POV DAMON
Tutti fissavano
Luka, il quale pareva particolarmente interessato ai lacci delle
proprie scarpe.
Il silezio faceva da padrone nella stanza.
-Sei. Un.
Coglione-
esordì una delle due sorelle di Laura, la castana. Era
già in piedi, ma si
raddrizzò e gli lanciò un’occhiata di
fuoco.
-Hazel ha
ragione. Io non ti sopporto, l’unica ragione per cui non ti
ho spedito prima
nel regno di mio padre si trova nell’altra stanza. Posso solo
immaginare il
dolore che sta provando in questo momento, lo stesso che TU le hai
causato. Io e
lei non siamo mai andati molto d’accordo, ma già
da quando ti ha conosciuto e
si è innamorata di te – Luka sussultò
– Già, si è innamorata di te,
perché lo
trovi tanto strano?- Nico ormai aveva preso il via e, mano a mano che
il
discorso andava avanti, la sua voce assumeva un tono sempre
più sprezzante e
disgustato.
-Dicevo, da
quando si è innamorata di te, grosso bastardo, ha sofferto
come non mai. Quando
io e lei litigavamo, non piangeva; quando combattevamo come se ci
dovessimo
scannare, non piangeva. Le sole volte per cui l’ho vista
farlo è stata per
colpa tua! Da quando aveva 15 anni, Luka, 15!- urlò, ormai
completamente fuori
di sé.
Dall’altra
stanza giunse un singhiozzo ed il silenziò calò
di nuovo.
Poi la
streghetta si alzò e l’attenzione converse tutta
su di lei.
-Io, ecco
–
balbettò. –Io vorrei andare a parlarle-
Hazel e Nico
impietrirono. –Perché?- chiese lui, fratellone
iperprotettivo.
-Vi capisco,
volete proteggerla. È forte fuori, ma fragile dentro. La
capisco, ama con tutta
se stessa qualcuno che non la ricambierà mai, e si distrugge
per questo. Vorrei
andare perché anche io ho amato in questo modo-
Che cosa? E chi
avrebbe mai amato una persona che non la ricambierebbe mai?
-Vai!-
ringhiò
Nico. La streghetta quasi corse nel percorrere quei pochi metri,
aprì la porta
e vi scomparve dietro.
Mi mossi in
un nanosecondo. Prima ero nel salone, poi le mie gambe mi portarono
nella
stanza di Laura.
La strega,
vedendomi, saltò di lato emettendo uno squittio di topolino
cui veniva
schiacciata la coda.
La figlia di
Plutone, invece, non alzò nemmeno la testa. Era seduta sul
bordo del letto a
tre piazze e si fissava le mani, i capelli neri che le coprivano il
volto come
una tenda.
Non emetteva
un suono e questo non faceva che aumentare lo strazio del pianto.
-Vattene-
sussurrò all’improvviso, talmente piano che quasi
non lo sentii.
-No- Ero
serissimo, non volevo andarmene.
-Ti ho detto
di andartene!- urlò, alzando di scatto la testa. Potei
vederla, ma sarebbe
stato meglio se non l’avesse fatto. Le lacrime le solcavano
le guance e le
impiastricciavano il trucco nero sugli zigomi, gli occhi erano rossi di
pianto e
semichiusi, segno che probabilmente nemmeno mi vedeva.
Era uno
straccio. Era incredibile come un sentimento come l’amore
riuscisse a far
sentire uno schifo così tante persone.
Bonnie si
era spiaccicata contro l’armadio e la fissava con gli occhi
pieni di paura.
-Perché?
Perché
proprio io? Che ho fatto di male? Ma certo! È mia cugina che
ce l’ha con me!-
farneticava. Intanto si era alzata e aveva preso a fare avanti e
indietro
attorno al letto, gesticolando come una pazza.
Alla terza
volta che mi passò davanti non ressi più, la
afferrai per la vita e la lanciai
sul letto per farla stare ferma.
-Uno,
smettila, fai venire mal di testa e i vampiri non ne soffrono. Due,
l’amore fa
schifo, ma questo lo sanno tutti. Tre, chi è tua cugina?-
Lei mi
guardava con gli occhi sgranati, ma non aveva paura.
–Afrodite, la dea dell’amore
e della bellezza, la madre di Piper- pigolò.
-Ascolta,
non ti dirò che nel mare ci sono tanti pesci, oppure che hai
tutta la vita
davanti. Odio queste frasi fatte. Però hanno un fondo di
verità: perché continuare
a morire dietro a uno che nemmeno ti guarda? Mh?- chiesi, moderando il
tono di
voce e piegando la testa di lato.
Lei
fissò il
soffitto come se ci fossero state le risposte alle mie domande.
-È il
tipo
di persona che ti fa innamorare e non se ne accorge. È
espansivo, abbraccia
tutti e si porta via il tuo cuore. Non ne posso fare a meno,
è… - si bloccò,
tentando di trovare l’aggettivo giusto –
è lui, semplicemente lui-
-Questa
è
ossessione – risposi, e mi accorsi che era quello che provavo
io per Katherine.
Ossessione.
Guardai la
streghetta, che se ne era rimasta zitta per tutto il tempo accanto
all’armadio.
Improvvisamente
si fece avanti, catturando l’attenzione di Laura.
