“Non la passerai liscia questa volta, Loki! Hai idea di quanta sofferenza hai inflitto nel cuore di nostra madre?” urlò Thor furioso entrando nelle prigioni di Asgard. Era lì per far visita a ciò che n’era rimasto di Loki, dopo un violento tentativo di fuga.
“Ho tolto la vita solo a un misero numero di umani rispetto all’enorme quantità di teste che Odino ha falciato” rispose in un sussurro compiaciuto.
“Nostro padre…”
“TUO, TUO PADRE! Noi non siamo mai stati fratelli, Thor! Io sono solo la favoletta che i genitori raccontano ai figli la notte per spaventarli! Non sono altro che l’uomo nero, il mostro cattivo che si nasconde sotto il letto, l’incubo di ogni bambino! Ahh…” gridare in tal modo non poteva fare bene a Loki, le ferite riportate a causa della punizione erano profonde e il dio dei fulmini poteva vedere benissimo come colui che credeva suo fratello stesse ancora cercando di ingannarlo con qualche suo trucchetto. Così gli parlò con il tono più sincero che potè trovare: “Basta. Niente più illusioni, Loki. Anche se non mi crederai subito, anche se mi odierai per questo, voglio essere diretto con te perché so che dentro di te, da qualche parte, c’è ancora mio fratello, quello con il quale sono cresciuto, mio amico di infanzia e mio alleato in battaglia. Lasciarti qui per il resto della vita non gioverebbe a nessuno, per questa ragione ho supplicato e convinto il padre degli déi a… a esiliarti su Midgard come fece con me.”
“Cosa?! Questo è assurdo, preferirei essere decapitato oggi stesso, qui e ora, piuttosto che ritrovarmi di nuovo su quell’insulso regno!” sbottò subito Loki, ancora incredulo per la ridicola pensata del fratello.
“Non saresti costretto a rimanere laggiù in eterno. È una possibilità di redenzione quella che ti offria-”
“Ci sputo sulla vostra offerta! Forse te ne sai già dimenticato, conoscendo le tue scarse capacità intellettuali, ma quegli umani mi conoscono e in men che non si dica mi ritroverei a marcire in una cella ben poco diversa da questa, o peggio … Chissà cosa potrebbero voler far di me quegli stolti!”
“Niente di più di quello che ti accadrebbe se rimanessi qui. Ho già informato la S.H.I.E.L.D del tuo arrivo, si prenderanno cura loro del tuo alloggio. Inutile dire che non avrai poteri magici.”
Loki non rispose, per la prima volta non seppe trovar parole. Ormai quel che era fatto era fatto e in ogni caso il suo futuro prevedeva la compagnia di patetiche creature, sia che si trattasse di quel sempliciotto di Thor o di quei patetici umani. Si lasciò condurre fori dalle guardie, fino al Bifrost, dove Odino già lo aspettava. Sentiva che qualcosa mancava e così, senza pensare si guardò alle spalle.
“Frigg si è rifiutata di venire” iniziò Odino bruscamente “le avrebbe provocato troppo dolore…”
“Certo, immagino, come se voi’altri foste in lutto!” commentò Loki sprezzante. Arrivati a questo punto, ogni singola parola pronunciata gli causava sempre più disprezzo verso il padre degli déi, l’artefice di ogni bugia e menzogna con il quale era stato nutrito fin da bambino.
“Loki, non saresti qui se n-“
“FA QUEL CHE DEVI E FINIAMOLA QUI.” Ne aveva abbastanza di tutti quei discorsi inutili e ripresi continuamente fino al limite della sopportazione. Ormai conosceva a menadito tutte le ramanzine che riceveva e quali parole usare per togliersi dai guai. E le avrebbe usate, se solo avesse voluto regalargli questa soddisfazione.
“Già … sono un folle ad averti permesso di ritornare ad Asgard. Non sei degno dell’affetto di Frigg! Ricordati, ora e per sempre, che se sei ancora vivo è solo grazie alla sua benevolenza! Per le persone care che hai tradito, ora io ti spoglio dei tuoi poteri e ti bandisco!!!”
Il vortice del Bifrost immediatamente risucchiò Loki, il quale non molti istanti dopo si ritrovò a faccia in giù a Central Park, New York.  



[Capitolo scritto da Vmortadella]