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Autore: Aven90    10/04/2014    0 recensioni
A come Aven, naturalmente! Questo conclude la super long che avevo in cantiere, ma niente sarà più imprevedibile di così: tutta da leggere e da commentare, conclude in bellezza questo viaggi che mi ha colpito molto anche come autore!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Usciti dalla casupola, Piccolo chiese ad alta voce, sperando che qualcuno gli rispondesse: “Ne abbiamo sconfitto uno, è vero?”

Shenron, da fuori campo, rispose: “Confermo la sua disfatta… la Sfera della Prima Stella è stata purificata. Scegliete ora il passaggio che più vi aggrada”

In effetti, il percorso si biforcava in due sentieri con in mezzo un grande prato verde. In lontananza, due casette.

“Ho un’idea per sbrigarci: Vegeta andrà a sinistra e io e Piccolo andremo a destra, ma ciascuno avrà un drago da sconfiggere”

Vegeta annuì “Sono d’accordo, ma perché io dovrei andare a sinistra e non dove cavolo mi pare?”

Goku rispose secco “Perché a destra c’è la casa con le Quattro Stelle”

“Come fai a saperlo?” chiese il padre di Trunks e Bra perplesso. Da quella distanza non era possibile scorgere il numero delle stelle di ogni casa.

“Perché ho osservato per dieci minuti buoni la disposizione delle Sfere che ho messo io stesso per i desideri, e so che la Sfera dalle Quattro stelle si trova a sinistra, la prima dopo l’opposto” rispose Goku, cercando di ricordare.

“Ho capito… quindi vuoi essere tu a purificare la Sfera di tuo nonno” concluse Vegeta. “D’accordo, te lo lascerò fare, a patto che chi incontrerò io sarà alla mia altezza, mi seccherebbe vincere troppo facilmente”

“Non sta a me decidere, ma come ti capita” disse Goku laconico, e si divisero.

Decisero di volare invece di andare a piedi, poiché risultava molto più comodo e veloce.

“Ok, io mi prendo la sfera delle tre stelle, mentre tu Goku prenderai quella da cinque” propose Piccolo. Sembravano due casette esattamente identiche, tranne forse per il numero delle stelle blu sul muro bianco.

Era straordinario come al di fuori erano gialle con la stella arancione e invece nella dimensione craata dalla fantasia del dio drago erano di tutt’altro colore.

Vegeta aveva incontrato invece la casa della Sfera a sette stelle.

“Mmmh… sette stelle… credo che sarà il più forte del lotto, no? In effetti, avere una sola stella è sinonimo di mediocrità, se non proprio essere dei vermi striscianti”, entrò con un fremito.

Nel frattempo, Piccolo non aveva paura dei vermi striscianti, così entrò con estrema flemma, spingendo delicatamente la porta di legno che si trovava davanti.

Davanti a lui un’enorme distesa polare, inframmezzata da alti cumuli di iceberg e crepacci a grande profondità. Il tutto non aiutato dal clima, molto rigido e tempestoso.

Piccolo ci era abituato, ma uno come Goku avrebbe notato la differenza di temperatura. Per fortuna, non vi era.

Non fece neanche tre passi che una spinta ventosa più forte gli fece perdere l’equilibrio e schiantarsi contro una di quelle montagne.

“Maled… costui è pericoloso!” commentò il namecciano.

“Non mi sono neanche fatto vedere e sei già a terra? Eeheheh… piacere, sono San Shenron, il custode della Sfera a Tre stelle. Inutile dire che avete avuto molta fortuna con quel presuntuoso di Li, ma con me non avrete… ehi, dove sono gli altri?” esordì la San Shenron, accortosi solo in quel momento di aver ospite solo Piccolo.

“Ci siamo divisi per eliminarvi prima” spiegò il Namecciano, togliendosi la brina dalla pelle. Era dolorosissimo.

