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Autore: lilyhachi    06/04/2014    3 recensioni
(AU; Storybrooke; highschool; Peter Pan/Wendy Darling)
Se Peter e Wendy fossero due liceali che si ritrovano a Storybrooke alle prese con la vita di tutti i giorni e con le loro "controparti"? Da questa domanda, che mi sono posta spesso durante la terza stagione, è nata un'idea abbastanza strana che mi ha spinta a dare vita a questa storia. Spero che vi piaccia e buona lettura.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Wendy, Darling
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dimenticali, Wendy. Dimenticali tutti.'
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IV
 
Your lips

 
“Cause it's you and me and all of the people
With nothing to do, nothing to lose
And it's you and me and all of the people
And I don't know why, I can't keep my eyes off of you”.
(Lifehouse - You and me)
 
Jeremy Barrie continuava a ripensare insistentemente alla lettera che aveva aperto quella mattina stessa, mentre occupava il solito banco dell’aula di chimica, accanto al suo fidato Chris. Mai come allora, ogni cosa gli apparve completamente priva di significato, come quell’idea che da un po’ di tempo aveva iniziato a saltellare per la sua testa, in attesa di essere notata.
Senza neanche accorgersene, iniziò a scarabocchiare qualcosa sul suo quaderno degli appunti, rivivendo al rallentatore la scena di quella mattina, così tante volte da perdervi la testa. Era stato ammesso ad Harvard, proprio come i suoi genitori avevano programmato e con il supporto di una borsa di studio, dovuta al suo ruolo di capitano nella squadra di football. Doveva essere entusiasta, proprio come lo era stato suo padre, che gli aveva riservato una pacca sulla spalla, e osservandolo con un sorriso soddisfatto sul volto percorso da qualche ruga.
Avrebbe continuato la tradizione di famiglia, secondo le parole dei suoi genitori…ma Jeremy non riusciva ad essere d’accordo, perché quella non era una tradizione di famiglia, o almeno non la sua. Quindi, quello che suo padre sperava che lui continuasse era una tradizione acquisita, proprio come il suo ruolo in quella famiglia perfetta e benestante che aveva deciso molti anni fa di prendersi cura di lui.
Fermò la sua mano e gettò uno sguardo a ciò che aveva riprodotto su quel quaderno: delle labbra, che subito vennero cancellate dalla gomma, recuperata frettolosamente dal suo astuccio con la speranza che Chris non avesse visto un bel niente. Ormai era ufficiale: stava impazzendo. Jeremy Barrie era reduce da un week-end devastante, durante il quale aveva partecipato, sotto costrizione di Chris, alla festa di compleanno di Jenny Martin, in tema “bianco e nero”. (1)
Annoiato da tutta quella marmaglia indistinta che non era altro che una massa di bianco e nero, si era rifugiato in quello che doveva essere lo studio di casa Martin, dove aveva trovato tanti di quei libri che avrebbe potuto perderci ore intere. Rifugiarsi in una stanza durante una festa non era proprio da lui, e se Chris lo avesse scoperto, sicuramente non gli avrebbe dato tregua per giorni, ma Jeremy proprio non ne poteva di starsene lì a fare la bella statuina. Tuttavia, per qualche strana coincidenza, la porta di quella stanza, nascosta in un angolo non molto visibile del corridoio, era stata varcata dall’ultima persona che si aspettava di vedere: Maggie Banning, avvolta anche lei in un vestito rigorosamente nero ma ricamato, che le metteva in evidenza il fisico sottile e longilineo.
Eppure, ciò da cui Jeremy non riuscì proprio a staccare gli occhi erano le sue labbra sottili, ornate da un rossetto color ciliegia che le rendevano ancora più belle da guardare. Per Jeremy, era stato difficile accantonare il breve momento che avevano condiviso in quello studio, quando si erano parlati come due ragazzi normali, senza insulti ma con sguardi complici e frasi argute. Non sapeva per quale strano motivo l’avesse invitata a ballare, quando nell’altra sala gli invitati avevano iniziato un lento sulle note di “Fix you”, ma semplicemente gli era sembrata la cosa più giusta da fare in quel preciso istante, altrimenti se ne sarebbe certamente pentito a vita. Se Paige non avesse richiamato la sua amica dal corridoio, probabilmente lui e Maggie si sarebbero baciati. In realtà, non aveva idea di come sarebbe finita davvero ma era stato così vicino a lei che allontanarsi sarebbe stato praticamente immorale e così si era limitato a fissare insistentemente quelle labbra, chiedendosi cosa dovesse fare. Jeremy, solitamente, non era un tipo molto riflessivo: non sprecava il suo tempo a chiedersi quale fosse la cosa più giusta da fare.
Ogni volta che voleva agire, lo faceva e basta, senza troppi preamboli, e prendendosi ciò che bramava. Tuttavia, con Maggie, le cose si erano completamente ribaltate, in un modo che non avrebbe mai creduto possibile.
Possibile che quella ragazza avesse un tale effetto su di lui?
Tutti quei pensieri ammassati cominciarono a dargli fastidio, e così Jeremy chiese al professore il permesso di uscire.
Sentiva il bisogno di incamerare quanta più aria possibile, mentre alcuni stralci di un suo possibile futuro cominciavano a rincorrersi: vide sé stesso che camminava per Harvard, con i libri di medicina fra le mani, vide sé stesso in versione adulta con indosso un camice bianco e un’espressione tutt’altro che felice…sarebbe stato uno dei tanti adulti frustrati che vedeva ogni santo giorno. Avrebbe fatto di tutto pur di bloccarsi e restare un ragazzo, per sempre.
