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Autore: SereNian08    11/04/2014    2 recensioni
Da bravo pirata, non si era mai soffermato più di tanto sulla bellezza delle donne. Loro andavano e venivano, erano diverse e attraenti, ma dopo Milah non le aveva mai realmente guardate. Non come guardava Swan in quel momento. Lei era bella. Terribilmente bella e fiera. Con quello sguardo orgoglioso e ricco di sfida, di forza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma era stranamente agitata, quella sera. L’intera giornata passata a cercare di gestire la sua magia con Regina, non aveva dato i risultati sperati. Certo, non poteva pretendere di iniziare a tirar fuori saette e fumo colorato dalle mani da un momento all’altro, soprattutto dopo aver passato tutta la vita a ignorare completamente che la magia potesse realmente esistere, o che addirittura potesse essere dentro di lei. Ma gli sarebbe stata davvero utile ultimamente, per aiutare Regina a fronteggiare Zelena e la sua invidia malvagia. Voleva davvero riuscirci, voleva essere pronta ad ogni occasione. Essere forte. Essere in grado di poter proteggere suo figlio, la sua famiglia, e tutte le persone di quella città che le erano diventate così care in così poco tempo. In un gesto nervoso si sfilò la giacchetta rossa di pelle, gettandola via, sul letto al centro della camera. Si scostò i capelli biondi dal viso inspirando forte. Si guardò la mano per qualche secondo, cercando di riuscire ad incanalare quel formicolio che sentiva nello stomaco e farlo scorrere per tutto il corpo, proprio come Regina le aveva più volte ripetuto. Iniziava a sentire qualcosa di diverso, qualcosa di più…


<< Hey mamma! >>

Ma non fece in tempo a capirlo. Suo figlio aveva fatto irruzione nella camera spalancando la porta. Si sfilò velocemente la sciarpa dal collo, prima di avvicinarsi a lei.

<< Hey... Sei tornato presto. >>

Per poco non la scopriva intenta a cercar di far uscire qualche scintilla dal palmo della mano. Henry andò a sedersi sull’angolo del letto, e fissava sua madre con aria curiosa. Era strano vederla così, al centro della stanza, con una mano sospesa a mezz’aria.

<< Cosa stai facendo? >>  

Emma abbassò velocemente il braccio, e fece finta di fletterlo all’indietro, mentre guardava il sopracciglio inclinato del figlio. In quel momento le sembrò più simile a se stessa di quanto avesse mai notato. Sempre pronto a captare cose sospette.

<< Niente, un crampo. Allora, ti sei divertito oggi? >>

Il ragazzino annuì energicamente.

<< Si, Killian è davvero forte! >>

Henry era sincero. Pensava davvero che quello strano tipo tutto vestito in pelle nera fosse simpatico e divertente. Emma rimase sorpresa dal sorriso pieno di ammirazione del figlio. Felicemente sorpresa. Inconsciamente si ritrovò a guardare la porta chiusa, pensando alla sera prima, e al modo in cui Hook l’aveva guardata prima di rientrare.

<< Come mai non ti ha riaccompagnato? >>

Henry alzò le spalle, ormai già completamente rapito dal cellulare.

<< Non lo so. All’improvviso è arrivata una donna e lui in tutta fretta mi ha detto che era meglio se tornavo da solo. >>

Emma sentì lo stomaco chiudersi all’improvviso. Iniziò a provare un tipo diverso di formicolio, più acuto e intenso. E così, quel pirata bevitore di rum aveva lasciato suo figlio vagare da solo per la città, perché doveva spassarsela con una donna? Stupida ad essersi fidata di lui. Stupida ad aver creduto, anche solo per un momento, che un pirata potesse essere un gentiluomo.  Respirò profondamente prima di recuperare la giacca, e infilarsela velocemente.

<< Aspettami qui e non ti muovere, d’accordo? >>

Henry annui, ma non fece in tempo a dire nulla. Sua madre aveva già varcato la porta e l’aveva richiusa sbattendola alle sue spalle. 
 
