Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |      
Autore: Pawa    06/04/2014    4 recensioni
Kaito Kid e Shinichi in una nuova sfida, ma la rapina prenderà una svolta ironica e inaspettata e, a rimettercene maggiormente, sarà il ladro, che rischierà di essere catturato dai poliziotti.
Conan, anche se basito dal come e dal perché Kid si sia fatto scoprire, divertito e... disgustato, lancerà una moneta per decidere se aiutare il rivale a fuggire oppure no.
In ogni caso, vedrete un Kid più schizzinoso e incazzato che mai, un Goro anche troppo pervertito, un'Eri nel pieno delle forze per tirare pugni e sberloni e tanti personaggi solitamente importanti, inutili.
Spero faccia ridere!
Bava. Ciò che colava sul pavimento dei corridoi della Residenza Suzuki da tre giorni a quella parte, non era altro che la bava dei poliziotti e domestici perversi...
Sarebbe un solo capitolo, ma l'ho diviso a metà. Se così non dovesse fungere, ripubblicherò la storia come Oneshot.
Recensite *^* Pel favole
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eri Kisaki, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Kogoro Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
INCIDENTI DEL MESTIERE
 
CAPITOLO 1 :3
 
Bava. Ciò che colava sul pavimento dei corridoi della Residenza Suzuki da tre giorni a quella parte (tempo coincidente con l’annuncio di un nuovo furto di Ladro Kid) non era altro che la bava dei poliziotti e domestici perversi che, al posto di organizzarsi per evitare un furto da milioni di yen –i primi- ed eseguire le faccende e gli ordini del loro padrone –i secondi- stavano imbambolati a fissare la nuova ideatrice e direttrice del sistema antifurto del signor Suzuki, la giovane ingegnera Aya Tanaka, ereditiera delle industrie elettroniche Tanaka.
A differenza dei soliti “Figli di papà” il suo successo era meritato e a lungo faticato; non vi era stato ladro che fosse riuscito ad oltrepassare o a sfuggire al suo sistema di sicurezza!
Per ogni casa ne progettava uno differente, ma allo stesso modo geniale ed efficace.
 
Solo qualche settimana addietro era iniziato il progetto per l’Anti-Furto-Kid.
 
“Ve lo assicuro, sarà un successo!! I miei allarmi e sistemi di sicurezza non hanno Mai fallito! Stiamo parlando di quel bel ragazzino che ama fare trucchi di prestigio, certo, ma a differenza delle mie esperienze precedenti, questa volta so già il nome del ladro, come agisce e le sue abitudini! Vedrete, sarà emozionante…!”
Con un piccolo saltello di gioia sui tacchi bassi, le mani congiunte innanzi al petto prosperoso fasciato da una camicetta bianca di pizzo, leggermente trasparente che lasciava il via libera ai pensieri più birichini e permetteva di intravedere il reggiseno nero ed infine il bel viso elegante e affilato impegnato in un sorriso vittorioso, Aya Tanaka stava elogiando la propria genialità. Pregustava la cattura di quel ladruncolo, quale Kaito Kid, che aveva annunciato tramite un biglietto -inviato ad una stazione televisiva- il prossimo colpo dal valore di centomilamilioni di yen; “La Lady della Notte”.
Si trattava di un gioiello dal nome inglese-italiano appartenente, decenni orsono, ad una famiglia di origini britanniche e veneziane.
Leggende popolari del nord Italia e delle periferie di Londra (paesi nativi dei capostipiti della famiglia anglo italiana ) narravano della luce splendente emessa dalla gemma nelle notti senza nubi. Questo fascio luminoso era una sorta di elisir di bellezza che se riflesso sul viso di una giovane, le infondeva dolcezza, la donava di una pelle liscia e di capelli splendenti.
Ravvivava la luce negli occhi e intonava la voce.
 
Il pensiero comune, tanto per riderci su, era che Kid si fosse interessato al gioiello perché stanco della propria fidanzata, magari isterica o stressata.
L’altra ipotesi era che volesse far colpo su una fanciulla, ma facendo un paio di ragionamenti, anche un anonimo bambino tontolone delle elementari (…Genta…) avrebbe scartato l’opzione, consapevole del fatto che metà delle donne del mondo, novelle spose e bambine, anziane e zitelle comprese, erano cotte se non fritte del giovane ladro.
 
