Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: ANormalGirl    09/04/2014    3 recensioni
Lei è una ragazza comune, introversa e chiusa in se stessa. Preferisce un paio di Converse ad un paio di tacchi. L'amore per lei non ha forma, non ha colore; lei l'amore non lo ha mai provato sulla sua pelle e crede che mai lo proverà ma lei non sa. Lei non sa che nella sua vita sta per arrivare un ragazzo che scioglierà il ghiaccio su quel cuore, che le farà scoprire chi è veramente e che la farà innamorare, ma per davvero.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi,la leggera luce del sole filtra dalle bianche tende e si diffonde per tutta la stanza illuminando qua e la gli oggetti, mostrandomi l'infinito disordine.
La sveglia sul comodino accanto a me segna le 9.00 esatte; mi giro nel letto affondando il viso nel cuscino e aspirando profondamente, lo faccio sempre prima di alzarmi, è come un rito d'iniziazione per la nuova giornata. I lunghi pantaloni grigi del pigiama scivolano verso il basso quando appoggio i piedi a terra e un brivido mi percorre lungo tutta la schiena quando sento il freddo parquet sotto ad essi. Prima di uscire dalla stanza mi raccolgo i capelli e apro la finestra per far cambiare l'aria. La casa è silenziosa; tutti stanno ancora dormendo ed io ne approfitto per fare colazione in santa pace, senza Jess che mi parla del suo perfetto fidanzato e Paris che si lamenta per l'ennesima volta dello smalto troppo poco luminoso. Quando arrivo davanti alla cucina con la coda dell'occhio vedo Jamie dormire beato in soggiorno, mi ero completamente dimenticata di lui. Dorme a pancia in su e il braccio destro penzola giù dal divano; lo guardo per qualche secondo, non sembra affatto il ragazzo spavaldo e misterioso, sembra quasi un ragazzo innocente, sembra quasi un'angelo.
Mi metto all'opera per preparare i pancake, che tanto amo e dopo diversi minuti finalmente sono pronti; sto finendo di guarnirli con lo zucchero a velo quando sento dei passi entrare in cucina.
"Guarda Jess!" esclamo girandomi con il piatto colmo di quei deliziosi pancake, ma mi accorgo che dall'altra parte del tavolo non c'è la mia migliore amica ben sì Campbell; ha gli occhi ancora semichiusi, l'aria assonata e i capelli scompigliati come la notte scorsa. 
"Tranquilla, da piccolo mi scambiavano per una femmina a causa della mia chioma" mi dice stiracchiandosi prima di aprire il frigorifero. Sorrido imbarazzata; questa volta c'è una bella luce in cucina e non faccio fatica a vederlo per cui noto perfettamente i suoi boxer neri; prendo posto e lui fa lo stesso, mi passa un bicchiere e poi mi versa del succo d'arancia.
"Non pensavo ci fossero davvero" mi dice incredulo guardando la mia creazione.
"Invece..." dico sottovoce, con un tono pieno d'imbarazzo.
"A casa, io e Jeremy, facciamo a malapena colazione. Credo che ne facciamo due all'anno" continua afferrando un pancake ed iniziando a mangiare; lo guardo fino a quando non alza il viso e mi sorride.
"Che c'è?" mi chiede con la bocca piena.
"Non mi dici come sono?" 
"Sei uno schianto anche in pigiama" sento le guance avvampare dall'imbarazzo e il battito del cuore accelerare.
"No, intendevo i pancake" rido nervosamente.
"Ah, si sono ottimi" mi risponde sorridendo ma noto che anche in quel suo sorriso si nasconde un po' d'imbarazzo.
Pochi secondi dopo in cucina fa capolino Paris; indossa un mini vestito da notte rigorosamente di seta viola, ai piedi porta un paio di pantofole intinta con il vestito e i lunghi capelli biondi cadono sulle sue spalle. Come fa ad essere perfetta in ogni momento non me lo so spiegare. Io indosso un paio di pantaloni troppo grandi per me e una canottiera di un bianco pallido invecchiato dal tempo.
