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Autore: BellDarkoNovak    11/04/2014    2 recensioni
[Destiel, AU. Il rating potrebbe variare fra arancione e rosso]
Castiel è un trentasettenne normale, a parte gli appuntamenti abituali da una psichiatra. Non ha problemi: lavora in un pub e ha normali hobby, fra cui disegnare. Un giorno, però, incontrò i fratelli Winchester e tutto cambiò nella sua vita.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Il Pub

Castiel sorrise, guardando il disegno sul foglio che aveva di fronte. Ritraeva un angelo: era come rannicchiato, con il volto coperto dalle braccia e le ali spalancate. Ogni muscolo era ben definito, ogni ombra, ogni minimo particolare.
Si guardò le mani sporcate dal carboncino e si alzò, posando il foglio sul tavolino di vetro: Andò in bagno e le lavò nel lavello, facendo scorrere l'acqua sulla pelle, senza sapone, infondo non serviva, bastarono due carezze e il nero era già sparito, facendo finalmente vedere la pelle delle mani di Castiel: un po' abbronzata e non troppo invecchiata dal tempo. Aveva solo trentasette anni, dopotutto.
Guardò l'orologio del soggiorno e sospirò: doveva andare a lavorare. Odiava il suo lavoro. Era un semplice barista/cameriere del pub Blue Moon. Non gli dispiaceva lavorare il giorno, quando entravano solo vecchietti, gruppetti di ragazzini, coppiette e genitori con i propri figli. Ma la sera, circa dalle otto fino alle undici (orario di chiusura) odiava quel posto, soprattutto per la clientela: alcolizzati, criminali e pervertiti. Lui era spesso preso di mira, essendo un bell'uomo. Chiuse gli occhi, calmandosi. Poco dopo era già per strada, a piedi, visto che il pub era a poche miglia da lì.
Appena arrivato salutò Fred, cameriere anche lui, e andò nel retro per mettersi il grembiule nero con la scritta "Blue Moon" sopra. Andò al bancone e guardò l'orologio, erano le 20:30, questo voleva dire ancora due ore e mezza di Inferno, prima di andare al sicuro a casa sua.
Entrò il primo cliente, che dopo due cicchetti era già con la testa poggiata sul bancone a ridacchiare. Dopo qualche minuto entrò un uomo sui vent'anni, con un giubbotto di pelle un po' largo per lui, seguito a ruota da un ragazzo, anche lui sui vent'anni, molto più alto di lui. Si sedettero ad un tavolino e Castiel li raggiunse subito, con in mano una biro ed un block notes.
-Volete ordinare qualcosa?- Chiese distrattamente. Il più basso di loro lo guardò svogliatamente ed ordinò due birre. Castiel annuì -Da mangiare? Niente?-.
Il più alto, quello con i capelli lunghi, disse quasi timidamente -Io prendo un hamburger normale e...- guardò l'altro -..tu Dean? Non vuoi nulla?-
-Sì, un hamburger anche io, però doppio- rispose. Castiel annuì di nuovo e annotò tutto sul block notes. Andò al bancone e passò il fogliettino al cuoco attraverso una finestrella dietro di lui. Non fece nemmeno tempo a girarsi che un uomo, sicuramente ubriaco, fece rovesciare la birra su un tavolino e iniziò a imprecare malamente, attirando l'attenzione di Dean e dell'amico. Castiel sospirò, prendendo velocemente uno straccio e correndo dall'uomo, cominciando a calmarlo: -Earl, vai a casa, sei ubriaco-. Questo gli assestò un pugno bello tosto alla guancia, facendolo cadere sul tavolino sporco di birra e, successivamente al suolo.
-Faccio il cazzo che mi pare!- Gridò l'ubriaco, sedendosi di nuovo alla sedia mentre il povero cameriere si stava alzando, massaggiandosi la guancia. -Pulisci 'sta merda! E poi portami un'altra birra!- esclamò l'uomo e Castiel dovette obbedire. Aveva una gran voglia di menarlo a sangue, ma lo avrebbero licenziato.
