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Autore: GingerEye    07/04/2014    1 recensioni
“Hemmings smettila.” Gli soffiai nell’orecchio destro cingendo le braccia attorno al suo collo. Avevamo appena aperto la porta dello studio di mio padre e ora ci divertivamo nell’andare, privi di una meta precisa, a spasso per la stanza mentre eravamo avvinghiati.
“Dai!! Solo un bacio. Che ti costa, Wood?” Ridacchiai baciandogli il collo e mi appoggiai alla mia scrivania con lui davanti a me. Anche se basso mi superava di moltissimo per via della mia leggendaria altezza che non superava il metro e cinquanta. Ma lui adorava il fatto di poter baciare una cosa tanto piccola e di poterla chiudere perfettamente nelle sue braccia.
“Troppo.” Mi baciò a fior di labbra ridendo dopo pochi secondi. Con il suo aiuto salii sulla sedia di legno e mi sedetti sulla scrivania intanto che lui continuava a baciarmi con passione.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hemmo.

“Hemmings smettila.” Gli soffiai nell’orecchio destro cingendo le braccia attorno al suo collo. Avevamo appena aperto la porta dello studio di mio padre e ora ci divertivamo nell’andare, privi di una meta precisa, a spasso per la stanza mentre eravamo avvinghiati.
“Dai!! Solo un bacio. Che ti costa, Wood?” Ridacchiai baciandogli il collo e mi appoggiai alla mia scrivania con lui davanti a me. Anche se basso mi superava di moltissimo per via della mia leggendaria altezza che non superava il metro e cinquanta. Ma lui adorava il fatto di poter baciare una cosa tanto piccola e di poterla chiudere perfettamente nelle sue braccia.
“Troppo.” Mi baciò a fior di labbra ridendo dopo pochi secondi. Con il suo aiuto salii sulla sedia di legno e mi sedetti sulla scrivania intanto che lui continuava a baciarmi con passione. Portò i suoi palmi sui miei fianchi stretti e mi avvicinò a sé. Spostai i libri che sostavano da qualche giorno sulla mia scrivania facendoli cadere a terra per prendere più spazio.
Lo baciai intrecciando le nostre lingue e toccando varie volte il suo piercing ad anello, infilzato nelle sue labbra rosee. “Ma quanto è bella la mia piccola?” Domandò retoricamente più a se stesso che a me. Arrossii al suo complimento e affondai per l’ennesima volta sulle sue labbra morbide.
“Mai quanto te, nano.” Si separò di colpo da me, indispettito con il volto contratto in una smorfia teatrale. “Senti chi parla: la bambina di undici anni.” Sorrisi pensando al nostro primo incontro. Eravamo a scuola e ci scontrammo, tutti i nostri libri caddero a terra e nel mentre li raccoglieva mi domandò se avessi perso di vista i miei genitori. Come risposta aveva ottenuto un libro in testa e un fiero ho quindici anni, coglione.
Ridemmo leggermente quando improvvisamente l’urlo del campanello ci fece scattare sull’attenti. Mi aveva spaventata.
Sbuffò sonoramente e per consolarlo gli diedi un bacio casto.
“Che palle…” Sorrisi sentendo la sua imprecazione. Purtroppo non avevamo mai un minuto per stare soli e proprio oggi che mio padre non c’era qualcuno ci doveva interrompere. Mi spostai all’indietro verso la finestra e scostai la leggera tenda bianca che copriva l’esterno. Davanti alla porta vidi un ragazzo con i capelli biondicci che conoscevo fin troppo bene.
Dondolai l’ultima volta le gambe e scesi con un agile balzo dalla scrivania. Raggiunsi la porta dove era montato il citofono e aprii spingendo un pulsante grigio. La porta si aprì subito dopo e Ashton  felice salì le scale saltando due gradini a falcata.
“Ciao picco-” Ashton si arrestò di colpo non appena vide nella stanza, assieme a me, Luke Hemmings che dopo il suo saluto lo squadrava arrabbiato. Di fatti l’antipatia fra Luke Hemmings e Ashton Irwin era nota a tutti nella scuola. Molti dicevano per contendermi ma Ashton non era altro che il mio migliore amico da quando ero in culla e Luke il mio fidanzato da due mesi.
“Vi ho disturbati?” Domandò con una nota di divertimento nella frase, strafelice di aver interrotto il pomeriggio romantico che avevamo organizzato.
