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Autore: Rebbss    08/04/2014    3 recensioni
[Everlark]
[Post-Mockingjay]
Peeta e Katniss iniziano insieme un nuovo cammino, per ricostruirsi a vicenda, riscoprire la loro storia e scrivere il loro futuro.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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È tornato
Mi sveglio con un sobbalzo. La pallida luce del mattino filtra ai bordi delle persiane. Apro la finestra e controllo da dove viene il raschiare della pala. Quando lo vedo, mi blocco di colpo. –Sei tornato- dico. – Fino a ieri il dott. Aurelius non mi ha permesso di lasciare Capitol City – spiega Peeta - Tra l’altro, mi ha detto di dirti che non può far finta di curarti, devi rispondere al telefono-. Ha un bell’aspetto. Come me è magro e coperto da cicatrici e ustioni, ma i suoi occhi hanno quell’espressione confusa e tormentata. Però si acciglia lievemente mentre mi osserva. –Cosa stai facendo? -, chiedo .- Sono stato nei boschi stamattina, e ho sradicato questi, per lei. Per Prim. –Grazie-. Torno in casa mia e poco dopo  arriva Sae la Zozza. Mi prepara da mangiare, mi fa compagnia e poi torna a casa. Io rimango da sola e mi sento inadeguata, non sono come comportarmi con Peeta. Rimango tutto il giorno sdraiata in camera mia a pensare per quanto dovrò vivere in questo modo, rinchiusa in casa, senza uno scopo ben preciso. Ormai sono abituata a chiedermi che scopo ho, dopo ciò che è successo, ma credo che ora, io possa semplicemente vivere. Non esco quasi mai, tranne che per cacciare qualcosa, ma niente di che. Quando incrocio Peeta per strada ci scambio due parole, ma molto formali e sembriamo due estranei. Sì, esatto, estranei. Questa situazione fa sia ridere che piangere, ma a me semplicemente preoccupa. Non posso che pensare che io abbia sempre pensato che Peeta mi avrebbe amata sempre e incondizionatamente, e io lo abbia ferito, usandolo per un mio capriccio contro gli Hunger Games. Però almeno, 23 bambini non verranno portati alla morte ogni anno. Oggi Peeta e Haymitch verranno a cena da me. Io non la trovo tanto importante, ma Sae vuole che mi conci presentabile, quindi accetto, un po’ di malavoglia. Durante il pasto nessuno parla, tranne qualche piccolo tentativo di Haymitch o di Sae di iniziare una conversazione. Ma non fila. Peeta mi squadra, e io lo lascio fare. Anch’io a volte lo controllo di sottecchi. Poi la serata finisce così, e nei mesi che seguono nello sguardo di Peeta la solita espressione di confusione negli occhi di Peeta viene sostituita da uno guardo sveglio e vigile, è un buon passo avanti. Pian piano riusciamo a non parlarci più sempre pronti a scappare via dall’altro, e io mi fido un pochino di più del ragazzo del pane. Ma gli incubi ci sono sempre e capisco cosa intendeva Johanna quando diceva che lei riconosceva le urla di Peeta e lui le sue. Spesso sento dei tonfi preoccupanti, o comunque della finestra vedo il suo riflesso che vaga per la stanza tormentato, o che tira pugni a destra e a manca per calmare il mostro dentro di se. Non la pagherai mai abbastanza cara Snow. Mai!
