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Autore: _joy    07/04/2014    11 recensioni
"... Tu sei giusta per me. E io ti voglio per me. In modo egoista, folle e assolutamente deciso. Non voglio nessun’altra. Non sceglierò mai nessun’altra. Voglio te e solo te. Voglio che tu mi sposi, che passi la tua vita con me. Voglio che invecchiamo insieme. Voglio che tu sia la madre dei miei figli. Voglio tanti figli e voglio crescerli con te. Voglio passare le mie giornate con te al mio fianco, voglio ascoltare i tuoi consigli e voglio studiare con te qualsiasi cosa ti appassioni. E voglio che tu sia accanto a me ogni notte della mia vita, da oggi… alla mia ultima notte"
Cosa accadrebbe se Hermione Granger venisse catapultata a Narnia e incontrasse il principe Caspian? E se quel mondo magico fosse minacciato da un'antica nemica? E se quell'antica nemica fosse legata misteriosamente a Gellert Grindewald? Chi potrebbe salvare Narnia, allora?
[Caspian/Hermione]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Jadis
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache della Grande Magia'
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Aslan e Silente si fissarono in silenzio.
 
Poi, il Leone annuì una volta.
«Faremo così» disse «Poiché l’omicidio è un crimine che non viene tollerato nella Nuova Era di Narnia, Jadis non sarà uccisa. Ma non possiamo rimandarla sulla Terra, perché lì compirebbe altri crimini, nel suo delirio di potere. Creature così vanno tenute lontane dalla magia, perché la usano per fare del male»
«Quindi, Aslan?» domandò Lucy sommessamente.
«Quindi dormirà un sonno incantato dal quale non potrà svegliarsi da sola, chiusa in una prigione di cristallo»
«Per salvare Narnia e la Terra» mormorò Silente.
 
Allora, contemporaneamente, Aslan ruggì e Silente agitò la bacchetta.
Una bassa nebbia perlacea avvolse il corpo della Strega Bianca e, quando si dissolse, lasciò intravedere solo un cristallo spesso e irregolare, attorno al quale crescevano veloci e folti degli arbusti verdi.
«A voi il compito di custodire la strega» mormorò Aslan.
In risposta, gli arbusti crebbero ancora più velocemente.
Quando ebbero avvolto la bara, giacquero immoti.
Il cristallo, semicoperto, non era particolarmente visibile nell’intrico degli alberi.
«E dunque… è finita?» chiese Lucy, sommessamente.
«Sì, è finita mia cara» confermò Aslan.
Quindi, i suoi occhi si appuntarono su Caspian e Hermione.
«Possiamo tornare a Cair Paravel… così potremo parlare un po’, noi tre»
Sia Hermione che Caspian impallidirono, malgrado il tono gentile del Leone.
Lei si guardò attorno, smarrita, e incrociò lo sguardo di Tartufello, il quale esclamò:
«Vedi perché ti dicevo che le streghe sono cattive? Ci credi ora?!»
 
*
 
Il ritorno a Cair Paravel sarebbe dovuto essere un momento di gioia.
 
Il castello, libero dal giogo della Strega Bianca, tornava alla vita.
Il ritorno del Re, accompagnato da Aslan, era il suggello di quella rinascita.
Grida festanti accolsero la piccola processione che faceva ritorno.
Le guardie, già schierate all’ingresso, si inchinarono deferenti al Re e al grande Leone.
Solo Hermione e Caspian erano silenziosi e non lasciavano mai la mano l’uno dell’altra, come se fossero spaventati che, separandosi, avrebbero rischiato di non ritrovarsi.
«Pensi che…ci puniranno?» mormorò Hermione ad un certo punto.
Caspian osservò Aslan chiacchierare amabilmente con Albus Silente e scosse il capo.
«Credo… credo di no»
«Cosa succederà?»
«Non lo so…» strinse le labbra e poi proseguì «Ma qualunque cosa succeda, non cambia niente di quello che provo per te»
«Per me è lo stesso» bisbigliò lei.
 
