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Autore: PaolaDP    11/07/2008    2 recensioni
"Il piccolo abbassò lo sguardo su Lena, stesa a terra. Il suo sguardo era... ormai non riusciva nemmeno più a piangere: aveva le guance rigate di lacrime e gli occhi lucidi, continuava a fissarla con aria inespressiva e rassegnata. Quello non era un nemico: era un povero bambino indifeso, un innocente. La ragazza avvertì di nuovo un movimento all'altezza dello stomaco, ma non erano le fitte di prima: era pietà, era vergogna. Una lacrima scivolò lungo la guancia del bimbo, che si strinse alla madre e chiuse gli occhi. 'D'accordo, ve la siete cercata!'
Perché anche i Saiyan sono in grado di provare buoni sentimenti...
Perché una di loro sarà una madre a tutti gli effetti.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bardack, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



UNA MADRE




Sveglia!Svegliati, dormigliona!”

Lena aprì gli occhi; il buio della stanza era quasi totale, pochissima luce riusciva a passare dallo spiraglio della finestra scorrevole. Non fu sorpresa dall'oscurità, nonostante fosse mattina: Vegeta, nonostante avesse ben due stelle ad illuminarlo, non era molto luminoso; d'altro canto, non c'era un gran bisogno di luce: la fauna e la flora erano scarsissime, poiché i luoghi che popolavano erano stati sostituiti da aride città, edifici bianchi schematici e dalle forme insolite. I Saiyan, d'altro canto, non erano molto propensi all'apprezzamento della natura, se non a quella dei propri muscoli.

Che cosa succede?”

E' ora di partire”.

Eh, sì: la vita in caserma non era delle migliori. La parola d'ordine era “disciplina”, non c'era spazio per sentimenti o galanterie. Non che gentilezza e tatto fossero in voga presso i Saiyan, un popolo di guerrieri superficiali, capaci di pensare solo alla guerra...

Lena sorrise e si alzò, indossò la corazza e si avviò verso il refettorio.

Finalmente un po' d'azione...”

Hai ragione”, le rispose la ragazza che l'aveva svegliata. Era di media statura, aveva i capelli neri e lunghi, con due ciocche che le ombreggiavano la fronte, lineamenti molto sottili e appuntiti, gli occhi scurissimi, inespressivi ed indossava una divisa simile alla sua. Era sua sorella gemella, Fatma. Caratterialmente, era molto introversa e risultava difficile capirla.

Sbrigati! Dobbiamo partire entro un ora, e Hirst non vuole perdere tempo.”

Eccomi, eccomi...”

Le due sorelle, dopo aver percorso un altissimo corridoio con le pareti bianche e spoglie, arrivarono davanti ad una porta di vetro opaco, dalla quale provenivano risa e un fastidioso cicaleccio; entrarono nel refettorio e, dopo aver preso le loro razioni di cibo, si sedettero ad un lungo tavolo.

Oggi avremo di che divertirci” disse con aria sicura di sé Fatma.

Puoi ben dirlo.”

Ho sentito dire che gli abitanti di Ilions sono molto, molto pericolosi.”

Meglio: così ci divertiremo di più” rispose Lena con un sorriso ambiguo.

