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Autore: Aletta_JJ    13/04/2014    4 recensioni
Dal testo:
“Quando ti ho detto che il mio regalo te l'avrei dato dopo...ecco, se tu fossi stato sobrio, ti avrei detto che ti amo incondizionatamente, Luke Hemmings. Amo ogni tuo difetto, ogni tua stranezza. E riesco ad amare di più la parte peggiore di te, perché tutti sono in grado di amare quella migliore. E poi, ti avrei portato a casa e ti avrei chiesto di fare l'amore con me. No, non scopare...fare l'amore.”
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E' una OS Cake (Calum+Luke, maleXmale, ragazzi che fanno cose con ragazzi.) Spero di essermi spiegata, quindi se non è il vostro genere, evitate di leggere e criticare, grazie! (vista, inoltre la mia poca integrità mentale, oltre i ragazzi c'è un personaggio "speciale").
#Aletta_JJ ©
## OS di MIA creazione ##
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Tequila, lap dalce e gelosia assassina 
(Mi sono innamorato di uno stronzo)
 

 
Quando Ashton e Michael proposero di far ubriacare da coma Luke, per il suo diciottesimo compleanno, Calum pensò subito che quella fosse una cattiva idea. Sapeva benissimo che Luke non reggeva nemmeno mezzo bicchiere di Long Island, e poi....lui voleva che fosse sobrio. Era indispensabile che lo fosse, altrimenti il suo regalo non avrebbe avuto senso.
Uscivano insieme da circa cinque mesi. Si erano conosciuti ad una festa di amici in comune. La sintonia tra di loro, era stata innegabile sin dal primo momento, eppure era successo tutto molto lentamente. Luke, in quel periodo stava già con qualcuno, però le cose tra di loro erano ormai agli sgoccioli. Qualche tempo dopo, Calum aveva scoperto che il suo ragazzo l'aveva tradito, quindi gli aveva lasciato il tempo necessario per riprendersi e per ricominciare a fidarsi delle persone. Ad un certo punto, aveva quasi perso le speranze. Luke era diventato un suo caro amico, uno di quelli che vedi quasi come il fratello che non hai mai avuto. Eppure, dopo sette lunghissimi mesi, Luke aveva trovato il coraggio di compire il grande passo, chiedendogli di uscire non più come semplici amici. Da allora, era stato tutto un viaggio in discesa. Serate al cinema, momenti romantici quando uno dei due aveva casa libera, baci rubati in posti pubblici, qualche stupida scenata di gelosia che finiva sempre con coccole e carezze. Insomma, era tutto perfetto....o quasi.
Quella sera, Calum aveva un compito semplicissimo: doveva portare Luke a casa di Ashton, dove avrebbero passato una “serata tra amici”, guardandosi un film e sparando cazzate a raffica. Luke però, non era stupido. Lui aveva capito che i suoi amici gli avevano organizzato una festa a sorpresa, facendo finta di essersi dimenticati del suo compleanno. Nemmeno Calum gli aveva fatto gli auguri, però, aveva visto nel suo sguardo il desiderio di poterglieli fare.
“Ti va di parcheggiare qui vicino e andare a passeggiare in riva al mare?” propose Luke.
“Mi sembra un'ottima idea.”
Calum lasciò la macchina poco distante dalla spiaggia. Raggiunsero il bagnasciuga correndo, poi rimasero a guardare il sole sprofondare dall'acqua cristallina. Luke prese la mano di Calum, facendogli capire di voler cominciare la passeggiata.
La luce soffusa del tramonto, rendeva i lineamenti di Luke più dolci. Calum riusciva a cogliere ogni particolare del suo viso. Era oggettivamente un bel ragazzo, uno di quelli che non puoi non notare, se lo vedi passare per strada. I suoi occhi azzurri, erano scintillanti, vivi. E Calum, riusciva a rimanere come ipnotizzato da quell'oceano pacato. Si sentiva un po' stupido, perché gli sembrava di sentire troppo, di pensare troppo, di faresemplicemente troppo, quando erano insieme.
