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Autore: Nausika    10/04/2014    4 recensioni
*Aggiornamento 1/10/2021, storia ripresa dopo anni.
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Rin è cresciuta, Sesshomaru l'ha aspettata ed è sempre andato a trovarla. Come procederà la loro vita? Come procederanno i loro viaggi? Quanto ancora si evolverà Sesshomaru?
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Dal cap. 1
Aveva odiato il padre per essersi innamorato di un’umana, perdendo addirittura la vita per lei, privandolo del piacere di scontrarsi con lui. Tuttavia quell’orgoglio, quell’odio che da sempre lo attanagliava in una morsa, col passare degli anni perse la propria importanza.
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Dopo quest'accenno, vi lascio al mio personale seguito. Le mescolanze fantasy del periodo storico Medievale saranno inevitabili. Spezzerò la routine delle ridondanze Nipponiche, quindi preparatevi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaken, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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II
Decisioni e viaggi


 



Il terreno era duro e il vento ora soffiava più forte, brividi le percorsero tutto il corpo. Rin cominciò ad accelerare il passo per riscaldarsi, poi rallentò di nuovo l’andatura. Una miriade di pensieri gridavano battaglia nella sua mente, il suo signore era tornato, si sentiva felice, ma allo stesso tempo confusa. Di che cosa le avrebbe parlato il signor Sesshomaru?
Fuori dal capanno ad attenderla, seduta su una trave di legno c’era Kaede.
- Rin hai visto Sesshomaru? - le chiese la vecchia sacerdotessa.
- Sì, mi ha raggiunta nel boschetto qui vicino.-
- E’ partito di nuovo? -
- No, dice di avere una questione da risolvere. Si tratterrà ancora nei paraggi per qualche tempo a quanto pare - rispose, mentre sfilava i sandali.

A cena conclusa, Rin cercò in tutti i modi di divincolarsi dalle domande che Kaede le poneva sul demone anche, perché non sapeva cosa risponderle, dato che era la prima a farsele.
Quando si distese sulla sua stuoia cercò di dormire, ma invano. Era stanca, ma non chiudeva occhio. Non ci riusciva, non c’era verso. Infine si arrese. Girata sul fianco cominciò a fissare la parete, mancava qualcosa, ma cosa?
L'arco!
Mancava l’arco, l’aveva scordato sotto la quercia. Era notte inoltrata, non poteva certo andarsene in giro da sola, peraltro senza l'unica arma che sapesse usare. Pensò di tornare a prenderlo l'indomani, non era certo un oggetto di gran valore, lo avrebbe sicuro ritrovato. Soddisfatta di ciò che s'era raccontata afferrò un libro, cominciando a sfogliarne le pagine.