Era la prima volta che le due sorelle combattevano assieme; Fatma, infatti, appena nata aveva un livello combattivo molto basso, così era stata inviata su un pianeta chiamato Hantares, nella Galassia dell'Est, per sterminarne la popolazione e conquistarlo. Erano andati a prenderla pochi mesi dopo, quando la missione era stata completata. Sua sorella, invece, era cresciuta su Vegeta, addestrata alla caserma da Hirst, un guerriero di basso livello molto amico del padre Dicon e della madre Ikiya, appartenenti al suo stesso rango. Dicon era piuttosto anziano; aveva passatola vita intera combattendo per un re che non aveva mai nemmeno visto, un re che, recentemente, aveva avuto dalla regina un figlio primogenito; questo bambino, appena nato, aveva già una potenza combattiva altissima, così iniziarono a girare delle voci: da grande, sarebbe diventato molto più forte del padre. Il Re non era dispiaciuto per la superiorità che, si prevedeva, il figlio avrebbe avuto su di lui, e, anzi, fiducioso nel perfezionamento della specie, ne era orgoglioso; “il Numero 1” venne chiamato Vegeta, proprio come il pianeta dei Saiyan. Dicon, comunque, era rimasto cieco di un occhio in seguito ad una ferita e zoppicava sulla gamba sinistra, percorsa, dal ginocchio alla caviglia, da una brutta cicatrice. Ikiya era una donna semplice ma astuta; aveva cercato di crescere le figlie lontano dalla tradizionale venerazione della Guerra, compito reso ancor più difficile dall'opinione del marito: Dicon, come tutti i Saiyan, non combatteva perché obbligato ma solo per divertimento. Non che Ikiya fosse diversa: anche lei aveva ucciso, conquistato e sottomesso; la sua scelta derivava dal fatto che riteneva opportuno che Lena e Fatma sviluppassero da sole la propria indole guerriera, cosa che le avrebbe senz'altro aiutate nelle missioni future; non aveva calcolato un piccolo dettaglio: l'amore per la Guerra è insito in tutti i Saiyan fin dalla nascita. Fatma si era sporcata le mani di sangue quando, da piccolissima, il satellite di Hantares l'aveva fatta trasformare in un enorme scimmione mannaro, come accade a tutti i Saiyan alla luce della luna. Lena, invece, aveva iniziato piuttosto tardi, verso i 15 anni. A 18, sapeva perfettamente come comportarsi in un corpo a corpo; aveva partecipato, in totale, a 19 conquiste. I Saiyan raggiungevano l'indipendenza non con un'età, ma con un numero di campagne completate, e cioè 20. Dopo questa missione, Lena avrebbe potuto partecipare alle riunioni del Consiglio della sua squadra e sposarsi. I Saiyan non credevano in alcuna divinità: la loro stima andava a sé stessi, la loro passione alla Guerra. Il matrimonio andava ufficializzato con uno dei 12 Lander, un incaricato del Re. Lo scopo dell'unione era solo la riproduzione, volta a fornire combattenti sempre più forti; pertanto, non c'era bisogno di pratiche per il divorzio, ma per annullare il matrimonio era necessaria una nuova unione. Lena aveva già una vaga idea riguardo alla persona che avrebbe potuto sposare: Bardack, un guerriero Saiyan del suo stesso rango; era molto alto, deciso, con una voce profonda. Era a capo di una squadra di 5 combattenti di basso livello che, allenandosi sempre più, avevano raggiunto un'abilità superiore a quella che non gli fosse riconosciuta. Lui e Lena si conoscevano da tanto. Il padre di Bardack, Monfer, era stato per un anno nella squadra di Dicon, e si era guadagnato un'ottima reputazione per i risultati ottenuti nei combattimenti; purtroppo, però, una ferita aveva distrutto tutti i suoi sogni di gloria costringendolo ad un bastone nero e a un'ora la settimana in una vasca di rianimazione per recuperare le energie. Bardack, forse per compensare il prematuro ritiro del padre, era stato iniziato alla Guerra da piccolissimo. Anche lui era cresciuto su Vegeta, era praticamente cresciuto assieme a Lena e aveva già raggiunto la ragguardevole cifra di 37 pianeti conquistati! Sì, le sarebbe piaciuto averlo per marito...

Allora, belle signorine. Squadra 33x8: pianeta Binfer. Squadra 33x9: pianeta Teano. Squadra 34x: Popai. Squadra 34x1: Shea. Squadra 34x2: Ilions. Squadra 34x3...”

