Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Necrosis    09/04/2014    6 recensioni
Dal Testo:
"La cucina era un caos, come sempre.
Quello spadellava, l'altro ciarlava...
Yuki Kei iniziò a sentire qualcosa simile ad un'emicrania.
Ma nessuno aveva insegnato a questi buzzurri come ci si comporta a tavola?
Doveva procurarsi una frusta, nell'immediato futuro.
A questi serviva una buona dose di buone maniere, almeno a tavola."
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime, Yama, Yattaran, Yuki
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vita "quotidiana" dell'Arcadia '
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Eh sì, sono tornata.
Con un'altra storia malsana e folle.
E' collegata a "Il Tè della Discordia", quindi molte cose potrebbero non essere molto chiare se non la si è letta.
Probabilmente farò una serie di FF di questo tipo, ci sto prendendo gusto

-Sybilla

 

L'Arcadia e il Galateo Inesistente

 









“Questo vino è davvero buono”
Furono queste le esatte parole di Yuki Kei prima di posare di nuovo le sue labbra rosee sul boccale e bere ancora.
“Non ti farei mai bere qualcosa di scadente, mia cara”
La voce profonda di Harlock riecheggiò nella stanza, mentre era seduto dall'altra parte del tavolo.
Una lieve risata uscì dalle labbra della giovane donna.
“Tu non potresti mai darmi niente di scadente, neanche volendo”
Alzò lo sguardo verso di lui con ancora un mezzo sorriso che si spense lentamente.
Lui la stava fissando intensamente, come poche volte aveva fatto.
“Cosa c'è?”
“Niente, mi piace guardarti...tutto qui”
Yuki socchiuse appena gli occhi guardandolo.
Sì, decisamente poche volte lui l'aveva guardata in quel modo.
Le rivolgeva quello sguardo solo quando erano l'uno fra le braccia dell'altra, durante le lunghe notti di passione che i due si concedevano.
Continuò a bere, cercando di non pensare al corpo del Capitano premuto contro il suo.
Non poteva farsi viaggi mentali perversi in quel momento, con lui davanti che la guardava.
Si sarebbe accorto di tutto, come sempre, e l'avrebbe fatta morire di imbarazzo.
Le guance di Kei divennero paonazze, un po' per l'alcol e un po' a causa dello sguardo fisso di Harlock.
Improvvisamente si alzò, tenendo ancora il bicchiere e si avvicinò a lui.
“Cosa vuoi fare?”
“Sshh”
Si posizionò seduta su di lui per potergli stare comodamente in braccio e poter incastrare il suo viso sotto il mento del suo adorato Capitano.
“Adesso va meglio”
Harlock la cinse delicatamente con un braccio, per tenerla più salda contro di lui.
Le versò altro vino nel bicchiere che andava svuotandosi e posò lievemente il capo sopra quello di Yuki.
La osservò prendere un altro sorso dal bicchiere.
Ma stavolta, con sua enorme sorpresa, invece di dissetarsene posò le sue labbra sulle sue,invitandolo con la punta della lingua a dischiuderle.
Il vino che lei gli passò in quel bacio sembrò più dolce che mai e plasmò le loro bocche.
Una piccola goccia le stava scendendo sul mento e lui la raccolse leccandola via delicatamente.
Kei sorrise con l'entusiasmo di una bambina.
Amava il fatto che sapesse stare al gioco e accontentasse le sue voglie.
Era la prova che l'uomo che aveva guardato da lontano per tanto tempo era vivo.
Era vivo ed era suo.
L'unico a cui aveva permesso di avere il suo cuore, ed infine anche il suo corpo.
Posò il bicchiere e si strinse meglio contro il petto del suo Capitano.
Sentiva il suo cuore battere calmo dentro la gabbia toracica e il suo respirare serenamente.
La punta del naso di Harlock si posò fra i capelli di Yuki, assaporandone l'odore e la morbidezza.
Era davvero una fortuna che la tuta di Yuki fosse alta.
In questo modo non doveva preoccuparsi dei segni dei morsi e dei succhiotti che lui le lasciava.
Non che per lui la situazione fosse diversa.
La sua schiena era perennemente solcata dai segni delle unghie della sua donna e il suo petto era cosparso di morsi.
Erano due persone passionali e non avevano alcuna intenzione di trattenersi.
Yuki aveva ricominciato a bere e sussultò quando lui le morse lievemente una guancia.
“Ahia”
Lo sentì soffocare una risata, così alzò il volto verso di lui e lo fulminò con lo sguardo.
“Tornando al discorso di prima in cucina...”
“mh”
“Mi dispiace di averti dato l'impressione che ti trascurassi, perché i-”
Kei lo zittì velocemente con un bacio, accarezzandogli lievemente la cicatrice che gli solcava il volto.
“E' tutto passato, non importa più”
Stavano per baciarsi nuovamente, quando Harlock notò con la coda dell'occhio la porta aprirsi e istintivamente spinse giù dalle proprie ginocchia Yuki, facendole battere una poderosa sederata per terra.
Una furente Kei si alzò di scatto massaggiandosi il posteriore dolorante dalla caduta.
“Ma che accidenti f- ?!?”
“Ciao, MEEME.”
Lei si voltò, notando solamente in quel momento l'aliena che stava entrando leggiadra col suo solito strumento a corde fra le mani.
Meno male che lui l'aveva avvertita, altrimenti avrebbe iniziato ad inveirgli contro, sclerando con discorsi riguardanti Cavalleria, Eleganza e soprattutto sul livido che sicuramente si sarebbe andato a formare sul suo sedere dopo quella botta.
“Ho forse interrotto qualcosa?”
Meeme non sembrava essersi accorta di niente, tanto meglio.
“No, figurati. Yuki è soltanto scivolata e non me ne sorprendo visti i tacchi che indossa”
Uno sguardo fiammeggiante della donna bastò a zittirlo e ad intimargli di non andare avanti con quella patetica scusa.
Meeme li osservò tranquillamente, poi come se niente fosse iniziò a suonare una lieve melodia.
“Io...vado a cena” si congedò Yuki uscendo di fretta.