Hook guardava le stelle. In un certo senso. Era piegato all’indietro, con la testa schiacciata contro il legno del suo piccolo battello. Ancora intontito dopo l’incontro con Zelena, tranquillizzato dal pensiero si aver mandato via in tempo Henry, si toccò il viso, macchiato di sangue, e si rimise in piedi guardandosi intorno. Sparita. La strega verde era sparita dopo averlo amorevolmente minacciato e sbattuto via con ben poco riguardo. Tante donne lo avevano minacciato e sbattuto per aria nella sua vita, ma nessuna era riuscito a metterlo al tappeto prima d’ora. E poi, in un lampo di memoria, ricordò una giovane donna dai lunghi capelli biondi impegnata ad assestargli una bussola dorata racchiusa in un destro, dritta in faccia. Si corresse mentalmente. Nessuna, tranne Emma Swan. Lei era riuscita a metterlo al tappeto, più volte di quanto amasse ricordare. Ma continuava a ripensare ad ogni particolare con malcelato divertimento. Così come aveva continuato a pensare a lei nel lungo anno che li aveva visti separati. Una separazione dura, dolorosa, che aveva sopportato solo grazie alla convinzione che prima o poi, con impegno e tenacia, sarebbe riuscito a trovare un modo per rivederla.

<< Hook! >>  

Il suono della voce di Emma lo riscosse all’improvviso. Si girò di scatto per intravederla, ferma, con le braccia incrociate sul petto, a pochi metri da lui. Il viso era teso in una maschera di rabbia? Delusione? Non riusciva a capirlo.

<< Swan… >>  

Emma fissava Hook, e nel frattempo cercava segni di una presenza femminile nei dintorni. Forse, la donna in questione, lo stava aspettando all’interno dell’imbarcazione. Per un secondo le passò davanti agli occhi l’immagine di lui mentre riservava ad un’altra ragazza le stesse attenzioni e gli stessi sguardi che riservava a lei. Quegli sguardi che fingeva di ignorare ogni volta che si ritrovavano su un confine pericoloso. Scacciò dalla mente il pensiero, cogliendo il movimento di lui mentre avanzava verso il bordo della barca. Ora li divideva una striscia sottilissima d’acqua e nient’altro. Emma cercò d’ignorare lo sguardo innocente, -tremendamente blu e luminoso come il mare in tempesta che aveva navigato proprio al suo fianco più di un anno prima- e interrogativo che le stava riservando.

<< Quanto ti ho chiesto di tenere d’occhio Henry, pensavi che farlo gironzolare da solo per la città, mentre te la spassavi con una donna, fosse uno dei tanti modi adatti? >>

Hook inclinò platealmente il sopracciglio. Fissava intensamente la donna davanti ai suoi occhi. I raggi delle luna rendevano capelli di Emma stranamente opachi, più argentati che dorati. Le incorniciavano il viso perfetto mettendone in risalto gli occhi limpidi, le sopracciglia fini e dritte, la linea delle sue labbra. Da bravo pirata, non si era mai soffermato più di tanto sulla bellezza delle donne. Loro andavano e venivano, erano diverse e attraenti, ma dopo Milah non le aveva mai realmente guardate. Non come guardava Swan in quel momento. Lei era bella. Terribilmente bella e fiera. Con quello sguardo orgoglioso e ricco di sfida, di forza. Uno sguardo che stava vacillando, uno sguardo che aveva già visto, diverso tempo prima, quando la giovane Salvatrice era arrivata a pensare che tra lui e Trilly ci fosse qualcosa. Gelosia? Era quella l’emozione che la stava dominando in quel momento? Non la rabbia. Ma la gelosia, mista alla delusione.

<< Sapete una cosa Swan? Non so se sono più offeso dalle vostre accuse, o più divertito dal vostro sguardo. >>

Si limitò a dire, alla fine.Emma ribolliva mentre Hook le sorrideva con fare ironico, come se volesse prendersi gioco di lei. E così, in un impeto di rabbia, saltò sulla barca per assestargli una spinta fino farlo vacillare all’indietro.

<< Ti ho affidato Henry! HENRY! Mio figlio! E tu lo hai lasciato da solo quando per la città c’è una strega a piede libero! Mi avevi promesso che ti saresti preso cura di lui! Valgono così poco le tue promesse? Come ho potuto pensare di fidarmi di te?! >>

Emma non era andata lì con lo scopo di fargli una sfuriata del genere. Ma più ci pensava, più capiva quanto la cosa l’aveva ferita nel profondo, e più si dannava per aver permesso di nuovo ai suoi sentimenti di prendere il sopravvento. Hook si avvicinò di nuovo a lei, inchiodandola con gli occhi.