Il sole era alto nel cielo e nuvole soffici piroettavano attorno. A pochi passi dalla vecchia quercia, Rin portò una mano sulla fronte, asciugando il sudore. Come s'era ripromessa la notte precedente era tornata a cercare il suo arco praticamente sparito da dove era convinta di averlo lasciato.
Sempre più spazientita continuò a guardarsi intorno. Niente, non c'era.
- Stavi cercando questo? - le chiese il grande demone con tono pacato.
Rin si voltò di scatto.
- Signor Sesshomaru l’avete trovato prima voi, grazie! -
- Rin.-
- Dite.-
- Devo parlarti, andiamo - proferì lui.
- C'entra per caso con quello che mi avete detto ieri?-
- Ricordi quello che ti dissi, quando decisi di lasciarti in questo villaggio sotto consiglio di Kaede? - le chiese lui senza aspettare la sua risposta. - Volevo che conoscessi la differenza tra lo stare con me o vivere con i tuoi simili.-
- Ricordo tutto e vi sono grata per avermi dato quest’opportunità - disse, facendo una breve pausa. - All’inizio ero arrabbiata, mi sono sentita abbandonata, ma poi ho capito. Inoltre mi sono trovata bene quasi subito qui. Cioè ho amici, ho avuto Kaede accanto che si è comportata come fosse una madre con me, ho stretto amicizia con vostro fratello Inuyasha, a volte lui mi ha portato in spalla per consolarmi, spronato da Kagome che per me è diventata negli anni come una sorella maggiore, sono molto affezionata a tutti loro in particolare. Però voglio bene anche a Shippo che mi fa tanto ridere con le sue trasformazioni, tengo a Sango, Miroku e ai loro bambini - lei vide qualcosa di strano nello sguardo del demone a quelle parole. 
- Io non sono venuto qui per una semplice visita - le disse in tono risoluto, fermando il suo passo. - Ormai sei cresciuta ed è giunto il tempo che tu decida da sola cosa fare, visto che da questo momento non farò più avanti e indietro come ho fatto fino ad ora - continuò volgendo il capo nella direzione di Rin. - L’unico motivo che mi lega a questo villaggio sei tu, ragion per cui se sceglierai di restare qui dovremmo dirci addio.-
- Io non voglio dirti addio! - esclamò Rin, accigliando lo sguardo.
- Se verrai con me non potrai tornare qui, quando ti pare e piace - riprese Sesshomaru. - Ho intenzione di intraprendere un lungo viaggio. Devo accrescere il mio potere demoniaco e confrontarmi con demoni del mio rango, voglio anche riconquistare le terre del Giappone occidentale che prima possedeva mio padre, dando vita a un regno tutto mio. Quella che ti attende con me è una vita rischiosa, diversa da quella a cui ti sei abituata ora - la fissò negli occhi. - Potrebbero passare anni prima che tu possa avere l’opportunità di far visita alle persone con cui hai condiviso questo tempo. - 
Nel sentire quelle parole Rin si sentì irrequieta. Aveva vissuto a lungo in quel villaggio ed era legata molto a tutti coloro che aveva nominato a Sesshomaru, erano la sua famiglia, ma anche Sesshomaru, Jake e il drago a due teste che lei stessa aveva chiamato Ah Un lo erano. In quegli anni si era sempre posta lo stesso interrogativo. Sapeva che quella con Sesshomaru sarebbe stata una vita irta di pericoli in giro a vagabondare. A lei, però andava bene così, era elettrizzante l'idea di viaggiare di nuovo e vedere il mondo.
Voleva bene a quel demone che tutti consideravano di ghiaccio, ma che per lei non lo era affatto, dopo tutto era stato lui a farla tornare in vita.
Sapeva anche che l’avrebbe difesa, l’aveva sempre fatto.
A modo suo lui ci teneva a lei.
Rin lo avrebbe seguito in capo al mondo. L’idea di dirgli addio per sempre non l’aveva mai nemmeno sfiorata.
- Io, io...verrò con te - proruppe lei. - Sono sicura che mi mancheranno tutti coloro con cui ho condiviso questi anni, ma la mia decisione l’ho presa già da molto tempo - concluse fissando il demone con uno sguardo deciso e fermo. Era seria, sapeva cosa stava facendo.
Sesshomaru, quando udì quella risposta fu avvolto da una piacevole sensazione. Nulla traspariva dal suo sguardo distaccato, non una smorfia diversa dalla maschera impassibile che aveva di solito, ma lui quelle parole aveva sempre sperato di sentirle. In quei giorni, infatti lo stato d'animo del demone era pervaso da un timore, Rin avrebbe potuto rifiutare di seguirlo, magari per sposarsi e vivere in quel villaggio con i suoi simili. E invece con una semplicità ed una sicurezza inverosimile, lei aveva accettato di tornare a viaggiare con lui.
Senza troppe cerimonie il grande demone le disse di prepararsi. Tra tre giorni sarebbe tornato a prenderla.