“Signorina Tanaka… comprendo il suo entusiasmo e non dubito del suo intelletto, ma anche se conosciamo l’identità del ladro –a grandi linee- bisogna tener presente che si tratta di Kaito Kid! Nemmeno i trabocchetti e le trappole nascoste di Samizu Kichiemon, il grandioso burattinaio, sono riusciti a fermarlo!” ci tenne a precisare Nakamori Ginzo, nel solito completo elegante, ma comodo, di un’insolita tonalità di verde muschio.
Al che, la bella signorina, si scompose ondeggiando in modo non ignorabile fino ad arrivare ad un respiro e poco più dal viso sbarbato di Nakamori che subito divenne rosso come le labbra della ragazza.
“Keibu… a me pare proprio stia dubitando delle mie capacità. Vuole forse vedermi triste questa sera?” domandò seducente fissando il pover’uomo negli occhi attraverso le lenti fini degli occhiali da vista squadrati, forse finti.
“Ehm… ecco…” Nakamori esitante sulla risposta si chiese come mai una donna così accattivante, brillante e sbarazzina fosse ancora single.
Il filo dei pensieri dell’ispettore venne interrotto da un gridolino felice della donna: “Ah, solo al pensiero di poter catturare e far mio quel ragazzo così misterioso…!” portò le mani sulle guancie leggermente arrossite e chiuse gli occhi girandosi verso il muro intenta a sognare.
“Ho sempre amato i fuorilegge e lui mi attrae particolarmente… gli riserverò un trattamento speciale che sono certa si porterà per sempre nel cuore! Se solo lo incontrassi… sono certa che potrei svenire dalla felicità!!” dopo aver fatto sbiancare tutti, con la caduta per terra di qualche cameriera, un agente, zitto zitto, sgattaiolò via silenzioso per poi disfarsi della divisa da ufficiale mentre la “signorina” Tanaka ancora fantasticava a gran voce sogni e favole su Kid.
“Solo al sentir pronunciare il suo nome, mi eccito e gioisco. Non ho mai avuto un uomo e odio fare la casalinga, ma per lui farei…!”
 
Riflettendoci, non era difficile immaginare perché fosse zitella.
Di cosa la donna stesse farfugliando, Nakamori non era sicuro, ma del fatto che mai avrebbe invidiato il poveruomo (o il pover ladro) che sarebbe divenuto suo marito, ne era certo.
 
L’eterno monologo della ragazza, si era svolto sotto lo sguardo perplesso di Ran che tappava le orecchie al povero Conan –per evitargli traumi infantili-, anch’egli sotto shock e quello furibondo di Sonoko che riteneva inammissibile un tale atteggiamento nei confronti del Suo Kid.
 
Intanto, il buon vecchio Kogoro stava letteralmente e fisicamente fluttuando con un rivolo di saliva alla bocca e gli occhi fissi in determinati punti verso la figura appariscente di Aya.
 
Il giorno prima, in onore di una vittoria a Karate di Ran, la famiglia Mouri più quello scroccone… pardon, il tenero Conan si era riunita per una piccola festicciola, ma come sempre il detective e l’avvocatessa avevano finito per litigare furiosamente a causa delle solite attenzioni da parte di Goro nei confronti di giovani ragazze.
Così, per risollevarsi il morale stava per saltare addosso all’ingegnera quando un cazzotto dritto dritto sul naso lo scaraventò contro una parete di marmo striato.
 
“Cosa credi di fare brutto pervertito!!” alzando lo sguardo il detective incrociò la faccia contratta della moglie che lo fissava severa, pronta a sferrare un altro pugno.
“Tu… che ci fai qui?!” domandò strillando Goro, alzandosi.
Ran e gli altri li raggiunsero.
“Sono qui in veste di avvocato per la causa riguardante il mio cliente, il signor Masamune Honda, proprietario de “La Lady della notte”, oggetto del prossimo furto di Ladro Kid. Stavo proprio discutendo con lui e il signor Suzuki delle eventuali perdite che il furto di un simile gioiello comporterebbe quando mi sono imbattuta in questa squallida scenetta! Dovresti vergognarti!” ormai bordeaux dalla rabbia, la capigliatura stessa di Eri si stava scomponendo a causa dell’aura sinistra emanata dalla donna.
 