–Non sempre si raggiunge il
proprio obiettivo, qualunque esso sia. Ne avevo uno, ma ero certa che
non lo
avrei mai raggiunto, e lo sono ancora adesso. Non sono bella, non sono
intelligente, non brillo in nessuna materia né nella vita
sociale. Mi sono
rassegnata e ho cercato di andare aventi, di dimenticare. Ma non lo si
può fare
con lui, è una forza troppo ingombrante nella mia vita-
-E allora
che hai fatto?- La figlia del dio dei morti mi sembrava particolarmente
presa
dal racconto.
-L’ho
accettato. Non si dimentica qualcuno come lui, è
semplicemente impossibile. Ma sono
riuscita a ritagliarmi uno spazio per me stessa e, anche se ora il
dolore non è
passato, si è attenuato e poco a poco scomparirà
del tutto. So che non mi amerà
mai, ma almeno questo pensiero non fa male come prima-
-Quindi
dovrei lasciar perdere?-
-Dovresti
tentare di capire cosa senti quando fa il cascamorto con le altre. Ti
senti
tradita come sorella o come ragazza? Pensaci-
-Aspetta! Allora
tu adesso ti senti Sua sorella?-
La streghetta
ci pensò su, poi rispose. –Qualcosa del genere-
Sorrise, per
poi uscire dalla camera e richiudere la porta.
Rimanemmo noi
due, nel buio della stanza. Io la vedevo perfettamente ed avevo la
sensazione
che anche lei ci riuscisse.
-Rimani, non
andare via- sussurrò, una luce disperata negli occhi neri.
Annuii e mi
sdraiai, stando bene attento a non sfiorarla.
Tuttavia,
appena la mia testa toccò il cuscino morbido, mi
afferrò per la maglia e
appoggiò la testa contro il mio petto.
Preso alla
sprovvista, le circondai il busto con le braccia.
POV LAURA
Mi svegliai
con un gran mal di testa per la seconda mattinata di fila. Sbuffai
sonoramente
e mi mossi, in quanto sentivo un gran freddo.
Aprii gli
occhi e mi ritrovai la vista ostruita da una massa di capelli neri
lisci e
lucenti come piume di corvo.
Corvo??? Oddio, durante
la notte, Damon di
era spostato contro di me, così che il suo naso toccasse il
mio collo e mi
respirasse sulla clavicola sinistra.
-Ti prego,
non muoverti, mi hai fatto penare tutta notte. Ti muovevi e ti
contorcevi, ti
sei calmata solo quando mi sono inserito nei tuoi sogni e ho eliminato
la parte
brutta- esordì il vampiro.
-Buongiorno-
dissi invece io, la voce ancora impastata dal sonno. Richiusi gli occhi
e mi
riabbandonai sul cuscino, stringendo i capelli di Damon tra le dita.
Lui sorrise
e soffiò, facendomi rabbrividire. Gli tirai una ciocca di
capelli e lui, per
contro, mi sollevò la gamba sinistra e se la mise contro il
fianco.
-Piantala-
ordinai, con poca convinzione. Avevo ancora sonno, accidenti!
Lui rise
contro la mia spalla, facendomi venire il solletico.
-Sembri un
panda- esordì di nuovo.
-Parla per
te, pipistrello-
-Non ho mai
incontrato una ragazza come te. Hai una carattere strano, forte e
fragile allo
stesso tempo-
-Ti prego,
possiamo non parlarne? Vorrei passare almeno un po’ di tempo
senza pensare a
ieri sera-
Impossibile.
Appena lo dissi, tutte le immagini della serata appena trascorsa mi si
riproposero con forza, obbligandomi a rivedere tutta
l’umiliazione che avevo
provato.
-Se vuoi
posso farti dimenticare…-
Lo volevo?
Dimenticare
e vivere come se nulla fosse successo?
-No,
sbagliando s’impara, giusto? È ora che lo faccia
anch’io. Grazie comunque per l’offerta-
-Nessuno mi
aveva mai detto grazie con questo tono-
-Quale
tono?-
-Sincero-
Spazietto
dell’autrice:
io adoro le
ultime battute. Davvero, mi sembrano fantastiche.
Per le Bamon
come me, non preoccupatevi di questo improvviso avvicinamento, non
sfocerà mai
in amore. Ho dei progetti per loro due che non comprendono questo tipo
di
relazione.
Luka,
d’ora
in poi, scomparirà dalle scene. Lo so, lo so, avevo
preventivato una sua
accoppiata con Meredith, ma avevo troppa voglia di farlo litigare con
tutti,
così, alla fine, l’hanno sbattuto fuori.
Nico
s’è
sfogato ed è stato giusto così. Me lo immagino
come una versione più giovane e
rancorosa di Damon, che però urla contro alle persone.
Bonnie ama
ancora Damon, ma doveva pur inventarsi qualcosa per non dire che amava
quella
testa di rapa di un vampiro che manco la calcola proprio davanti a lui.
Insomma,
non aveva preventivato la sua presenza lì.
Mi sembra di
aver detto tutto. Alla prossima volta, che non so quando
sarà. Non contate più
su di me il lunedì sera, perché devo preparare la
tesina e devo studiare un
casino. Questo cappy è uscito in un momento di follia
post-interrogazione di
francese e pre-panico interrogazione di economia aziendale (poi non mi
ha
interrogata e tremavo tutta per l’agitazione).
Bacioni.
Fire