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Autore: Bea0609    06/04/2014    0 recensioni
Lui, occhi di vetro e cuore di ghiaccio, respiro di vento e sguardo di fiamma.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lei era così fragile senza lui accanto, non lo avrebbe mai ammesso, ma era così. Lui che giocava a fare il grande eppure se lei lo guardava diventava piccolo piccolo. Lui che si scioglieva come un ghiacciolo sotto il sole di mezzogiorno, se lei lo abbracciava in quel modo così puro. Lui che però era fatto di vetro. Fragile e trasparente solamente davanti agli occhi di lei. Con tutte le paure che aveva la costringeva a nascondere le sue, lui non se ne rendeva conto, si abbandonava a lei semplicemente, perché era la cosa che gli veniva meglio. Lui di vetro come lo specchio che tanto odiava, perché in fin dei conti mostra la realtà in modo così crudo e asettico. Mostra tutto esattamente com’è senza lasciare spazio all’immaginazione. Se ti guardi lo specchio non mente, non ti dice ‘va tutto bene’. Invece lei sapeva sempre rassicurarlo, come se fosse nata per quello. Lui, occhi di vetro e cuore di ghiaccio, respiro di vento e sguardo di fiamma. Luce che attraversa il buio, lui sfera di vetro, che si modella al calore, quel calore che lei emanava nel suo essere essenziale e travolgente in tutto quello che faceva, sensuale nella sua bellezza che riteneva acerba ma che in realtà era sbocciata. Piena di quella vita che si ha a 17 anni, insicura ma al tempo stesso caparbia, in lotta costante con se stessa. Odia lo specchio, come tutte le adolescenti che vivono nei libri senza dare spazio al mondo fuori. Lui era l’unico specchio di cui aveva bisogno, il perfetto riflesso di lei, con più muscoli ma per il resto era perfettamente in grado di darle a vedere tutte quelle caratteristiche che ingenua com’era non era capace di vedere da sola. Potevano rispecchiarsi l’uno nell’altro, come fossero trasparenti fra di loro, vetro opaco, si perché qualcosa riuscivano a nasconderlo fin troppo bene. Passavano tutto il tempo ad affidare i loro desideri a stelle troppo distanti o ad un Dio troppo indaffarato. Tempo che tutti avrebbero considerato sprecato, ma che per loro significava vivere davvero. Galleggiare in bilico su quella passione repressa. Chiusa in una parte nascosta in fondo all’anima. Non riuscivano a tirarla fuori, ci sono cose che rimangono lì piantate eternamente. Non è tutto come una fiaba di Andersen o dei Fratelli Grimm, non c’è sempre la fata turchina che ti da la forza, nella vita vera devi trovarla dentro di te, nessuno ti supplisce, solo tu puoi supplire te stessa. Ci si salva da soli, tranne nel loro caso, loro si sono salvati insieme, come il vetro fuso, si sono plasmati a vicenda, modellandosi, infiammati dal calore di quel fuoco che ardeva loro dentro. Il tempo scorreva su quell’orologio di vetro, gli interminabili secondi di notti e giorni estasianti, passati a guardare il tempo che passava, lei chiusa fra le braccia di lui, intrappolata in un vortice di sensazioni talmente intense da essere palpabili. Ma l’ora era arrivata, le loro strade si sarebbero separate, lo strato di cristallo che li legava si sarebbe frantumato, e i frammenti si sarebbero sparsi per tutto il mondo, e chissà magari un giorno avrebbero ritrovato tutti i pezzi, ricomposto quel legame e seppellito tutto il male. Non restava altro che aspettare, mentre il tic-tac dell’orologio di vetro continuava a scoccare. 
  
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