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Autore: sweetlove    12/07/2008    6 recensioni
Finalmente, per Bulma e Vegeta arriva il momento della luna di miele... ma sarà una vacanza molto particolare, poichè trascorsa dopo quindici anni di convivenza e due figli di dodici e un anno... Se la caveranno?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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mare6
La casa sulla spiaggia
Capitolo 6°

***



Nonostante il viaggio alla volta della loro casa per le vacanze fosse stato così movimentato e, sì, anche da definire terribile, era ovviamente preferibile al silenzio che regnava in quell'automobile, adesso.
Persino Bra sembrava aver capito la gravità della situazione, e si limitava solo a qualche parolina, di quelle che le piacevano tanto, e a qualche incomprensibile farfuglio.
Bulma era immobile, sul suo sedile. Si guardava le mani da circa un ora. Aveva gli occhi lucidi ma non piangeva... strana reazione per una donna che ha saputo della morte del padre da appena due ore.
Era pallida.
Vegeta aveva capito, Vegeta sapeva che dentro di sè Bulma stava autoconvincendosi ch'era tutt'un equivoco, che quando sarebbe arrivata suo padre l'avrebbe accolta alla Capsule Corporation col suo solito sorriso e avrebbe abbracciato i suoi due adorati nipotini con lo stesso amore di sempre, e che poi tutti assieme sarebbero andati a salutare la signora Bunny, che annaffiava le piante in attesa del loro ritorno. E poi avrebbero mangiato assieme, anche se a Vegeta questo dava sempre molto fastidio.
Stranamente adesso proprio lui, che di quei vecchi sen'era sempre fregato, sentiva un qualcosa dentro, qualcosa di strano... che fosse dispiacere?
Stava già dicendosi di no, ma nel guardare lo sguardo perso di sua moglie dovette stare in silenzio e accettare che in fondo, lui, a suo suocero, un pò di bene gli voleva. Anche inconsciamente...
D'altronde, lui che un padre non l'aveva mai avuto, o meglio, che aveva avuto un padre che gli aveva insegnato unicamente ad uccidere e che poi l'aveva venduto... beh, aveva trovato in quell'uomo, o meglio, il signor Briefs aveva trovato in lui non solo un genero, ma anche un figlio. E come tale l'aveva sempre trattato, nonostante non fosse mai ricambiato nei suoi modi gentili e cordiali.
"Io ti sono riconoscente e voglio dirti anche il motivo" gli disse pochi giorni prima, il giorno del matrimonio con Bulma, quando non c'era nessuno intorno.
"Ti sono riconoscente, figliolo, per aver reso mia figlia felice e per averci dato due nipoti così belli...".
Ecco cosa gli aveva detto il vecchietto, mentre si versava un bicchiere di cocktail al buffet.
E lui non aveva risposto nulla... si era limitato a riflettere su quelle parole quando l'anziano gli voltò le spalle e se ne andò dalla moglie, lasciandolo solo, a bere dell'acqua, in disparte.
Vegeta guardò i suoi figli. Dallo specchietto retrovisore vide Bra ormai quasi appisolata nel suo seggiolino, e Trunks... beh, aveva ancora le guance rosse. Aveva pianto tra le braccia di sua madre per parecchio tempo... ma adesso dormiva anche lui.
Vegeta riconosceva anche questo... che i suoi figli, o almeno Trunks, aveva un rapporto speciale con il nonno. Già da parecchio gli insegnava i trucchi del mestiere, gli dava strane spiegazioni su fenomeni fisici e scientifici, lo lasciava smanettare ai computer quando e per quanto voleva, sebbene Bulma andasse su tutte le furie. Non aveva avuto il coraggio di dire al figlio "Smettila di frignare come una femminuccia!" sebbene aveva già quelle parole sulla punta della lingua.
Adesso che lo vedeva dormire e non più tirar sù con il naso si sentiva più a suo agio. Non era mai stato bravo a consolare, o meglio non cen'era mai stata l'occasione.
