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Autore: Hypnotic Poison    09/04/2014    2 recensioni
Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Mina-Quiche 3-chapters long.
Anche a distanza di anni tra una visita e l'altra, e nonostante le migliaia di chilometri che la separavano dalla sua vera residenza, Parigi profumava di casa. [...] Mina lo guardò ancora più scettica di prima: “Vuoi brindare all'amicizia, con me?”
“Sì, perché no?”
Lei si strinse nelle spalle, e bevve un sorso: “Se lo dici tu.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Mint Aizawa/Mina
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pas de trois








L'aria di Parigi aveva sempre avuto, per lei, un odore particolare. Anche a distanza di anni tra una visita e l'altra, e nonostante le migliaia di chilometri che la separavano dalla sua vera residenza, Parigi profumava di casa.

Mina rabbrividì e chiuse la finestra del salotto del suo appartamento, quello che da anni la accoglieva tra le rosee braccia della capitale francese. Era davvero tanto tempo che non si sentiva così leggera.

Si affrettò verso l'ingresso del suo appartamento, dove aveva lasciato la borsa di danza già pronta. Si controllò un'ultima volta lo chignon allo specchio sopra il tavolino che aveva decorato con alcune cornici e la ciotolina in cui riponeva le chiavi di casa, poi imboccò le scale a passo svelto.

Non era in ritardo, ma le piaceva arrivare in teatro prima degli altri, per godere da sola del silenzio della sala prove e del suo odore di gesso e legno.

Le piaceva stare da sola, doveva ammetterlo. Non era mai stata un granché a socializzare; sapeva muoversi in occasioni mondane, quello era certo, ma farsi degli amici non era mai stato il suo punto forte.

C'era voluta una minaccia spaziale per renderlo possibile.

Sorrise, passeggiando veloce tra le strade affollate, al pensiero di coloro che aveva lasciato in Giappone, e che avrebbe voluto vedere più spesso – anche se naturalmente non glielo diceva quasi mai, Strawberry sarebbe stata troppo assillante da sopportare.

Erano ormai tutti adulti e soddisfatti, chi più chi meno, delle loro vite e delle loro famiglie, ancora tutti legati come il primo giorno nonostante i numerosi impegni. Era infatti seriamente convinta che Ryan e Pie, così amanti della pace e della quiete, avrebbero presto avuto una crisi di nervi, visto che sapeva che si incontravano tutti a cena almeno una volta alla settimana e si vedevano comunque al Caffè quasi ogni giorno.

Proprio Pie era quello che più l'aveva stupita nel corso degli anni; si sarebbe potuto dire che sarebbe stato lui ad incontrare maggiori difficoltà nell'inserirsi a pieno ritmo nello stile di vita umano, eppure era stato tutto il contrario; Pie sembrava quasi più umano degli altri. Grazie a chissà quali inghippi orchestrati da Shirogane e da Kyle, era anche riuscito ad entrare nella loro organizzazione, e poteva così continuare il suo lavoro da scienziato senza essere disturbato, a fianco degli amici.

A volte si chiedeva se non fosse stata proprio lei quella che era cambiata di meno. Aveva mantenuto le sue abitudini, la sua tendenza ad isolarsi non per timidezza ma perché ne aveva bisogno, il distacco dal resto del mondo. In qualche modo, aveva voluto rompere con il passato più degli altri; aveva avuto il bisogno di voltare totalmente pagina, cambiare aria, e seguire solo ed esclusivamente il suo sogno.

Altri tipi di tagli con il passato inclusi.

Sospirò, ripensando per un istante a Quiche. Era tanto che non lo sentiva, e le pareva strano, ma anche rassicurante, non sentire la sua mancanza. Avevano avuto talmente tanti trascorsi, e lui era talmente onnipresente nella sua vita, che le sembrava incredibile non sapere nemmeno cosa avesse combinato in questi ultimi mesi.

La verità era che per darci un taglio netto, doveva smettere di sentirlo. Conosceva fin troppo bene i loro tira-e-molla, la loro amicizia sempre in bilico che la sfiancava fisicamente e mentalmente. Se voleva essergli davvero amica, doveva sparire per un po'.

E così aveva fatto. Aveva smesso di cercarlo, di chiamarlo, ed aveva mantenuto i dettagli sulla sua vita privata i più nascosti possibile; lui, di Adrian Loisel, non sapeva nulla.

O almeno così sperava.

