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Autore: Caitlin Believe    06/04/2014    1 recensioni
Ho scritto questa storia sotto il volere (e le minacce) della mia migliore amica.
Erika è innamorata di Federico, il classico ragazzo simpatico che va d'accordo con tutti, e la fortuna è dalla sua parte quando la professoressa di geografia assegna una ricerca da fare in coppia e lei finisce proprio con il suo principe azzurro.
Ma le sorelle piccole sono proprio una scocciatura, Erika lo sa bene...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Secondo Primo Bacio

 

Erika odiava la sua città.
Non era neanche sicura di poterla chiamare così, dato le dimensioni ridotte.
Veniva da una grande città della Russia e quella sottospecie di paesino non poteva competere con il luogo in cui era cresciuta.
L'unica cosa positiva di quel posto erano le persone; aveva trovato delle amiche sincere e simpatiche.
E poi c'era lui...
Federico era nella sua classe e lo vedeva praticamente tutti i giorni.
Le ore di lezione erano troppo lunghe e noiose ed Erika si perdeva sempre a guardare Federico mezzo sdraiato sul suo banco con lo sguardo fisso sul libro che fingeva di leggere.
Ultimo banco della fila centrale, impossibile dimenticarlo per Erika.
Federico era il classico ragazzo simpatico, con la battuta sempre pronta e un mucchio di amici sempre intorno.
Gli occhi di un azzurro intenso e i capelli biondissimi gli davano l'aspetto di un principe e Erika sperava di poter essere la sua principessa.
Ma niente, Federico la considerava solo una delle tante amiche con cui poter ridere o fare battute.
Infondo a lei non dispiaceva molto, le piaceva quando ridevano insieme, ma avrebbe preferito essere qualcosa di più per lui.
Per non parlare di tutte le ragazze che gli ronzavano dietro, non riusciva a sopportarle, quelle  tro  galline.
Era un giorno come tanti a scuola, l'annesima lezione noiosa, l'ennesimo sguardo rivolto ad un Federico particolarmente annoiato.
Tornò ad ascoltare la prof non appena il biondo alzò lo sguardo.
"...e per la prossima volta voglio che tutte le coppie mi consegnino una ricerca sullo stato assegnato." Cosa? Coppie? Ricerca? Stato? Erika era appena caduta dalle nuvole.
Chiese alla sua compagna di banco che sicuramente, secchiona com'era, aveva ascoltato ogni parola senza batter ciglio.
A quanto pare la strega ne aveva combinata un'altra delle sue: lavoro di coppia su uno stato scelto dalla prof, fino ad ora era tutto ok, ma con chi doveva fare quella ricerca?
Tutto risolto: alla fine dell'ora la strega avrebbe appeso una lista con le coppie e il rispettivo stato.
Inutile dire che il resto della lezione sembrò durare un'eternità, ma alla fine quella benedetta campanella li deliziò con il suo dolce suono.
Presto tutti si alzarono a guardare la lista e le ci volle un po' prima di riuscire ad aprirsi un varco tra i suoi compagni, ma fu felice di averlo fatto.
Erika...Federico...Canada.
Riuscì a trattenere un grido di gioia solo perchè sentiva gli occhi del biondo su di sè.
"Dobbiamo metterci a lavoro!" Commentò regalandogli un sorriso, uno dei suoi famosi sorrisi.
Ed Erika non sentì più la terra sotto i piedi e se non fosse arrivata la sua migliore amica, Anna, che prendendola a braccetto la riportò al suo banco, avrebbe richiato di cadere facendo una grande figuaraccia davanti a lui.
Sfoderò un'enorme sorriso da ebete quando Federco la fermò all'uscita da scuola per mettersi d'accordo per quella ricerca.
Erika afferrò solo qualche parola del discorso del biondo, ma le bastò.
Venerdì pomeriggio, alle 15.30 a casa sua.
Federico avrebbe dovuto prendere il treno perchè abitava in un paese vicino che era, se possibile, ancora più piccolo di quello e lei sarebbe andata a prenderlo in stazione.
Nei giorni a seguire si esercitò con Anna ad avere una conversazione normale senza finire a fissarlo con un sorriso da ebete e la bava alla bocca.
Venerdì, 15.00, stazione.
Ancora non capiva perchè era uscita mezz'ora prima di casa, ma aveva passato tutto il tempo ad assicurarsi che fosse tutto perfetto per il suo "pomeriggio di studio" con Federico.