Tornò a guardare con la coda dell'occhio sua moglie. Ancora immobile, ancora lo sguardo spento... e stanco, tremendamente stanco.
"Mi hai detto che non hai dormito stanotte" disse, giusto per attaccar discorso. Aveva il disperato bisogno di sentire la sua voce.
Ma annuì soltanto.
"E' meglio che dormi, come i mocciosi... mancano più di due ore per arrivare..." Guardava la strada ma già sapeva che lei stava squotendo la testa.
"Come vuoi..." Disse ancora.
Strano.
Di solito era lei a forzarlo a parlare. Era lui quello taciturno... e adesso la situazione si era ribaltata!
Non insistette più di tanto. O meglio non ce ne fù il bisogno. Vede la testa di Bulma ciondolare dopo appena dieci minuti e si ritrovò a tenere quel volante in mezzo alla sua famiglia dormiente. Anzi, dopo poco fù Bra a svegliarsi e a guardare il padre attraverso lo specchietto.
"Papà!" Disse gioiosa, incurante del sonno di madre e fratello. Ma nessuno si svegliò.
Vegeta le fece segno di stare zitta e lei subito lo imitò, mettendosi il dito davanti alla bocca. Il padre scosse la testa e sorrise.



"Bulma..."
La donna aprì gli occhi, disorientata e confusa.
In un primo momento non ricordò perchè si trovava in macchina, e nemmeno perchè riconoscesse attorno a sè i palazzi principali della Città dell'Ovest.
"Siamo arrivati" Le disse Vegeta, vedendola già sveglia.
Bulma si passò una mano sul viso e afferrò la bottiglietta d'acqua accanto al sedile. Sentiva la bocca secca e solo dopo averne scolata mezza riuscì a sentirsi meglio.
"Mamma acqua!" Bra la fece voltare e nonostante la situazione Bulma riuscì a sorridere alla bambina, che con il suo biberon in mano mostrava alla madre che anche lei stava bevendo.
Trunks dormiva ancora.
"Credo che sia meglio svegliare Trunks... sono tre ore che dorme!" Sentenziò Vegeta, svoltando verso il viale principale e ritrovandosi in mezzo al traffico.
"Già..."
E sentì la sua voce, finalmente. Così stanca e lieve da non riconoscerla.
"Trunks... tesoro, siamo arrivati..." Disse al ragazzino, squotendolo leggermente. Questo mugugnò qualcosa e si girò dall'altra parte.
"Perchè fa così?" Chiese Vegeta, che osservava il tutto dallo specchietto retrovisore.
"Gli ho dato una pillola per dormire prima di partire..."
"E perchè?" Scioccamente, Vegeta aveva quasi scordato il motivo per cui stavano andando a casa.
"Perchè piangeva troppo..." Si sentì rispondere.
Tempo cinque minuti, parcheggiarono nel garage della Capsule Corporation.
Vegeta scese per primo dalla macchina, respirando profondamente. Stare seduto alla guida per quattro ore senza sosta l'aveva profondamente debilitato.
"Come si fa con Trunks?" Chiese a Bulma, osservando dal finestrino il volto profondamente addormentato del figlio.
"Ci penso io... prendi tu la piccola..." Si sentì rispondere e si diedero il cambio. Mentre Bulma apriva lo sportello posteriore dal lato di guida, dove c'era Trunks, Vegeta slacciava la bambina dal seggiolino, dall'altro lato. Aveva il sederino decisamente umido, si percepiva bene anche sotto la stoffa di jeans della graziosa salopette che indossava.
"Bra è in condizioni pietose..." Disse, chiudendo lo sportello.
"Pensi che io e Trunks siamo da meno?" Rispose, con un pizzico di amarezza, lei, tenendo per mano un Trunks con ancora gli occhi chiusi.
"Ho sonno, mamma..." Mugugnò, stropicciandosi gli occhi.
"Lo so tesoro..." Gli carezzò la guancia e lo condusse verso le scale di metallo, che li avrebbero condotti all'interno del palazzo, nel corridoio principale.
