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Autore: Dragon410    08/04/2014    7 recensioni
«Così è questo che vuoi fare? Iniziare un percorso pericoloso e sconosciuto per dimenticarne un altro?»
Il silenzio calò su di loro inesorabile.
«E io, in tutto questo, quale posto occupo?» domandò lui frugando nella tasca della sua tunica.
Nihal si alzò in piedi e lasciò che il vento scompigliasse i suoi capelli blu ormai lunghi: «Con me, probabilmente.»
«Non voglio una probabilità, non me ne faccio niente. Voglio una certezza.» ribadì lui alzandosi a sua volta.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nihal, Sennar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Distesa sul tappeto d’erba ancora umido di rugiada, accarezzava la lama della sua arma. Riflessi neri andavano a disturbare i piccoli uccellini che giacevano ancora addormentati sui rami colorati di mille sfumature. Il Sole le stava scaldando il cuore come non succedeva da lungo tempo, ma si sentiva comunque spezzata a metà.
Si tirò su tenendo le mani a contatto con il terreno per catturarne l’essenza e rigenerarsi.
Era passato così poco tempo dall’uccisione del Tiranno, eppure tutto il Mondo Emerso si era ripreso con vigore; le lande campagnole avevano ritrovato la loro luce, la popolazione iniziava a tranquillizzarsi. Nonostante i seguaci del male continuassero a tentare una nuova rivolta, nessuno temeva la ricomparsa del terrore.
Dopo che la roccaforte era stata distrutta, nel cuore del popolo era ricomparsa quella sensazione di pace e amore. Non vi era più il terrore di essere depredati durante l’esposizione delle proprie bancarelle nei mercati e nessuno era più costretto a girovagare armato per assicurarsi la sopravvivenza.
Nihal però non riusciva a trovare la sua pace: era consapevole di aver combattuto, per la maggior parte del tempo, semplicemente per il gusto del sangue sulla propria arma. Per un certo periodo aveva completamente perso la via e la conoscenza interiore dei suoi obiettivi. Eppure Ido l’aveva avvertita che avrebbe dovuto fare la massima attenzione.
Uno scroscio diverso e lei era scattata in piedi con l’arma tesa e stretta a due mani.
Sennar camminava verso di lei a passo lento, con il pugnale che dondolava appeso alla cintura della sua tunica: «Nemmeno tu, come tutti gli altri, sei costretta a girare armata.»
Lei accennò un sorriso amaro e rispose la sua amata spada, l’ultimo ricordo di suo padre, nell’apposita fodera: «Solo un pazzo credere che sia davvero finita. Il Mondo Emerso è destinato a una vita di guerra.»
Sennar scosse il capo con noncuranza, poi l’afferrò per i fianchi e la sollevò in aria; era al corrente del fatto che la guerra avesse scosso pesantemente i nervi del Mezz’Elfo. Probabilmente non sarebbe più stata la stessa persona.
Lei si abbandonò a un sorriso divertito mentre il mondo vorticava intorno a lei.
Quando Sennar la rimise a terra, lei si lanciò addosso a lui facendolo cadere di schiena sul prato.
Risero insieme come non facevano da tempo.
Nihal appoggiò la testa nell’incavo del suo collo e accarezzò la sua barbetta rossa notevolmente incolta.
«Che cos’hai intenzione di fare, ora?» domandò il mago.
Lei alzò gli occhi al cielo: sapeva che dietro a quella domanda c’era molto di più. Il loro rapporto si era nettamente rafforzato, soprattutto dopo la notte passata insieme nella grotta.
«Vorrei un po’ di pace.» sentenziò cercando di rimanere sul vago.
Un’ombra oscurò il Sole: Oarf stava volando in cerchio sopra di loro, come se avesse paura di essere dimenticato.
Sennar lo scrutava cercando di rubare i suoi segreti millenari: «La pace è solo un’utopia, Nihal della Terra del Vento.»
Lei ascoltò quelle parole senza capirne il significato fino in fondo: «E tu cosa cerchi?»
Sennar rimase in silenzio per qualche secondo: sapeva di voler la felicità di quella creatura, ma non sapeva se per lei fosse lui.
«Mi piacerebbe conoscere i luoghi ancora oscuri e sconosciuti del nostro mondo.» aggiunse poi lei. Ora che l’aveva conosciuto, non si sarebbe mai allontanata dal pericolo.
«Abbiamo affrontato una guerra. Non ti piacerebbe rimanere un po’ al sicuro?»
Lei scosse il capo: «Ho troppo da dimenticare.»
«Così è questo che vuoi fare? Iniziare un percorso pericoloso e sconosciuto per dimenticarne un altro?»
Il silenzio calò su di loro inesorabile.
«E io, in tutto questo, quale posto occupo?» domandò lui frugando nella tasca della sua tunica.
Nihal si alzò in piedi e lasciò che il vento scompigliasse i suoi capelli blu ormai lunghi: «Con me, probabilmente.»
«Non voglio una probabilità, non me ne faccio niente. Voglio una certezza.» ribadì lui alzandosi a sua volta.
Lei sbuffò: «Sennar, non ho intenzione di affrontare quest’ argomento.»
«Oh certo- disse lui gesticolando- prima non volevi affrontarle per la guerra, e lo capivo. Ma ora sul Mondo Emerso vige una pace almeno apparente. Abbiamo una vita davanti e io esigo capire se desideri che io la consacri a te!»
Lei non si sentiva così nervosa da tempo: dopo che aveva perso Fen, si era permessa che non avrebbe mai più fatto l’errore d’innamorarsi.
Ma Sennar era diverso; lui la rispettava, la conosceva, ripudiava il desiderio verso altre donne. L’affiancava e la proteggeva sempre.
«Proprio perché abbiamo tutta la vita davanti non me la sento d’incatenarti in questo modo.»
A Sennar si gelò il sangue nelle vene. Non credeva possibile il poter essere rifiutato in quel modo. Fece un passo indietro.
«Sennar, tu sai quello che provo per te…»
«No Nihal, non lo so perché per tutto questo tempo tu non hai fatto altro che scappare!» urlò furioso e uno stormo di uccellini volò lontano.
«Sai quello che ho passato, Sennar.»
Lui si spazientì completamente ed estrasse dalla tasca un anello fatto dello stesso materiale della spada: «Volevo chiederti di sposarmi, ma a quanto pare mi sbagliavo.» così dicendo le lanciò l’anello che Nihal afferrò al volo.
Spalancò la bocca, ma non riuscì a proferire parola. Odiava litigare con Sennar per ogni minima cosa, ma mai avrebbe che dietro ci fosse una cosa così grande.
Improvvisamente i loro ricordi più felici presero possesso della sua mente: dalla prima volta in cui si erano visti e avevano duellato alla volta in cui, esultanti, poco tempo prima, si erano abbracciati dopo la vittoria.
Pensò a quando, con un dolore disumano, aveva temuto di non poterlo vedere mai più e averlo perso per sempre.
“Questo non è forse amore?” si domandò.
Sennar si voltò dall’altra parte, in procinto di allontanarsi per sempre da lei.
Nihal infilò l’anello all’anulare della mano sinistra e osservò quella strana perfezione.
«Sennar…»
Lui si voltò: il suo sguardo era perso, deluso, abbandonato.
«Che c’è ora?»
Lei accennò un sorriso, ora davvero convinta.
«Ti sposo.» urlò con il cuore in gola.
In quel momento, Oarf planò sbattendo le ali con gioia.
  
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