Sentì un lieve capogiro, maledicendosi per aver ben pensato di allenarsi il giorno prima sotto la pioggia. Poggiò una mano al muro, ringraziando il cielo che i corridoi fossero vuoti e fece dei respiri profondi, chiudendo gli occhi ma la cosa non sembrava aiutarlo di molto.
“T-ti senti bene?”, la voce di Maggie Banning lo colpì come uno strattone.
“Sì”, rispose lui, senza alzare lo sguardo dal pavimento, pur di non guardarla negli occhi.
Sentì la ragazza sospirare e tirarlo per un braccio con poca grazia.
Jeremy cercò di districare la presa ma non ci riuscì, si sentiva come un burattino nelle mani di Maggie che lo stava trascinando chissà dove e quando vide una porta bianca, capì. Maggie Banning lo aveva portato dritto in infermeria…da dove aveva preso tutta quella voglia di premurarsi per lui e per il suo stato di salute?
“Ti ho chiesto aiuto, per caso?”, domandò lui, stizzito, guardandosi intorno.
“Ti ho chiesto se mi importa della tua opinione?”, ribattè Maggie, notando l’assenza dell’infermiera Walker. “Sei bianco come un cadavere”.
“Sarà carenza di zuccheri”, esclamò lui con insistenza, beccandosi uno sguardo truce.
“Sì, come no”, lo interruppe Maggie, alzando gli occhi al cielo. “Sei pallido, facevi fatica a respirare e il tuo battito era così forte che ho pensato che il cuore ti sarebbe uscito dal petto. Potresti anche mettere da parte quello stupido orgoglio da ragazzino e farti aiutare, una volta tanto”.
Le parole di Maggie per lui erano solo un borbottio indistinto che aveva smesso di udire nel momento in cui gli occhi stanchi si erano posati sulle sue labbra che si muovevano velocemente.
Jeremy non riusciva a smettere di fissarle, riportando la sua mente a quella festa e riesumando il fastidio che aveva provato nel momento in cui Paige aveva richiamato Maggie. Doveva davvero stare male sul serio per avere quei pensieri del tutto privi di senso, ma ormai la sua mente si era svuotata completamente, per fare spazio solo a Maggie.
Odiava quelle labbra che si muovevano a sproposito solo per sputare veleno su di lui o sparare sentenze di cui non aveva alcuna idea. Voleva solo che smettessero di parlare. Avrebbe potuto dirle di fare silenzio, o che non voleva ascoltarla, invece Jeremy semplicemente poggiò le labbra sulle sue e riuscì nel suo intento.
Maggie sgranò gli occhi, senza rinnegare quel lieve sfioramento di labbra.
Era solo un timido bacio sulle labbra, e il pensiero di approfondirlo si fece immediatamente largo nella mente di Jeremy che, dopo aver notato che Maggie non lo aveva ancora respinto, decise di tentare la sorte, ed esercitò una maggiore pressione sulle labbra morbide di lei.
Jeremy non sapeva perché la stesse baciando: semplicemente odiava quelle labbra così morbide e invitanti da farlo andare fuori di testa, e doveva far sì che smettessero di muoversi. Si sentiva andare praticamente a fuoco, il suo corpo urlava, felice di essere così vicino a quello di Maggie.
La ragazza rispose al suo bacio, seppur titubante, considerando il soggetto, ma non sembrava importare a nessuno dei due. Quanto poteva essere stupida a cadere nel solito cliché secondo il quale la ragazza finiva per lasciarsi baciare dal ragazzo che aveva odiato da sempre?
Doveva essere caduta decisamente in basso, ma il bacio di Jeremy era così dolce e delicato che Maggie non poté fare a meno di chiedersi se fosse davvero lui. Spesso lo aveva visto insieme alla sua ex Shana e i loro baci non avevano nulla di dolce: si baciavano in maniera irruenta, e Maggie rimproverò sé stessa, perché non poteva pensare a questo, mentre Jeremy la baciava.
La pelle di Jeremy era bollente, ed era abbastanza certa che il suo stato di salute fosse abbastanza precario, eppure poggiò ugualmente le mani attorno al suo viso, per portarlo più vicino. Non fece nemmeno in tempo a scacciare di poco i suoi pensieri, che il ragazzo si allontanò di scatto, fissandola come spaesato, e poi la signorina Walker entrò in infermeria.
“Ehi, ragazzi”, esclamò la donna con un sorriso gentile e un caffè tra le mani, posando poi lo sguardo su Maggie. “Tesoro, stai bene?”.
“Io sì”, rispose Maggie immediatamente, seppur a fatica. “Lui non tanto”.
Jeremy aveva perso la facoltà di parlare e osservò Maggie che si allontanò leggermente per fare spazio all’infermiera: aveva le guance leggermente arrossate e le labbra dischiuse, che lui avrebbe baciato ancora e ancora fino a renderle più rosse di quanto non fossero già.
“Credo che tu abbia la febbre, Barrie”, sentenziò la donna, dopo aver posato una mano sulla sua fronte bollente. “Resta qui, così la misuro".
Jeremy sospirò e alzò lo sguardo, giusto in tempo per vedere Maggie dargli la schiena e uscire dall’infermeria, senza dire una parola.
Il ragazzo deglutì, portandosi una mano alle labbra e riportandola immediatamente sul lettino, come se si fosse appena scottato.
Odiava Maggie e odiava quelle labbra, che ci avevano messo poco tempo per renderlo schiavo, costringendolo a rivolgere il pensiero solo ed esclusivamente a loro. Eppure, avrebbe fatto di tutto per avere ancora quelle labbra sulle sue.
 