Attraversato il cortile, al momento di salire la scalinata di ingresso al castello, Lilliandil e Cornelius si fecero incontro al gruppetto.
Entrambi si inchinarono ad Aslan, deferenti, e sbirciarono perplessi Silente.
Quando Lucy salutò dalla cornice, l’anziano precettore versò qualche lacrima, mentre la stella si irrigidì visibilmente.
Hermione notò che evitava sempre lo sguardo diretto del Leone.
Ma fu proprio Aslan a parlare.
«Cari amici, è bello vedervi. Abbiamo tante cose di cui parlare, ma prima direi che il Re e Hermione hanno bisogno di cibo e riposo. Se siete d’accordo, direi che potremo riunirci domani»
Il tono gentile non ammetteva repliche, ma Aslan sorrise di fronte all’espressione semi-terrorizzata di Hermione.
«Mia cara, non devi più avere paura. Nessuno farà del male a Caspian. Vai a riposare»
Cosa poteva dire, Hermione?
Che aveva paura di lasciarlo, perché temeva di non rivederlo più?
Ma fissò gli occhi in quelli di Aslan e vi lesse rispetto e fiducia.
Annuì, piano.
Allentò la presa spasmodica sulla mano del re e, un attimo prima di scioglierla, lui si chinò a baciarle la fronte mormorando:
«Aslan ha ragione: vai a riposare, piccola»
Lucy e Cornelius sorrisero, raggianti, mentre Lilliandil sbuffava, scontenta di quella pubblica manifestazione di affetto.
 
*
 
Il tepore del bagno le aveva sciolto i muscoli doloranti e le aveva fatto sentire davvero la stanchezza, ma, a letto, Hermione non riusciva a dormire.
Si voltò più volte, inquieta, ma alla fine cedette e si alzò, avvicinandosi al camino acceso.
Cora le aveva lasciato la cena su un tavolo, per cui sbocconcellò qualcosa dal vassoio, pigramente, ed allungò le mani verso il tepore delle fiamme.
Quante cose erano successe in un giorno solo!
I suoi pensieri si rincorrevano, disordinati, ma Hermione non cercò di districarli: sedette, passiva, fissando ipnotizzata le lingue di fuoco che si rincorrevano nel camino.
Il calore sulla pelle le riportò alla mente le carezze di Caspian e presto desiderò averlo vicino, essere tra le sue braccia come era accaduto la notte prima…
 
Un discreto bussare la strappò dal suo sogno ad occhi aperti.
Si schiarì la voce:
«Avanti!»
La porta si aprì e comparve Caspian.
Hermione sussultò e gli volò tra le braccia.
Si strinsero a lungo, in silenzio, quindi lui la riportò accanto al camino e la prese tra le braccia, accomodandosi su una poltrona.
Lei si rannicchiò sul suo petto e disse:
«Stavo proprio pensando che ti volevo qui con me…»
Lui le accarezzò i capelli.
«Stai bene, piccola?»
Lei annuì in risposta.
«Tu?»
«Sì. Aslan mi ha guarito, lo sai»
Hermione posò la fronte contro il collo di lui e per un po’ restarono in silenzio.
Poi, all’improvviso, lei disse:
«Ho paura»
Il re la strinse più forte.
«Perchè?»
«Perché temo che Aslan e Silente ci dicano che non possiamo stare insieme… che devo tornare a casa»
Lui serrò le labbra, pensieroso.
«Anche io l’ho pensato… Però, Hermione, siamo due adulti ed entrambi sappiamo cosa vogliamo»
«Sì, ma…»
«Ma?»
«Se quello che vogliamo fosse male?»
«Come potrebbe, amore mio?»
«Non dico per noi due, ma… per tutti gli altri» Hermione sollevò il capo e lo guardò implorante «Nell’incubo di Jadis ho visto Narnia in rivolta… per colpa mia. La strega ha detto che non mi accetteranno mai, perché io non posso essere regina e tu… tu pagherai per colpa mia e io non posso permetterlo…»
La voce le era salita di tono e Caspian si affrettò a stringerla per tranquillizzarla.
«No, no, non dire così. Non pensarlo nemmeno! Hermione, calmati! Non potrà mai succedere!»
«Come fai a saperlo?» singhiozzò lei «Come?»
«Perché so come agiva Jadis e conosco gli incubi che creava. Fanno leva sulle nostre paure più profonde e radicate… E lei ha usato il nostro amore contro di noi, perché sapeva che entrambi temiamo per l’altro sopra ogni cosa!»
«Ma è vero, Caspian! Lei aveva ragione! Se per averti devo metterti in pericolo, allora…»
«Ma Hermione, non era un pericolo reale! Era un incubo! Chi distruggeva Narnia?»
«Le… le altre terre…»
«Quali? Calormen? Ma Calormen non è una minaccia per Narnia da tantissimi anni! Piccola, ascolta: abbiamo un esercito e un regno in pace, abbiamo Aslan!»
«Ma se Aslan preferisse Lilliandil a me?»
Il re sbuffò.
«Io preferisco te e questo è quanto! Conosco Aslan, Hermione: non mi imporrebbe mai una donna che non è la mia scelta! Non sarebbe giusto, né per me né per lei!»
«Eppure… Ti ho visto nella radura, quando è arrivato Aslan! Anche tu avevi paura!»
Caspian sospirò forte e poi affondò il viso tra i capelli di lei, mormorando:
«Ero appena rimasto vittima di un incubo di Jadis! Ti avevo vista senza vita, tra le mie braccia… Una punizione per la mia arroganza nel volerti, nel passare sopra le regole di due mondi! La Strega Bianca mi ha sussurrato che non avrei avuto figli, che la mia stirpe sarebbe morta…»
Hermione singhiozzò.
«Non posso credere che Aslan sarebbe così crudele da separarci! Non… non di nuovo» mormorò il re.
 
