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Autore: thequibbler    11/04/2014    6 recensioni
Una volta Felicity aveva chiesto a sua zia di descrivere cosa si prova ad essere innamorati.
"È come l'oceano." le aveva risposto lei.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Una volta Felicity aveva chiesto a sua zia di descrivere cosa si prova ad essere innamorati.
"È come l'oceano." le aveva risposto lei.
All'epoca, una vita fa, quando la sua preoccupazione più grande era riuscire a prendere una A+ nel test di fisica, Felicity non aveva capito.
Si era convinta che sua zia si fosse semplicemente inventata una stupidaggine per farla stare zitta, e non ci aveva pensato più.
Fino a che un giorno, Felicity non si tuffò proprio in quell'oceano e capì a cosa sua zia si riferiva.
Un attimo galleggiava, sospinta dalla corrente dei suoi sentimenti, e quello dopo veniva catapultata sott'acqua dai battiti del proprio cuore.
Certe volte navigava sulle acque di quell'amore come spinta da una brezza forte ma gentile, e certe altre poteva sentire il sale di quelle acque scure e profonde riempirle i polmoni.
Come l'oceano.
Amare Oliver Queen era esattamente come l'oceano.
Il pensiero la fece sghignazzare.
"Hey, cosa c'è di divertente?"
Felicity scosse la testa, cercando di individuare da dove provenisse la voce.
"Felicity?"
Oh.
Dietro di lei.
La ragazza alzò la testa e si guardò intorno.
La Caverna...
Piano piano le tornò in mente tutto: Sara aveva la serata libera dai suoi doveri di barista ed erano andate ballare di sopra.
E poi lei era finita qui... Come ci era finita qui?
Proprio in quell'istante la voce dietro di lei le fornì una spiegazione: "Sara non si sentiva molto bene ed è andata via. Mi ha chiesto di assicurarmi che tornassi a casa sana e salva."
Felicity ridacchiò nuovamente: "Per una killer letale della Lega degli Assassini, non eccelle particolarmente a tenere giù l'alcool."
La voce concordò con un suono divertito.
"Con... Con chi sto parlando?"
"Oliver." rispose la voce, e la bionda si irrigidì di scatto.
"Cazzo, Felicity, quanto hai bevuto?"
La ragazza sentì la sua sedia girevole voltarsi verso l'uomo che infestava tutti i suoi sogni più nascosti.
"Hey... Fai piano se non vuoi che ti vomiti sulle scarpe." lo avvertì lei, prendendo alcuni respiri profondi, e cercando disperatamente di smettere di vedere doppio.
"Scusa." Oliver le porse una mano e la aiutò ad alzarsi.
Fu allora che Felicity si accorse di essere scalza.
"Ho trovato i tuoi tacchi sulla pista da ballo. Sono già in macchina."
La ragazza mormorò un debole grazie.
"Perché avete bevuto così tanto?" domandò l'uomo, una sfumatura di preoccupazione nel suo tono.
Lei esitò.
"Felicity..." la esortò il giovane.
"Barry ed io ci siamo lasciati." spiegò, guardando fisso il pavimento.
La mano di Oliver si strinse fortemente attorno alle sue dita per un istante.
"Mi dispiace." lo sguardo di Oliver era vacuo, come se cercasse di nascondere le sue emozioni. O magari Felicity era solo troppo ubriaca per cercare di interpretare le sue reazioni.
Senza dire un'altra parola, la ragazza prese a camminare verso le scale.
"Io... Io non credo di farcela fino a casa."
Accadde tutto nel giro di qualche secondo: Felicity si sedette sul primo gradino, gemette debolmente, e mentre cercava di interpretare le parole che uscivano dalla bocca di Oliver, chiuse gli occhi e si addormentò tra le braccia del suo oceano.


Si risvegliò nel buio.
Sbatté le palpebre un paio di volte e cercò di dare un senso alla stanza illuminata solamente dagli schermi dei suoi computer.
La testa le stava esplodendo, ma ormai era quasi completamente sobria.
"È per via di Slade?" la ragazza si voltò di scatto e vide Oliver seduto sulla sua poltrona di fronte ai PC.
"C-che cosa?" mormorò, ancora troppo addormentata per capire la domanda.
"Tu e Barry... È per via di Slade? Per il pericolo?"
Felicity sentì la nausea riaffiorare: "N-no. Non è per quello. Barry si sa difendere, lo sai. E avrebbe difeso anche me se ce ne fosse stato bisogno."
"E allora perché?" insistette Oliver. "Eravate felici insieme, e saperti con lui, al sicuro, mi faceva sentire più tranquillo."
"È la prima volta che ti sento dire qualcosa di carino nei suoi confronti."
