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Autore: Prince Lev Swann    08/04/2014    0 recensioni
Cosa succede a un mondo, quando finisce nell'Oscurità, e cosa succede a chi lo abita? Che fine hanno fatto Malefica, Belle e la Bestia? Com'è arrivata la Bestia alla Fortezza Oscura? E quale potrebbe essere stato il ruolo di Gaston in Kingdom Hearts? Com'è avvenuto il rapimento delle Principesse? Vi ho raccontato di Alice, vi ho raccontato delle vicende di Malefica, delle Guardie di Malefica, delle vicende delle Principesse alla Fortezza Oscura e di cos'è successo quando sono state addormentate. Possiamo considerare questa storia il capitolo successivo, ambientato, però, in più contesti, e narrata dal punto di vista di tanti personaggi (cosa che non ho mai fatto prima d'ora).
Come sempre, questa fanfiction è volta a spiegare più quesiti che mi son fatto tante volte.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Il Bosco dei Nani
Verso le sei e un quarto del pomeriggio

Un leggero venticello si sentiva soffiare dalla finestra della casetta dei nani, davanti alla quale Biancaneve stava preparando la sua famosa torta di mele. Una volta assicurati che i nanetti  fossero andati in miniera a lavorare come di consuetudine, lei e il principe si erano intrufolati in casa loro per fargli una sorpresa. Anche se da quanto si era stabilita per la prima volta da loro, dieci anni prima, i nani avevano imparato a tenere un po’ più in ordine, i due sposi avevano trovato lo stesso il caos, e si erano impegnati per pulire, con l’aiuto dei cari animaletti del bosco, e ora stavano cucinando una ricca cenetta per loro. Mentre lei faceva il dolce, il principe era impegnato a preparare la zuppa, la stessa che lei aveva preparato per i nani il giorno in cui si erano conosciuti. Biancaneve smise di impastare per guardare il marito farsi scivolare la mano e mettere una dose troppo alta di una spezia nella zuppa e dovette trattenere una risata quando lui si mise a imprecare contro sé stesso per aver sbagliato. Il principe non aveva mai cucinato prima, ci aveva sempre pensato il personale del suo castello, ma da quando lei viveva con lui aiutava i cuochi perché cucinare le piaceva molto. Poco prima, quando il principe si era offerto di fare qualcos’altro mentre lei avrebbe pensato alla cena, aveva insistito per coinvolgerlo. E in realtà non se la cavava neanche male, per essere la sua prima volta.

La guardò implorante.
“Va bene, ci penso io alla zuppa, ma qualcuno deve occupare della torta. Su, vai a impastare, e lavati le mani prima, ora odorano di spezie” disse.
Lui acconsentì senza fare storie e s’impegnò molto per finire la torta: era decisamente più facile!

Il Dominio Incantato
Quasi mezzogiorno


Aurora stava passeggiando nei giardini del bosco, leggermente in ansia. Filippo era in viaggio da alcuni giorni e non aveva specificato quando sarebbe tornato. Il giorno dopo sarebbe stato il loro anniversario e lui era ancora chissà dove, ce l’avrebbe fatta a tornare? Al castello stavano già preparando un banchetto per festeggiare la ricorrenza; sarebbe dovuta essere felice, invece era turbata dall’assenza del marito.
Filippo non le aveva detto niente; se n’era andato senza avvisare, tre giorni prima, al mattino presto, mentre lei faceva il bagno. Le avevano detto che si scusava, che erano affari urgentissimi e che non poteva aspettare un secondo di più. Si fidava di lui, certo, in dieci anni non aveva  mai dubitato che potesse tradirla o abbandonarla. Eppure qualcosa in quella faccenda puzzava: era già capitato che Filippo si fosse assentato per qualche giorno, ma l’aveva sempre avvisata; non se n’era mai andato, neanche per un’ora, senza salutarla e assicurarla. Si recò nella torre più alta, dove si poteva facilmente osservare tutto ciò che c’era intorno al castello. Nessuna traccia di lui né del suo cavallo. Dov’era?
“Ci si rivede, cara. Vi sono mancata?”
Quasi paralizzata, Aurora si voltò. Malefica, la fata malvagia, la signora di ogni male, la osservava dall’alto al basso, con un sorriso beffardo.

