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Autore: Little_Lotte    10/04/2014    4 recensioni
Questa storia trae ispirazione dal seguito del "Fantasma",il musical "Love Never Dies"di Andrew LLoyd Webber.Ho voluto mettere per iscritto i pensieri e i rimpianti di Raoul,che rispetto al "Fantasma" assume qui un ruolo ben più sgradevole e passa dalla parte dell'antagonista: ho pensato fosse giusto,per una volta,dare al Visconte la possibilità di riscattarsi anche dopo aver mostrato il lato peggiore di sè.
[DAL TESTO:"Ho fallito più di una volta, non sono stato quell'uomo che un tempo giurai di essere per te, quel marito affettuoso e quel padre premuroso che tu e Gustave avreste meritato. Ho provato ad essere alla tua altezza, credendo – ingenuamente – di non avere nulla da temere, che un uomo del mio calibro non avrebbe avuto alcuna difficoltà nel rendere felice una fanciulla come te, ma mi sbagliavo: tu sei sempre stata troppo grande per me, troppo preziosa e irraggiungibile.
Tu con la tua musica ti elevavi da terra fino a toccare il cielo ed io restavo lì, immobile a guardarti dal basso, chiedendomi se un giorno sarei mai riuscito ad arrivare un po' più su, soltanto un po', abbastanza da riuscire almeno a sfiorarti con le dita."]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raoul De Chagny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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LEAVE THE HURT

BEHIND




Mia piccola Lotte, ti prego, perdonami.

Dovunque tu sia adesso, perdonami.

Non sono orgoglioso di ciò che ho fatto, nè di quel che sono diventato nel corso degli anni; tu meritavi di meglio, mia cara Christine, hai sempre meritato molto più di quel che sono riuscito a donarti e per qualche strana ragione, tanti anni fa, ho creduto davvero di poterti offrire tutto ciò che avevo, tutto ciò di cui realmente tu avevi bisogno.

Che sciocco sono stato, piccola Lotte.

Tu ed io eravamo perfetti insieme, o almeno lo eravamo agli occhi di tutti in teatro: attori, ballerine, impresari... per loro eravamo la perfetta rappresentazione del matrimonio ideale, la coppia idilliaca e priva di difetti alla quale chiunque potesse ispirarsi. Se solo avessero saputo, all'epoca, come sarebbero andate le cose! Chissà, forse anche noi ci saremmo comportati diversamente, forse in un modo o nell'altro saremmo riusciti ad evitare la miseria, il dolore e la disperazione che oggi ancora mi accompagnano.

Non t'incolpo per quel che è accaduto, Christine: la colpa, in fin dei conti, è solo e soltanto mia.

Non so che cosa mi sia accaduto, non so dare un nome a quel qualcosa che lentamente – nel corso negli anni – mi ha logorato l'anima fino a farmi diventare ciò che sono adesso, quest'uomo vuoto, mediocre e incapace di far fede ai propri impegni e alle proprie promesse.

So che ormai è troppo tardi, adesso che tu non sei più qui con me, ma non posso evitare di sentirmi in dovere di domandare il tuo perdono ancora una volta; forse sto solo cercando di lavarmi la coscienza o forse, come credo, il mio amore per te è ancora troppo forte per arrendersi persino di fronte alla mia miseria e alla tua morte.

Persino dopo tutto quel che è accaduto, piccola Lotte, io ti amo ancora più di ogni altra cosa al mondo.

Probabilmente non ho alcun diritto di dirlo e rischio persino di sembrare un ipocrita agli occhi e alle orecchie di chi – al contrario di me – ha sempre mostrato amore, premure e devozione nei tuoi confronti, ma non posso più celare i miei veri sentimenti, Christine, persino a costo di sembrare un bugiardo o un vigliacco per non aver dimostrato in passato l'affetto che adesso faccio troppa fatica a contenere.

Vorrei che le cose fra noi due fossero andate diversamente, vorrei che fossimo ancora quei due giovani ed ingenui innamorati di tanti anni fa, che a Parigi facevano improbabili progetti sul loro futuro assieme, noncuranti degli ostacoli e delle interperie che avrebbero potuto presentarsi lungo il loro cammino. Eravamo così pazzi, Christine... Così coraggiosamente folli ed intraprendenti, credevamo che nulla al mondo avrebbe mai potuto cambiare le cose! Che cosa darei, adesso, per essere ancora una volta quello stupido e incoscente romantico di allora... Che cosa darei per averti qui con me e poterti stringere fra le mie braccia un'ultima volta, prometterti solennemente di essere per sempre al tuo fianco e proteggerti da ogni pericolo, da ogni dolore o incertezza che avrebbe cercato di abbatterti o ferirti.