Aveva comprato dei dolci in pasticceria per fare merenda insieme, aveva pulito la sua stanza e i suoi genitori erano usciti, avevano la casa tutta per loro.
Solo una cosa era andata storta, un solo piccolo dettaglio che aveva trascurato, ma che avrebbe potuto compromettere tutto il pomeriggio.
Quel dettaglio aveva due occhi blu, dei corti capelli biondi, un accenno di denti da latte e stava comodamente seduta nel passeggino a cui Erika si era appoggiata.
Sara, sua sorella di appena un anno.
Aveva sentito il mondo crollargli addosso quando si ricordò che aveva promesso ad i suoi genitori che avrebbe badato a lei quel pomeriggio e, anche dopo numerosissime suppliche, non era riuscita a convincerli a fargli cambiare idea e adesso si ritrovava a dover fare da babysitter al suo appuntamento perfetto.
Sara si era addormentata, ancora non capiva come aveva fatto con il rumore dei treni che passavano, ma era meglio così.
15.28.
Erika ebbe paura di svegliarla quando il suo cuore cominciò a battere con forza.
Federico era appena sceso dal treno, passando una mano tra le sue ciocche bionde e sorridendo ad Erika, che cercava di ricordarsi i consigli di Anna per non svenirgli in braccio (non la cosa gli dispiacesse, ma avrebbe preferito stare tra le sue braccia da cosciente).
Il sorriso di Federico si allargò quando vide la bambina addormentata nel passeggino.
"Tua sorella?" Chiese indicandola.
"Si, mi ero dimenticata che oggi avevo promesso di badare a lei:" Rispose Erika leggermente imbarazzata.
"Non importa, sarà divertente."
Cominciarono ad incamminarsi verso la casa di Erika, parlando soprattutto di scuola, ridendo e lamentandosi dei prof troppo severi ed esigenti.
Tutto sembrava andare bene, la presenza di Sara era impercettibile e Federico era fantastico.
Quando entrarono a casa Erika mise Sara nel suo lettino e raggiunse Federico sedendosi accanto a lui nel divano.
Accese il portatile su cui aveva passato mezza mattinata per incamerare più informazioni possibili sul Canada.
Non voleva impiegare troppo tempo su quella ricerca e aveva già cercato  delle pagine con le informazioni che gli servivano e poi non voleva di certo fargli capire che l'unica cosa che conosceva del Canada era Justin Bieber.
Quando arrivarono a riempire tre pagine di World, Erika pensò che era il momento di una pausa e gli portò i pasticcini che aveva comprato e preparò due the.
Andava tutto alla perfezione, almeno fino a che non sentì delle urla di bambina.
Sara si era svegliata.
La prese in braccio cullandola, le diede il ciuccio, cercò di farla ridere, ma la piccola continuava a piangere.
Allora pensò che aveva fame e sacrificò uno dei pasticcini.
Purtroppo la piccola lo sputò sul pavimento.
"Forse dovresti cambiarla." Suggerì Federico.
Ed Erika sperò che non avrebbe davvero dovuto farlo.
Non era la prima volta che cambiava il pannolino a sua sorella, ma farlo davanti al ragazzo che le piace non era di certo quello che si aspettava per quel pomeriggio.
Andò in bagno e non appena le tolse il pannolino capì il perchè di tutte quelle lacrime.
Federico spuntava sempre nei momenti peggiori, come quello ad esempio; Erika aveva in mano il pannolino sporco  della cacca  delle feci di sua sorella e sfoggiava una faccia schifata che avrebbe fatto invidia a Crudelia Demon.
"Hai bisogno di aiuto?" Le chiese imbarazzato sventolandosi una mano davanti al viso probabilmente per scacciare la puzza.
"No, tutto bene, torna pure in salotto, vengo tra cinque minuti." Le sorrise buttando il pannolino.
Ma non andava affatto tutto bene quando si accorse che erano finiti i pannolini.
Maledì i suoi genitori che si erano dimenticati di comprarli e cominciò a pulire sua sorella chiedendosi come avrebbe fatto ora.
Alla fine le venne un'idea: avvolse la parte inferiore di Sara nella carta igienica e sacrificò una sua vecchia maglietta per legargliela intorno.
Avrebbe dovuto funzionare almeno fino al ritorno dei suoi genitori.
E la piccola è sistemata, pensò tornando da Federico con Sara in braccio.
La bambina non aveva nessuna intenzione di andare a dormire ed Erika fu costretta a tenerla con sè mentre finivano la ricerca.