Con “l’imminente” intervento di Ran, che nel frattempo aveva fatto la sua parte girando i pollici, osservando i due che si urlavano contro, le acque furono –momentaneamente- placate.
 
“Zio, pensavo che anche questa pietra fosse di tua proprietà. Come mai te ne occupi tu e ti preoccupi di tutte le spese, se essa appartiene in realtà al signor Honda?” domandò Sonoko che sembrava tonta, ma era quella con le idee più chiare in quella casa; tra chi era stato sedotto, chi si faceva film perversi su minorenni, chi prendeva a scazzottate il proprio coniuge, chi veniva preso a cazzotti e chi aveva ancora le orecchie tappate.
“Vedi Sonoko, la verità è che lo faccio volentieri: io e Masamune siamo ex compagni di liceo, ne abbiamo passate tante insieme! Mi ha spesso aiutato, ed è giusto che ricambi il favore. Inoltre, la trovo come un’ulteriore possibilità di acciuffare quel mascalzone e concludere finalmente la mia autobiografia!” e scoppiò in una sua classica risata orgogliosa.
 
*********************************************************************************************
 
La sera, non portò il buon umore tra i coniugi Mouri e Goro continuò per tutta la cena a tentare di far colpo sulla giovine ingegnera che lo ascoltava sorridente, irritando maggiormente l’avvocatessa.
Quest’ultima, presi tra le mani degli innocenti grissini, li sbriciolò senza pietà, privandoli della loro anima grissinosa e salata.
 
Ogni scusa per il detective era buona per stiracchiarsi e tentare ti palpare la ragazza che, disgustosamente, non veniva turbata affatto dalle molestie dell’uomo. Un paio di volte le aveva “accidentalmente” toccato il sedere e lei, alle scuse banali di Goro, sorrideva per nulla irritata.
 
“Piccola sgualdrina… come può essere indifferente a certi tipi di attenzioni nei suoi confronti da parte di un vecchio, stupido e pervertito come tuo padre?!” ringhiò Eri a denti stretti alla figlia, continuando a fissare dalla parte opposta della tavolata bandita di leccornie la “coppia”.
“Hai ragione mamma, ma adesso cerca di calmarti. Goditi la cena e non fare quel muso… me lo dici sempre tu: buon viso a cattivo gioco! Non devi dargliela vinta, non fargli vedere che ti ferisce. Poi penserò io a fare un discorsetto a papà!”

A parte questi piccoli particolari, tutto procedette tranquillamente tra i racconti della gioventù del signor Suzuki e del signor Honda, le avventure da poliziotto di Nakamori e Kogoro e l’alzarsi di qualche persona dalla tavola.
 
Finita la cena si radunarono tutti nuovamente nell’area dov’era custodita la gemma.
 
Il mini Kudo, intanto, si stava indagando su chi potesse essere Kid, sicuro che egli fosse già in mezzo ai presenti.
Riepilogando gli eventi velocemente, constatò che tre persone si erano allontanate dalla lussureggiante sala da pranzo e, per il momento, non aveva ancora constatato in stile “Nakamori” se avessero una maschero o no sulla faccia:

Aya Tanaka, si era allontanata velocemente per andare al bagno delle signore.

Masamune Honda che aveva detto di voler constatare un particolare nelle funzionalità del telecomando di emergenza del sistema Anti-Furto-Kid.

Per finire, Eri Kisaki, che con la scusa di voler rintracciare il signor Honda (assente da un po’) si era dileguata per i corridoi della residenza Suzuki.
 
Il furto era previsto per le 22:00 ed ora erano soltanto (o di già?) le 21:15.
 
“Mancano ancora tre quarti d’ora prima del furto e non ho idea di chi possa aver preso l’aspetto, il ladro…”
Conan mormorava questa cantilena da minuti ormai e dopo un po’, Ran lo udì.
“Come dici? Secondo te, Kid si nasconde tra di noi?”
Non che avesse paura di Kid, in fondo, si sapeva, era un ladro gentiluomo dal cuore di pastafrolla, non avrebbe mai fatto male a qualcuno.