Il Bosco dei Nani
 Le sette e quaranta


I nani stavano per tornare, la torta era in forno e la zuppa quasi pronta. Il sole era calato da un po’ e il cielo si era coperto; una leggera pioggia iniziò a scendere. Biancaneve e il principe stavano o per iniziare ad apparecchiare la tavola, quando una scossa e un rumore fortissimi fecero tremare tutto,  rovesciare la zuppa e cadere i piatti dalla dispensa spalancata, che s’infransero.  Nello stesso momento fulmini cominciarono a cadere sulla foresta lì intorno; e capirono che uno di quelli aveva colpito la casetta dei nani. La tempesta divenne sempre più forte e devastante. Dalla finestra - non potevano uscire – sbirciarono fuori, terrorizzati: non pioveva più, ma un enorme vortice oscuro e tenebroso stava annientando la foresta che li circondava.
“Che… che cos’è quello? Amore, che cos’è? Che cosa significa?” gli chiese lei, iniziando a piangere. Era persino più bianca del solito.
  Come avrebbero fatto i nani a tornare? Erano già nel tragitto verso casa o al sicuro nella miniera?
“Cucciolo, Brontolo, Dotto! E tutti gli altri!” esclamò disperata.
“Andrò a cercarli io” la rassicurò il principe. “Ma… ma se ti dovesse succedere qualcosa?” Lui esitò per un momento, con sguardo inquieto.                                                                                                                               “No, vengo con te” gli disse lei avvicinandosi, ma lui si era già coperto per bene e stava per uscire. “Non ci pensare nemmeno, qui sarai al sicuro”, un altro botto. “Beh, più al sicuro che là fuori, comunque”.
“Non temere, ci rivedremo,”.
Si baciarono.
“Te lo prometto” e uscì, in mezzo alla tempesta sovrannaturale.

Dominio Incantato
Mezzogiorno e venti

“Tu… tu sei… Malefica!”  esclamò la Principessa, sconvolta.
“No, no, sono la tua fata madrina!” rispose la strega sarcasticamente. “Certo che sono Malefica” continuò, mentre Aurora indietreggiava .“Pensavi che io, Malefica, la Regina di tutti i Mali, cessassi di esistere così facilmente? No, me ne sono andata, ho allargato i miei orizzonti. Quella ragazza, Aqua, o come si chiama, non te l’ha raccontato?”
“Aqua? Ti riferisci a una di quei tre ragazzi con la chiave?” chiese Aurora.
Keyblade, precisamente. Quell’arma misteriosa, credevo fosse essenziale per i miei piani, ma per fortuna c’è un altro modo. Comunque non sono qui per parlarti di me?”
“E perché, allora? Cosa vuoi ancora, precisamente, da me?” Oh, adesso mi si scaglia contro, che coraggio.
“Non ho mai ottenuto niente da te, neanche la vendetta”. Su questo, non voglio dilungarmi.
“Vendetta?” chiese lei, “Malefica, mi spieghi cosa ti ho mai fatto? Perché cerchi vendetta?” Cosa faccio? Glielo dico?
“Tu, niente.  Fu tuo nonno, ma se tuo padre non te l’ha mai raccontato, non vedo perché dovrei farlo io, ora. E non siamo qui per parlare di me” La ragazza non sembra aver paura, è un effetto della sua radiosità?
“Stavo dicendo che la vendetta non m’interessa più. Non dico che non ce l’avrò, non sono ancora sicura di ciò che succederà a te, ma hai ciò che mi serve. Tu sei speciale, hai una caratteristica rarissima, comune a poche, forse te ne hanno già parlato”.

Oh, sì che me ne hanno parlato, un cuore pieno di luce, il mio.
“Quindi è per questo che te ne sei andata, sette cuori di pura luce, vero? Ma forse avresti fatto meglio a prendere il mio per primo, così non avresti  dovuto tornare, non credi?” Non mi faccio mettere sotto da questa donna.
“L’ho fatto, l’ha fatto uno di quei tre ragazzi per me, ma il suo amico me l’ha rubato per restituirtelo, “Sei stata tu, hai manipolato quel giovane con i tuoi malvagi poteri” Cosa sto facendo? La cos migliore, prendo tempo, magari qualcuno verrà a cercarmi non vedendomi scendere…

“Vedila un po’ come vuoi. Certamente, per quanto riguarda l’oscurità, ora ne so molto di più. Ma basta con le chiacchiere. Sono qui per darti un’informazione. Il tuo caro principe non tornerà, preferisce passare il vostro anniversario con un’altra donna”. L’espressione sul volto della principessa mutò. Da spavalda divenne insicura, ferita, vulnerabile, e solo in pochi secondi. Ho fatto centro. Ho toccato un punto dolente, e il sarò facile ingannarla ora.
“Non ci credo”. Patetica, è ovvio che ora dubita seriamente di lui.
“Non mi credi, ecco a te la prova” e Malefica mosse leggermente la mano sinistra.

