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Autore: aki_penn    10/07/2008    3 recensioni
Lei lo avrebbe scritto in rosa e riempito di strass... Lei ha quasi tutto e quel poco che non ha lo vuole,lui la odia perche' e' una stronza viziata bastarda, lei a malapena sa che lui esiste. "Io voglio quel cane e avrò quello stramaledettissimo cane!" che poi il padrone non sia d'accordo non e' certo un problema per lei... ma e' poi così bello avere tutto? forse il cane di lui non e' l'unica cosa che le manca... "voglio tutto"
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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*°o0 Viziatissima 0o°*

 

Prologo:

 

Viziatissima. Lei lo avrebbe scritto in rosa shocking e strass e poi l’avrebbe riempito di paillettes.  

Rohini Anderson. Nome indiano pescato su wikipedia da sua madre prima che lei nascesse. Non ha mai saputo neanche qual’era il significato, e andava in giro dicendo di averlo scelto dopo il suo lungo viaggio in India. Lei? Lei non si e’ mai chiesta di cosa trattasse il suo nome. Più falso e pacchiano del nome di una marca di scarpe.

Anderson, un cognome squisitamente anonimo, e che a Green Street e’ sinonimo di enorme potere.

Green Street , la Hollywood dei ricchi sconosciuti.

E così quella che si alza dal divano ricamato con fili dorati e lancia il telecomando per terra perché in televisione non c’e’ niente e’ Rohini Anderson. La figlia dell’impero economico.

 

Rohini si alzò dal divano con stizza scaraventando il telecomando sul tappeto pregiato ed andandosi ad infilare le chanel rosa antico poco più in là.

Leon? Mi hai comprato le sigarette?”sbraitò rabbiosa come se non aspettasse altro che una buona scusa per arrabbiarsi.

“Signorina…lo sa che i suoi genitori…” cominciò incerto Leon, un ragazzo biondo e alto col pizzetto e gli occhiali, che nonostante il caldo se ne stava senza batter ciglio sempre e comunque nel suo smoking,- probabilmente con quel vestito ci dormiva e ci faceva pure la doccia-.

“LEON! TI HO GIÀ DETTO CHE NON ME NE FREGA NIENTE DI QUELLO CHE DICONO I MIEI GENITORI,SE IO TI DICO CHE MI DEVI COMPRARE LE SIGARETTE , TU MI DEVI COMPRERE LE SIGARETTE LEON!!” sbraitò Rohini gesticolando come una pazza. “…e se hai paura che per questo mio padre possa licenziarti, sappi che posso farlo anche io.. non ci metterei molto a inventarmi una scusa. E poi papà  crede solo a me!” continuò canzonatoria. Leon sospirò, l’unico motivo per cui sopportava quella streghetta era che lo pagavano fior di quartini, non capiva come persone che non venivano pagate potessero frequentarla di loro spontanea volontà. Probabilmente era una forma di masochismo. Sta di fatto che la ragazza prese la porta diretta al giardino, e il povero malcapitato non poté far altro che seguirla docilmente mentre lei elencava tutte le cose che doveva fare quel pomeriggio. “…e poi dobbiamo andare in quel nuovo negozio italiano che hanno aperto in centro …mi ascolti Leon? Lo hai detto ad Albert che non siamo qui a perder tempo?e che mi deve portare a fare shopping? ” fece lei con fare arrogante voltandosi verso Leon dietro di lei che la seguiva a qualche passo di distanza come dovuto.

“Non mi aveva ancora detto quali erano i suoi piani signorina, non ho avuto modo di avvisarlo; credevo che sarebbe rimasta a casa a guardare la televisione”

“Ti sembra che possa rimanere a casa a guardare quello schifo? Non c’e’ niente da vedere, possono piacere solo alla tua stupida madre quelle cavolo di soap opere spagnole.”

Leon strinse i denti ma non fiatò, era per lavoro era solo per lavoro. Non era una bella idea staccarle la testa a morsi. Avrebbe di sicuro perso l’impiego anche se fatto un grande favore all’inera umanità. 

Rohini continuò imperterrita la sua passeggiata tra gli immensi giardini di casa, che volevano la forza lavoro di decine di giardinieri, come tutto del resto, in casa Anderson.

 Avanzava con andatura ondeggiante muovendo i fianchi, sui suoi tacchi vertiginosi. Non era tanto alta, le gambe erano corte ed esili, lo stesso non si poteva dire del sedere, che era piuttosto pronunciato, di seno ce ne era poco, e i capelli erano lunghi fino quasi alla vita. Originariamente castani scuro, ma schiariti in un biondo chiarissimo, e schifosamente tinto, che lasciava intravedere in qua e in là qualche venatura scura. La frangia era compatta, e le copriva la fronte non troppo alta del viso tondo. Gli occhi sempre truccati con una spessa linea nera e coperti da occhiali costosissimi, erano color nocciola. Nell’insieme, non si poteva definire una modella, ma non era malissimo.

La regina dell’impero economico si piantò ad un tratto nel bel mezzo del vialetto  sterrato e per poco il povero Leon non le finì contro. Per sua fortuna si fermò prima di finirle in groppa, cosa che gli sarebbe cosata molto cara.

“Ehi tu! schiavo! Quel cespuglio lo voglio più tondo!” fece con aria indifferente e tirando dritto subito dopo seguita a ruota dal malcapitato Leon, mentre un ragazzetto che aveva a occhio e croce diciassette anni, come lei, si voltava a guardarla.

Non era troppo alto, e se ne stava a petto nudo sotto al sole, a potare un alberello per farlo tondo. La squadrò mentre andava via. Aveva un fisico asciutto e i capelli corvini, gli occhi erano di un blu intensissimo, e il naso dritto, con una spruzzata di lentiggini sotto agli occhi.

La guardava con la bocca ad “O” e gli occhi sbarrati. Andre’ Wiseman, madre francese e padre statunitense, si era trasferito in quella cittadina da poco, e aveva trovato un lavoretto da giardiniere.

Fu solo una poderosa manata di un uomo con la pelle color cioccolato a riportarlo alla realtà. Andre’ sobbalzò e si voltò verso l’amico ancora con espressione sconvolta.

L’uomo, sulla sessantina, ma non ancora piegato dai malanni dell’età’ ridacchiò “Tranquillo Andre’… quella e’ Rohini Anderson, la figlia dell’impero. Ti conviene non farla arrabbiare se non vuoi che salti qualche testa!” spiegò scherzoso.

Ehh!!!???” strepiò il ragazzo allarmato facendo voltare tutti i giardinieri.

L’uomo color cioccolato rise di gusto. “Era una battuta, siamo nel 21° secolo”

“Non si sa mai, che magari qualcuno non se ne sia accorto!” sentenziò lui risentito.

 

Ed ecco la nuova cavolata partorita dalla mia mente (oddio! Immaginatevi una mente che partorisce! Bleah!). comunque l’ho inventata mentre in ufficio facevo le fotocopie, quindi non credo sia qualcosa di particolarmente inelleuale! Beh, nel caso vi piacesse mi farebbe piacere che me lo faceste sapere, perché nel caso opposto magari non vale nemmeno la pena di continuare a scriverla, dato che ho già due storie all’attivo, comunque aspetto i vostri pareri… ciao ciao

 

Baci♥♥Aki_Penn

 

 

 

 

   
 
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