Rin conclusasi la conversazione si avviò verso il capanno. Proseguì a passo leggero, si sentiva felice, tanto felice. La strada davanti a lei si accorciava ad ogni passo. Si fermò qualche istante colta all’improvviso da un pensiero. Era l’ultima volta che faceva quella strada, non tornava più a casa sua, non sarebbe rimasta più lì. Nel suo cuore si fece spazio un mite sentimento di nostalgia, un’angoscia appena nata. Entrò nell’abitazione, chiamò Kaede e la guardò in silenzio con gli occhi velati di lacrime. Quest’ultima iniziò a parlare, sembrava già sapere tutto. La fanciulla restò basita, quando udì quelle parole:
- Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. - le disse Kaede. - Deduco che Sesshomaru ti abbia chiesto di tornare a viaggiare con lui. -
- Perdonami Kaede - le disse con le lacrime che le rigavano il volto. - Ma io non posso, non posso dirgli addio e lasciarlo andare. Non me lo perdonerei mai. Sto male solo al pensiero di separarmi da te e tutti gli altri. Tu sei stata come una seconda madre per me e mi sento in colpa all’idea di lasciarti - singhiozzò.
Kaede la guardò materna, negli aveva sperato che Rin rinunciasse all'idea di seguire Sesshomaru, era divenuta davvero bella la sua bambina, cosa avrebbe potuto offrirle quel demone? Non le avrebbe dato di sicuro serenità perché Rin, invecchiando avrebbe sofferto al suo fianco nel vederlo sempre giovane, mentre lei perdeva la sua bellezza, appassendo. Anche Kagome, la reincarnazione di sua sorella aveva fatto quella scelta e anche lei avrebbe affrontato un destino tortuoso sposa di un mezzo demone che invecchiava con lentezza al suo confronto.

Il giorno dopo Rin salutò gli amici che non potevano attendere con lei l'arrivo di Sesshomaru, e poi con un magone alla bocca dello stomaco dovuto alla felicità, ma anche all'incertezza del suo futuro, preparò qualcosa da portarsi dietro: vestiti, coperte, vari utensili, libri, armi, qualche erba curativa e per finire un po’ di scorte di cibo, almeno per il viaggio.
Quanti anni erano passati da quando non viveva più avventure?

 