Hermione strinse al petto la testa mora di lui, cullandola.
Caspian ci era già passato, con Susan.
Il loro legame non era stato così intenso, eppure lui era stato comunque abbandonato.
Non poteva accadergli di nuovo.
Non era giusto.
Malgrado le sue paure, si scoprì a mormorare rassicurazioni:
«No, hai ragione, Aslan non lo farà… è buono e gentile e ti vuole bene, io lo so. Vedrai che andrà tutto bene, amore mio…»
Quando Caspian alzò il capo per fissarla, Hermione si stupì della luce di determinazione che gli vide in viso.
«Hermione io non dimentico le promesse che ci siamo scambiati» disse, categorico.
«Nemmeno io» confermò lei.
«Non… non avrei dovuto approfittare di te, perdonami…»
Nella precarietà del momento, Hermione aveva una sola certezza: finché fosse dipeso da lei, Caspian non avrebbe avuto in viso quell’espressione tormentata, mai più.
Gli posò un dito sulle labbra, dolcemente, e gli sorrise.
«Io non sconfesso neppure un secondo di quelli passati con te»
Gli occhi neri di lui bruciarono nei suoi.
«Neppure io»
«Ti amo, Caspian»
«Ti amo, Hermione»
Le loro labbra si incontrarono dolcemente.
«Resta con me, stanotte» mormorò poi lei «Non voglio stare lontana da te»
Il re annuì e si alzò, sollevandola tra le braccia.
«Neppure io. Noi staremo insieme, Hermione, te lo prometto»
La adagiò tra le coperte e si sdraiò accanto a lei.
Tra le sue braccia muscolose, Hermione scivolò finalmente nel sonno, esausta.
 
 
La mattina dopo si svegliarono abbracciati.
Cora entrò nella stanza ed arrossì trovandosi di fronte al re, steso tra le lenzuola a torso nudo e con Hermione in braccio.
«Ah… eh… ehm…io…Maestà, scusate…»
«Va tutto bene, Cora» le sorrise Hermione.
Ma la donna non riusciva proprio a guardarli in faccia.
«Possiamo avere la colazione, per favore?» chiese allora il sovrano.
Quella annuì e corse fuori dalla stanza.
Hermione e il re.
Era fantastico!
Incredibile… ma fantastico!
 
