Più che una
cantina, quella era una stanza piena di
oggetti vecchi e, per la stragrande maggioranza, rotti o con qualche
pezzo
mancante.
Mi avvicinai di più a Sara e le sussurrai all’orecchio:”Ma
tu
credi veramente che qui si possa trovare una “buona”
macchinetta del caffe’?”
“Zitto e
seguimi…fidati per una buona volta!”
esclamò
Sara.
“Non mi
sono MAI fidato di te dalla prima volta che ci siamo visti. Come potrei
fidarmi
adesso?”risposi io, alzando gli occhi
al cielo spazientito.
Eravamo arrivati davanti ad un grosso oggetto
rettangolare coperto da un telo marrone.
Non appena il venditore la scoprì, gli occhi di
Sara si illuminarono.
“Ma non è
fantastica!!!”
“Si…proprio
stupenda!Bene…adesso possiamo andare?”
“Un attimo
solo…il tempo di caricarla in
macchina e poi sei libero…”
“No…Sara,
forse non hai capito:devo vedermi con Veronica!”
Vedendo che la situazione stava precipitando in una
litigata, il venditore decise di togliere il disturbo.
“Scusate,
io avrei un altro appuntamento…vi
lascio, tanto la porta si chiude da sola!”
“Si,
grazie infinite!”
Ero ormai al colmo della pazienza:mi voltai anche
io e mi diressi verso la porta.
Ma più forte la spingevo e più la porta rimaneva
ferma.
“AH,BENE!ADESSO
ANCHE LA PORTA…MENOMALE CHE SI CHIUDEVA DA
SOLA:QUESTO L’ABBIAMO
PROVATO!”
“VUOI STARE
CALMO??!?!?”
urlò Sara.
Nella cantina cadde
il silenzio più totale: cominciai a camminare su e
giù per quella lurida
stanza, cercando un posto dove prendesse il cellulare.
“Scusa,
ma…”
cominciò Sara, ma
poi pensò che era meglio stare zitti.
“Fantastico!
Il telefono non prende…”
“Ti
prego, puoi stare calmo?” disse
di nuovo Sara.
“Ma
come faccio a stare calmo se siamo appena rimasti chiusi dentro una
cantina e
non sappiamo quando ne usciremo?? E’ logicamente impossibile!!”
“Per
una volta puoi lasciar perdere la tua logica da medico??”
la sua voce era così dolce, che non si poteva
ribattere.
Mi calmai
esternamente, anche se dentro ribollivo dalla rabbia.
“Vieni,
siediti!”
esclamò ad un tratto Sara, che era seduta su un vecchio
divano.
Mi avvicinai a lei,
ormai rassegnato.
“Che
cosa dovremmo fare?”
“Rilassati!
Ce la fai per un po’
di tempo?”
Per lei era tutto
semplice;anche se la sua vita era un casino,lei non ci pensava, o
meglio
pensava positivamente.
“Tu
hai
una strana visione del mondo e io credo di esserci arrivato!”
dissi, rivolto verso di lei.
“Davvero!!
Sentiamo…” era
tutta interessata, ma sotto quello sguardo non sapevi mai se intendeva
prenderti in giro oppure era seria.
“Il
fatto è che tu vedi il mondo come se fosse tutto colorato,
ma in realtà è e
rimane in bianco e nero.”
“Rimane
in bianco e nero solo per chi, come te, non sa colorare!”
Detto cio, si mise a
fissare davanti a sé un punto imprecisato della stanza.
“Allora,
che ne dici se mi insegni tu a colorare il “mio”
mondo triste e nero?”
Il mio sguardo non
era più quello di un normale interlocutore: la cosa strana
era che mi stavo
innamorando di lei, dei suoi occhi, dei suoi capelli, della sua bocca…
Mi avvicinai di più
fino a sfiorarle una mano.
Lei si scosse come
da un sogno e poi mi fissò, i suoi occhi celesti dritti nei
miei blu.
“Perché
no, in fondo “colorare”
non ha mai fatto male a nessuno!”
I nostri visi erano
a pochi centimetri l’uno
dall’altro.
Potevo sentire il
suo profumo dolce sul suo collo, la sua pelle così morbida.
Non ci pensai due
volte e la baciai.
Era un bacio pieno
di amore, amore sincero.
Non riuscivo a
staccarmi dalle sue labbra: era come se tutto fosse fermo intorno a noi.
Alla fine fu Sara ad
allontanarsi per prima, delicatamente.
“E
questo?”
mi
chiese, sorpresa.
“Era
un
modo per iniziare a colorare il mio mondo: che ne pensi?”
“Penso
che sia stupendo!”
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti! Che ne pensate di
questa fanfic? Aspetto vostre recensioni!
Nel frattempo, se vi va, potete passare sul mio profilo dove ho fanfic
ancora in corso e altre già concluse!
Un bacio,
la vostra ElenSofy!