Mi sveglio dopo una nottata orribile. Sarà mezzogiorno passato, infatti scendo e vedo Sae. Purtroppo mi saluta, poi scappa subito. –Vado dal tuo mentore a pulire un po’-. Appena chiude la porta con dolcezza io non resisto e quasi non credo a quello che sto facendo. Mi alzo e esco dalla porta di casa, vedendo le finestre della casa di Haymitch chiuse decido di stare più tranquilla e busso alla casa di Peeta. Sento un sussulto, una corsa e poi viene ad aprirmi un Peeta stanchissimo, con delle occhiaie scurissime e ci impiega un po’ a realizzare chi sono. –Ciao-, abbozzo, guardando per terra. Lui sussulta e tenta di chiudermi la porta davanti.- Mi fai entrare? - sussurro. Senza parlare apre la porta e mi fa passare. Poi la chiude solamente con la maniglia. –Perché?- domando. –Puoi scappare più facilmente- risponde, abbozzando un sorriso dispiaciuto, guardando verso la porta. –Ma io non scappo-. Si rattrista e lo obbligo a mangiare. Qualcosa scatta dentro di lui e sospira–Ti ricordi quel gioco a Capitol City? Quello vero o falso?- -Certo. E sono sicura che ti aiuterebbe ad uscire con calma da questa crisi situazione-. Lo controllo. Tutto regolare. –Nella prima arena, quando ero malato, è vero che hai tentato di uccidermi, dandomi delle medicine avvelenate?- Ma da dove l’ha tirata fuori questa? –Falso!- rispondo meravigliata. Tentenna. –Dimmi tutto. Sono forte-. Sospira.-Nella seconda arena mi hai lanciato contro il campo di forza per uccidermi. Vero o falso?-. Questo è troppo. Ma devo restare calma. –Falso. Stavo per fermarti, ma non ho fatto in tempo. Ti ha rianimato Finnick.- La mia voce si spezza sull’ultima parola. Finnick. Le lacrime vogliono uscire, Peeta mi guarda e involontariamente gli tendo la mano. Non faccio in tempo a rendermi conto di quello che ho fatto che lui me la chiude fra le sue e mi guarda negli occhi. Abbasso lo sguardo e il sangue mi colora le guance di porpora. Per un momento, dopo queste domande sembra proprio il mio vero Peeta. Riesco a trovare la forza per parlare. –Grazie-. Un sussurro. Piccolissimo. Ma lui sente e sorride. È un sorriso vero, non tirato, bellissimo. Continuiamo poi questo gioco fino a sera. Io non voglio andare a dormire, ho paura degli incubi, ma è troppo chiedere a Peeta se può dormire con me. –A domani- mi congeda.-A domani- sorrido. Sono un po' delusa, mi aspettavo un saluto più, dolce o restare a dormire da lui. Ma forse è troppo. Resto un po’ davanti a casa mia, quando entro mi accorgo che non ho mangiato, quindi vedo cosa mi ha lasciato Sae. Mi faccio poi una doccia, devo riflettere su quelle orribili domande di Peeta. Mi addormento dopo un’ora, ma presto vengo svegliata da un tonfo orribile. – Peeta - indovino, la sua luce è accesa mentre io sono qua spaventata. Mi alzo di fretta, metto la vestaglia e le pantofole, dopo di che corro verso casa sua. Accostata alla porta sento un respiro ansimante che si avvicina – Katniss … -  Mi ha scoperto … penso, ma … - Sì, Katniss, ti ho già parlato. Ho sentito i vostri saluti. E lo so perché l’hai mandata via. Ma non ti permetto di alzare la cornetta di quello stupido telefono. MI HAI SENTITO?-  C’è un accento di rammarico nella voce che risponde ad Haymitch – Ma è per lei … - sussurra – Io sono un mostro è per quello che lo invitata ad andare a dormire a casa sua. Non sono … adatto per lei. Deve andare con lui al due.  Per forza. Non me lo perdonerei mai se dovessi farle del male. Lei … lei … io …- Cosa? Cosa? Al distretto due con chi? Ma non riesco a dare risposta a ciò, perché Haymitch spalanca la porta. Molto probabilmente sapeva che ero lì. – Allora ragazza in fiamme? Tu vuoi andare al due con il cacciatore?-. Rifletto. No, non voglio. Voglio riportare alla normalità il ragazzo del pane, magari poi si, così che  avrà una vita felice. Ma qualcosa mi dice che è meglio se non dico tutto ciò che ho pensato, lo turberebbe. Così … – No. Voglio farti tornare normale, Peeta - Lui si rattristisce, mentre Haymitch è compiaciuto. – Fai a farti una doccia Peeta, puzzi un po’. Poi magari andiamo a dormire- dice il nostro ex-mentore. Quando , stanchissimo, Peeta arriva nel bagno Haymitch chiude la porta e ci sediamo fuori. – Sai ghiandaia, lui voleva spedirti al due. Aveva paura di farti male. Per lo stesso motivo non ti ha permesso di dormire con lui stanotte. Non hai visto come ti ha cacciato via? Sembra un po’ immaturo, ma è da mesi che è tornato. Se vuoi vi controllo, così se vedo che ti fa male, intervengo io. Credeva che con Gale questi problemi non li avresti mai avuti. Ma secondo me … possiamo riuscirgli a tirare fuori il vecchio ragazzo del pane, che amava Katniss alla follia. Anzi ... non è nascosto neanche molto in fondo. Per volere queste cose e pensare così per il futuro di qualcun altro.- Il suo sguardo, prima posato sulla strada illuminata dalla Luna si posa su di me, visibilmente sbalordita e speranzosa. È vero. Per volermi così tanto bene per permettermi di non vedermi mai più e non perdonarsi nel caso mi dovesse far male ... vuol dire che c’è amore. Ancora da maturare bene, dopo tutto. Come un fiore, che prima di sbocciare è un piccolo seme, che ha bisogno di cura amore e dedizione. Ma tutto ciò lo scopriremo nel nostro cammino verso la normalità.     

Ciao! è la mia prima fanfiction, se la leggete mettete qualche recensione, grazie mille (apprezzatissime anche quelle negative, per favore consigli.) Alla prossima!
  
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