La coppia consumò la colazione a letto e poi divise il bagno.
Caspian aiutò Hermione ad indossare un pesante abito di velluto, poi si ritirò velocemente nelle sue stanze per prepararsi: li attendeva Aslan e il meno che potevano fare era presentarsi al cospetto del grande Leone vestiti adeguatamente.
Indossò quindi una ricca casacca di un rosso rubino, trapuntata d’oro, su una calzamaglia scura; quindi calzò gli stivali e tornò da Hermione.
Insieme scesero nella sala del trono, ma la trovarono deserta.
Hermione respirò di sollievo.
Caspian sorrise e le propose una passeggiata in giardino.
«Ma…possiamo?»
«Non mi risulta che siamo prigionieri»
«Ah…giusto! Ok, allora»
 
Passeggiarono in silenzio per i sentieri e, tacitamente d’accordo, si diressero verso l’angolo di giardino che era stato il preferito dalla madre del sovrano.
Lì, Caspian sedette poggiando la schiena contro il tronco di un albero e prese Hermione in grembo.
Lei si sistemò la gonna («Accidenti alle balze!») e poi gli posò il capo sulla spalla.
La mano del re salì subito a giocare con i suoi capelli, mentre lei seguiva con il dito i ricami della camicia di lui.
«Qualunque cosa accadrà… non cambierei una virgola» bisbigliò lei, dopo un po’.
«Nemmeno io. Mai»
Le loro labbra si incontrarono dolcemente, poi Hermione sentì un soave profumo di fiori.
Si voltò e vide Aslan avanzare verso di loro.
Entrambi si alzarono.
«Miei cari, non abbiate quell’aria terrorizzata. Io sono fiero di voi»
L’elogio portò un pallido sorriso sulle labbra di entrambi.
«Venite. Parliamo un po’»
 
Il Leone li condusse a palazzo, nella sala del trono.
Stavolta, vi trovarono ad attenderli Silente, Cornelius, Lucy, Tartufello e Lilliandil.
Hermione intercettò lo sguardo del Preside e le sembrò che fosse insieme dolce e triste.
Represse un brivido.
 
Tutti i presenti si inchinarono ad Aslan.
Il Leone sorrise.
«Miei cari, ormai sapete cosa è accaduto a Jadis. Il dottor Cornelius mi informa che i feriti qui a corte sono assistiti e i danni sono in via di riparazione»
L’anziano uomo annuì.
«Mi sono permesso di disporre aiuti per la famiglia della guardia che è stata uccisa e…»
«Uccisa?» ansimò Hermione «Quale guardia?»
Caspian le passò un braccio attorno alla vita.
«Una delle guardie che erano in cortile, quando abbiamo attaccato Jadis e siamo scappati»
Lei serrò gli occhi.
«Oh no… mi dispiace! Mi dispiace così tanto…»
«Non è stata colpa vostra» asserì Aslan «Anzi, sono sorpreso di come abbiate gestito bene la situazione. Non era affatto facile, dato il carattere di Jadis»
«Hai ragione, sommo Aslan» intervenne Caspian «E il merito spetta tutto a Hermione»
Silente sorrise radioso alla sua studentessa, che arrossì.
«Grazie per come hai protetto Narnia, Hermione» le disse il Leone.
Lei balbettò una risposta confusa:
«Non…non ho fatto nulla…»
«Le hai tenuto testa e hai saputo smorzare la sua rabbia» la contraddisse il sovrano.
«No, io… Lei si scagliava sempre contro di te e…»
«Malgrado la situazione di pericolo estremo, i danni sono stati molto limitati, in effetti» sostenne Cornelius.
«Affatto» dissentì Hermione, testarda «Caspian ne ha fatto le spese in abbondanza»
«Ma io sto bene» sorrise lui, abbracciandola «Aslan mi ha guarito!»
«Dunque, a Hermione dobbiamo gratitudine» riprese il grande Leone «Ma voglio ringraziare tutti voi per il coraggio dimostrato»
 