Tling tling tling

Harlock guardò di traverso Meeme che suonava.
E maledisse il giorno in cui non le insegnò a bussare prima di entrare.

 

La cucina era un caos, come sempre.
Quello spadellava, l'altro ciarlava...
Yuki Kei iniziò a sentire qualcosa simile ad un'emicrania.
Ma nessuno aveva insegnato a questi buzzurri come ci si comporta a tavola?
Doveva procurarsi una frusta, nell'immediato futuro.
A questi serviva una buona dose di buone maniere, almeno a tavola.
Sbuffò, stravaccandosi sulla sedia in attesa che la cena fosse servita.
“Strega, hai provato ad avvelenarmi!”
La voce di Yattaran le risultò più odiosa del solito.
“Oh ma stai zitto, che ti serva di lezione. Così impari a toccare le cose che non sono tue”
Il Nano le fece una linguaccia e lei ebbe, più del solito, la voglia di strappargliela a mani nude.
Fortunatamente il cibo arrivò velocemente e i suoi propositi omicidi furono rimpiazzati dal desiderio di riempirsi la pancia.
Una buona cena era proprio quel che ci voleva.
“Yattaran il tuo grido è stato spettacolare, dico davvero, mai pensato di andare a cantare l'Opera?”
Ma che voleva fare quel moccioso di Yama, scatenare una rissa proprio a cena?
“La mia ascia sta ancora aspettando il momento giusto per conficcarsi nel tuo cranio”
La bocca di Yuki si arricciò in una smorfia di disgusto: ma non riusciva ad evitare di rispondere a bocca piena?
Non era possibile.
Adesso tutto l'equipaggio stava discutendo CON LA BOCCA PIENA DURANTE LA MASTICAZIONE.
Ok l'essere pirati, ok l'essere uomini liberi e rudi... tutto quel che vuoi.
Ma che cavolo qui si stava rasentando il disgusto apocalittico.
Un Armageddon di disagio e squallore incommensurabile.
L'apoteosi dello schifo.
“ADESSO BASTA, SOTTOSPECIE DI BESTIE!”
L'urlo di Yuki e il seguente suono del poderoso cazzotto sul tavolo zittì i biascicosi e maleducati presenti che si voltarono a guardarla fra il sorpreso e lo spaventato.
“Non si può andare avanti così! Qui occorre una rieducazione!”
“Ma di cosa parli Kei, cosa vorresti mai fare?”
Un ghigno inquietante apparve sulle labbra della giovane, facendo preoccupare tutti.

 

L'Arcadia era silenziosa.
Troppo silenziosa.
Così il Capitano uscì dal suo alloggio per vedere cosa potesse mai essere accaduto al suo rumoroso equipaggio.
Sentì la voce di Yuki venire dalla cucina e decise di entrare.
La scena che gli si presentò davanti era qualcosa di impensabile:
Yuki che spiegava le regole del Galateo leggendole da un libro polveroso mentre nell'altra mano reggeva un mitra e gli altri seduti in religioso silenzio ad ascoltare a testa bassa e a mangiare quello che rimaneva del pasto.
“Capitano, ci salvi! Kei è andata fuori di testa!”
“....Naah una buona dose di educazione vi farà bene, l'Arcadia non è una nave per buzzurri”
“Ma n-”
“Buonanotte, signori”
“NO CAPITANO!NON CI LASCI QUI!”

  
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