Una  finestra magica si aprì per mostrarle una scena; questa mostrava chiaramente Filippo, avvinghiato a una donna giovane, dai capelli di un rosso scuro e gli occhi a mandorla, che lo baciava appassionatamente, in una casetta piuttosto familiare.  Non è vero, non può essere vero, quella scena è un’illusione creata da lei. Filippo non lo farebbe mai. Controllati.

La principessa scosse la testa, piangendo.
“Mi dispiace, è così, tutti gli uomini sono così, infondo. Vuoi cambiare vita? Unisciti a me. Io potrei aiutarti, potremo vendicarci. Insieme, saremo straordinarie…”
Continua a scuotere la testa. Perché è così cocciuta? Forse il principe è stato sedotto solo dalla magia di Ursula, ma non è riuscito a contrastarla, il suo amore non ha vinto, non ha battuto il nostro potere.
Mentre parlavamo non si era neanche accorta che la tempesta sovrannaturale stava iniziando anche lì al Dominio Incantato… Doveva sbrigarsi. Anche Aurora se n’era finalmente accorta. Poi, un tuono, e la ragazza scattò: corse verso la porta piangendo, con una mano sugli occhi, e prima che riuscisse a uscire, Malefica aprì un portale oscuro. La ragazza ci entrò dentro senza accorgersene, e Malefica la seguì.

Il Bosco dei Nani
Le otto meno un quarto

L’oscurità invase la stanza ; Biancaneve tentò di uscire ma era buio e non trovava la porta… Riusciva solo a vedere occhietti gialli di creature simili a ombre… Aiuto.
Poi il pavimento sotto di lei perse consistenza e divenne come sabbia mobile. Biancaneve ne fu inghiottita, poi cadde, cadde…
E finalmente, una luce fioca. Toccò terra, e perse i sensi.

Portale oscuro – il Dominio Incantato. 
Mezzogiorno e mezza

Aurora si era trovata in uno strano passaggio buio per qualche secondo e, senza smettere di correre, ne uscì fuori e si ritrovò nella camera da letto di una casetta nel bosco dove per anni aveva vissuto, sotto la protezione delle tre fate buone.  Malefica la seguì, camminando tranquillamente.
“Ecco a te”, disse, indicando Filippo e la donna dagli occhi a mandorla,: seduti sul letto, si stavano ancora baciando. Prima che Aurora potesse dire qualcosa, la porta si spalancò violentemente e Flora, Fauna e Serena, le tre fate buone, penetrarono nella stanza. Tutte e tre, infuriate, puntarono le bacchette sulla donna, che si trasformò orrendamente in un essere ibrido, la cui metà superiore del suo corpo era quella di una donna - obesa, con capelli bianchi e la pelle indaco - mentre la metà inferiore era quella di un polpo - nero e con sei tentacoli nero-violacei. Poi le puntarono sul principe, lanciarono un incantesimo e i suoi occhi s’illuminarono quando incontrarono quelli di Aurora; era spiazzato. Fu Flora a intervenire. “Quella strega, la strega del mare, gli ha fatto un incantesimo su Filippo, non farti ingannare!” urlò, e le altre due fate l’appoggiarono annuendo vigorosamente.

Maledette oche di tre fate, pensavo che se ne fossero andate!
“Come volete, facciamola finita!” tuonò Malefica, esasperata. Intanto Ursula se l’era data a gambe, o a tentacoli, nel suo caso. Vigliacca.
“Heartless, prendete la Principessa!” ordinò Malefica, esasperata.
“No!” solo ora il principe si era accorto di Malefica. “Tu, qui, di nuovo! Non ti permetterò a causarci altri guai!” ma sia lui che le tre fate erano imprigionati da un incantesimo
Intanto la tempesta, fuori, stava facendo il suo corso. Presto anche quel mondo sarebbe andato.
“Mi hai seccata abbastanza, moscerino!” urlò la strega in risposta. Gli Heartless avevano afferrato le braccia di Aurora e la stavano portando nel varco oscuro, lei aveva perso i sensi.

Aurora vagava nella totale oscurità, un buio senza tempo e spazio. Era la fine del mondo, eppure si sentiva alleggerita: il suo Filippo non l’aveva mai tradita.

   
 
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