Ilions, della Galassia dell'Ovest” disse Fatma. “Sarà senz'altro una bella spedizione”

Non vedo l'ora...”rispose con un ghigno Lena; una mano si posò sulla sua spalla, e lei si voltò; si ritrovò davanti una ragazza più o meno dell'età sua e di Fatma, molto alta, con i capelli corti e neri, lo sguardo elettrizzato.

Allora: sei pronta?” le disse la ragazza.

Secondo te, Tabitha?” rispose Lena con una nota di stizza nella voce e un tono di complicità.

Questo è lo spirito giusto. Sapete che fine hanno fatto Farah e Sarafsa?”

Sarà meglio che si sbrighino” ribatté con decisione Fatma “perché io non starò qui ad aspettarle; rischiano di arrivare quando avrò già finito con gli illiniani.”

Hai ragione, sarà meglio avviarsi.”

Tabitha faceva parte di una squadra di 5 combattenti con Lena, Fatma, Farah e Sarafsa; era una ragazza piuttosto superficiale e chiacchierona, amante delle battaglie; si divertiva a combattere, ad uccidere e dimostrare la propria forza. Era figlia di un guerriero di rango medio-alto, molto conosciuto nell'ambiente Saiyan in seguito alla conquista del pianeta Heather, durante la quale, a quanto pare, si era distinto per valore e fedeltà, tanto che Freezer si era degnato di comunicargli il suo compiacimento per il lavoro svolto tramite un messaggero. Freezer era il despota per cui lavoravano i Saiyan. Lui e i regnanti avevano un accordo da ben tre generazioni; la potenza combattiva del figlio di re Cold era a dir poco straordinaria: tutti i Saiyan insieme non sarebbero riusciti a ferirlo. Negli ultimi anni avevano svolto un ottimo lavoro per ampliare il suo impero in tutte le direzioni e in tutte le galassie conosciute. Tohan, il padre di Tabitha, per qualche ragione sconosciuta, dopo il trionfo di Heather aveva smesso di combattere e si era chiuso in casa, passando le sue giornate in stanze buie a meditare su chissà che, ed ora era considerato un folle. Aveva sposato Imbra, una donna di basso livello che aveva continuato a combattere anche dopo il suo ritiro, una vera fanatica che aveva trasmesso a Tabitha la passione, la mania della Guerra. Così la ragazza era cresciuta fra due realtà piuttosto insolite ed in conflitto fra di loro: da una parte, un padre importante, un eroe che rifiuta ogni forma di violenza e che trascorre le sue giornate in solitudine; dall'altra, una madre inferiore, esuberante e amante della guerra che l'ha cresciuta per farne una combattente infallibile. Quest'ambiente aveva temprato il suo carattere in modo incerto, facendone una ragazza lunatica, a tratti decisa, arrogante e sicura di sé, a tratti depressa e pessimista, ma che parlava sempre molto.

Sarafsa aveva detto che ci saremmo trovate qui” disse Fatma con tono inespressivo.

Lena sorrise. “E da quando si dà retta a ciò che dice Sarafsa?L'unica affidabile, qui, è Farah.”

