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Autore: PoisonLello    08/04/2014    3 recensioni
Steven, un ragazzo di quindici anni, uno di quei ragazzi gracili e inoffensivi riuscirà a sconfiggere le sue paure per salvare sua sorella Nathalie e se stesso da un male antico che pretende vendetta? E' il mio primo testo perciò spero vi piaccia! ;)
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-WELCOME to SILENT HILL- Certo, non era stata proprio una bella idea. Il coraggio, la spavalderia che li avevano animati durante le discussioni, erano culminate in un'avventura da brivido. E ora eccoli lì, al buio, a vagare nella vecchia e diroccata cittadina di Silent Hill nel West Virginia, un luogo tetro in cui nessuno mette più piede da ormai trent'anni. “Non credo sia una bella idea!” disse Steven con voce tremolante di fronte al cartello “WELCOME to SILENT HILL” situato sul ciglio della strada ai confini della città; era così malridotto che poteva cadere a pezzi alla prima folata di vento. Steven era un ragazzo di quindici anni, uno di quei ragazzi gracili e inoffensivi che ogni giorno combattono con i bulli della scuola; aveva due occhi neri come la pece, spenti e freddi, che non lasciavano intravedere alcuna emozione e che sembravano spalancati nel vuoto più totale. Lui e sua sorella Nathalie erano molto legati, soprattutto dopo che i loro genitori erano morti a causa di un incidente stradale tra la settantaseiesima e la settantanovesima strada che solitamente percorrevano per tornare a casa. Nathalie, appena diciassettenne, dovette occuparsi del fratello minore come una madre. Si era da poco fidanzata con James, diciottenne, considerato il “più figo” della scuola dalle pettegole che gli giravano intorno ogni giorno e gli facevano complimenti a non finire. Steven non capiva mai cosa Nathalie trovasse di bello in James. Lo odiava, era geloso di sua sorella e non voleva che lei stesse insieme a un ragazzo stolto come James. “Muoviti! Smetti di fare la femminuccia!” contestò James con voce aspra. “Siamo venuti qui per divertirci un po', perciò non rovinare tutto!” “Avanti, Stev, non c'è d'aver paura! E' da trent'anni che è completamente disabitata!” disse Nathalie convincendo il fratello. I tre continuarono a camminare lungo la strada dissestata, mentre una nebbia fitta calava davanti ai loro occhi. Arrivati vicino alla piccola cittadina, comparvero le prime case: alcune erano crollate mentre altre avevano un'aria spettrale, con le finestre rotte o sigillate da tavole di legno inchiodate ai bordi, l'edera che copriva gran parte delle pareti e i piccoli giardini pieni di erbacce aggrovigliate. Continuando per la strada, si presentavano davanti ai loro occhi il vecchio ospedale e la chiesetta decadente, dietro la quale c'era il raccapricciante cimitero. “Ehi, facciamo un giro!” disse James con un risolino. “Io lì non ci vengo neanche morto!” rispose Steven scuotendo la testa freneticamente. “Che ti ho detto prima? Smetti di fare il fifone!” gli si avvicinò James quasi per minacciarlo. “Lascialo stare James! Andiamo da qualche altra parte!” intervenne Nathalie. Percorsi altri duecento metri dalla chiesa, si fermarono. Il passo era ostruito da un palazzo crollato e degli alberi caduti. “Perfetto! Ora dobbiamo tornare indietro!” borbottò James. All'improvviso si udì uno strano rumore che mise tutti in allarme. “Cos'è stato?” disse Nathalie un po' impaurita. “Lì! Si è mosso qualcosa!” urlò terrorizzato Steven. I peli del corpo gli si rizzarono dalla paura. “Dove?” disse Nathalie girando la testa in varie direzioni. “Lì! In quella casa! Alla finestra c'era qualcuno!” disse con un filo di voce, indicando una casa con la porta d'ingresso mezza aperta e le finestre in frantumi. “Non c'è niente, Steven! Smetti di cercare di spaventarci oppure... Un altro rumore interruppe James. Una figura scura comparve alla finestra accanto a quella che aveva indicato Steven. Era coperta da un abito nero-trasparente strappato in molti punti, con la testa chinata verso il basso coperta da folti capelli neri, le braccia erano scoperte e presentavano numerose bruciature e ferite sanguinanti. Di colpo la figura alzò la testa, con lo sguardo fisso su di loro e urlò. Il volto era anch'esso martoriato da molte ferite, gli occhi erano bianchi, senza pupille, e la bocca era intrisa di sangue. “Oh mio Dio!” disse quasi in un bisbiglio Nathalie. “Scappiamo presto!” gridò James. “Correte, veloci, veloci!” Nella corsa sfrenata James si girò e vide che quell'essere si era come teletrasportato sulla strada e gli parve che stesse ridendo. “Fermi!” urlò agli altri due. “E' uno stupido scherzo secondo me!” “Cosa fai, scappa!” urlò Nathalie voltandosi verso James. James non ascoltò neppure cosa gli aveva detto e si diresse verso quella figura spaventosa, che anch'essa gli andò incontro ridendo. A pochi metri di distanza il diciottenne, sicuro di sé, si mise a correre per atterrare lo stupido ragazzino che si era mascherato per