Appena arrivati in cima sentirono delle voci. Bulma riconobbe dapprima quella di Goku e si meravigliò della sua presenza, poi notò che con lui c'era anche Gohan. Aveva Pan in braccio e succhiava placidamente dal suo poppatoio della camomilla.
"Ci siete già tutti..." Si sforzò di sorridere la donna, facendo il suo ingresso. La prima cosa che notò fù la porta aperta dell'abitazione dei suoi genitori. c'era uno strano via vai. volti conosciuti ma in quel momento estranei continuavano a entrare e uscire. Non erano in molti, massimo una decina.
Il Saiyan la guardò, un pò stupito per la sua presenza.
"Bulma... non credevo che arrivaste così in fretta." Disse avvicinandosi alla donna e al ragazzino, che cominciava adesso a svegliarsi. Ricevette una carezza sui capelli dall'uomo, poi lo vide abbracciare sua madre e dire un "condoglianze".
Poi anche Vegeta arrivò e fece il suo ingresso. Parve fregarsene della presenza di Goku, o Kakaroth, come soleva chiamarlo lui.
Il piccolo Trunks adesso aveva solo due desideri. Il primo era quello di dormire, si sentiva intontito come mai. Il secondo era quello di far tornare in vita il suo adorato nonno. Forse era solo un brutto sogno...
"Mamma..." Le tirò la gonna, come se fosse stato un bambino di tre anni. Lui di anni ne aveva dodici, ma ritornò a sentirsi piccolo. almeno in quell'occasione, voleva sentirsi piccolo.
"Scusatemi, Trunks ha bisogno di dormire..." Disse Bulma, congedandosi "Torno fra cinque minuti...".
Goku e Gohan annuirono e lasciarono passare la donna e il ragazzino. Fece per andarsene anche Vegeta, ma per un attimo Goku lo fermò.
"Condoglianze anche a te, Vegeta" Gli disse.
Si aspettava una risposta brusca e sfrontata, come sempre, ma stranamente ricevette solo un "Mh..." che solitamente tutti interpretavano come il 'grazie' di Vegeta. Poi, quando Bra prese a frignare infastidita dal suo pannolino ora più che mai appesantito, seguì la moglie senza dire niente.
A lui toccò il compito di cambiare Bra, visto che Trunks si sentiva, adesso, anche male. Aveva vomitato appena era entrato in casa. La loro casa...
Adesso Bulma cercava di farlo rilassare a letto, mentre gli misurava la temperatura.
L'uomo era sulla soglia della stanza, osservando moglie e figlio dentro e dando ogni tanto uno sguardo a Bra, che entrava e usciva dalla sua stanza tirando una palla variopinta dentro e fuori.
"Mamma..." Fece Trunks, improvvisamente. Aveva la voce roca, quasi irriconoscibile.
"Dimmi tesoro..." Bulma accostò il viso al suo.
"Dov'è il nonno, ora?" Le chiese, lasciandosi accarezzare i capelli.
La donna restò spiazzata per qualche istante. Non sapeva che dirgli. Non sapeva se si riferiva al suo corpo o al suo spirito.
"Trunks... lui è..." cominciò a dire, ma il ragazzino la fermò.
"So che è in paradiso... ma posso vederlo un ultima volta? O l'hanno già sepolto?"
Adesso gli occhi tornavano a chiuderglisi. Aveva le guance rosse, non per il pianto ma per la febbre, che dal termometro risultò a 39 e 7.
Bulma lo guardò con un infinita tenerezza.
"Tu pensa a riprenderti... potrai vederlo, o almeno credo... ma adesso dormi."
Gli baciò la guancia e la fronte, rimboccandogli le coperte e lasciò accesa la luce sul comodino. Uscirono entrambi dalla stanza, lei e Vegeta, lasciando però la porta aperta.
"Gli hai dato troppo sonnifero, secondo me."