Sentì un sorriso nascere mentre tirava la porta sul retro del palazzo e saliva svelta le scale fino allo spogliatoio. In realtà non si era messa in testa di iniziare una relazione, visto che in fin dei conti non stava un po' per conto suo da quando aveva diciotto anni, ma quando lui era capitato non si era certo tirata indietro. Poteva quasi definirlo il suo uomo perfetto: era un nuovo ballerino arrivato nella compagnia e che faceva anche le veci di coreografo; francese ed elegante, gentile e spiritoso, con gli occhi verdi ed i capelli castano chiaro, e totalmente umano.

Ovvio che appena le aveva chiesto di uscire, lei gli avesse risposto di sì.

Bonjour, Valerie,” salutò allegramente una ballerina canadese che come lei amava arrivare prima “Comment tu vas?”

Bien. Mi devi ancora raccontare dell'altra sera con Adrian.”

Mina arrossì dopo l'occhiolino lanciatole dall'amica: “In realtà abbiamo dovuto annullare, era arrivata sua sorella a sorpresa a salutarlo.”
“Oh che peccato,” Valerie si strinse i fiocchi delle punte “Dobbiamo anche uscire in quattro con Marcel, sono mesi che lo programmiamo, ma quei due sono sempre impegnati.”

Già,” sistemandosi lo scaldacuore azzurro, si voltò con un sorriso “Riproviamo la variazione di ieri, ti va?”


***


Cosa vuol dire, si vede con un uomo?” Quiche alzò di scatto la testa, guardando preoccupato la ragazza di fronte a lui “Da quanto?”

Strawberry fece spallucce: “Da qualche mese.”

Da qualche mese?!?” la voce dell'alieno divenne stridula “Perché io non ne so niente?”

Perché non sono affari tuoi?”

Saette potevano essere viste negli occhi dorati: “Strawberry.” ringhiò “Dimmi tutto quello che sai.”

No!” protestò la rossa “Già non avrei dovuto dirti questo. Se Mina non ha voluto dirti che ora esce con un coreografo conosciuto a Parigi, avrà i suoi motivi.”

Pensavo fossi mia amica, dopo tutti questi anni.”

Strawberry gli lanciò un'occhiataccia, sistemandosi meglio Luke, il suo secondogenito di un anno, sulle ginocchia: “Io sono tua amica, ma sono anche amica di Mina. Non iniziate a farmi scegliere le parti.”

Le orecchie a punta dell'alieno guizzarono con rabbia sotto i capelli, ed egli borbottò: “Cos'è successo al io tiferò sempre per voi due?”

Oh, andiamo, Quiche, non fare il bambino!” sbottò la rossa “Non avrei nemmeno dovuto dirtelo! Siete grandi e vaccinati ormai, siete in grado di risolvere le vostre questioni da soli.”

Quiche si alzò, inviperito, dirigendosi verso la dispensa del Caffè dove sapeva avrebbe trovato degli alcolici. Come lui lo sapesse era meglio non venisse divulgato, ma in quel momento non gli importava nemmeno che Shirogane lo venisse a sapere.

Aprì di scatto la porta, andando a passo svelto davanti alla parete che ospitava le verdure fresche; spostò la scatola delle carote ed abbassò con così tanta forza la maniglia della piccola cassetta che per un attimo temette di averla rotta. Lì, davanti a lui, gli sorrideva una bottiglia di Jack Daniels a metà.

Farò finta di non aver visto niente se tu non la tocchi.”

Ovviamente, il padrone di casa era arrivato a guastargli la festa.

Shirogane, non sono dell'umore.”

Ryan alzò gli occhi al cielo: “E quando mai lo sei? Non è difficile capire perché Mina abbia deciso di trovarsi qualcun altro.”

Quiche si voltò con rabbia: “Stai passando il limite, biondino.”

Il biondino in questione gli si avvicinò, chiudendo lo sportellino con uno scatto: “Darti all'alcolismo non risolverà i tuoi problemi.”

Oh, andiamo! Ti chiedo solo un bicchiere! Vorrei vedere te se Strawberry avesse preferito... ah, no aspetta.”

L'espressione stoica e un po' corrucciata di Shirogane lo fece sospirare.

D'accordo, niente drink. Ma sei un rompipalle, sappilo.”

So I'm told,” Ryan si chiuse anche la porta della dispensa alle spalle, premurandosi di dare anche un giro di chiave.

Quiche si appoggiò al muro: “Continuo a non pensare che tu sia la persona più adatta a dare consigli in fatto di donne.”

Non so chi ti abbia detto che io sia qui per darti consigli.”

Chi ha bisogno di consigli?” Pie fece la sua comparsa salendo le scale che portavano al laboratorio.

