rimasta cercò nella sua tasca e.. lo trovò.
Non seppe come ma riuscì ad accenderlo.

Vide che Elsa e il suo squadrone di pupazzi di neve, più simile a un esercito pronto per la guerra.
Con un ultimo respiro e a fatica, poggiando un gomito a terra alzò lo sguardo, ferita dal colpo di prima, urlò.
-Elsa!..sorellina mia..  fermati.. ti prego!-
La disperazione nel suo cuore era tanta.
Ansimava ma, voleva fare qualcosa.
Doveva fare qualcosa per Elsa.
-F-forse.. non sono stata la sorella che avrei potuto.. essere ma..io..ti volevo bene! Ti voglio bene.. ti prego..non farlo..non..-
Lacrime tentarono di scendere dai suoi occhi ma.. il ghiaccio aveva seccato anche i suoi stessi occhi, incapaci ormai di umidificarsi a dovere.
-Non..non essere quella che..non sei..-
Anna si lasciò andare a un singhiozzo colmo di dolore.

E’ vero: era sempre stata egocentrica; era sempre stata viziata e vanitosa. Non si era mai data troppo peso per sua sorella Elsa, troppo concentrata com’era su se stessa e i suoi problemi, Anna aveva sempre ricercato la sorella per situazioni che la riguardavano in prima persona. L’aveva sempre trattata come sua ancora di salvezza senza mai darle niente in cambio.
Aveva sbagliato.
L’amore non è solo ricevere.

L’amore è anche dare.

-A che serve, essere amati.. se il nostro cuore è..arido? Solo ora ho capito.- Sussurrò Anna.
Elsa si era fermata, restando di spalle.
Non si voltò però.
-…-
Anna cercò di allungare una mano come per raggiungerla ma era troppo lontana.
Il fiammifero si stava spegnendo.
Elsa serrò lievemente la sua mano destra a pugno.
Poi alzò lo sguardo al cielo, restando voltata di spalle.

-E' troppo tardi. Anna..-

-E..Els..-
La Regina si allontanò.
Il fiammifero si spense.

E tutto.. fu buio.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: AyuTsukimiya