Appena si assicurò di non poter precipitare, mi fece cenno di tacere.
Indietreggiavo senza mai scostare il mio sguardo sul suo corpo. Con le gambe toccai il materasso del letto. Mi fermai e osservai ogni sua singola azione finché non poggiò i piedi sul tappeto rosso.
“Chi cazzo sei?” Domandai impaurita.
“Non importa, sorridi.”