L'americano indicò l'alieno con il pollice: “Ha scoperto di Mina.”

Ah, ora capisco.”

Aspettate un attimo,” lo sguardo dorato passò da un uomo all'altro “Voi lo sapevate già?”

Mia moglie è Strawberry.”
“E mia moglie è Pam.”

E non vi è passato per la mente di dirmelo?”

No.” risposero entrambi in coro.

Quiche strinse i pugni: “Me la pagherete, sappiatelo. E ora vado da lei.”

NO!” gli altri si lanciarono contemporaneamente in avanti, afferrandolo per il bordo della maglietta proprio nel momento in cui si stava smaterializzando nel corridoio che portava all'appartamento francese di Mina.

Ma che cazzo...!” bofonchiò quando se li trovò addosso, ma Pie fu più svelto di lui e li rimaterializzò nel retro del Caffè.

Non puoi andare a rompere le scatole, brutto cretino!” esclamò, sbatacchiando il fratello minore che però, nuovamente, si materializzò in Francia.

Invece sì, ho il diritto di parlarle! E lasciatemi!”

Di nuovo indietro in Giappone.

Pie avvolse il collo di Quiche con un braccio, costringendolo a piegarsi in due, mentre Ryan, con la faccia verde di qualcuno che ha il mal di mare, si accasciò lentamente per terra scivolando contro il muro e borbottando maledizioni in inglese.

Si può sapere cos'è questo casino?” li raggiunse Strawberry, il piccolo Luke contro un fianco “Volete che l'intera clientela sappia cosa sapete fare?”

Quel demente di mio fratello ha cercato di andare da Mina, e noi l'abbiamo fermato prima che peggiorasse la sua situazione.”

La rossa alzò gli occhi al cielo, ma poi assunse un'espressione dispiaciuta: “Quiche, ti prego. Devi cercare di capire. Sai meglio di me com'è fatta Mina, e conosci i suoi motivi per non dirti le cose. L'ha fatto sia per te che per lei, ed è meglio così. Non risolveresti nulla marciandole in casa, la faresti solo arrabbiare. Mi dispiace. Non è stato giusto da parte nostra tenerti nascosta la cosa, ma non era nemmeno nostro compito dirtelo.”

Lo so, lo so,” Quiche scosse la testa, facendo un gesto con la mano “Avete ragione. Vado a casa, non mi aspettate per cena.”

E senza aggiungere altro, ficcò le mani in tasca ed uscì dal retro.


***


Dall'altra parte del mondo, in un altro fuso orario, erano le dieci del mattino e Mina era appena uscita dalla doccia, sfregandosi i capelli con un asciugamano. Le era sembrato di sentire degli strani rumori nel corridoio esterno, ma probabilmente era solo stata la sua immaginazione.

Guardò l'orologio, constatando che aveva ancora molto tempo per prepararsi e fare un pranzo leggero; le prove del pomeriggio erano state annullate, così era riuscita a combinare un appuntamento di shopping con un paio di amiche prima di dover tornare a casa a cambiarsi ed uscire con Adrian, con cui finalmente avrebbe avuto una delle loro cenette romantiche che non erano stati capaci di organizzare da un po' a causa degli incessanti allenamenti prima della pausa estiva.

Camminando leggera verso l'armadio, sorrise, incolpando quel piccolo brivido alle gocce che cadevano dalle punte umide.


***


Pam sentì il cellulare trillare quasi prepotentemente nella quiete del primo pomeriggio, e lo afferrò con un gesto annoiato. Il nome sul display era quello di Mina, ed era stranamente presto a Parigi perché lei le mandasse un messaggio.

Cliccò sull'icona, aspettando con una strana sensazione allo stomaco quel mezzo secondo che l'immagine allegata si caricasse, e sbarrò gli occhi quando le si presentò chiara e brillante.

Quiche, seduto sul pavimento a fare da zio paziente a Roa, l'avvertì con i suoi sensi fini trattenere leggermente il fiato, così si voltò verso di lei.

Pam? Va tutto bene?” domandò.

La modella strinse le labbra: “Direi di sì.”

Si schiarì la gola e ritornò a leggere il copione che aveva poggiato sulle ginocchia, con un'aria troppo concentrata perché potesse ingannare l'alieno.

E' successo qualcosa?” insistette “Al lavoro?”

No, è tutto sotto controllo.”

Quiche si alzò e le si avvicinò: “Si tratta di Mina, per caso?”

Uhm... no.”

Pam, non lo vinci quell'Oscar se continui così.”