Sarafsa era molto orgogliosa: era convinta della superiorità della razza Saiyan anche più della media, carattere che condivideva con Imbra, la madre di Tabitha. Aveva i capelli bruni e gli occhi color del miele, indossava una tuta da combattimento blu scuro; era una brava combattente, ma non così eccezionale. Aveva una bambina piccola, di circa 4 anni, chiamata Janine, con i boccoli e gli occhi blu; durante le missioni della madre, la piccola rimaneva con la nonna Alenia, dato che il padre Liar era costantemente in giro per la galassia a conquistare e, le poche volte che tornava su Vegeta, non cercava la compagnia della figlia, ma quella della moglie. Liar condivideva pienamente le opinioni di Sarafsa, fra loro c'era un rapporto di complicità. Erano identici, cosa che non piaceva a Lena: non erano mai in disappunto su qualcosa, e credeva che, al primo contrasto, sarebbero scoppiati. Dato che questo fantomatico contrasto non arrivava, i due continuavano ad andare d'accordo. Talvolta, Sarafsa spariva per seguire il marito in qualche missione “clandestina”, non ufficiale, solo per il loro divertimento. Bisogna ammetterlo, era una buona madre, anche se piuttosto severa; esigeva infatti molto dalla piccola Janine e voleva che Alenia la allenasse durante le sue assenze. La piccola era particolare per essere una Saiyan: le piaceva giocare, non combattere, e questo costituiva un'indecenza per la madre e Liar, che erano stati e temprati al fuoco di mille battaglie. Nonostante il suo scarso interesse, Janine aveva dimostrato una vera predisposizione per la lotta quando, durante un allenamento si era trasformata in uno scimmione mannaro particolarmente potente; c'era solo un piccolo dettaglio “insignificante”: mentre si dovrebbe mantenere coscienza di sé, la piccola era diventata una bestia a tutti gli effetti, tanto che Liar aveva dovuto colpirla per calmarla.

Ehi, ragazze!” Una donna spuntò da dietro l'angolo.

Tabitha sorrise. “Finalmente sei arrivata, Sarafsa.”

Certo! Non ho alcuna inclinazione a lasciare a voi tutto il divertimento...” rispose l'altra malignamente. “Sapete che fine ha fatto Farah?”

No” ribatté secca Fatma.

Sarà meglio che si muova, o la lasceremo qui. Ricordate che questa è una missione molto importante per me e Lena” disse Tabitha.

Solo perché siete rimaste indietro col lavoro. Sbrighiamoci.”

Raggiunsero un lungo corridoio con le pareti di vetro e il pavimento di lamiera. Passando, Lena si voltò ad osservare le altre squadre che si stavano preparando nel corridoio adiacente e poté vedere anche la propria figura. Si piaceva, ma non riteneva la bellezza una caratteristica essenziale. Aveva la carnagione molto chiara, a tratti ombreggiata dagli scuri capelli mossi le cui prime ciocche erano raccolte in un robusto nodo sulla nuca; aveva gli occhi blu, i lineamenti sottili e appuntiti, ma il volto piuttosto rotondo. La sua figura era molto esile; indossava una tunichetta bianca molto corta, una spalliera di protezione alla spalla sinistra, lato che tendeva a lasciare vulnerabile, e dei guanti di pelle chiara come gli stivaletti, tipici dei Saiyan.

Mi chiedo perché ti ostini a non portare una corazza: le nostre sono leggerissime e molto resistenti...”le disse Sarafsa.

Lo sai com'è fatta lei: deve sempre distinguersi” replicò con tono vezzoso Tabitha. “Un giorno ti ritroverai ad averne bisogno e a non averla; allora, quando verremo a recuperare ciò che sarà rimasto di te, ti ricorderemo queste discussioni” aggiunse.

Semplicemente ho fiducia nelle mie capacità” disse Lena con tono inespressivo.

Le possibilità sono 2: o sopravvaluti te stessa, oppure sottovaluti i tuoi avversari.”

O forse voi sottovalutate me” rispose con freddezza.

Calma, calma, si faceva per dire... Comunque, non vedo l'ora di completare questa missione e di poter partecipare al Consiglio” affermò con convinzione Tabitha quando ebbero girato l'angolo. “Ci pensate? Saremo adulte a tutti gli effetti!”

Sai che roba...” disse ironicamente Sarafsa. “Ti assicuro che non ci sono queste grandi novità. Certo, puoi avere figli e... partecipare a quelle noiosissime riunioni, ma non è nulla di che. Questa sarà una delle solite missioni appassionanti, certo, ma monotone. Non vedo l'ora di trovare un pianeta abitato da combattenti pericolosi e di battermi con loro” aggiunse.

Dici questo perché tu ci hai fatto l'abitudine, ma per noi è una novità.”