Oliver si morse il labbro per trattenere una risata: "Ora che non ti è più attorno posso ammettere di non detestarlo completamente."
Per la seconda volta quella sera, Felicity si ricordò delle parole di sua zia: in quel momento, l'oceano era in piena tempesta e il dolore, così pungente, le stava rendendo difficile respirare. Ogni volta che provava ad uscire dall'acqua, la corrente la trascinava di nuovo giù. L'arrivo di Barry era stato come trovare una zattera in mezzo al mare, che l'aveva aiutata a galleggiare per un po', ma non appena l'oceano la vedeva andare via, le onde si rialzavano e la scaraventavano nuovamente nel mezzo della tempesta. Non l'avrebbe mai lasciata andare. Ma non l'avrebbe neanche mai lasciata nuotare liberamente. E Felicity non poteva vivere in quel modo nemmeno per un secondo di più. "Dicevo davvero prima. Quando ho detto che mi dispiace. So quanto lui significhi per te."
"La tua pietà non mi serve."
Il cambio di tono nella voce della bionda fece irrigidire le spalle di Oliver. "Non è pietà, Felicity, io-"
"Vuoi sapere perché ci siamo lasciati, Oliver? Non è per colpa di Slade, è per colpa tua." Il giovane fece per replicare, ma lei lo zittì con un gesto della mano. "Io... Io sono così stanca di cercare di capirti."
"Felicity-"
"Sono una tua amica, poi qualcuno di cui ti potrebbe importare sul serio, poi la tua partner, poi qualcuno di cui sei palesemente geloso, poi la tua ragazza, e poi niente. Poi mi volto per un attimo e ti ritrovo fra le braccia di Sara, con la quale hai un passato, un passato che vi ha già ferito entrambi abbastanza senza che proviate a ripeterlo. E io non voglio essere quel tipo di ragazza, io non sono quel tipo di ragazza che fa scenate di questo genere. Ma tu... Tu non puoi continuare a farmi questo. Un attimo tutto e un attimo niente. Come potevo concentrarmi sulla mia relazione con Barry quando tu sei sempre in mezzo? Quando appena provo a tornare in superficie tu mi trascini di nuovo giù?"
"Non è così semplice."
Lei scosse la testa: "Invece è semplicissimo. Non dirmi che sei dispiaciuto per me. L'unica cosa che ho bisogno che tu provi nei miei confronti è chiaro che non la provi. Perciò-"
Felicity si alzò traballante dal materasso di Oliver, camminando dritta e il più sicura possibile verso le scale.
Stava quasi per posare un piede sul primo gradino, quando sentì cinque dita avvolgersi intorno al suo gomito e tirarla indietro.
Lo slancio fece volare le sue labbra dritte su quelle di Oliver, che in un istante infilò una mano fra i suoi capelli biondi, e fece scorrere l'altra lungo la sua schiena.
Come sotto ipnosi, Felicity rispose al bacio immediatamente, accogliendo la lingua di Oliver senza esitazioni. Le sue braccia si posarono automaticamente intorno al collo del ragazzo, e proprio quando ogni pensiero razionale stava abbandonando la mente di Felicity, tutto si fermò. Il respiro di Oliver era accelerato, e la ragazza sentiva il suo fiato sulle proprie labbra.
"Sì invece che la provo."
In completo stato di shock, Felicity non si accorse che Oliver si era infilato la giacca e l'aveva anche aiutata a mettersi il cappotto.
Non si scambiarono nemmeno una parola per tutto il viaggio in auto, e quando il giovane si fermò davanti al condominio di Felicity, lei aprì immediatamente la portiera, ansiosa di lasciarsi la nottata alle spalle.
"Come l'oceano."
La ragazza sentì il sangue gelarsi nelle sue vene. "Che cosa hai detto?"
"Mentre dormivi, hai detto 'Oliver è come l'oceano', ed è curioso, perché è lo stesso modo in cui io descriverei ciò che sento per te."
Senza dire altro, Oliver allungò un braccio e chiuse la portiera del passeggero, la salutò con un cenno e sfrecciò via a tutta velocità.
Felicity lo guardò sparire dietro l'angolo, riflettendo sulla sua confessione.
Forse Oliver non era l'oceano.
Forse l'oceano erano Oliver e Felicity.
Forse entrambi cercavano disperatamente di rimanere a galla, senza rendersi conto che il modo migliore per sopravvivere sarebbe stato quello di smettere di dimenarsi e lasciare che la corrente li trasportasse dovunque dovessero andare.
Felicity era pronta a scommettere che, nonostante l'enormità di quell'oceano, si sarebbero incontrati prima o poi.
Non poteva fare altro che sperare che accadesse il più presto possibile.
  
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