I due ragazzi lo guardavano ancora, colpiti dal suo autocontrollo. Castiel intanto aveva già finito di pulire e portò un boccale di birra, con del leggero sonnifero, al cliente maleducato. I poliziotti stessi lo avevano raccomandato di fare così con i clienti ubriachi più cruenti. Dopo circa cinque minuti, l'uomo stava già dormento beato, appoggiato sul tavolino.
Castiel portò finalmente le birre e gli hamburger ai due ragazzi, scusandosi per il ritardo.
-Tranquillo, ehm...- quello più alto si sporse, come a chiedere implicitamente il nome del cameriere -Castiel- rispose quello.
-Castiel?- Chiede Dean, alzando un sopracciglio -Castiel Novak per caso?- Castiel annuì, un po' sorpreso del fatto che lo conoscessero. Subito dopo però impallidì. Entrò un gruppo di ragazzi, fra cui quello a cui qualche giorno prima aveva tirato un pugno dopo che questo lo aveva palpato. Li fissò con occhi leggermente più aperti del normale e indietreggiò di qualche passo.
-Tutto bene?- Chiese il più alto, quando uno del gruppetto di bulli chiamò Castiel, per ordinare le solite birre.
-Scusatemi- disse Castiel ai due, per congedarsi e raggiungere di malavoglia i bulletti. -Cosa posso portarvi?- chiese, fissandoli.
-Cinque birre e un bacio, cameriere- disse uno. Castiel suffò e portò loro le cinque birre. Uno dei ragazzi lo prese per il polso -E il mio bacio?- chiese, con finto tono da santarellino, stringendo la presa. -Lasciami andare, stronzo- disse calmo Castiel.
Intanto Dean li fissava con la coda dell'occhio, mentre parlava con il fratello del caso di quel giorno.
Castiel si liberò strattonando un paio di volte il braccio e andando stizzito da Fred. -Fred, vado nel magazzino a prendere le birre, qui son finite- disse, per poi andare nel retro.
Dean notò che il ragazzo che importunava Castiel, si era alzato e stava seguendo Castiel nel retro. All'inizio finse di non sapere cosa stava per accadere a quel cameriere calmo e pacato, ma subito dopo si alzò, posando il panino. Sam smise di parlare, chiedendogli dove andasse, ma non ricevette risposta.
Dean entrò nel magazzino e vide Castiel spinto contro il muro, con un coltello che gli sfiorava la stoffa nera sulla schiena. Il ragazzo si girò e puntò l'arma a Dean -Non ci dai nemmeno il tempo di spogliarci, che sgarbato- esclamò, ghignando. Dean non ci pensò due volte, che aveva già bloccato il giovane al muro, piegandogli in modo innaturale il braccio, dietro la schiena e facendogli perdere la presa del coltello. -Ora ascoltami bene- sussurrò al suo orecchio -Ora esci di qui, paghi le cinque birre e tu e il tuo gruppetto ve ne andate, lasciando in pace Castiel. Ci siamo intesi?- lo lasciò andare solo dopo che lo vide annuire. Questo corse fuori, intimando gli altri di seguirlo fuori dal locale.
Tutto ciò accadde sotto gli occhi di Castiel, allontanato dal muro. Si stava abbracciando da solo, tremando leggermente. Dean si voltò verso di lui e Castiel sussurrò un ringraziamento.
-Tranquillo, amico- rispose Dean, accompagnandolo al bancone. Fred accorse subito, minacciando di morte i bulletti, subito dopo aver saputo cosa fosse accaduto al suo amico.
Castiel guardò l'ora, erano le 23:10. Per fortuna poteva tornare subito a casa. Dean e Sam si offrirono di accompagnarlo, visto che al solo pensiero che ci fosse il gruppetto di bastardi ad aspettarlo, aveva iniziato a tremare come un ossesso.

   
 
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