Il suo sguardo percorse gli astanti e si soffermò su Lilliandil, che arrossì e prese a fissare il pavimento.
«Lilliandil» disse garbatamente Aslan «Mi fa piacere rivederti»
«Sommo Aslan» borbottò lei, sempre guardando a terra.
«Sapevo della tua venuta a Cair Paravel: tuo padre me ne aveva parlato, ma a quanto pare avete ignorato entrambi il mio consiglio»
Il tono di quelle parole era calmo, ma Lilliandil arrossì ancora di più.
Bofonchiò qualcosa di indistinto, ma Aslan parve capire le parole.
«Oh, certo, il mio era un consiglio e non un ordine… Certamente. Ma non approvo la pressione che tu e tuo padre avete esercitato sul re. Temevo che l’idea di una tua visita qui avesse un secondo fine e, per questo, mi ero detto in disaccordo»
Lilliandil alzò di scatto la testa, rossa in viso come non mai.
Nessuno, a corte, l’aveva mai vista tanto confusa e a disagio.
Sfidò il Leone con lo sguardo.
«Sì, abbiamo agito a tua insaputa e in disaccordo con te. Puniscici pure» lo sfidò «Ma tanto io lo so, Aslan!»
Tartufello ringhiò di fronte a tanta insolenza, ma il Leone chiese, tranquillo:
«Cosa sai?»
«So quale sarà il mio futuro! Mio padre me lo ha mostrato! Ho visto il figlio mio e di Caspian!»
Tutti sussultarono a quelle parole, ma Aslan non si mostrò minimamente sorpreso.
«Lilliandil, tuo padre sa che i poteri dei miei emissari non si possono usare per scopi personali, ma solo per il bene di Narnia»
Lei alzò il mento.
«Fai quello che vuoi, ma noi ormai lo abbiamo fatto e sappiamo! E il mio futuro…»
«Tu non capisci quanto mi dispiace» scosse la testa a lui «Quell’uso sconsiderato ha privato tuo padre del suo potere: non è più un mio emissario»
La stella ansimò.
«Cosa? Tu osi…»
 
Un ansito rabbioso e corale si levò contro Lilliandil.
«Ehi, stai attenta a come parli!» gridò Lucy dalla cornice «Tuo padre ha commesso una scorrettezza, non osare imputare il suo errore ad Aslan!»
«Non sono io a punirlo» riprese il Leone «È la legge di Narnia che non lo permette. Gli emissari sono al servizio di Narnia e non dei loro personali interessi. Ma tuo padre aveva uno scopo personale. E lo hai anche tu»
La stella chiuse drammaticamente le palpebre.
«Allora dillo, Aslan, che preferisci una straniera sul trono di Narnia! Che pensi che ci sia un’altra più degna di me per ricoprire la posizione di regina!» declamò.
«Non capisci, Lilliandil, che è proprio il tuo spasmodico desiderio del trono che ti rende inadatta ad essere regina di Narnia. La regina di Narnia deve amare il suo popolo e la sua terra, non lo scranno su cui siede!»
«Esatto, e noi non ti vogliamo!» strillò Tartufello «Non ci piaci! E noi ce l’abbiamo già una regina!»
Il tasso si voltò orgoglioso verso Hermione, che lo riprese, attonita:
«Non dire così! Io non vorrei mai…»
«Piccola intrigante!» si intromise invece Lilliandil «Ci scommetto invece che è proprio quello che vuoi, che hai tramato fin dall’inizio!»
«Tu sei pazza!» rispose Hermione «Ma cosa stai dicendo? Che sarei venuta a Narnia per cospirare per il trono?»
«Certo!! Per cos’altro, se no?»
Aslan intervenne prima che chiunque altro riuscisse ad aprire bocca.
«Ecco quello che tu non sai capire, Lilliandil: la generosità, il disinteresse. Non ti appartengono, purtroppo. Lo dico con dolore, avendoti dato io stesso il ruolo di Guida durante il viaggio del sovrano alla ricerca dei sette Lord. Quella tua dedizione… dove è finita?»
La stella non rispose, ma era chiaro a tutti che la domanda era retorica: la sua dedizione si era trasformata in brama di potere.
«Quindi ci punisci?» domandò alla fine Lilliandil.
«Siete sospesi dai vostri ruoli, sì. Per il resto, non voglio certo il vostro male. Lasciate la residenza di tuo padre e costruitevi una dimora dove vivere in pace»
A Lilliandil tremavano le mani.
«Ci esili, come gli ultimi dei traditori…»
«Voi avete tradito voi stessi e il vostro ruolo, Lilliandil. Narnia non vi riconosce più»
 
