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Autore: Lavi Bookman    06/04/2014    1 recensioni
[RinHaru] - [Rin Centric.]
"Abbassa appena il volto, schiudendo le labbra, «Haru...», dice. E se ne rammarica l'attimo seguente.
I suoi piedi sanno la direzione giusta, perché Lui è la direzione giusta. E non sa essere abbastanza forte da rifiutarsi.
Vorrebbe veramente urlare.
Ha sempre pensato che il sorriso di Haruka potesse avvicinarlo al Paradiso."
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- I  just don't want to miss you, tonight. -



"And I'd give up forever to touch you,
'cause I know that you feel me somehow.
You're the closest to heaven that I'll ever be.
And I don't want to go home right now.

[...]
And you can't fight the tears that ain't coming,
or the moment of truth in your lies.
When everything feels like the movies,
yeah, you bleed just to know you're alive."


L'immagine di Haru è così sfocata da essere facilmente cancellabile / indelebile.
Calcia un sasso che gli intralcia il cammino, Rin. E lo sa, lo sente, le cose cambieranno. Ancora.
Tira su il cappuccio, affondando maggiormente con il volto nella sciarpa. Non è preparato, non lo sarà mai abbastanza. Mette le mani in tasca.
Per un po', il mondo può fare a meno di lui.
"E' meglio se la chiudiamo qui, lo sai anche tu", aveva detto Haru. E non era stato in grado di fare altro che annuire per i primi due secondi. Scuoterlo per il resto del tempo, urlandogli di non farlo, pregandolo. Sapeva che faceva male ad entrambi e mai più avrebbe accettato di ferirlo. E scuoterlo, prenderlo per le spalle e dirgli di no, era l'unico modo che aveva per evitarlo.
"Resta."
Haru restò.
Anche Rin.

Eppure, non vuole vederlo.
Un altro litigio, un altro scannarsi.
Abbassa appena il volto, schiudendo le labbra, «Haru...», dice. E se ne rammarica l'attimo seguente.
I suoi piedi sanno la direzione giusta, perché Lui è la direzione giusta. E non sa essere abbastanza forte da rifiutarsi.
Vorrebbe veramente urlare.
Ha sempre pensato che il sorriso di Haruka potesse avvicinarlo al Paradiso.
I suoi occhi, ammette Rin, lo hanno sempre cercato.
E ora può solo ricordarne i tratti, le mani intrecciate alle sue, i sorrisi. Può anche ricordare l'odore del cloro sulla sua pelle. Ma non vuole ricordare altro / i sorrisi spenti, "va tutto bene" ("sto solo crollando un po'").
"Non voglio perderti, questa notte."
Non lo avrebbe mai perso, Haru.
Restò, ancora.

Serra i denti, pensando che alla fine avrebbe potuto semplicemente fare a meno di cascarci.
Avrebbe potuto evitare di sorridergli, quel primo giorno di scuola. Avrebbe potuto essere meno testardo.
Anni a seguire, avrebbe voluto essere rimasto.
Era così stanco di usare il condizionale.

«Ho paura...»
«Mh?»
«Tu te ne andrai.»
«Non è vero.»
«Lo farai. E io rimarrò qui. Dovrò aspettarti ancora.
Non ti aspetterò più, Rin.»
«Lo so.»

Chiuse gli occhi, soffermandosi, incerto.
«Rin...?»
Si volta velocemente, riconoscendone la voce. Richiama a sé un minimo di controllo. Ne studia lo sguardo, cerca di scovarvi un qualcosa che non sa neppure lui.
E volta il capo.
«Che fai qui?», insiste. E Rin si chiede se sia veramente così stupido o lo faccia apposta.
«Nulla, ero da queste parti.»
E si maledice: incapace, sciocco.
Stringe la stoffa delle tasche tra le dita, facendo il possibile per evitare di guardarlo.
«Capisco...»
Se alzasse gli occhi verso di lui, non sarebbe finita per lui, di nuovo. Forse questo lo spaventa. Non avere la capacità di allontanarsi abbastanza, nonostante faccia più male che bene. Non accettare che, a volte, l'amore non basta. E loro due non saprebbero stare insieme / non hanno neanche mai saputo essere amici.
Scuote il capo, rassegnato.
Alza gli occhi. Orgoglioso, sempre troppo. Lo sfida con lo sguardo, accorgendosi in ritardo che questo potrebbe peggiorare le cose.
Lo distoglie.
Lo rialza.
Passa avanti.
Odia le scelte che hanno preso. Essere arrivato tardi. Aver sbagliato.
Ha provato sino alla fine a rimediare ai suoi errori. Forse erano troppi. Forse, solo per questa volta, può accettare il 'mai più'.
Odia che Lui abbia visto così tanto di sé, perché ora che ne ricambia lo sguardo ha la certezza di voler sprofondare.

«Quante volte dovremmo lasciarci prima di capire qual é la cosa giusta?»
«E quale sarebbe la cosa giusta?»
«Stare insieme

 

[And as long as I can feel you holding on, I won’t fall, even if you said I was wrong.
I know that I’m not perfect but I keep trying 'cause that’s what I said I would do from the start.
I’m not alive if I’m lonely, so please don’t leave.
]



 



Note Autrice:
Ho la febbre, ok? Ok. Quindi mi avvalgo di questo per confermare che sì, ne ho scritte di migliori e sì, questa mi convince pochissimo.
But it doesn't matter, anyway!
Ho volutamente evitato di dire le motivazioni che potrebbero portarli a chiudere. Non sarebbero comunque abbastanza forti per giustificare la loro incapacità di restare uniti.
"Io e te siamo disfunzionali sia insieme che lontane. Tanto vale esserlo insieme.".
  
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