Il cielo era nuvoloso quel giorno, Rin seduta accanto a Kaede si fece sfuggire un altro sospiro.
Sesshomaru aveva detto che sarebbe venuto a prenderla a metà mattinata, ma quell'attesa unita a ciò che sarebbe avvenuto dopo il suo arrivo la faceva sentire scombussolata dentro.
Kaede aveva le lacrime agli occhi per la bambina che aveva cresciuto. Guardò Rin in trepidante attesa e sospirò. Era preoccupata per il suo futuro. Non sarebbe stato facile, ma doveva accettare la scelta di Rin.
Kagome e Inuyasha erano lì, in piedi a pochi passi da loro, c'erano anche Shippo, Sango e Miroku con i loro figli, tutti in attesa di vedere Rin partire.
-Sento l'odore sgradevole di quel bastardo di Sesshomaru - disse Inuyasha, voltandosi a guardare gli occhi bruni di Rin. -Sei sicura di voler andare con lui? Se cambi idea fammelo sapere, tratterò con Sesshomaru.-
 -Non preoccuparti, Inuyasha, starò bene. Tuo fratello mi ha sempre trattata con gentilezza - disse Rin con voce morbida.
Inuyasha fece una smorfia, poi incrociò le braccia perplesso. Considerava Rin come una specie di sorella minore ed era un po' ansioso. Lei se ne accorse e lo guardò per qualche minuto con tenerezza, come si guarda un parente a cui si è molto legati. In quegli anni, quando Sesshomaru si assentava s'era sentita confortata nel vedere l'aspetto di Inuyasha, nel vedere i suoi occhi dorati e nel toccare i suoi capelli bianchi così simili a quelli di Sesshomaru. Il suo sguardo si spostò su Kagome che aveva gli occhi un po' liquidi e sentì un magone dentro. Era davvero doloroso separasi da loro.
Venti minuti dopo, mordendosi il labbro inferiore, voltò il capo, quando una folata di vento le scompigliò i capelli.
Sesshomaru era atterrato, seguito da Ah Un e Jaken. 
Rimettendosi in piedi lo raggiunse affiancata dalla sacerdotessa.
Vide Jaken cadere dal demone drago, rivivendo una scena abbastanza familiare, che la fece sorridere.
Senza indugiò si mise sulle ginocchia, abbracciando il piccolo demone verde per poi rialzarsi ed accarezzare Ah Un che al contrario di Jaken, sembrava apprezzare le sue attenzioni, e questo lo si capiva dai piccoli gridi che la bestia demoniaca emetteva ad ogni tocco delle sue dita affusolate.
Incrociando lo sguardo di Sesshomaru, capì che il tempo di stare con coloro che nel villaggio era diventati quasi dei parenti per lei era quasi finito. 
- Sei pronta? - le chiese il grande demone.
- Un momento solo - rispose Rin dolcemente.
Jaken intanto caricò i suoi bagagli sulla schiena del demone drago.
-Ehi Sesshomaru - lo chiamò Inuyasha con tono arrogante. -Vedi di trattarla adeguatamente o te la vedrai con me.-
-Risparmia il fiato Inuyasha, ho fretta di andarmene - si limitò a dirgli Sesshomaru.
Rin sorrise a Sango abbracciandola, fece uguale con Miroku, Shippo fino a che non tornò da Inuyasha, Kagome e Keade. Asciugando le lacrime con la manica del suo kimono serrò le braccia attorno a ciascuno di loro in un abbraccio molto più lungo di quello che aveva dato agli altri tre amici.
Quello era un arrivederci e non un addio. Lei sarebbe tornata a trovare tutti quelli a cui teneva, un giorno. L'anziana frattanto le diede un rosario e un libro di mantra. Rin la guardò con tenerezza, le sarebbe mancata tanto la sua madre adottiva, ne era sicura. Si perse nei ricordi di quel luogo che l'aveva ospitata per anni, ma quando il vento le scompigliò i lunghi capelli, udì una voce profonda che la richiamava alla realtà:
- Rin...- soffiò Sesshomaru.
- Sì, possiamo andare - gli rispose sorridendo.
Jaken le cedette le redini di Ah Un, dato che quella cavalcatura era sempre stata più obbediente con lei, che con lui. Rin si alzò in volo e cominciò a seguire il grande demone, che faceva strada. Si sentì rinata in quel momento al pensiero, che d’ora in avanti non sarebbe più rimasta ferma in un solo luogo. Adesso avrebbero viaggiato tutti insieme. La loro casa sarebbe diventata: un bosco, una caverna, una valle, quello che capitava, proprio come un tempo. Vide il villaggio dall’alto, che appariva sempre più piccolo. Erano anni che non saliva in groppa a quel demone drago. In un certo senso quel luogo aveva contenuto il suo lato selvaggio, che le era mancato tanto.

Per diverse ore sorvolarono sconfinate vallate, laghi, pianure di incommensurabile bellezza. Tuttavia, quando l'azzurro cielo cominciò a colorarsi di nugoli aranciati, la giovane tornò a guardare in basso. Il paesaggio era cambiato: distese rigogliose di alberi lussureggianti incorniciavano maestose catene montuose. Al centro di esse scorreva un lungo fiume. Quei luoghi sembravano incantati.
- Jaken guarda quelle montagne, sono magnifiche! - esclamò Rin sorridente. - Così alte, non si vede nemmeno la cima - disse con voce briosa.
- Cosa vuoi che me ne importi ragazzina? - ribattè  acido il suo interlocutore.
- Sei sempre il solito. Possibile che tu non riesca ad apprezzare niente? - gli chiese lei accigliandosi.
- Non vedo cosa ci sia di così straordinario in delle semplici montagne - proferì il piccolo demone. - Se proprio lo vuoi sapere, ne ho viste di molto più alte nella mia lunga vita!- 
Rin scosse il capo, Jaken aveva cominciato come suo solito a gracchiare in tono provocatorio. Rin prese ad ignorarlo, snervata da quell’atteggiamento. Il suo piccolo amico di infanzia non si smentiva mai, era rimasto petulante fino al midollo. Anche se, nonostante il suo carattere aspro, quel piccolo demone le era mancato.
Frattanto, il grande demone si era fermato in aria.