La risata indecisa dell'alieno la fece sospirare. Si sarebbe rimangiata la sua azione per tutta la vita, o forse no. Ma in quel momento non poteva pensarci troppo.

Promettimi che non farai niente di strano.”

Quiche alzò un sopracciglio: “Adesso non esagerare, bellezza.”

Pam esitò un attimo, poi gli allungò il cellulare, guardandolo con apprensione.

Lui sembrava senza espressione, mentre fissava muto lo schermo del telefonino.

Quiche?” lo incitò lei dopo quasi un minuto “Dì qualcosa?”

Che... che cosa ha detto?” riuscì a borbottare lui, schiarendosi la gola.

La modella si strinse nelle spalle: “Non lo so. Mi ha mandato solo la foto, niente di più.”

Chiamala.” due iridi dorate si piantarono in quelle blu di lei “Ti prego, chiamala.”

Pam sospirò, prendendosi un attimo per riflettere. Sapeva che Quiche era ferito, e non sapeva cosa stesse passando per la testa alla sua amica. Anche lei, in fondo, voleva sapere quale fosse stata l'eventuale risposta di Mina; ed era conscia che fare ciò che l'alieno voleva l'avrebbe trattenuto dal prendere e teletrasportarsi a Parigi, con conseguenze peggiori.

D'accordo,” sospirò, allungandosi per prendere il portatile “Ma non fare rumore.”

Cliccando velocemente sui tasti, fece partire una videochiamata, e fu sorpresa dalla velocità con la quale Mina rispose; se lo stava decisamente aspettando.

Bonjour.” esclamò, e Quiche sobbalzò alla sua voce. Gli sembrava che fossero passati secoli dall'ultima volta che l'aveva sentita “Come state?”

Bene,” rispose Pam, sperando che quel “voi” si riferisse a lei e a Roa “Ho ricevuto il tuo messaggio.”

Lo so. Bello, vero?” Mina ridacchiò in un modo strano, che né l'alieno né la modella riuscirono a decifrare “Ancora non mi sembra vero.

Vuoi parlarne?”

La ballerina fece un respiro profondo: “E' successo ieri sera,” iniziò, arrotolandosi una ciocca corvina nervosamente attorno ad un dito “Siamo andati a teatro a vedere Sogno di una notte di mezza estate, poi una passeggiata lungo la Senna ed infine la proposta alla luce della Tour Eiffel. Insomma, tutto come l'avevo sempre pensato, terribilmente perfetto, e terribilmente cliché. Molto francese, insomma.”

Risero assieme, ma Pam rimase in silenzio così che l'amica potesse continuare.

Non me l'aspettavo per niente. Non credevo nemmeno che fossimo così seri. Certo, lavoriamo insieme e stiamo insieme tutti i santissimi giorni, ma non pensavo che fossimo già a questo punto. Così, gli ho detto che avrei dovuto pensarci un attimo.

Quiche alzò di scatto la testa, un briciolo di speranza che gli brillava negli occhi.

Quanto tempo gli hai chiesto?”

Tutto quello che mi serve,” la mora scosse la testa “Ci ho pensato tutta notte, in realtà, anche se mi sono addormentata presto. Lui mi ha detto di prendermi tutto il tempo che mi serve, ma comunque non credo che sarò così crudele da farlo aspettare più di due giorni.”

Ma lo ami?”

Mina sbuffò, appoggiando una guancia al pugno chiuso: “Boh. Sto bene con lui, ma non è poi così tanto tempo che ci frequentiamo. È un gran bel anello, però.”

Pam annuì, occhieggiando l'alieno dall'aria disperata che la guardava dall'altro lato della sala. “Quiche lo sa?”

La ballerina assunse un'aria nervosa: “Perché dovrebbe?

Pensavo foste amici. E mi sembra corretto nei suoi confronti, dopotutto.”

Non sono affari suoi,” replicò l'altra “Farebbe solo casino. Vorrei che non glielo dicessi, finché non avrò deciso.

Pam si strofinò la fronte, avvertendo l'inizio di un mal di testa: “D'accordo. Ci vediamo la settimana prossima?”

Mina sospirò ancora: “Momomiya è davvero insistente, comunque sì. È un po' che non torno a casa.

A presto, allora. Chiamami, se hai bisogno.”

Salutata l'amica, la modella chiuse il computer, accasciandosi contro lo schienale del divano con un sospiro.

Devo andare da lei!” esclamò Quiche, raggiungendola “L'hai visto anche tu, non lo ama, non è sicura! Devo andare da lei e convincerla a non farlo!”