fargli uno scherzo di cattivo gusto, ma quando fu a circa un metro di distanza, la creatura sguainò una lunga e tagliente lama che gli si conficcò nello stomaco. Fu un attimo, James guardò il volto di quell'essere e gli urlò con tutto il fiato a sua disposizione: “Chi sei? Cosa vuoi da noi?” “Sono Sally e sarò il vostro peggiore incubo!” gridò quell'entità diabolica con un sorriso sulle labbra. Strappò via la lama dallo stomaco del ragazzo, che si inginocchiò a terra sanguinante, prese con una mano la sua testa e con l'altra che teneva la lama, lo decapitò. Il corpo di James cadde a terra esanime, la testa con gli occhi aperti sul vuoto più totale, ancora appesa alla mano di quel mostro. “James! James!” gridò piangendo Nathalie. “No! No! James!” Sally iniziò a camminare verso gli altri due ragazzi. “Sta venendo qui! Muoviti Nathalie!” le urlò Steven. Ma lei non si mosse, era impietrita e sconvolta davanti alla scena a cui aveva appena assistito. “Ucciderà anche noi se non ci muoviamo!” le urlò ancora più forte. “Ok!” disse lei piangendo. Corsero verso il luogo in cui erano arrivati con tutta la forza a loro disposizione, ma davanti alla chiesa Nathalie inciampò su una buca della strada e storse una caviglia; non poteva correre in quelle condizioni. Il fratello la fece aggrappare a lui e si diresse verso l'ingresso della chiesa. Arrivato di fronte al grande portone, cercò di aprirlo in tutti i modi. “E' chiuso, dannazione!” disse. “Sbrigati, sta arrivando!” lo incitò la sorella. Il ragazzo rinunciando alla possibilità di aprire quel portone si diresse con Nathalie nella parte posteriore della chiesa, ma non c'era nessuna porta. “Dove siete? Non voglio farvi del male! Voglio solo divertirmi con voi!” disse dolcemente Sally mentre si avvicinava alla chiesa. “Dobbiamo andarcene da qui!” disse sottovoce Nathalie. “Come facciamo se lei è davanti alla chiesa? Ci impedisce di passare da dove siamo venuti!” replicò Steven. “Dobbiamo passare per il cimitero, non c'è altra via di fuga!” rispose lei. “Ok”. Steven e la sorella corsero nel cimitero. Tra le vecchie lapidi si ergeva una piccola cappella dall'aspetto orribile, con grandi ragnatele che la avvolgevano e due statue demoniache ai lati. Non sapendo dove andare, andarono a rifugiarsi in quel luogo angusto ed entrando scoprirono che all'interno c'erano delle scale che portavano sottoterra. Una torcia ad olio pendeva da una parete. “Ho ancora l'accendino di James” disse Nathalie. Nathalie tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni l'accendino. Steven lo prese, accese la torcia e si inoltrò nelle scale buie insieme alla sorella. In fondo alle scale notarono una grande ciotola di granito piena di olio, le diedero fuoco e, all'improvviso, un intero cerchio di fuoco arse ai margini della stanza circolare. Al centro della stanza era situata una tomba, anch'essa di granito, che presentava una stele con su scritto il nome del defunto: “Sally Moore, morta per cause ancora inspiegabili”. Leggendo la stele un brivido di terrore percorse il corpo dei due ragazzi. Sopra la tomba un vecchio libro impolverato catturò lo sguardo di Steven che lo aprì e ne lesse delle parole scritte col sangue: “Per resuscitare un'anima dannata sarà necessario il sacrificio di un giovane uomo e una giovane donna tramite il sacro rituale pentacolare”. Un tonfo risuonò nella stanza, era la porta che si chiudeva alle loro spalle, le fiamme, unica fonte di luce, si spensero e i due fratelli rimasero al buio per pochi secondi, quando, all'improvviso, qualcosa li colpì violentemente alla testa ed entrambi svennero istantaneamente. Quando rinvennero si resero conto di essere legati con delle catene al pavimento di una stanza misteriosa e illuminate da poche candele. Inoltre, sul pavimento, erano presenti dei piccoli solchi che formavano un pentacolo. “Non spaventatevi! Sentirete solo un po' di dolore e passerà subito!” li confortò Sally con voce soave. “Ti prego non farlo! Prendi me, non lei!” le imprecò Steven in lacrime. “Oh! Il giovinotto vuol fare l'eroe! Mi dispiace per voi ma dovrete morire entrambi per completare il rituale! Ahahahah!" sghignazzò Sally. Prese il coltellaccio con cui aveva decapitato James e lo piantò dritto nel cuore del giovane. “No! Sei un mostro!” urlò Nathalie. Sally estrasse la lama dal corpo di Steven e il suo sangue fluì nei piccoli solchi del pavimento e riempiendo il cerchio del pentacolo. “E ora la giovane donna!” “Non toccarmi! No! No!” si dimenò Nathalie. “Su via, non fare capricci!” la consolò Sally. Accarezzò i capelli della ragazza e la guardò dritta negli occhi per poi trafiggerla con la lama già intrisa di sangue fresco. Anche il suo sangue fluì nei solchi del pavimento e ne riempì la stella al centro del pentacolo. “Sì! Il rituale è completo!” gioì acidamente quell'essere demoniaco. Una coltre nera spazzò via la nebbia e coprì ogni cosa. Sally e le tenebre erano di nuovo libere.
  
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