Che novità...” ribatté Sarafsa con tono scettico

Possibile che tu pensi solo alla scalata sociale?” le chiese Lena con esasperazione.

Siamo in fondo alla piramide, mia cara. A cos'altro dovrei pensare?”

Al fatto che, con questa missione, si apriranno possibilità affettive.”

Tu sei fissata con Bardack.”

Ma va...”

Per la prima volta, Fatma intervenne. “Guarda che lo sappiamo tutti, si vede lontano un miglio. Tu non sei come Sarafsa, che maschera i sentimenti dietro un'espressione indecifrabile ed impassibile. Pensa: e se ti venissero fuori dei marmocchi di infimo livello combattivo?”

Tutte noi siamo di infimo livello combattivo, in caso non te ne sia accorta” replicò Lena.

Sì, ma immagina la soddisfazione di avere un figlio potente, un figlio... un figlio come il principe Vegeta.”

Mi stai paragonando alla regina?”

No: sto paragonando le tue possibilità alle sue.”

Grazie tante. Ecco Farah!”

Si accostò al gruppo una ragazza piuttosto minuta, con lunghi capelli neri e occhi di ghiaccio. Indossava una corazza nera, stivali e guanti bianchi.

Finalmente! Ce ne hai messo di tempo” disse Tabitha.

Già” replicò la ragazza con un tono indecifrabile. La sue espressione non tradiva alcun sentimento; era come se osservasse il mondo per la prima volta, con uno sguardo analitico ed eziologico ma per nulla curioso. Farah non parlava molto, ma pensava tanto; era piuttosto passiva, ma molto precisa nel combattimento. Non si interessava a nulla in particolare; il tempo libero lo passava seduta in refettorio da sola osservando le persone e le cose; le piaceva leggere, questo è vero, ma non esistevano molti libri su Vegeta, anzi. Gli unici volumi erano “I guerrieri per eccellenza” e “I più grandi combattenti della Storia”, entrambi incentrati sul tema della Guerra. Lei li aveva letti almeno 30 volte; scriveva diversi temi che non faceva leggere a nessuno, nemmeno al padre Ulsiagh, l'unica famiglia che aveva mai avuto; la madre, infatti, era morta durante la prima spedizione che aveva condotto dopo la gravidanza, quando era stata colta da dei dolori al ventre durante un combattimento ed era stata stroncata da un abitante di Elog, che Ulsiagh era andato a massacrare personalmente, procurandosi una grossa cicatrice sulla guancia sinistra.

Dobbiamo correre!” disse improvvisamente Sarafsa.

Aumentarono il passo e raggiunsero il tetto della caserma, sul quale, nei vari settori, erano sistemate delle piccole astronavi monoposto la cui forma ricordava vagamente quella delle palline da golf. Dopo essere entrate, le navicelle furono lanciate nello spazio, in direzione XF5, verso la Galassia dell'Ovest.

Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui, con la mia quarta storia. 

Questa volta, però, non si tratta di cyborg, ma di Saiyan, che costituiscono la razza principale, protagonista del manga. Immagino abbiate ormai capito 

che Lena diventerà la madre di Goku o, meglio, di Kaaròt... Ho appena scoperto, però, che, stando ad alcuni doujinshi, il suo nome sarebbe Taanipu, e

non quello che ho ideato io, solo che ormai mi sono affezionata alla mia creazione e, oltretutto, sostituire tutti i "Lena" del testo con "Taanipu" sarebbe

stato problematico, se non da suicidio. Come per "L'Agguato", la storia è stata scritta parecchio tempo fa, quindi siate clementi! Come al solito, mi

farebbe molto piacere leggere le vostrerecensioni, il metodo migliore che ho per conoscere le vostre opinioni e, quindi, adeguarmi e migliorarmi secondo

i gusti dei lettori.

Vi ringrazio per aver letto questo capitolo!

  
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