Speravi ti
lasciassi
andare via indisturbato eh? No mi spiace, non è nel mio
stile! Avevo scritto la
bozza di questo per Ed una giornata di pioggia quest’inverno
ma non avevo
trovato un occasione per pubblicarla; non potevo certo lasciarti andare
via senza
leggerla ;D Puoi anche considerarla come una spin-off di Fairy Heredity
se
vuoi, così era nata dopotutto :D Ma soprattutto è
un ringraziamento per ogni
momento insieme! Spero che tu capisca il messaggio Ed :D
Buon viaggio
caro
compagno!
Un abbraccio,
Stella
È
tempo di andare.
Il cielo
piange lacrime amare. Urla, grida, strepita il suo dolore.
Le sue
gocce cadono sul terreno scandendo un lamento funebre, cercando di
lavare quel
sangue nero che ha impregnato il terreno, quei cadaveri freddi che non
riescono
più a vedere la cieca ira del cielo sopra di loro.
Nemico o
alleato non c’è più differenza.
I fulmini
si abbattono sul terreno con furia incessante, assetati di vendetta per
quell’empio massacro.
Li senti?
I venti
impazziti portano i loro ululati.
Ti
perseguiteranno, ti troveranno.
Senti il
loro fiato freddo e mortifero graffiarti il collo?
I loro
ansiti rimbombare nelle tue orecchie?
Non si
fermeranno.
Sono i cani
infernali.
Ti daranno
la caccia per vendicare i morti.
Dilanieranno
le tue carni, il tuo cuore giorno per giorno. Senza tregua. Senza
riposo.
Non
c’è
perdono per gli assassini.
Non
c’è
perdono.
“Devi
proprio andare Ed?” chiese Miel sotto la pioggia a uno dei
suoi più cari amici.
“Sì.”
Rispose l’Assassino guardando il campo di battaglia dove
avevano appena
combattuto per le loro vite, per i loro compagni. Dove aveva appena
massacrato
senza pietà ogni singolo nemico, dove aveva difeso i suoi
compagni con la sua
mortifera follia, dove ancora una volta era tornato ad essere il
Cavaliere dell’Oscura
Signora.
“Ci
mancherai. Mi mancherai.” Gli disse la ragazza stringendosi
nel mantello
bagnato, gli occhi blu che diventavano lucidi.
“Devo
trovarla, lei mi sta aspettando. Ho promesso.” Le
ricordò lui poggiandole una
mano sul capo e accennando un sorriso triste.
Il cielo
sopra di loro tuonò.
“Potremmo
aiutarti! Potremmo venire con te!” tentò lei
incapace di arrendersi a un addio.
“Sei
davvero
cocciuta…” le disse leggermente esasperato il
ragazzo, alzando gli occhi verdi
verso le nuvole plumbee, “Lo sai che è meglio per
tutti se andrò da solo. Sono
un assassino Miel, me la caverò; sono fatto per essere solo.
Per favore avvisa
tu gli altri.” cercò di rassicurarla, vedendo le
ombre dei morti danzare
intorno a lui. Non c’è perdono per gli assassini.
“Ma
prima
di questo sei un mio amico!” pianse lei prima di stringerlo
in un abbraccio,
incurante del sangue che lo ricopriva che le imbrattò
macabramente vestiti,
mani e viso.
Ed rimase
stupito da quel gesto e rimase per un secondo gelato, ma infine
ricambiò la
stretta.
“Credevo
mi
avresti picchiato.”
“Ci
ho
pensato.”
Dopo alcuni
istanti la staccò da sé.
“È
tempo di
andare Miel. Addio.” Le disse serio con un lieve sorriso,
prima di voltarsi e
incamminarsi tra i cadaveri. Non si sarebbe girato più. Non
doveva girarsi più.
Non
c’è
perdono per gli assassini.
Miel
guardò
il compagno allontanarsi in silenzio finché accanto a lei
non giunse Ashuros.
“Cos’hai
intenzione di fare?” le chiese dopo alcuni attimi seguendo
con gli occhi rossi
l’ormai lontana e quasi invisibile ombra di Ed.
“Tsk!”
mormorò lei scuotendo i capelli frustrata,
“Seguirlo! Mi pare ovvio, no?!”
rispose con un ghigno, che contagiò anche l’amico,
alzando fiera la testa. Un
compagno non lo si abbandona mai, neppure quando vuole farlo lui stesso.
“Quanto
sei
testarda…” sospirò lui, “Gli
farai venire una crisi di nervi…”
“Come
se tu
non volessi venire! E poi lui è abituato! Se Giada scoprisse
che l’abbiamo
lasciato andare via così ci ucciderebbe!” gli
rinfacciò lei.
“Chiama
gli
altri,” gli disse poi sollevando gli occhi al cielo che
smetteva di piangere,
“Abbiamo un idiota solitario da inseguire!” rise
pronta alla nuova sfida,
iniziando a correre dietro a Edward Yoshina.
Non
c’è
perdono per gli assassini.
Un raggio
di sole squarciò le nubi, come fossero un velo che impediva
loro di vedere la
verità, illuminando tutta la valle. La pioggia
cessò. Il vento si zittì.
O forse
sì?