<< E’ successo qualcosa al ragazzo? >>

Gli chiese, con voce calma e pacata.

<< No ma… sarebbe potuto succedere! Mentre tu eri impegnato a spassartela con.. >>

Hook era ormai sull’orlo della sopportazione.

<< Con quella maledetta strega verde, Swan! Zelena era qui. >>

Hook indicò con l’uncino il pavimento in legno sotto i loro piedi.

<< Zelena è arrivata e io non ho fatto altro che dire al ragazzo di andare via, non potendogli spiegare nient’altro! Gli ho detto di tornare a casa per evitare di coinvolgerlo in una guerra di cui non conosce nemmeno l’esistenza! >>  

Erano entrambi faccia a faccia. Hook con il respiro affannato, e Emma totalmente senza fiato. Per la seconda volta in quel giorno, la ragazza si diede della stupida a causa di Hook. Si allontanò leggermente da lui, e solo allora, mentre girava il viso, notò il profondo taglio – oramai secco di sangue scuro - che solcava lo zigomo del pirata. Come aveva fatto a non notarlo prima? Non sapeva cosa dire. Non sapeva come scusarsi, come parlargli. Non era brava in certe cose. Hook distolse lo sguardo, abbassando il viso, indietreggiando leggermente. Se inizialmente la gelosia della ragazza lo aveva divertito e in qualche modo reso felice, adesso riusciva solo a pensare che lei si era convinta –senza nemmeno chiedergli spiegazioni- che avrebbe potuto davvero lasciare il ragazzino a spasso per una città pericolosa. Quanto valeva la stima che aveva di lui? Quanto valeva, in realtà, quella fiducia che aveva pensato di essersi guadagnato? Niente. E lei lo aveva ripetuto così tante volte. Era un pirata. Sarebbe sempre stato un pirata, ai suoi occhi. Emma poteva vedere lo sguardo di Hook farsi via via più spento, malinconico, sofferente, e poteva quasi sentire il proprio cuore, seguire la stessa strada di quegli occhi. Prese un respiro profondo.

<< Hook, mi dispiace io… >>

Ma il pirata alzò una mano per bloccarla. Non voleva ascoltare.  

<< No, Swan. Non preoccupatevi. E’ giusto così. Siete la Salvatrice. Vostro padre è il principe azzurro, l’uomo che amate era un eroe e si è sacrificato per la sua famiglia… Io non posso essere nient’altro che un pirata. Sono solo un pirata. >>

Emma vide il sorriso malinconico farsi strada sulle labbra di Hook, mentre si voltava per evitare il suo sguardo. Prima di farlo allontanare del tutto, afferrò un lembo della sua giacca in pelle. I loro sguardi s’incontrarono ancora, i loro corpi si sfioravano, ma nessuno dei due era intenzionato ad allontanarsi. Non più.

<< Lascia che provi… >>

Disse Emma, mentre allungava una mano per sfiorare il viso di Hook, proprio nel punto in cui era ferito. Regina gli aveva fatto vedere come poter incanalare il suo potere anche per guarire e difendere e non solo per attaccare. Hook sentiva il respiro di Emma accelerare lievemente. Sentiva le dita della ragazza sfiorargli il viso con una dolcezza disarmante. I suoi occhi chiari non erano più ostili o sfuggenti, ma lo fissavano con una tenerezza e una concentrazione che gli scaldavano il cuore. Emma passò la mano sulla ferita aperta, senza toccarla, mentre richiamava a se la magia, concentrandosi sugli occhi di Hook, sul modo in cui lo sentiva così vicino, così… suo. Un secondo dopo, la ferita era completamente rimarginata, proprio come per magia. 

<< Sapevo che potevate farcela… >>

Sussurrò lui. La mano di Emma scese lentamente, timidamente, sul petto del pirata, fermandosi sulla camicia aperta, proprio dove batteva il suo cuore.