"Buon giorno!" esclama allegramente; prende posto tra me e Jamie e afferra un pancake.
"Fantastico!" continua iniziando a mangiarli. Paris è quel tipo di ragazza che ci tiene molto alla sua linea, mangia in modo salutare, fa molta attività fisica per mantenere la sua bellezza e quelle poche volte che si concede un dolce mangia come se non ci fosse un domani.
"Sono davvero ottimi" mi dice Jamie pulendosi la bocca con il tovagliolo dallo zucchero a velo.
"Skye è un disastro in quasi ogni cosa: lavoro, capelli, trucco, vestiti, ragazzi... ma in questo è la migliore" interviene Paris indicando il suo piatto con la forchetta.
"Grazie" commento con un tono piuttosto irritato, la mia coinquilina fa spallucce e riprende a ingozzarsi; in cucina cala un freddo silenzio fino quando finisce di far colazione.
"Beh, vado al lavoro ora. Oh, comunque ieri notte vi ho sentito, sta notte è il mio turno" ride uscendo dalla cucina muovendo il suo sedere a destra e a sinistra.
"Ma, ieri notte..." mi guarda perplesso Jamie; mi alzo dalla sedia e comincio a lavare il mio piatto e quello di Paris.
"Non farci caso a lei, è fatta così" la giustifico iniziando a riempire il lavandino con l'acqua e il detersivo, in pochi secondi si forma uno spesso strato di bianca schiuma.
"Fatta come?" mi chiede affiancandosi a me, fa scivolare il piatto dentro all'acqua e poi si appoggia con la schiena contro il bancone senza distogliere lo sguardo me. Sono una ragazza timida e introversa; è difficile che dia confidenza alle persone che non conosco, soprattutto ai ragazzi, mi è già complicato instaurare un discorso figuriamoci se poi devo farlo con uno che è in boxer.
"A lei piace provare i ragazzi" gli spiego togliendo il tappo dal lavandino; l'acqua comincia a scorrere veloce nelle tubature formando un mulinello, afferro l'asciugamano ma Jamie fa lo stesso.
"Ti aiuto" mi dice serio iniziando ad asciugare un piatto.
"Come mai tutta questa gentilezza?" chiedo ironica incrociando le braccia al petto.
"Dovremmo convivere per due settimane e poi con le belle ragazze bisogna essere sempre gentili" sorride senza distogliere lo sguardo dall'asciugamano colorato.
"Ehi!" sento esclamare, la voce di Jessica è allegra e squillante come non lo è mai stata; è già perfettamente pettina e vestita, dietro di lei c'è Jeremy che ci saluta assonnato, anche lui è già lavato e profumato. Mi guardo, indosso ancora il pigiama per niente femminile e sexy; guardo poi Jamie che è in boxer e sorrido divertita , confronto a lui sono addirittura elegante.
"Volete dei pancake?" chiedo gentilmente indicandogli, Jess scuoto il capo.
"No, scusa. Siamo di fretta" mi spiega, mi da un veloce bacio sulla guancia e poi prende da mano il suo ragazzo.
"Jamie, fa il bravo!" gli urla il suo amico venendo trascinato fuori casa da Jessica; subito dopo davanti alla porta compare Paris con un mini abito nero, un paio scarpe con dei tacchi da capogiro,i capelli raccolti in una alta coda di cavallo e la sua inseparabile Chanel nella mano destra.
"Wow" esclama Jamie spalancando gli occhi; questa è la reazione che lei suscita nei ragazzi ogni volta che si presenta in pubblico, io non ho mai suscitato una reazione del genere e mai la susciterò.
"Chiudi la bocca, ti prego" dico disgustata alzando gli occhi al cielo, mi volto e, strappandogli da mano lo strofinaccio continuo ad asciugare l'ultimo piatto.
"Beh io vado, buona giornata" le sento dire con tono di voce profondo e sexy come solo lei sa fare. Mi volto verso il biondo che ha lo sguardo fisso sulla porta, alzo gli occhi al cielo e sospiro, è uguale a tutti gli altri.