Passò metà del tempo a rincorrere Sara che scappava per tutta la casa e il resto della ricerca l'aveva fatta praticamente tutta Federico, ma alla fine la finirono con successo.
Non erano nemmeno le 17 e Federico decise che era troppo tardi per tornare a casa e rimase con Erika .
Passarono il tempo su youtube, tra un video divertente e l'altro.
Anche Sara rimase ipnotizzata dalle immagini che si susseguivano sullo schermo del computer e smise di agitarsi.
Federico la trovò tenera e provò ad avvicinarsi a lei, fino a riuscire a prenderla in braccio senza farla correre via.
Erika pensava che Federico era davvero fantastico, Sara non si avvicinava a tutti e guardando il modo in cui stava tranquilla tra le braccia del biondo capì che doveva piacerle.
I sorrisi di entrambi svanirono quando Sara vomitò sulla maglia di Federico, che schifato la poggiò sul divano.
Erika non riusciva a credere ai suoi occhi, in pochi minuti quella peste di sua sorella era riuscita a rovinare l'atmosfera che si era appena creata.
Era davvero mortificata, Federico l'avrebbe odiata sicuramente e tutto per colpa di Sara.
Si tolse la maglietta sporca di vomito ed Erika la buttò nella cesta dei panni sporchi.
"Scusami tanto, ti prometto che te la riporto a scuola pulita e profumata come se fosse appena uscita dal negozio." Si scusò con il viso arrossato dall'imbarazzo.
"Non importa, non è colpa tua." Gli sorrise lui, possibile che anche in quei momenti avesse sempre quella serie di denti perfetti in bella mostra?
Erika gli portò una maglietta pulita presa dal cassetto di suo padre, non che gli dispiacesse vederlo a petto nudo, ma sarebbe stato ancora più imbarazzante rimanere in quelle condizioni.
Con una maglia che gli arrivava quasi alle ginocchia Federico era semplicemente stupendo.
A quel punto Sara ricominciò a piangere ed Erika le rivolse uno sguardo ostile prima di prenderla in braccio per calmarla.
Questa volta fu più facile calmarla e riuscì anche a farla riaddormentare.
"Sei brava con i bambini." Commentò a bassa voce Federico mentre Erika appoggiava la piccola nel suo lettino.
"A forza di badare a questa peste si diventa bravi per forza." Rispose lei soridendogli.
"Mi dispiace per quello che è successo oggi, avrei dovuto ricordarmi di aver promesso ai miei che avrei badato a Sara." Continuò con un tono serio.
"Figurati, mi sono divertito, è bello vederti in atteggiamenti diversi da quelli che mostri a scuola."
"Come?"
"Intendo che a scuola sei sempre così tranquilla, mentre oggi ti ho vista nervosa, arrabbiata e imbarazzata." Le piegò Federico facendo un passo avanti.
"E...ti piace?" Chiese quasi bisbigliando, arrossendo visibilmente.
"Si, più di quanto immagini."
Fu un secondo.
Federico le cinse i fianchi e la avvicinò a se, annullando la distanza che c'era tra le loro labbra.
Se prima Erika era arrossita, adesso aveva preso un colorito simile a quello di un cornetto napoletano.
Era il suo primo bacio?
No, ma il ragazzo a cui lo aveva dato non gli era mai piaciuto e le sue labbra non erano per niente paragonabili a quelle morbide e dolci di Federico.
Erika decise che quello lo avrebbe ricordato per sempre come il suo secondo primo bacio.
Quando si staccarono nessuno dei due sapeva esattamente se fosse passata un'ora o solo pochi secondi, ma non gli importava.
Dopo un po' Federico si diresse in stazione e lasciò Erika da sola a casa sua con un grosso sorriso da ebete che, anche dopo i vari allenamenti fatti con Anna non era riuscita a nascondere.
Il sorriso non svanì neanche quando udì le urla di sua sorella che si era appena svegliata.
Andò da lei e le posò un dolce bacio sulla fronte.
"Grazie sorellina." Le sussurrò teneramente mentre la cullava per farla smettere di piangere.
Ormai più nessuno poteva rovinare quel giorno.


Angolo dell'autrice
So che stai leggendo Baka, che te ne pare? Hai ancora paura di quello che posso scrivere? Avrei voluto falra rossa, ma so che non è il tuo genere...
Per tutti gli altri che hanno letto questa storia nata dal desiderio della mia amica pazza, siete liberi di recensire, accetto critiche e io avrei evitato di pubblicarla e di scriverla se non fosse stato per la Baka.
Bacioni a tutti!
-Caitlin Believe
  
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