Vegeta camminò di fianco alla moglie fino alla camera da letto, cioè per pochi passi. Dopo essersi accertato che la bambina stesse giocando in camera sua entrò nella stanza, dove la vide sedersi sul letto e prendersi il volto tra le mani.
"Cinque ore fà... cinque ore fà eravamo al mare, felici e contenti... guarda adesso che sta succedendo..." Disse tra sè.
E stavolta le vide davvero, le lacrime. Vegeta le vide davvero scendere sulle sue guance pallide, vide la vera sofferenza sul volto della sua Bulma. E ben presto la sentì anche singhiozzare.
Con un movimento istintivo, sedette accanto a lei sul letto e l'attirò a sè. Lasciò che piangesse sulla sua spalla, senza parlare nè fare qualsiasi altra cosa. Semplicemente la tenne stretta, finchè, dopo qualche minuto, la sentì calmarsi e la vice cercare a tentoni il fazzoletto che teneva sempre nel cassetto del suo comodino.
Si asciugò le lacrime ma rimase ancora abbracciata a lui.
"Mi manca..." Mormorò all'improvviso, strofinando la guancia contro il petto del suo uomo.
Lui non disse nulla.
La strinse ancora un pò, poi la lasciò andare a sciacquarsi il viso in bagno. La sentì armeggiare con il mobiletto degli asciugamani. Ovviamente non cen'erano di già appesi e dovette metterne dei nuovi.
Poi qualcuno bussò alla porta.
"Scusate...?"
Goku fece capolino dal corridoio. Aveva Bra in braccio.
"Cosa?" Fece Vegeta, ora più stanco che mai.
"Bra era uscita in corridoio... fortuna che l'ho vista!" Sorrise. Il suo sorriso da ebete. Mise a terra la piccola che lo guardava affascinata. Le stavano simpatici gli uomini come Goku, Gohan o simili...
"Oh... grazie mille Goku, mi ero distratta un attimo...!" confessò la scienziata, riemergendo dal bagno con ancora gli occhi rossi.
"Non preoccuparti... torno di là. Ah, mi sono permesso di scaricare i bagagli, spero non vi dispiaccia!" Aggiunse, guadagnandosi un sorriso sincero e pieno di gratitudine dall'amica.
"Grazie mille davvero... Non so più dove mettere le mani: Trunks ha la febbre alta e Bra non è in grado di badare a sè stessa... potresti farmi la cortesia di chiedere a Chichi se può venire un momento qui? Vorrei andare da... mio padre..."  
Le dispiaceva dover essere un peso, ma sapeva che anche Vegeta voleva un pò di libertà. Voleva essere libera di dire addio a suo padre senza pensare ai suoi figli. Non per egoismo, ma per sentirsi figlia per qualche ora, le ultime prima che suo padre venisse seppellito.
"Figurati, siamo qui per questo... te la mando subito!"
Goku sparì in corridoio lasciando di nuovo soli Bulma, Vegeta e la piccola Bra, seduta sulla moquette e appoggiata alla parete paglierina accanto al comodino.
"Menomale che sono venuti a darci una mano..." Disse tra sè la donna, raccogliendo la figlia e sentendole la fronte. Almeno lei non scottava. La baciò e la mise sul grande letto, in attesa di Chichi. Vegeta si era intanto alzato ed era uscito sul terrazzo. Guardava la città con il suo solito sguardo impassibile, fermo, deciso. Guardava l'auto delle pompe funebri con apparente indifferenza, ma la cosa gli rodeva non poco.
"Quando ci sarà il funerale?" Domandò alla moglie, all'improvviso, noncurante della poca sensibilità di quella domanda.
"Credo domattina..." Rispose lei, cambiandosi d'abito, infilandosi il suo comodo tubino turchese e riprendendo Bra in braccio.
"Pappa!" Intonava adesso la bimba, sgambettando.
"Vado da Trunks..." Bulma andò sul terrazzo da Vegeta, che si voltò a osservarla. La vide porgergli Bra e lui la prese senza opporsi.
"Attento che non si faccia male!" Gridò quando si trovava già in corridoio.