Il Leone incrociò lo sguardo del sovrano di Narnia.
«Non me l’hai mandata tu» esclamò Caspian, sollevato.
L’altro ridacchiò.
«No, Caspian. Non ti obbligherei mai a prendere una decisione contro la tua volontà. Io voglio che tu sia felice, figlio mio. E lo volevo anche quel giorno, quando dissi a Susan che il suo tempo qui era finito. Sapevo che ne avresti sofferto, purtroppo, ma lei non era la donna giusta, Caspian. Ma tu dai tanto a Narnia della tua vita: la tua felicità è importante per me, come lo è per il tuo popolo e la tua terra»
Caspian prese fiato e strinse la presa sulla mano di Hermione.
«Io sono felice, mio Signore. Molto felice»
Aslan annuì, ma Lilliandil fece sentire di nuovo la sua voce:
«E il figlio che ho visto? Quel bambino? Che ne è di lui, Aslan?»
Il Leone agitò la coda.
«Quel bambino, Rilian… era una… possibilità»
Caspian parve raggelato.
«Una…possibilità?» domandò a bassa voce.
«Sì» confermò il Leone «Nel tuo futuro, questa era una delle possibilità. Ma il futuro è fluido e cambia in continuazione, perché ogni scelta, ogni passo lo orientano e lo indirizzano in mille modi diversi. Nessun uomo è schiavo del suo destino, Caspian: ne è l’artefice. Infinite porte si aprono davanti a te ad ogni passo, figlio mio»
Il Leone sorrise ad Hermione e proseguì.
«Sì, se una certa, coraggiosa fanciulla, in un mondo lontano, non fosse finita per caso in un corridoio buio della sua scuola e non avesse sbirciato in una stanza vuota, trovandovi un armadio misterioso… Sì, allora quel bambino tuo e di Lilliandil sarebbe potuto essere una possibilità più concreta. Ma è svanito nel secondo in cui quella ragazza ha messo piede a Narnia per salvare Tartufello»
Il tasso batté le palpebre, poi esclamò:
«Ma Hermione non ha salvato solo me, Aslan! Ha salvato anche sua Maestà, allora!»
 
Lucy scoppiò a ridere di cuore, Lilliandil sibilò offesa, Silente ridacchiò.
«Quindi, re Caspian, è questa la tua decisione?» domandò Lilliandil «Mi rifiuti? Rifiuti il figlio meraviglioso che io posso darti?»
«Lilliandil non ci sono mai state promesse tra noi. E sì, rifiuto, perché c’è un’unica donna che voglio al mio fianco»
Caspian si voltò verso Aslan e piegò un ginocchio a terra.
«Aslan, sai che io non ti ho mai chiesto nulla per me. Sai che non ti ho chiesto se potevi concedere a Susan di restare a Narnia… ma questa volta non farò questo errore! L’altra volta ero giovane e non avevo coscienza di me e di quello che significava essere un re… forse neppure dei miei sentimenti. Ma ora so cosa significa amare, Aslan. Ti prego, concedi a Hermione di restare qui, con me. Ti prego, Aslan!»
«Cosa?» la voce di Silente si levò, sorpresa «Hermione? Restare qui?»
Tutti si volsero perplessi verso il Preside di Hogwarts, ma lui aveva occhi solo per la sua studentessa.
«Hermione!» insistette «Ma davvero tu vuoi rinunciare alla tua vita? A casa tua? Ai tuoi studi, ai successi che sicuramente avrai nella vita…»
Hermione gli sorrise, serena, e Silente pensò che non l’aveva mai vista così forte e sicura di sé.
«Professore, mi spiace darle un dispiacere. Ma non deve pensare che si tratta di una decisione avventata, da parte mia…»
«Come posso non pensarlo? Hermione, hai diciassette anni! Sei una bambina! Io capisco che tu abbia vissuto un’esperienza che ti abbia fatto vivere dei rischi e magari ti abbia influenzata, ma devi seriamente pensare al tuo futuro!»
«Io non mi sono fatta influenzare! Io… sono cresciuta. È stato strano e nuovo e difficile, ma… Senta, io pensavo che niente se non il M.A.G.O. e una carriera al Ministero della Magia mi avrebbero fatta felice, ma non è vero. Io sono felice qui. Senza Caspian, non potrei essere felice»
Gli occhi di Silente si fecero tristi.
«Mia cara, sei ancora così giovane…»
Lei scosse il capo.
«Non sono mai stata più sicura di qualcosa, nella mia vita»
Il re di Narnia le strinse la mano.
«Neppure io»
 