Ho fallito più di una volta, non sono stato quell'uomo che un tempo giurai di essere per te, quel marito affettuoso e quel padre premuroso che tu e Gustave avreste meritato. Ho provato ad essere alla tua altezza, credendo – ingenuamente – di non avere nulla da temere, che un uomo del mio calibro non avrebbe avuto alcuna difficoltà nel rendere felice una fanciulla come te, ma mi sbagliavo: tu sei sempre stata troppo grande per me, troppo preziosa e irraggiungibile.

Tu con la tua musica ti elevavi da terra fino a toccare il cielo ed io restavo lì, immobile a guardarti dal basso, chiedendomi se un giorno sarei mai riuscito ad arrivare un po' più su, soltanto un po', abbastanza da riuscire almeno a sfiorarti con le dita.

Non sono mai stato alla tua altezza, Christine.

Non sono mai stato quell'uomo che tu credevi di poter amare per sempre e forse, in un certo senso, è stato meglio così per entrambi. Tu avevi la tua musica, i tuoi sogni e i tuoi meravigliosi ricordi pieni di speranza che ti aiutavano ad andare avanti ed io, al contrario, scendevo sempre più in basso, fino a piombare in quella voragine a noi ormai fin troppo nota che mi ha portato a perderti per sempre.

Tu forse sarai disposta a perdonarmi, ma io non credo di poterlo fare; non del tutto, almeno.

Sai, cara Christine, non ti biasimo affatto per le tue scelte.

In un certo senso, credo di aver sempre saputo di non poter competere con lui; sapevo di non esserne all'altezza, sapevo che la sua musica ti avrebbe incatenato a lui per sempre, anche se alla fine tu ed io ci fossimo sposati.

E così è stato, mia piccola Lotte: io dormivo disteso al tuo fianco, nel nostro letto, e lui viveva nel tuo cuore e nella tua mente, continuando a cantare quell'ipnotica melodia che tanti anni fa ti aveva fatto perdutamente innamorare di lui.

Non dubito affatto dei tuoi sentimenti per me, al contrario, so bene quanto anche tu mi abbia amato e quanto ardentemente tu abbia sperato di riavere indietro il tuo vecchio Raoul, quel giovane così premuroso e innamorato che ti aveva tanto fatto palpitare il cuore, quel ragazzo che per te avrebbe fatto ogni cosa, persino rischiare un malanno per salvare dalle acque la tua sciarpa rossa. Tuttavia, Christine, non sono mai stato così stupido e cieco da non notare quanto la musica riuscirre a travolgerti e a farti vibrare l'anima, molto più di quanto io – tuo marito – non sia mai riuscito a fare.

Ho sempre saputo, in cuor mio, che lui avrebbe avuto per sempre un posto privilegiato nel tuo cuore e mio malgrado, col tempo, avevo imparato a convivere con questo dolore; in fin dei conti, poco importava se la sua musica avrebbe continuato a risuonare nella tua testa per l'eternitài!

Avevo vinto io.

Io sarei rimasto per sempre al tuo fianco, io sarei stato lì per te, io ti avrei sposato e avrei continuato a godere del tuo amore eterno fino alla fine dei miei giorni. Col tempo, tuttavia, quelle certezze non sono state più sufficienti e ho permesso ai miei dubbi e alle insicurezze di avvolgermi fino ad annebbiare del tutto la mia mente, trasformandomi pian piano nell'uomo mediocre che adesso si ritrova a scrivere quest'inutile lettera ad una donna che non potrà mai leggerla, perchè morta.

Che ne sarà adesso di me, Christine?

Che cosa farò senza di te, senza una moglie ed un figlio cui dedicare la mia esistenza, senza qualcuno per cui valga realmente la pena di essere una persona migliore?

Ho perso ogni cosa, Christine, ogni cosa che un tempo abbia davvero significato per me e adesso mi sento perso, confuso e ben più miserabile e tapino di quanto sia mai stato in passato. Ti chiedo di perdonarmi, ancora una volta, perchè non sono del tutto certo di esserne altrettanto capace; ti chiedo di scordare il passato e mettere da parte i brutti ricordi, lasciando in vita soltanto le gioie e bellezze, perchè io stesso non riesco ancora a dimentare il dolore e tutte le pene che debbo averti inflitto. Imploro, mia piccola Lotte, un'ultima volta il tuo perdono nella speranza di riuscire – un giorno – ad essere altrettanto magnanimo nei miei confronti.

E forse, solo allora, riuscirò davvero a gettarmi il dolore alle spalle.


