CAPITOLO
1: FLASHBACKS
Una macchina si muove su una strada di campagna in
mezzo a un bosco.
Nei sedili davanti ci sono due poliziotti che
ascoltano alla radio le canzoncine dei Teletubbies. Dietro invece c’è un uomo
sui trent’anni con i capelli biondi. Un ciuffo gli cade sulla fronte e lui lo
rimanda indietro. Si chiama Leon Scottat Kennedy ed è un agente del governo
degli Stati Uniti d’America. Guarda fuori dal finestrino borbottando il
ritornello di una delle canzoncine dei mostri con il televisore sul pancino.
Leon:- Teletubbies! Teletubbies!
Fanno ciao! Tao tao!-
Viene da chiedersi perchè il governo degli Usa non sia
in grado di assumere persone più intelligenti, ma questa è solo una misera
parodia e non può fornire risposte a simili dilemmi. Comunque, Leon, mentre
osserva gli alberi, ha un flashback, metodo molto utile per parlare del passato
dei protagonisti senza uscire troppo dalla storia.
Leon:- 1998! Non scorderò mai
quell’anno...-
Infatti dieci anni fa era stato mandato dal suo capo
in vacanza in una tranquilla località turistica vicina alla ridente cittadina
di Racchion City. Arrivato lì, però, era stato accolto malissimo: all’areoporto
gli avevano smarrito la valigia, il pullman si era fermato a venti chilometri
dal suo albergo e la camera aveva una splendida vista sulla discarica della
contea. Ma il peggio doveva ancora venire: mentre faceva colazione con del tè
un po’ giallo e una brioche piena di muffa, degli zombie sbucarono dal nulla e
gli mangiarono il bagaglio a mano. Questi zombie erano nati, come apprese in
seguito, da alcuni esperimenti di un’associazione misteriosa, la K-way
Corporation, che tra le altre cose cercava di scoprire un rimedio per la
cellulite. Il capo lo chiamò e gli disse che lo aveva mandato lì perchè doveva
cercare di salvare più gente possibile e impedire che il virus si diffondesse.
Ciò non solo gli rovinò la vacanza, che già faceva schifo, ma lo spaventò a
morte! Passò alcune ore correndo in preda al panico inseguito da una folla di
zombie furiosi e fu ripetutamente salvato dalla bella cinese Ida Wrong, che in
realtà mirava a lui, ma aveva una pessima mira, perchè si era scordata a casa
le lenti a contatto.
Alla fine il presidente degli Stati Uniti decise di
farla finita e cancellò Racchion City per sempre: prese uno sbianchetto e la
fece sparire dalla cartina degli USA. Resisi conto dell’idiozia del loro capo,
i suoi consiglieri diedero l’ordine di sganciare una bomba atomica sulla città
degli zombie. Leon, venuto a conoscenza del fatto che restava meno di mezz’ora
alla distruzione totale della città, aveva cercato salvarsi in tutti i modi.
Ma, poichè nel frigorifero c’era già Indiana Jones, lui l’aveva scampata per
miracolo salendo su un elicottero insieme a pochi altri agenti governativi.
Successivamente le azioni della K-way Corporation
crollarono. Persero così tanto in borsa che al confronto la Parmalat sembrava
una fiorente industria.
Da allora non si sentì più parlare della K-way
Corporation.
Poliziotto non al volante (voltandosi
e rivolgendosi a Leon):- Il disco dei Teletubbies è finito. Cosa preferisci, i
Puffi o Hamtaro?-
Leon (piuttosto arrabbiato):-
Fate voi, non vedete che sto avendo un flashback?- (Il poliziotto si gira e
mette il disco di Hamtaro.)
Autoradio:- H come Hamtaro, A
come amici...-
Cullato da queste orribili canzoncine, Leon ritorna al
suo flashback.
Subito dopo quello che gli era successo a Racchion
City, aveva fatto una scenata al suo capo.
Leon:- Adesso io voglio
mettere le cose in chiaro: non voglio mai più avere a che fare con gli zombie,
chiaro??? Non sono riuscito a chiudere occhio per mesi! Quei maledetti mi hanno
anche mangiato il mio cellulare nuovo che avevo lasciato nel bagaglio a mano! E
io non sono ancora stato rimborsato per quello nè per la valigia, che suppongo
sia finita in Oceania. Inoltre lei non mi ha pagato un centesimo, nonostante io
abbia completato brillantemente la mia missione!- (Il capo, un nero piuttosto
corpulento con gli occhiali da sole e completamente calvo, lo fissa da dietro
la sua scrivania.)
Capo:- Agente Leon Scottat
Kennedy, per prima cosa devo dirti che non mi sembra di ricordare che la tua
missione consistesse nello scappare a gambe levate urlando. Perchè non hai
fatto altro a Racchion City! E in secondo luogo, nel contratto non c’è nessun
cenno ad eventuali rimborsi. Quindi sparisci dalla mia vista, se non vuoi
essere licenziato in tronco!!!-
Leon:- Ehm, non mi potrebbe
dare qualche spicciolo, giusto per arrivare a fine mese?-
Capo:- FUORI!!!- (Leon scappa
sfondando la porta.)
Nonostante la così scarsa stima che il suo capo gli
aveva dimostrato, alcuni giorni prima dell’inizio della nostra storia Leon
venne convocato di nuovo nel suo ufficio.