"Che hai?" sento chiedermi da Campbell con un tono perplesso quando la porta di casa si chiude, sembra quasi come se fosse arrivato da un'altro pianeta. Non gli rispondo e vado in camera mia; la casa è vuota, a riempirla ci siamo solo noi due e la cosa mi agita un tantino, inserisco l'ipod nelle casse e metto a tutto volume la musica mentre comincio a rifare il letto, la finestra è ancora spalancata e le tende ondeggiando al leggero vento che entra in stanza.
"Allora ascolti veramente i Nirvana?" esclama Jamie appoggiandosi allo stipite della porta di camera mia con un sorriso spavaldo.
"Sei tu che non ci credevi" replico continuando a sistemare i vestiti sparsi per tutta la stanza.
"Devi andare al lavoro?" continua
"Si, come sempre" sospiro scostano la ciocca di capelli che mi cade sul viso dopo aver rimesso in ordine ogni cosa.
"Ti ci porto io" lo guardo perplessa per diversi secondi, l'agitazione comincia salire e non so se è dovuta al fatto che devo salire ancora una volta su quella dannata moto oppure al fatto che un ragazzo voglia portarmi al lavoro.
"Non voglio un no come risposta ok? Tu hai fatto i pancake" mi sorride tornando in corridoio.
Mi fiondo in bagno, faccio una doccia veloce a malapena mi trucco e indosso i miei soliti vestiti; non troppo belli, far colpo non m' importa visto che sto per circa quattro ore dietro ad una cassa con indosso uno stupido grembiule.
"Andiamo?" chiedo sistemando la borsa a tracolla mentre entro in soggiorno, trovo Jamie con indosso solo i suoi jeans neri sdraiato sul divano a fissare il soffitto.
"Si,arrivo" mi dice alzandosi e avvicinandosi a me; alzo la mano quasi come per toccargli il petto e lui si blocca guardandomi dritto negli occhi.
"La maglia" dico con un tono freddo, lui si osserva il petto e poi ridendo come uno stupido afferra la biancha maglietta che si trova sulla poltrona.
Chiudo la porta di casa e insieme a lui scendo le scale; le due signore ci salutano allegre e ci guardando fino a quando non siamo più nel loro campo visivo.
"Stavano parlando di noi?" chiede Jamie percorrendo il corto vialetto che separa la casa dalla strada.
"Parlano di tutti, è questo il punto" dico fermandomi davanti al mio incubo più grande: l' Harley Davidson nera.
"Skye?" trattiene una risata passandomi il casco; lo guardo quasi disgustata, come la prima volta e poi deglutisco.
"E' una bella giornata...perchè non facciamo..." non riesco a finire la frase che Jamie sale in sella e accende il motore che risuona per tutta la via; dei passanti dall'altra parte delle strada ci guardando ammirando la moto, anche se alcune ragazze si soffermano più su Jamie che sulla Harley.
"Non dir di più" mi allunga la mano ed io afflitta l'afferro; non so perchè continuo a dagli retta, perchè continuo ad accettare un suo pasaggio, infondo io nemmeno lo conosco. Cingo i suoi fianchi con le mani, dopo essersi assicurato che sia ben salda a lui parte a tutto gas sfrecciando come un fulmine tra le auto.
"Tutto ok?" mi chiede quando ci fermiamo ad un semaforo
"Si,tutto ok" annuisco, Jamie si volta verso di me alzando la visiera e mi sorride.
"Ok, allora andiamo" alza il peiede sinistro da terra e ridà gas alla moto riprendendo la nostra corsa quando scatta il verde.
Sento il vento sfiorare la mia pelle; le auto e tutto il resto passano accanto a noi velocemente sfuggendo alla mia vista, il sole brilla alto nel'azzurro cielo e si riflette nel casco di Jamie scaldandomi le braccia,le gambe e l'anima.
Può sembrare strano, addirittura patetico ma non mi sono mai sentita così viva.


Spazio autrice.
Salve a tutti! 
Volevo ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia, è la prima che scrivo e non so se sia buona o meno per cui se volete fatemelo sapere.
Un bacio!
  
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