“No.”
“Sì.” Lanciai uno sguardo deluso e arrabbiato a Luke che al contempo aveva sbuffato in direzione di Ashton. Irwin rimase interdetto e abbassò lo sguardo per nascondere il sorriso a trentadue denti che era nato sul suo viso. “Devo aiutare Hunter a fare un circuito chiuso.” Informò Luke, rosso in viso, del progetto di tecnologia che aveva dato a quelli di terzo sull’elettricità. Scosse la busta dietro di sé che suonò per i materiali che vi erano dentro come per provare quello che aveva detto.
“Oddio me lo ero scordata!” Mi sbattei una mano in testa e pregai Luke di non arrabbiarsi. Stizzito, si portò le braccia conserte sotto il petto tonico e mi avvicinai a lui sussurrandogli tipregotipregotiprego scusami!. Rise per qualche secondo per poi darmi un bacio a stampo che volle approfondire ma serrai le labbra in segno di dissenso.
Mi buttai per prima sul letto e loro due mi seguirono attendendo entrambi l’azione dell’altro. Se l’intuito femminile riguardo alla demenza maschile non mi tradiva: stavano vedendo chi si sarebbe sdraiato per primo vicino a me.
“Non vi mangio mica.” Affermai spazientita del loro continuo odio. Dal primo momento non si erano sopportati, forse per i loro caratteri contrastanti o forse per i loro modi di fare ma purtroppo non c’era verso di far ragionare il mio migliore amico con il mio ragazzo.
Dal comodino afferrai tutti gli oggetti necessari a costruire un circuito chiuso e li sparsi sul letto come una bambina alle prese con dei nuovi giocattoli.
“Iniziamo!” Esclamò entusiasta Ashton. “Non potrà mai andare peggio dell’ultimo progetto di economia domestica.” Risi al ricordo di un Ashton completamente ricoperto da farina e burro, dal canto suo Luke sbuffò allungando il braccio sulla mia schiena.
“Prendi il generatore, Hunter.” Mi enunciò sorridente Ashton. Fissai uno a uno tutti gli oggetti sopra la coperta arancione. “Mhh…il generatore dici….?” Cercai con lo sguardo tutti i pezzi di ferro per poi guardare interdetta Ashton. “Forse non l’ho comprato, Ash.” Controllai sul comodino che non avessi dimenticato nulla.
Rise di gusto per poi sventolarmi la batteria davanti agli occhi, aggrottai le sopracciglia e ridacchiai con lui. Luke mi diede un leggero pizzico sulla schiena che mi fece trasalire.
(Se non lo amassi così tanto lo avrei già ammazzato. Gelosia portalo via.)
 Lo guardai infastidita di rimando: odiavo quando era geloso.
“Il generatore è la batteria.” Mi informò beffardo. Sbuffai stizzita.
“Bastava dirmelo subito.”
Passammo l’intero pomeriggio fino a tarda sera a costruire quel progetto di tecnologia che avrei dovuto consegnare il giorno successivo. Lampadine, bulloni e morsetti: erano quelli i protagonisti di quel pomeriggio. Io e Ashton avevamo riso mentre Luke ci fissava con il suo sguardo attento qualche volta facendo battute maligne su Ashton che non esitava a rispondere.
Alle nove di sera ringraziai tutti e due e baciai Luke che pensavo meritasse un premio per avere sopportato la persona che più odiava al mondo e dopo aver scelto un film da vedere  (i due avevano litigato anche nella scelta del film) ci sdraiammo assieme sul letto e guardammo Juno.


Io in mezzo ai ragazzi più importanti della mia vita.


All work and no play makes Jack a dull boy.
Ciao bimbe! Questa è la mia prima storia con protagonisti i 5SOS quindi siate clementi con me.
Dopo questa premessa vi auguro d'ora in poi una lettura piacevole del mio racconto e spero con tutta me stessa che soddisfi le vostre aspettative.

Lasciate recensioni.
Perchè voi valete.

Ecco i personaggi. La prima è la Taiga di Toradora quindi basta immaginarsi una nano con i capelli mossi e biondi che arrivano fin sotto il sedere.

Gli altri li conoscete fin troppo bene.
Per quanto riguardo il secondo capitolo continuerò quando avrò avuto almeno una o due recensioni.
Baci,
OnlySameLove.

 
   
 
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