 


 

N.d.A: Sì, mi rendo perfettamente conto di quanto sia azzardato da parte mia scrivere una storia del genere in un fandom come quello de “Il Fantasma dell'Opera” dove il personaggio di Raoul (specialmente dopo “Love Never Dies” viene costantemente bistrattato), ma sappiate che ho le mie buone ragioni per farlo.

In primo luogo, devo domandare scusa al povero Visconte per averlo a mia volta insultato ed infamato a lungo, sin dalla prima volta in cui vidi il musical; lo ammetto, forse vederlo nei panni di Patrick Wilson ha contribuito fortemente (non vogliatemene, non riesco a tollerarlo) ad incrementare la mia insofferenza nei suoi confronti, fatto sta che ho sempre pensato che Christine ed Erik si appartenessero e che Raoul fosse solamente un bamboccio patetico e capriccioso.

Poi ho finalmente letto il libro e dopo aver visto anche “Love Never Dies”, mi sono resa conto di quanto io sia stata ingiusta nei confronti del povero Visconte.

Intendiamoci, non ho affatto cambiato idea riguardo a Christine ed Erik: loro due restano la mia coppia preferita, continuo a pensare che nessuno potrà mai dare a Christine ciò che il cuore di Erik potrebbe mai darle e sono fermamente convinta del fatto che lo stesso Raoul, nonostante tutto, non sia assolutamente all'altezza del Fantasma.

Proprio per questo, ho imparato a compatirlo e adesso – incredibilmente – mi sono persino affezionata a lui.

Raoul non è cattivo, al contrario: egli ama davvero Christine e tutto ciò che ha fatto nel “Fantasma” lo ha fatto solo per lei, per proteggerla. Certo, la simpatia maggiore va tutta al Fantasma, ma riflettendoci attentamente mi sono chiesta: Solo perchè le mie preferenze vanno ad Erik, devo DAVVERO arrivare ad odiare Raoul?

Ed eccoci, adesso, a “Love Never Dies” e ciò che mi ha spinto a scrivere questa fic: Qui troviamo un Raoul completamente diverso da quello che si presenta nel “Fantasma”, un Raoul caduto in miseria e in disgrazia, preso più dall'alcol e dalla propria rabbia che dai propri doveri di padre e di marito. E' un uomo stanco, un uomo cupo e ferito che – probabilmente – sa e ha sempre saputo di non essere realmente all'altezza di Christine, di essere ancora l'eterno secondo nonostante, alla fine, lei abbia scelto di sposare lui.

Ora, mi rendo conto di quanto sia bello sapere che Erik e Christine siano fatti l'uno per l'altra e continuo – ripeto – a preferirli come coppia a Raoul/Christine, ma se giustifichiamo Erik per essere quell'amabile psicopatico che tanto adoriamo (perchè sì, a conti fatti, è un po' psicopatico) possiamo anche perdonare Raoul per essersi lasciando andare completamente in “Love Never Dies”, tanto più che lui stesso si rende conto di essersi comportato malissimo e promette (anzi, giura) a Christine di tornare a dargli tutto ciò che non le ha mai donato... E in tutto ciò, alla fine, si rende persino conto di non poter far nulla e se ne va lasciandola alle premure del Fantasma, ormai conscio della sconfitta.

Insomma, alla luce di tutto ciò, ho dovuto semplicemente fare i conti con me stessa ed arrendermi di fronte al fatto che sì, Raoul mi piace: mi piace il Raoul del “Fantasma” (per altro MUOIO ogni volta che lo vedo versione Hadley Fraser nel 25esimo) e apprezzo, nonostante i suoi difetti, il Raoul di “Love Never Dies”; ritengo che non ci sia nulla di sbagliato in questo e no, non lo reputo un tradimento nei confronti di Erik perchè – come ho già detto – posso amare uno senza odiare l'altro. Per altro, la mia soluzione definitiva sarebbe quella di lasciare Christine a Erik e portarmi via Raoul, così saremmo tutti felici e contenti. u.u

Un'ultima precisazione su questa storia: il mio intento sarebbe quello di dare voce a quelli che reputo essere i veri sentimenti di Raoul, un uomo che nonostante tutto ha sempre e davvero amato la donna che ha sposato e che, suo malgrado, ha sempre saputo di non essere all'altezza della musica e del suo Maestro. Forse non sarete d'accordo con me o forse converrete sul fatto che “Love Never Dies” non rende affatto giustizia al “Fantasma” e che tutto quest'odio per Raoul sia del tutto ingiustificato... In ogni caso, spero di aver fatto un buon lavoro con questa fic e se qualcuno dovesse aver apprezzato, spero voglia farmelo sapere. :)

Grazie a tutti per la lettura e la pazienza.

  
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