Eppure, il tono le uscì tremante.

Poiché prima della cena erano state controllate le facce di tutti i presenti e dopo di essa solo determinate persone si erano dileguate dalla vista degli altri, con un minimo di ragionamento si poteva intuire che il tono preoccupato era dato dal fatto che tra la gente che si era allontanata dal tavolo, c’era sua madre.
“Temo di sì. Per fortuna i sospettati sono solo tre: Aya, il signor Honda e… tua madre.” Conan portò una mano tra la frangetta spettinata, coprendo un occhio.
Purtroppo non capisco da chi si possa essere travestito quel mago. Sembrano tutti così naturali!” concluse osservando gli indiziati che neanche a farlo apposta, erano tutti vicini a discutere.

L’ingegnera, sempre allegra, vanitosa e con quella voce squillante che non si spegneva un attimo.
L’unica cosa che differenziava la sua figura dal periodo precedente alla seduta al tavolo a quel momento esatto, era la giacca di un lilla pallidissimo e dagli evidenti segni di stiratura, (abbinata alla gonna corta di raso) che aveva indossato e allacciato parzialmente.
Come biasimarla però?
 La temperatura era calata percettibilmente e, anche se l’unica con qualcosa di nuovo addosso, Conan non poteva certo incolparla di essere un ladro solo perché soffriva il freddo.

Masamune Honda, con la solita espressione timida e la voce bassa e vacillante. Forse un carattere strano, ma era proprio il suo.
Al contrario dell’ingegnera, il signor Honda aveva tolto la giacca ripiegandola e reggendola sul braccio a mo’ di maggiordomo.
Ma non abbiamo appena detto che faceva freddo?
Forse, quell’uomo, era Kid.

Infine Eri Kisaki. Perfetta, disinvolta, sicura di sé e felice.
Un momento… felice?
Ma Eri stava parlando con quella che neanche venti minuti prima aveva chiamato sgualdrina!
Poteva essere Kid? Se così fosse stato, come avrebbe fatto a dirlo a Ran?
Ripensando alla cena però… ma certo! Forse c’era la possibilità che Eri stesse fingendo di essere felice.
“Buon viso a cattivo gioco”, no?

Conan sospirò sollevato. Ran era rimasta molto delusa dalla litigata dei suoi genitori avvenuta il giorno precedente e venire a sapere che sua madre era Kid non l’avrebbe certo rallegrata. Non che ci fosse pericolo fisico per l’avvocatessa, ma era una questione psichica.

Per farla breve e meno complicata:
☺Prendete vostra madre e mettetela da parte.
☺Prendete un ladro gentiluomo e nascondetelo da qualche parte.
☺Siate depressi e pensate che l’unico conforto sia la vostra mammona.

Adesso venite a sapere che la mamma che vi è a fianco non è altri che un ladro e il vostro vero genitore è narcotizzato, magari anche spogliato degli abiti, in qualche bagno o sgabuzzino. Forse anche legato e imbavagliato.
Perfetto.
Aspettate, un po’ più tristi… tenete conto che il vostro cellulare è nella borsa di vostra madre…
Eccellente.
La situazione è questa.
 
 
Minna, eccomi qua! :’)
1. Niente sberloni volanti sulla mia faccia perché sto scrivendo una storia a due capitoli (che forse potrò far diventare una raccolta –dipende da quanto piace-) con in corso altre due fiction su Detective Conan (nelle quali è sempre presente Kiddo :3 più Shin) e un’infinità su Dragon Ball.
2. Mi è venuta in mente guardando un’immagine di Kiddo-kun vestito da cameriera (e se EFP lo vuole, ve la posterò infondo alla storia)
3.  Voglio leggere il vostro parere!! Ricordate che compiere gesti gentili come recensire le storie della Pawa allungano la vita di un secondo xD (scientificamente sperimentato, non l’ho inventato al momento) Quindi ditemi cosa ve ne pare :D Se piace farò una raccolta ;)


Facciamo 4-5 recensioni? Se non volete più mie storie, sappiate che più recensioni mi lasciate, più io potrei morire di felicità.
 
P.S Se vi va, leggete anche le mie altre comiche e/o romantiche su DC ^^
 
Baci
Pawa

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Pawa