 
Angolo dell’autrice
 
 
Sono tornata alla vita. Sono un mostro, lo so, e non riuscirò mai a farmi perdonare abbastanza per il modo vergognosamente lento in cui sto portando avanti questa storia/raccolta, ma spero sarete felici di sapere che dovrebbero mancare giusto un paio di capitoli alla fine :)
Questa flash è il frutto della noia domenicale e ovviamente, poco mi convince.
Comunque, come ho scritto all’inizio, in questa flash c’è un richiamo ai prompt della raccolta Darling Pan, in cui Maggie e Jeremy sono apparsi per la prima, così si spiega il leggero avvicinamento che c’è stato fra i due. Vi ho lasciato il link così si capisce meglio il modo in cui hanno iniziato a trattarsi in maniera un po’ più civile, visto che i capitoli di questa storia non sono sempre collegati dal punto di vista temporale: entrambi sono combattuti su quello che provano e spero di non aver descritto il solito cliché visto e rivisto. Spero tanto che questa flash vi sia piaciuta e chiedo ancora perdono per il ritardo, cercherò di pubblicare la prossima flash in un tempo almeno accettabile e non a distanza di secoli. Merito i pomodori sia per il ritardo che per il poco senso di questa flash, quindi siete completamente autorizzati, chiedo venia!
Alla prossima e grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa storia, un abbraccio :)
   
 
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