- Che cosa succede Sesshomaru? - lui la guardò di sbieco.
- Siamo arrivati, ci fermeremo in questo posto. Voi scendete qui sotto - proferì, prima di allontanarsi in una delle sue ispezioni.
I due compagni atterrarono vicino al fiume che avevano visto dall'alto. Rin cominciò a sgranchirsi i muscoli intorpiditi, si sentiva a pezzi, non era più abituata a quei ritmi, ma non voleva darlo a vedere. Corse al fiume che si trovava proprio a una ventina di metri, bevve l’acqua e si rinfrescò il volto. Infine tornò vicino a Jaken e cominciò a rovistare nelle sue borse. Stese sull'erba umida un panno e vi adagiò al di sopra delle scorte di cibo, condividendo il pasto con il piccolo demone, che intanto aveva acceso un fuoco.
Leggere folate di vento percorrevano il bosco.
- Rin vedo che sei cambiata - considerò il piccolo demone. - Quante cose ti sei portata dietro?-
- Soltanto il necessario.-
- Da quando in qua hai questi accorgimenti?-
- Non so se ci hai fatto caso, ma in questi anni sono cresciuta e non solo d’aspetto - rispose lei dopo aver deglutito. - Queste cose mi servono, in questo modo evito di raffreddarmi. Come dici sempre tu: sono solo un’umana, quindi mi tutelo.-
- Quello è sicuro, sei solo una debole umana - disse Jaken conciliante. - Cresciuta? Dì quello che vuoi, ma resti sempre una mocciosa davanti al sottoscritto pluricentenario - concluse tronfio.
- Jaken lo sai che non è l’età a rendere intelligenti? - gli fece notare Rin.
- Come ti permetti insolente! - esclamò il piccolo demone.
Rin scoppiò a ridere per le reazioni eccessive di Jaken che negli anni era rimasto uguale a come l'aveva conosciuto caratterialmente.
- Ammettilo Jaken hai sentito la mia mancanza in questi anni, vero? -
- Per niente - rispose lui. - A me l’unico che può mancare è padron Sesshomaru, anche se...- il piccolo demone interruppe la frase.
- Cosa stavi per dire? - gli chiese con fare sospetto.
- Niente di che - le disse sbrigativo. - Dormi piuttosto, fai finta di avere energie, ma ti conosco si vede che sei stanca, faresti meglio a riposare.-
- Ti preoccupi per me? - gli chiese Rin con aria sorpresa.
Jaken bofonchiò di risposta. - Non montarti la testa ora - le disse in modo antipatico, sentendola sbadigliare.
Rin sistemò il suo giaciglio come meglio poteva, cercando di renderlo più comodo possibile. Era distrutta e troppe emozioni l'avevano accompagnata in quei giorni. Dopo aver dato la buonanotte a Jaken si coprì le spalle con un panno di cotone e si addormentò di lì a poco.
Nonostante fosse quasi arrivata l’estate l’aria nella foresta era fresca.
Frattanto Jaken mentre vegliava il fuoco non fece a meno di pensare a quanto il suo adorato padrone tenesse a Rin. Aveva detto che l'avrebbe riportata assieme a loro e così era stato.
Da quando ha conosciuto questa ragazzina è cambiato. Ormai è diverso tempo che mi chiedo cosa ci trovi in un essere umano.. Fatto sta che in questi anni il mio signore è sempre stato di cattivo umore, peggio del solito. Quando Rin era con noi mi trattava decisamente meglio. Forse il ritorno di questa mocciosa può tornare utile anche a me, concluse risoluto.

Nel frattempo Sesshomaru tornava dalla sua ricognizione, aveva incontrato solo un demone di mezza taglia durante il suo percorso e non c’era stato bisogno nemmeno di sguainare la spada, l’aveva fatto a pezzi in un istante con i suoi artigli. Al suo arrivo i suoi occhi aurei scorsero una scena familiare, Rin dormiva vicino al fuoco in compagnia di Jaken che lo aspettava. Un senso di calore lo pervase.
Il piccolo demone, quando vide il suo signore gli si avvicinò.
- Oh, padron Sesshomaru siete qui!-
- Jaken sta zitto - proferì atono.
- Sì mio signore.-
Sesshomaru si appoggiò al tronco di un albero per riposarsi sempre con il suo fare allerta.
La notte passò indisturbata.

 
   
 
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