“Maledizione, c’è più freddo che nella Stanza dello Spirito e del Tempo” pensò fra sé Piccolo. “Ma non importa, meno male che ci sono io qui. Devo dire che la fortuna sta forse girando dalla nostra parte: Shenron che ci concede di esaudire un desiderio già espresso, io che scelgo la camera più adatta… insomma, sono fiducioso del fatto che gli Inferi non la spunteranno”

“Ci state sottovalutando, eh?” riprese San Shenron. “Peggio per voi, vi elimineremo con molta serenità”

Piccolo non sapeva cosa rispondere, quindi  preferì concentrarsi su sé stesso e raccogliere le forze che sicuramente aveva.

Il Saikyou No Senshi, ovvero la Forza Nascosta Mistica risvegliata dal Sommo Kaioshin, aveva bisogno di continue cure e profondi allenamenti per continuare ad avere l’effetto originale, oltre naturalmente a grandi sforzi mentali per accrescerla. Era più incontro/scontro col proprio corpo che esercizi meramente atletici.

In ogni caso, gli bastò raccogliere la propria forza per tornare alla massima potenza.

“Sono pronto per batterti” disse Piccolo, ignorando quindi le ultime parole del drago che aveva di fronte.

“Ah, sì? Bene, non vedo l’ora!”, egli espanse la propria aura e cominciò a vorticare su sé stesso.

“Se mi tocchi, verrai congelato! Se ti tocco, verrai congelato! Mi chiedo come ne uscirai!” disse, ma Piccolo non aveva certo paura di una mossa come quella, così preparò la Chobaretsumaha e la scagliò contro, ma San Shenron, dimostrando riflessi perlomeno adatti all’avversario, si scansò all’ultimo momento e lo colpì alla schiena, poi, approfittando del fatto che Piccolo stava precipitando, si fuse col ghiaccio per poi riapparire dal terreno, sparandogli addosso un raggio energetico molto freddo, in modo da bloccarlo per sempre in un blocco impenetrabile.

“Ecco… è stato troppo facile. Mio caro Namecciano. credo che tu abbia sottovalutato un po’ troppo la sacra stirpe degli dei Draghi. Noi non siamo, come credi tu, alla mercé del primo venuto che ci raduna ed esprime il suo desiderio egoista ed egocentrico, ma abbiamo un orgoglio, un orgoglio nato da secoli di rispetto leggendario! Perciò preparati ad assaporare la nostra vendetta, rimanendo imprigionato qui per sempre!”

Piccolo uscì dal blocco con estrema naturalezza, distruggendo la caLotta senza sforzo apparente.

“Sai, ero curioso di provare cosa succedeva dentro un blocco di ghiaccio” affermò sarcasticamente “e devo dire che non mi piace per niente. Ciò che hai detto è frutto di un delirio che nemmeno io riesco a concepire. Io non vi ho creati perché vi vantiate!”

San Shenron rispose “Ci ha creato Dio, non Piccolo”

“Io sono Dio e anche il grande Mago Piccolo” ribatté il maestro di Gohan. “Eravamo un’unica entità e adesso ci siamo riuniti”

“Interessante…” fece San Shenron, anche se non lo pensava. “Resta il fatto che morirai!”

Sparì con la super velocità e fece per attaccarlo frontalmente, ma Piccolo parò il suo pugno con l’avambraccio, si abbassò di scatto e con lo stesso avambraccio lo colpì allo stomaco, per poi spedirlo lontano con un poderoso calcio destro.

Doveva dire che la portata di quel colpo era ammirevole: San Shenron distrusse una, due, tre montagne con la sua traiettoria, per poi schiantarsi su una quarta lasciandole comunque una grande crepa.

Piccolo si portò di slancio dov’era atterrato il suo avversario per sbeffeggiarlo. “Allora? Non ridi più?” chiese.

Il drago tossicchiò un po’ di sangue azzurro. “Non credere che abbia vinto… ti polverizzerò col potere del ghiaccio! Sappi che io sono un drago di ghiaccio e questo ambiente è l’ideale per me! Nessuno è mai uscito vivo da qui!”