Capo:- Agente Leon, ti ho
fatto venire per affidarti un incarico di nessuna fatica. Non aver paura:
niente zombie, niente mostri, niente virus e niente esplosioni nucleari.-
Leon (borbottando):- Adesso
sta’ a vedere che sono gli alieni...-
Capo (guardandolo male):-
Cos’hai detto?-
Leon:- Niente, capo!-
Capo:- La tua missione
consiste nel fare da guardia del corpo di Ashley Groan, la figlia del
presidente degli Stati Uniti!- (Indica una ragazza bionda seduta su una sedia
che gioca al gameboy che Leon non aveva notato.)
Ashley (senza sollevare la
testa dal gameboy):- Ciao...-
Capo:- Allora, accetti
l’incarico?-
Leon:- Beh, dovrei
pensarci...-
Capo:- Ah, dimenticavo di
dirti che se non accetti ho qui per te pronta la prenotazione per un’altra
bella vacanza come quella di Racchion City.-
Leon:- Sono sicuro che io e
Ashley andremo molto d’accordo, vero?-
Ashley:- Certo, cretino...-
Capo:- Oh, bravo! Ora ti
spiego il tuo compito: tu dovrai starle sempre addosso, seguirla dappertutto,
pedinarla in ogni luogo, assaggiare quello che mangia e beve, controllare che
non ci siano bombe o veleni nei suoi giochi, vestiti, libri, diari e ipod. Lei
è sotto la tua completà responsabilità. Quindi hai capito? Non devi assolutamente
mai perderla di vista!-
Leon:- D’accordo, ho capito.-
Capo:- Benissimo! Miss Groan,
ora può andare. Miss...- (Guarda la sedia e si accorge che la ragazza è
sparita. Anche Leon se ne accorge.)
Leon:- Oh cacchio!-
Capo:- RITROVALA SUBITO!!!-
(Leon sfonda di nuovo la porta ed esce.)
Leon corre in strada. Guarda in tutte le direzioni
cercando un minimo segno di Ashley, ma è inutile. Poi un mendicante con un
cartello con scritto “cieco” gli si avvicina...
Mendicante:- Stai cercando
una ragazzina bionda con un gameboy?-
Leon:- Sì, dov’è andata?-
Mendicante:- Là dentro!-
(Indica un enorme centro commerciale.)
Leon:- Grazie, tieni. (Gli dà
un dollaro.) Continua a mangiare carote, pare funzionino.-
Leon entra di corsa nel centro commerciale. Vaga per
un po’ nei negozi d’abbigliamento alla moda finchè...
Leon:- Ashley!- (Una ragazza
si volta. Tiene in una mano il gameboy e nell’altra un sacchetto stracolmo di
vestiti.)
Ashley:- Ah, sei il
deficiente che mi hanno messo alle costole... Vabbeh, renditi utile. Toh!- (Gli
lancia il sacchetto e lo prende in pieno facendolo cadere a terra.)
Leon (dolorante):- Ahio! Ma
di che cavolo sono fatti ‘sti vestiti? Di piombo?-
Ashley:- Non dire idiozie.
Ora andiamo: abbiamo ancora molti negozi da girare!-
Comincia un infinito tour di tutti i negozi del centro
commerciale. Leon è travolto dall’infinità di capi di Armani, di Cavalli, di
Dolce&Gabbana e di chissà quanti altri stilisti che Ashley gli tira addosso
dopo averli provati e comprati. Impegnato a reggere tutti i vari sacchetti e
pacchi, l’agente non si accorge di alcuni strani individui che li stanno
seguendo biascicando frasi in una lingua incomprensibile. A un certo punto,
mentre la ragazza è in un camerino a provarsi l’ennesimo vestito alla moda, a
Leon viene il bisogno impellente di andare alla toilette.
Leon (bussando alla porta del
camerino):- Ashley, vado un attimo al bagno, tu non ti muovere!-
Ashley:- Certo, idiota.-
(Leon butta per terra tutti i vestiti firmati che portava e corre in bagno.
Poco dopo torna.)
Leon:- Ci ho messo poco, hai
visto, Ashley? (Dal camerino non viene nessuna risposta.) Ashley? Perchè non
rispondi? (Ancora nessuno risponde. Leon, preoccupato, apre la porta del
camerino e vede che la ragazza non c’è più. C’è solo un foglietto. Leon lo
raccoglie e lo legge.) “Abbiamo rapito Ashley. Firmato: I Bergamasch”. Che cosa vorrà
dire?- (Un tizio tutto sporco, vestito con vestiti da contadino lerci e
rovinati e con un’espressione da psicopatico gli si avvicina.)
Tizio:- Imbesel! C’è scritto
che abbiamo rapito Ashley!-
Leon:- Non ho capito...- (Il tizio
si morde le mani.)
Tizio:- Allora, te lo
rispiego con più calma. (Mentre parla gli indica le parole sul foglietto con un
dito.) Noi... abbiamo... rapito... Ashley... Firmato... I... Bergamasch. Hai
capito adesso?-
Leon:- No.-
Tizio:- Bon! Oh, vegn chè co’
la s’cèta! (Arriva un altro tizio come lui che stringe con le braccia Ashley
imbavagliata e legata.) Hai capito ura?-
Leon (con espressione ebete):-
Cos’è che dovevo capire?-
Tizio:- Crinciu! Devi essere
proprio un barlafüss!-
Leon:- Barlache?- (Il tizio tira
fuori un cellulare e compone un numero.)
Tizio (parlando al telefono):-
Capo, il rapimento è andato alla grande, ma l’agente sembra non capire. Niente,
capo, non capisce niente! Ah, lascio perdere? Sì, va bene.- (Mette giù il
telefono e se ne va, lasciando solo Leon, che continua a leggere e rileggere il
foglietto.)