<< Non sei solo un pirata. Non per me. >>

Sentiva la propria voce strozzata dall’emozione mentre ammetteva a lui e a se stessa che no, non era solo un pirata. Era l’uomo su cui stava contando da diverso tempo. L’uomo che si era insinuato nella sua vita senza chiedere permesso.  L’uomo che riusciva a rassicurarla nei momenti peggiori. L’uomo a cui aveva affidato suo figlio, il suo cuore. Hook si lasciò cullare dal suono di quelle parole e dal significato, profondo, che lei gli stava attribuendo. Non c’era più spazio tra i loro corpi, e senza rendersene conto il pirata aveva ormai sollevato un braccio, per posarle la mano sul fianco. Emma sentiva il calore del corpo di Hook mischiarsi al proprio, sentiva il suo respiro sulle labbra, mentre lui lentamente si abbassava per sfiorargliele con le sue. Un bacio appena accennato che fece chiudere gli occhi ad entrambi. Un bacio che chiedeva un permesso che lei gli aveva negato diverso tempo prima, in un bosco, sull’isola che non c’è, quando gli disse che sarebbe successo solo per quella volta. Ma come avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi in una situazione del genere? Solo con la voglia di lasciarsi trascinare dal blu dei suoi occhi? E così, senza pensarci di più, Emma lo guardò un’ultima volta, prima di prendergli il viso tra le mani e portarlo contro il suo. Lo baciò intensamente, assaporandone le labbra morbide, ricordando ad entrambi il loro primo bacio.
Hook era inebriato. Dal profumo di Emma. Dal corpo caldo della ragazza stretto contro il suo. I baci si fecero più urgenti, veloci, mentre con il braccio l’avvolgeva e la scostava per portarla contro una parete di legno, che dava sull’interno della barca dove ormai viveva. La strinse a se, sfiorandola con l’uncino, scostandole i capelli dal collo per assaporarne la pelle chiara. I respiri di entrambi si fecero più intensi, affannati, mentre cercavano di spogliarsi a vicenda. Hook rimase sorpreso e ammaliato dal modo in cui lei gli stringeva il viso in un momento, per poi sfilargli la giacca di pelle in quello successivo.
Emma sentiva l’uncino freddo di Hook sfiorarle la schiena, la punta tracciava lievemente il contorno del suo fianco, senza farle male. Si ritrovò stretta a lui, distesa su un letto morbido e bianco.  Le mani della ragazza si spostarono sui capelli folti e neri del pirata, mentre quest’ultimo le sorreggeva la schiena con una mano, e le sfiorava il solco tra i seni, strappando la leggera canottiera bianca, con l’uncino, fino a scendere sulla sua pancia e ancora più giù, fino all’orlo dei pantaloni. Emma continuava a ripetersi che c’era qualcosa di tremendamente giusto in tutto quello che stava succedendo. Era giusto sentire le labbra di Hook lambirle ogni centimetro di pelle. Era giusto provare un calore intenso mentre con la mano le ridisegnava ogni curva del corpo, come se lo conoscesse a memoria. Come se per tutto il tempo non avesse fatto altro che aspettare quel momento. E per un secondo riuscì a vedere solo il blu degli occhi di Hook. Aveva l’oceano intero in quegli occhi. E pensava che avrebbe potuto navigarci per tutta la vita.  Hook sentì le gambe di Emma stringersi intorno a lui, mentre si sospingeva in lei per farla sua. Si sostenne sul gomito, mentre con l’altro braccio le sosteneva la schiena,  facendo aderire totalmente i loro corpi nudi. Sentiva i sospiri strozzati di lei, con il viso immerso nell’incavo del suo collo, e pensò che non aveva mai sentito niente di più dolce e appagante in tutta la sua vita. Il corpo di Emma era in fiamme. Ogni centimetro di pelle, era a contatto con quello di Hook. Gli posò una mano sulla spalla, e si staccarono per un attimo, per guardarsi negli occhi e imprimersi per sempre nella mente quel momento. E quando entrambi arrivarono al culmine, Emma allungò il braccio per aggrapparsi all’uncino affondato nel cuscino, accanto alla sua testa, soffocando un gemito sul collo del pirata.

<< Killian.. >>  

Sussurrò, con gli occhi appannati d’amore e di lacrime. E quel nome conteneva tutte le dichiarazioni che avrebbe mai potuto fargli. Quel nome, sussurrato dopo quei momenti, valeva più di qualsiasi ‘ti amo’ mai detto in vita sua. E Killian sapeva perfettamente cosa volesse dire, e così, mentre sorrideva sormontato da una felicità totale, le sfiorò le labbra, e le rispose allo stesso modo.

<< Emma. >> 

  
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