“Solo perché non è venuto nessuno” puntualizzò con enfasi il namecciano, evitando a braccia conserte tutti i colpi che gli pervenivano.

Alla fine, il drago perse la pazienza e creò una grande sfera azzurra.

“Questa non la puoi evitare!”, la scagliò a distanza ravvicinata e come previsto il bersaglio fu colpito in pieno, e cadde a terra.

“Aahahah! Che fai, non ridi più?” lo canzonò San Shenron. “Chi la fa, l’aspetti, d’altronde!”

Scese in picchiata per distruggerlo con un pugno appesantito da un grande blocco di ghiaccio per romperlo sul povero corpo del muso verde, ma quest’ultimo, apparentemente senza danni, aprì gli occhi giusto in tempo e rotolò verso destra, per non essere colpito; e tornando in piedi e approfittando della posizione dell’avversario, rispose con una ginocchiata alla schiena che lo fece cadere a terra.

“Sei troppo scarso” disse Piccolo.

“Dici, eh? Perché non ho utilizzato tutta la potenza, finora” ribatté San Shenron, ansimante e ferito in più punti. Se davvero non avesse usato tutta la forza, non sarebbe stato così esausto come si presentava.

Piccolo rispose dunque  “Usala dunque, e poniamo fine a questa pagliacciata”

San Shenron divenne solo più grosso, purtroppo per il maestro di Gohan.

“Sei patetico… non è la dimensione che ti porterà alla vittoria… io parlavo di forza.” Osservò Piccolo, vedendo che adesso il drago era alto più di cinque metri.

“Taci! Adesso morirai schiacciato dal mio gelido furore!” urlò dall’alto  San Shenron, che cominciò a muoversi dannatamente per colpirlo, ma Piccolo era palesemente più veloce“Come colpire una mosca” disse Piccolo, schivando fra un pugno e l’altro. “Non sai mai dove potrebbe guardare né dove potrebbe andare, eppure ronza sempre attorno a te in maniera talmente fastidiosa che è frustrante non riuscire a prevedere le sue mosse!”

E in effetti, nonostante la grande potenza dei colpi, il drago azzurro non riusciva a colpirlo, mentre Piccolo schivava con leggerezza, con la stessa leggerezza dell’insetto da lui citato.

“Mi sa che è il momento di farlo fuori… sono davvero insoddisfatto di questo scontro, e fra l’altro abbiamo Gohan da salvare”

Lasciò passare un ennesimo pugno e si allontanò per inquadrarlo meglio.

“Stai forse scappando? Ti prenderò!” disse il drago, e tirando il fiato stava cercando di sicuro un potente raggio congelante che sarebbe stato difficile evitare senza conseguenze.

Così Piccolo si mise premura da solo e preparò il Makankosappo, per contrastare quel raggio furioso, che si stava preannunciando come il più gelido della storia.

“MAKANKOSAPPOOOOO!” . Il raggio a vite senza fine partì imperioso dalle due dita e respinse senza troppi sforzi il suo avversario, che impietrito come se fosse stato congelato lui non riusciva a ribaltare la situazione.

Il Makankosappo si stava avvicinando pericolosamente.

Se venisse  coinvolto, non rimarrebbe di lui un solo atomo. Conveniva scappare.

Ma qualcosa lo tratteneva;: non sapeva bene cosa, ma era sicuro che in quel momento non poteva muoversi e trarsi in salvo, osservando la vite senza fine diretta al cuore. Al suo cuore.

Il Makankosappo, il Cannone di Luce Penetrante, un colpo terribile che era in grado di perforare persino il diamante.

San Shenron non ebbe possibilità di evitarlo, oppure non aveva voluto, impietrito com’era dalla sorpresa e dalla paura.

“Troppo facile” disse Piccolo, deluso. Uscì dalla cupola e si mise a cercare Vegeta, dando fiducia quindi a Goku, che nel frattempo era già entrato nella casa della Sfera a cinque stelle.

“Sono proprio curioso…” si disse Piccolo. Voleva vedere tutti i draghi in faccia.

   
 
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