Quiche, no!” la modella quasi urlò, facendolo trasalire “Già non avrei dovuto farlo. Devi lasciarla stare, non penso ti voglia vedere adesso. Devi farla decidere da sola.”

E se gli dice di sì?” mormorò lui.

Pam sospirò: “Allora devi lasciarla andare. Se davvero la ami come dici, devi fare in modo che lei sia felice.”

Quiche si lasciò cadere sul divano: “Perché vuole lui?” domandò sottovoce, con le orecchie a punta che si abbassavano “Lui non sa tutto quello che abbiamo passato, non glielo può raccontare. Lui non sa il vero motivo per cui ogni tanto ha gli incubi, o il significato della voglia sulla schiena.”

Forse è proprio per questo, Quiche,” Pam gli mise una mano sulla spalla “Forse ha bisogno di qualcuno che non le ricordi costantemente ciò che vissuto.”

Roa si avvicinò allo zio, preoccupata dal suo sguardo triste, allungandogli il suo pupazzo preferito: “Vuoi giocare, zio Quiche?”

Lui sorrise, scompigliandole i capelli: “Be', almeno una donna che non può stare senza di me c'è.”


***


Acciambellata sul divano, con una coperta di cotone bianco sulle gambe, Mina giocherellava con l'anello che teneva tra le dita. I riflessi del fuoco che bruciava nel camino scintillavano sulle facce del diamante.

Era fine maggio, ma Parigi era comunque fredda, e le era sempre piaciuto l'odore della legna ardente.

Tirò le gambe al petto, pensierosa; non era abituata a rimuginare troppo sulle cose. Le era sempre venuto facile prendere decisioni; lei era era forte e decisa, sapeva sempre ciò che voleva e non si fermava mai finché non l'avesse ottenuto.

Ma non in quel momento.

La verità era che quella decisione avrebbe influenzato il suo intero futuro; avrebbe dovuto legare la sua vita a quella di un altro in modo permanente, e non era sicura di esserne pronta. Era indipendente, lo era sempre stata, e quello era un problema che non si era mai posta.

O meglio, sì, in realtà era successo qualcosa di simile molti anni prima, ricordò, sfregandosi la fronte; non di quella portata, certo, ma comunque importante. In ogni caso, però, la reazione avuta allora non era stata poi così diversa da quella del giorno prima... che fosse un segno?

Come aveva detto a Pam, era stato tutto molto inaspettato. Troppo, per i suoi gusti. A lei le cose piacevano organizzate, pianificate, elaborate in ogni minimo dettaglio e , la proposta era stata proprio così, ma lei era stata colta alla sprovvista. E ciò non le era mai piaciuto.

Se la sua amica fosse stata lì, le avrebbe detto che forse quell'indecisione era proprio la risposta che cercava. Se Mina non era in grado di decidere in poco tempo a mente fredda, allora c'era qualcosa che non andava.

Esalò forte, spostandosi alcuni ciuffi della frangetta. Stava provando ansia e disagio, emozioni a lei quasi totalmente sconosciute. Oppure era solo spaventata da qualcosa di così grande? Le vacanze da lì a quattro giorni le sembravano una vera manna dal cielo.

Chiuse gli occhi, prendendo il bicchiere di tè verde freddo ed appoggiandoselo contro la fronte. Era stanca, agitata, e poco incline a pensare ai rapporti umani.

Il resto del mondo avrebbe potuto aspettare.






Is this how you play the game
Giving your hand away
When I'm all in and still you roll the dice
And I'm your sacrifice








Bonsoir,  miei cari. Spero vada tutto bene :) Oggi ho avuto un esame, domani ne ho un altro, ma sono tre-quattro giorni che sono abbastanza ispirata da poter scrivere tanto e quindi pubblicare. In realtà mi ero ripromessa che l'avrei fatto solo a fic terminata, ma siccome non ne sono capace ed ho già abbastanza materiale, ecco qui. Il primo capitolo di una semi-long in tre capitoli incentrata solo su Mina e Quiche. In realtà, per capirla bene, dovreste legger M&C, di cui è una spin-off... ma potete anche fare senza, prometto che avrà abbastanza senso. :) 

So che è un pairing insolito, ma se mi leggete già sapete che io li amo incondizionatamente. Quindi spero piaccia anche a voi :) Lasciatemi sapere cosa ne pensate, fate un favore a questa povera disgraziata che non dovrebbe far altro che studiare, e se avete voglia passate anche dalla pagina FB... xD

Bisou bisou, 

Hypnotic Poison











   
 
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