La scienziata incrociò Chichi appena uscì dalla camera. La donna le fece le più sincere condoglianze e parlottarono un pò, per pochi secondi.
Poi Bulma si accertò che Trunks dormisse tranquillo e chiamò Vegeta, dicendogli che poteva lasciare Bra a Chichi.
Lui non se lo fece ripetere due volte, e con la moglie andò finalmente in casa dei suoceri.
Lì lo colpì più di tutto l'odore forte dei fiori. Creava un atmosfera davvero... mortuaria. Non sembrava più, quella, una casa. Sembrava solo una camera ardente.
Anche se era in parte una verità... appena fù sulla porta della camera da letto dei coniugi Briefs, dovette fermarsi un momento. Sul letto c'era suo suocero. Già, lui... steso, con le mani adagiate una sull'altra sul ventre e vestito con un bellissimo abito elegante. Gli ricordò per un attimo il vestito che indossava al matrimonio. Ma adesso era pallido.
Si riscosse all'improvviso vedendo che Bulma si era fermata improvvisamente. Era dietro di lei ma già sapeva che non riusciva ancora a credere che quello fosse suo padre. S'immaginava già il suo viso spento, nel vedere quel cadavere sul letto. Istintivamente le poggiò una mano sulla schiena ed esercitò una lieve pressione, come per spingerla lievemente in avanti.
"Vai..." Le mormorò, e lei s'incamminò.
La vide abbracciare sua madre, in lacrime e distrutta dal dolore, e venire salutata da tutti coloro che entravano lì in quella stanza.
Vegeta decise di voltarsi e uscire da quell'appartamento, o meglio mettersi in salotto, dove l'atmosfera era più tranquilla e dove già le persone erano un pò meno addolorate. Si riusciva anche a scambiare qualche parola che non riguardasse l'anziano proprietario dell'azienda più celebre nell'intero mondo.
Incontrò di nuovo Goku e non lo degnò neanche di uno sguardo, si limitò ad andarsene verso la finestra dell'angolo pasti, dove era abituato appartarsi. Lì nessuno lo disturbò per un bel pezzo, nessuno lo importunò nè gli fece domande.
Trascorse così un ora e la testa prese a ciondolare a lui, stavolta. In più aveva lo stomaco totalmente asciutto e reclamante un pasto...
Proprio mentre, sconsolato, stava per uscire dall'appartamento per dirigersi in qualche caffè del vicinato, che gli avrebbe fornito sicuramente il tanto agognato pasto di mezza giornata, Bulma ricomparve dinnanzi ai suoi occhi.
La guardò per un attimo, stranito. Non si aspettava di vederla uscire dalla camera ardente così presto, anche se sotto sotto lo sperava.
"Dove vai, tesoro?" Gli chiese quasi sottovoce, mettendogli una mano sul braccio, in una specie di carezza che lui, anche se non nella loro stanza da letto, ovviamente soli, non rifiutò.
"A mangiare qualcosa..." Disse soltanto, aprendo ancor di più la porta.
"Avevo scordato di dirtelo, nel salone ci sono varie cose da mangiare, stavo giusto andandoci... non lo sapevi, vero?" Gesticolò un pò con le mani, nervosamente. Non per quel dialogo, ma per la situazione creatasi così, in poche ore.
"No che non lo sapevo." Concluse il Saiyan. Non ce la faceva a vederla così giù e le sue reazioni erano di puro nervosismo. Cominciò a percorrere il lungo corridoio da solo, ma pochi passi dietro di lui c'era la sua Bulma, a testa china... per un attimo riflettè sulla situazione e all'improvviso si fermò, l'aspettò e camminarono uno di fianco all'altra, senza dirsi una parola.
Fù lui ad aprire la porta della grande sala dove di solito venivano celebrate le feste. Quella però non era una festa...
"C'è molta roba vedo..." Mormorò Bulma, guardandosi intorno. Di fronte a loro c'era un tavolo pieno di vassoi e grandi piatti ricolmi di pietanze come pizze, tartine e quant'altro. Lì accanto c'era un tavolo dove, ben ordinati, erano disposti dei dolci, e dalla parte opposta un carrello con delle bevande.
