Fanfic su attori > Ben Barnes
Segui la storia  |       
Autore: _joy    08/04/2014    6 recensioni
"La sera in cui Ben Barnes lasciò Rebecca Milani era una sera piovosa e grigia."
Quello che accadde tra un addio e un ritrovarsi.
Perché niente altro conta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

banner



La convalescenza di Ben fu lunga ma tranquilla e la cosa stupì molto Rebecca.
 
Ben era per carattere impaziente e già solo il fatto che non fece storie sul restare a letto fu una cosa abbastanza straordinaria.
Conoscendolo, lei sapeva che odiava stare fermo e che si annoiava a morte, per cui due giorni dopo l’intervento si presentò in ospedale con Tommaso.
Aveva esitato, all’inizio, perché l’idea di portare il suo bambino in un ospedale le sembrava poco igienico, però…
Però voleva farlo per Ben.
Trascorse molte ore ad indagare i motivi di questa decisione senza venire a capo di nulla, poi scrollò le spalle e si decise.
E fu premiata dall’occhiata raggiante di Ben quando li vide comparire.
Dal letto, tese le braccia verso il piccolo con una naturalezza che non aveva mai dimostrato prima e Becky glielo affidò.
«Ehi, ciao» mormorò Ben a Tommi, mentre se lo appoggiava contro la gamba sana «Come stai?»
Tommaso lo studiò perplesso, sbattendo gli occhioni, e Becky sperò che non si mettesse a piangere - come a volte faceva se l’adulto che lo prendeva in braccio non era di suo gradimento in quell’istante – perché era certa che Ben ci sarebbe rimasto malissimo.
Invece, il piccolo fece un sorriso enorme e mormorò qualcosa nel suo linguaggio balbettante.
Ben sorrise in risposta, intenerito, e si chinò a baciare il bambino sui capelli.
Becky si morse un labbro.
Erano due gocce d’acqua.
Seduta sul bordo del letto di Ben, mentre lui coccolava il bambino, fu colta dalla folle idea che chiunque, guardandoli, avrebbe potuto vedere una famiglia felice.
 
 
Ed era bellissimo.
Fu il pensiero che la accompagnò nelle settimane successive.
Quando fu dimesso dall’ospedale, Ben aveva comunque la gamba ingessata e, inoltre, doveva destreggiarsi tra farmaci e vaccini e quant’altro serviva per la sua convalescenza, per cui soggiornare in un B&B senza ascensore e senza aiuto a parte quello di un fratello che aveva ancor meno dimestichezza di lui con la lingua era escluso.
Motivo per il quale…
 
«Vieni a stare da me» gli propose Becky dopo una settimana dall’incidente.
Ben l’aveva fissata guardingo, ma lei aveva insistito.
«Non puoi volare a casa e non puoi stare da solo! E non dirmi che stai con Jack, perché sai benissimo che parla male l’italiano e come farebbe con i medicinali, le prescrizioni e tutte le cose da fare?»
«Ma non… Non sarebbe troppo disturbo per te?»
«Te l’ho proposto io. E poi semmai sarà disturbo per te: non hai idea di cosa significhi avere un bambino piccolo per casa»
«Ma… ti va bene che io stia vicino a Tommi?»
Lei lo guardò esasperata: Tommaso si era appena addormentato in braccio a suo padre.
«Vicino più di così?»
Lui sorrise, ma poi tornò subito serio.
«Senti, non abbiamo più parlato della discussione di quella mattina in spiaggia, però io…»
Lei alzò una mano.
«Non è il momento, ne riparliamo poi…»
«Invece è un momento buono quanto un altro» si impuntò lui «Mi sono rotto una gamba, non la testa: posso parlare con te»
 
Rebecca giocherellò nervosamente con il bordo del lenzuolo.
Era lei che non era pronta, perché non sapeva più come si sentiva riguardo a Ben.
Né riguardo a Ben che vedeva Tommaso ogni giorno.
Né riguardo a nient’altro.
Le sue giornate si erano ridotte a Tommaso e Ben.
Non voleva occuparsi di altro.
E, dentro di lei, sapeva che avrebbe dovuto imporsi di smetterla, che tutte le sue preoccupazioni non erano sparite, ma non ce la faceva.
Guardava Ben giocare con Tommaso, parlargli, e il tempo si fermava.
Le sembrava assurdo, a volte, temere che potesse portarle via il bambino.
Insomma… era Ben.
Sì, era stato infantile ed egoista, ma era anche dolce e onesto.
E sembrava essersi affezionato molto a Tommi, ma doveva ammettere che le riconosceva autorità totale sul bambino.
La subissava di domande, voleva sapere tutto.
E quando Becky diceva che Tommi doveva mangiare, o dormire, o andare a casa, lui subito annuiva e salutava il piccolo.
Era quasi divertente, considerando quanto era stato difficile, mentre stavano insieme, avere da Ben un’abnegazione simile.
 
