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Autore: PervincaViola    06/04/2014    16 recensioni
«Eri innamorata di lui?» le aveva domandato un giorno Annie, a tradimento, mentre osservavano il mare.
«Non lo so» aveva risposto sinceramente, «Forse sì».

{Finnick/Johanna ♥ Finnick/Annie}
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Johanna Mason
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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“Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando”
“Che sia troppo tardi, madame”.

A. Baricco ~ Oceano Mare



 
Until it's too late





 
«Quest'anno saremo uno contro l'altra»
«Non credere di poter vincere solo perché hai tutti quei muscoli dalla tua parte!»



 
La parete a specchio dell'ascensore era fredda contro la schiena muscolosa di Finnick; la bocca di Johanna, invece, bollente contro la sua. Il suo seno prosperoso premeva contro il suo petto e lui non riuscì a trattenere un gemito. Quando però la sentì armeggiare con il nodo che gli teneva legata in vita quella misera rete da pesca, si irrigidì istantaneamente.
«Non possiamo» la fermò, posandole le mani sulle spalle.
«Perché?» esalò Johanna, mentre accarezzava il suo torso bronzeo e muscoloso. Lo sentì rabbrividire e sorrise.
«È sbagliato» ripeté però lui, evitando il suo sguardo penetrante.
«Perché?» chiese nuovamente Johanna, senza smettere di percorrere il collo di Finnick con le labbra. La verità era che il suo perché aveva l'aspetto delicato di una ragazzina dagli occhi spauriti. Ma non le importava nulla della ragazza in attesa nel Quattro, la pazza. Non era mai stata un persona pietosa – non si può esserlo, per sopravvivere agli Hunger Games.
«Siamo due Tributi, di nuovo» bisbigliò impercettibilmente, come se quelle poche parole gli costassero un'immensa fatica. «E Annie non se lo merita»
«Perché è pazza o perché la ami?» mormorò con rabbia. Lui la allontanò con fermezza, afferrando i suoi polsi. Questa volta i suoi occhi verde mare parvero trapassarle l'anima.
«Perché ci sono cose sbagliate a prescindere» rispose tranquillamente, senza raccogliere la sua provocazione. «E io la amo».
Lei si liberò con uno strattone.
"Io invece non conto niente, per te?" avrebbe voluto urlargli Johanna. Ma non lo fece.



 
«C'è qualcosa che devi dirmi, Johanna?»
«No. Non l'ho mai fatto e non credo lo farò mai».
«E adesso?»
«Adesso cosa?»
«Non puoi farlo adesso?»
«Adesso che stai per sposarti?» rise sommessamente. «Penso sia un po' troppo tardi, sai».
«Mi dispiace».
«Già. Anche a me».



Lo sapeva, Johanna, che un giorno sarebbe finita così. Il loro rapporto – la loro amicizia – non era mai stata una vera prospettiva. D'altra parte, sposarsi non faceva parte dei suoi progetti.
Infatti non era lei la ragazza in quell'abito da sposa.
Finnick la teneva stretta tra le sue braccia, più forte di quanto avesse mai tenuto lei quando la consolava. Tuttavia, nonostante tutto, non riusciva a trovare in se stessa alcun motivo per odiare Annie Cresta. Forse perché Johanna aveva da tempo rinunciato
 a cosa, poi, preferiva non chiederselo , forse perché le torture a Capitol City le avevano avvicinate molto più di quanto avrebbe potuto immaginare.
Era inevitabile; l'aveva capito, ormai.
Lo prese in disparte solo poco prima di andarsene; avrebbe voluto fare qualche battuta sul fatto che non lo vedeva come prima da mesi, perché era sempre con Annie o in formazione, ma temeva sarebbe risultata troppo amara.
«Congratulazioni» gli disse alla fine, tentando di ghignare. Si sentiva talmente patetica, come la protagonista di una delle soap opera che tanto piacevano alla gente della capitale.
Finnick la abbracciò e lei ringraziò che non potesse vedere il suo viso, mentre le sussurrava poche parole all'orecchio, emozionato.
«Annie aspetta un bambino».



 
«Non dovresti essere su quel maledetto hovercraft?»
«Non credo che ci rivedremo, alla fine di tutto».
«Se sei venuto qui solo per dirmi queste cazzate avresti fatto meglio a partire senza salutarmi».
«Proteggi Annie».
Quando dici una cosa, questa diventa all'improvviso più reale: per qualche strano motivo, Johanna aveva pensato che Finnick avesse ragione e che non si sarebbero più rivisti. 
Non poté fare altro che annuire.



Non gli aveva mai chiesto perché l'amasse così tanto, Johanna, no. Non ne aveva mai avuto il coraggio, o forse il momento giusto non si era presentato. Aveva sempre pensato che avrebbe avuto a disposizione tutto il tempo del mondo, per farlo.
Invece la vita si era divertita a lasciarla con un nuovo punto di dolore, dopo la morte di tutte le persone che amava: la guerra era finita, Snow era morto e la Ghiandaia aveva vinto, ma Finnick non era tornato indietro.
In ogni Distretto si respirava di nuovo aria di pace, dopo tanti anni, e la gente poté ricominciare a vivere. Johanna era stata vicina ad Annie in ogni momento
– dopotutto, non c'era nessuno che l'attendeva nel Sette e lei era la persona più vicina a chiamare amica che le restasse.
«Eri innamorata di lui?» le aveva domandato un giorno Annie, a tradimento, mentre osservavano il mare. Era un bel posto, il Quattro; l'odore di salsedine le ricordava il profumo della pelle di Finnick.
«Non lo so» aveva detto sinceramente, «Forse sì».
Annie le aveva sorriso, senza rancore.
«Credo che, in qualche modo, anche lui fosse innamorato di te».
Johanna non le aveva creduto nemmeno per un istante. Nonostante le apparenze, non era il tipo d'uomo che poteva dividere contemporaneamente il suo cuore in due parti.
«Sei tu l'unica donna che amava». Aveva guardato il mare, mentre pronunciava quelle parole, e la promessa fatta a Finnick le era balenata nella mente.
Talvolta si era chiesta se non fosse stato destino, se le cose sarebbero andate nello stesso modo comunque. Aveva aspettato di proposito che fosse troppo tardi? Johanna non conosceva la risposta a quella domanda e non l'avrebbe saputo mai.
Tuttavia le piaceva pensare di sì, anche solo per l'egoistico pretesto di non voler essere mangiata viva dai propri rimpianti.
Se chiudeva gli occhi riusciva ancora a vederlo davvero, davanti a lei, reale, con un sorriso malizioso sulle labbra e l'immancabile nodo di corda fra le dita. La sua immagine era sempre lì, immutabile e incancellabile, a ricordarle che era sempre stato troppo tardi.
Buffo, però, come alla fine, riaprendo gli occhi e piantandoli in quelli verdi del figlio di Annie
– talmente simile a suo padre da farle stringere il cuore ogni volta che lo guardava – e vedendoci riflessa la stessa luce che illuminava i suoi, le sembrò che fosse stato giusto così.

 



 
Angolino della Vì:
Riappaio su questo Fandom dopo una lunga assenza, sono quasi emozionata *^*
Io sono ovviamente per la Fannie (♥) ma questa shot si è praticamente scritta da sola... Tutto si svolge a partire dall'Edizione della memoria fino ad arrivare al finale di Mockingjay.
Spero che i personaggi non risultino OOC e che la storia vi sia piaciuta almeno un pochino ♥
Boh, fatemi sapere come è uscita: lasciare una recensione non costa nulla!
Un bacio


 
   
 
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