Nell'angolo della stanza c'era Chichi.
"Hei..." Disse solo, avvicinandosi, con la piccola Bra in braccio.
"Grazie per badare a Bra, sei un tesoro..." Bulma le mise una mano sulla spalla e carezzò poi i capelli della sua bambina, che beveva dalla sua tazza del succo di frutta.
"Ma ti pare... Videl è andata da Trunks, gli ha preparato qualcosa di adatto. Hai veramente esagerato con quel sonnifero, povero piccolo" Il tono della più giovane non era di rimprovero, solo di preoccupazione. Ovviamente trattava Trunks come se fosse suo figlio sin da quando era in fasce e adesso gli dispiaceva vederlo ammalato.
"Non ero in mè stamattina, non mi ero nemmeno resa conto di avergli dato due pastiglie e non una... mi sento talmente in colpa..." La donna faceva adesso un grande sforzo per non piangere, erano troppe situazioni messe insieme a batterla non solo moralmente ma anche fisicamente. La notte insonne appena trascorsa, il malore di suo figlio, la morte di suo padre... era distrutta.
"Tranquilla, hai già troppe cose a cui pensare..." La mora la invitò a sedersi. Guardò un attimo Vegeta, subito allontanatosi a consumare il suo pranzo nell'angolo più remoto della stanza. Per un momento la investì in pieno la rabbia. Perchè non le stava accanto e non la consolava?! Sapeva come al solito dimostrarsi il grande bastardo di sempre...
"Cosa dice lui...?" Fece un piccolo scatto con il mento, indicando Vegeta, lontano abbastanza da non sentire nulla.
"Cosa vuoi che dica..." Bulma poggiò la testa sul tavolino al quale si era sistemata. Era stremata...
"Ti è stato vicino, almeno?" Si azzardò a chiedere Chichi, sedendo lì accanto a lei e sistemandosi la bambina sulle gambe.
"Sì... il tempo che siamo stati insieme sì... più di così non credo riesca a fare."
La turchina tirò un pò sù la testa e per un attimo si tenne il grembo, contraendo il volto per il dolore.
"Tutto bene? Stai male?"
"No... è solo il ciclo... stanotte poi non ho chiuso occhio."
Tentò di alzarsi ma un forte capogiro la costrinse a risedersi. Vegeta, che si stava giusto voltando verso di loro, osservò appena in tempo la scena.
"Va a letto, Bulma... anzi, prima mangia qualcosa. Non ci arrivi a domattina in questo stato!" Chichi prese dal buffet lì accanto un panino imbottito, sistemandolo in un piatto e mettendolo di fronte all'amica, che lo guardò quasi con disgusto.
"Forza... mangia questo e va a riposare. Non puoi sentirti male anche tu, Bulma."
La donna si alzò nuovamente, portando con sè la bambina.
"Vado a metterla a letto, meglio che faccia un pisolino... fa come ti ho detto, mi raccomando!" Disse ancora, poi s'immerse nel corridoio e Bulma non la vide più. Anzi, ora non vedeva più proprio nulla. Le girava talmente tanto la testa che cominciò a vedere tutto scuro.
"Vegeta..." Lo chiamò con un fil di voce, che quasi rimbombò visto che la sala era enorme e lì non c'era nessuno eccetto loro.
Lui si avvicinò, velocemente, preoccupato anche se non lo dava a vedere.
"E' meglio che tu vada a letto" Le disse soltanto, tirandola sù. Lei fece qualche passo, lentamente, di fianco a lui. Poi il mondo prese a ruotare ancora più forte, all'infinito, finchè davvero non vide tutto buio.


Continua...

N.D.A.
Anche questo capitolo l'avevo già scritto ma non ero ancora riuscita a pubblicarlo con NVU.
Grazie ancora a tutti!
Baci

Sara

   
 
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