«Io volevo scusarmi» iniziò lui, strappandola dalle sue riflessioni «Volevo scusarmi per come mi sono comportato, per non esserti stato vicino… Ma ancora di più per essere una persona che non hai nemmeno sentito il bisogno di coinvolgere. Perché io sono… inutile»
Rebecca sgranò gli occhi.
Al diavolo, non ce la faceva.
«Ben, ma cosa dici?» gli prese la mano «Stai scherzando? Io non ho mai pensato che tu sia inutile!»
Lui scosse il capo.
«Avevi ragione su tutto quello che mi hai detto e… Sai, me lo chiedo ancora ogni notte, dopo che porti via Tommi. Mi chiedo cosa avrei fatto se me lo avessi detto e mi vergogno ma penso che probabilmente non avrei fatto nulla…»
«Posso capire che ti importa più della carriera. Non lo condivido ma posso capire. Però Tommi è un impegno senza scappatoie, Ben» ribatté lei, tornando subito severa.
Poteva anche essere impazzita e non capire più nulla, ma suo figlio veniva prima di tutto.
L’istinto di proteggerlo, se non altro, lo aveva ancora.
Lui annuì.
«Certo, capisco. Becky, però io ora lo conosco. Quella sarebbe stata una scelta fatta da un vigliacco e stupido ragazzo che credeva di essere un attore di successo»
Lei fece un sorriso triste.
«Tu sei un attore di successo»
«Quando sono con Tommi non mi ricordo nemmeno com’era la mia vita a Los Angeles. Mi sembra così…vuota»
Rebecca si trattenne appena in tempo dall’annuire, ma lui sembrò leggerle nel pensiero.
«Mi hai sempre detto che mi circondavo di persone vuote e che non stavo costruendo niente di duraturo»
«Non avrei dovuto…» iniziò lei.
Lui la interruppe:
«Avevi ragione. O almeno… Per quanto io tenga alla mia carriera, resta il fatto che ho perso tanto di mio figlio. E che ho perso te»
Alzò gli occhi per guardarla e Rebecca avvampò.
«Ben… Litigavamo tanto ed era così brutto…»
«Però prima non era così!» disse lui «Eravamo così felici e io… Non avevo mai capito cosa significa poter avere qualcuno accanto in un momento difficile. A Hollywood è tutto così dorato e semplice e superficiale… Ma ora che sono qui mi sembra irreale»
Becky trattenne il fiato.
Non sapeva cosa dire.
Ben le accarezzò la mano e poi mormorò:
«Becky, io… Ci sono possibilità che tu mi permetta di rimediare?»
 
Oddio.
 
«Perché me lo chiedi?» rispose, brusca.
Lui parve spiazzato.
«Me lo chiedi per me o per Tommi? Perché se lo chiedi per Tommi sappi che non devi fare questi giochetti: so che ti sei affezionato a lui e qualunque siano le decisioni che prenderò… che prenderemo, forse… in futuro, non devi osare tirare in ballo me perché pensi che così potrai avere lui!»
Gli occhi di lei erano fiammeggianti e Ben si sorprese a pensare che aveva dimenticato quanto Rebecca fosse passionale.
Gli sembrava che le modelle che frequentava in America fossero passionali e disinibite, ma si scoprì a ricordare particolari di lei così veri e autentici che per fortuna aveva suo figlio addormentato in braccio, altrimenti…
Abbassò lo sguardo su Tommaso e provò quella fitta di ansia, gioia e paura a cui era ormai si stava abituando.
Che fosse… amore?
«Te lo chiedo per te, testona» mormorò «Certo che voglio Tommi. Ma voglio anche te»
«Ben, se pensi di intraprendere una qualunque azione legale nella tua vita per la custodia di mio figlio, allora io…»
«Cosa?» lui alzò gli occhi, attonito «Ma cosa stai dicendo? Sei pazza? Dopo quello che ho fatto, pensi che io potrei mai…»
Lei si morse un labbro.
«Non lo so. Ma voglio saperlo»
«Non lo farei mai» rispose lui, arrabbiato «E il fatto che tu pensi una cosa del genere di me è davvero offensivo!»
Rebecca rifiutò di concedergli il ruolo dell’oltraggiato.
«Io sono preoccupata per lui!» ringhiò.
Tommaso si mosse nel sonno ed entrambi assunsero un’aria colpevole temendo di averlo disturbato.
«Non lo farei mai» mormorò poi Ben «Lo giuro»
«E allora cosa vuoi?»
«Tutti e due voi»
Le rivolse un’occhiata che le sciolse il cuore.
«Noi non siamo due oggetti che puoi possedere» mormorò lei, con il cuore in gola.
«Non voglio possedervi» le strinse la mano «Vorrei solo poter stare con voi»
«Cambierai idea» fece lei, triste «Te ne pentirai e ci lascerai e allora io…»
«Non cambierò idea!» Ben spostò il peso di Tommaso sul braccio e si sporse verso di lei «Perché vi amo entrambi, testona!»
 
***
Buongiorno!
E così, ci siamo: manca solo l'epilogo.
Contrariamente al trend di questa storia, vi dico già che l'epilogo sarà lungo almeno il doppio rispetto agli altri capitoli!
Detto questo, io devo scrivere mille storie. Il programma al momento comprende: il seguito de "Il principe e la strega" (11 capitoli sono pronti), "Eternity", "And the reason is you", il seguito di "Orgoglio e pregiudizio", una OS fandom Vampire academy che è pronta, un nuovo progetto sempre Vampire Academy che per il momento resta lì, così che possiate tutti leggere "Last Sacrifice" e intanto io riprendere fiato dal resto....
Sì, bene: ce la farò?
Per saperlo sapete che dovete venire a cercarmi qui:
 https://www.facebook.com/Joy10Efp
Grazie di esserci!
Buona lettura,
Joy

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: _joy