Aslan e Silente si scambiarono una lunga occhiata.
«Aslan» chiese timidamente Hermione «Io potrei… potrei restare?»
Il Leone esitò un attimo, quindi rispose:
«Mia cara bambina, se è quello che davvero desideri sì, potrai restare. Cercate di capirmi: io voglio il bene tuo e di Caspian, vedo la forza e la purezza dei vostri sentimenti e so che sono sinceri. Se davvero è quello che entrambi volete, allora vi darò la mia benedizione»
«Certo che lo vogliamo!» esclamò Caspian.
«Figlio mio, ascolta» proseguì Aslan «Sai a cosa le stai chiedendo di rinunciare? Susan Pevensie sapeva a cosa doveva rinunciare e decise di non farlo. Hermione non potrà più tornare a casa. Lascerà il suo mondo, la sua famiglia, i suoi affetti. Per sempre. Tutto ciò che ha sempre conosciuto non esisterà più, per lei»
Caspian fissò Hermione.
Lei annuì.
«Ne sono consapevole»
«Hermione» il re sospirò «Io… Aslan ha ragione. Come posso chiederti di fare delle rinunce così grandi per me, amore mio? Come posso essere così egoista da portarti via dalla tua famiglia come se questo non avesse valore?»
Lei scosse il capo.
«Caspian, non dire così. Io so che tu non puoi lasciare Narnia…»
«Perchè?» chiese Silente, piano.
Ci fu un momento di stupore generale, quindi Tartufello mormorò:
«Ma… ma… ma il re… è il nostro re! Come facciamo senza di lui?»
Il Preside scosse il capo.
«Anche Hermione è importante per noi. Per i cuoi cari, per Hogwarts. Cara, sai che situazione stiamo affrontando sulla Terra…»
La ragazza impallidì.
«Voldemort» bisbigliò.
Silente annuì e mosse un paio di passi nervosi.
«Sai che sto cercando gli Horcrux» le disse «E sei troppo intelligente per non capire cosa succederà quando li avremo trovati e distrutti tutti»
Lei si tormentava le mani, nervosamente.
«Uno scontro diretto con Voldemort» disse poi in un soffio.
«Sì» confermò Silente, grave «Ma non potrò essere io ad affrontarlo, Hermione. Sai a chi toccherà»
Gli occhi di lei si riempirono di lacrime.
«Harry…»
 
Caspian la prese tra le braccia e lei nascose il viso sul suo petto.
Era terribile.
Una situazione senza ritorno.
Lasciare Caspian le avrebbe spezzato il cuore… ma abbandonare Harry e Ron durante la guerra in corso, senza sapere se i suoi amici ce l’avrebbero fatta, se la sua famiglia sarebbe sopravvissuta, senza poter aiutare…
Il re le accarezzò la schiena, perso in un dilemma molto simile: lasciare Narnia, la sua Narnia era escluso… ma chiedere a Hermione di lasciare casa sua? Come poteva farlo, quando lui per primo non era pronto a fare lo stesso sacrificio per lei?
 
Come da una grande distanza, entrambi sentirono la voce di Silente:
«Mi dispiace se ti sembro egoista, Hermione… ma a casa stiamo combattendo una guerra per sopravvivere. Io lo so che per te è importante…»
Dopo di lui, parlò Aslan:
«Figli miei, purtroppo la vita vi impone una scelta molto dura. Non c’è modo di evitarvi questo dolore… ma non sapete quanto lo vorrei. Per voi, vorrei che fosse possibile»
 
Né Caspian né Hermione diedero segno di aver sentito e, uno dopo l’altro, tutti gli amici uscirono dalla sala, lasciandoli soli.


***
Buongiorno!
Come anticipato, questo è il penultimo capitolo della storia... Sto già scrivendo il seguito, quindi non preoccupatevi!
Per tutti gli aggiornamenti sapete che potete trovarmi qui:
 https://www.facebook.com/Joy10Efp
Un bacio e buon lunedì,
Joy

   
 
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