“Sei particolarmente bello stasera.” sussurrò improvvisamente Calum, abbozzando un sorriso.
Luke girò la testa nella sua direzione, regalandogli un sorriso di rimando,uno di quelli che ti lasciano senza fiato e ti fanno tremare il cuore.
“Io, invece, ti trovo particolarmente strano. Mi stai nascondendo qualcosa?”
“No, perché dovrei?”
“Infatti, perché dovresti?”
La passeggiata fu silenziosa, ma non imbarazzante. Fu un silenzio piacevole, migliore di qualsiasi conversazione mai fatta. Nessuno sarebbe mai riuscito a capire il loro modo di comunicare. Le parole, a volte, erano superflue, mentre ad essere importanti erano i baci, le carezze, i sorrisi.
Quando giunsero davanti a casa di Ashton, si fermarono. Prima di entrare, Luke avvicinò Calum a sé, passandogli un braccio attorno alla vita. Le loro fronti si sfiorarono. Le loro labbra, si trovarono a pochi centimetri le une dalle altre. A Luke, bastò spostarsi leggermente in avanti per riuscire a baciare Calum. Inizialmente, fu un bacio dolce, uno semplicemente strisciamento delle labbra. Poi, il bacio divenne più movimentato. Le loro lingue si intrecciarono, e Calum morse quella di Luke, riuscendo a farlo gemere.
Chiuse gli occhi e si beò di quel suono meraviglioso.
“Dobbiamo proprio entrare? Possiamo dare forfait e passare una serata tranquilla, solo io e te.” disse Luke, accarezzando con i polpastrelli lo zigolo destro di Calum.
Calum sospirò, risollevando le palpebre. Quell'idea era fantastica, però non poteva.
Gli amici del suo ragazzo, ci avevano messo settimane ad organizzargli la festa a sorpresa. Non poteva mandare tutto a puttane!
“Non questa sera.” rispose alla fine, sciogliendo l'abbraccio. Riprese la mano di Luke, trascinandoselo dietro. Come da copione, fece il giro della casa, senza spiegare il perché al biondino, ed entrò nel giardino. Non c'era nessuno, perché si erano nascosti tutti.
Solo quando, nel silenzio più assoluto, si sentì sbattere il cancelletto di legno, gli invitati uscirono fuori urlando: “Buon compleanno!”
Luke fece il finto sorpreso, sfoggiando un'enorme sorriso. Prima di lasciarsi coinvolgere dai suoi amici, si fece fare gli auguri per bene dal suo ragazzo. Calum gli lasciò un bacio sulle labbra, sussurrandogli:
“Auguri....uhm, il mio regalo te lo do dopo.”
“Non vedo l'ora.” rispose Luke mordendosi il labbro inferiore.
Il bel quadretto, venne rovinato da Ashton, che trascinò Luke dagli altri. Calum guardò la scena, sperando di apparire inespressivo. Onestamente parlando, non andava particolarmente d'accordo con i due migliori amici di Luke. Era terribilmente geloso di Ashton, sempre troppo vicino al suo ragazzo,sempre troppo premuroso nei suoi confronti. Michael invece era un po' introverso, però ogni volta che si lasciava andare sparava cinquanta cazzate in trenta secondi. Calum si chiedeva sempre, se lui si rendesse conto delle cose che diceva. A volte, erano davvero assurde!
La festa si consumò lentamente, tra canzoni da discoteca, alcolici di ogni tipo e giochini stupidi. Ad esempio, ogni volta che qualcuno diceva una parolaccia - e capitava in continuazione-, si dovevano fare tutti uno shottino di tequila. Calum rifiutò ogni volta, visto che doveva ritornare a casa in macchina, la macchina di suo padre per giunta! Nonostante non fosse il suo genere di festa, cercò di divertirsi. Luke gli venne vicino un paio di volte, rubandogli qualche bacio e ringraziandolo, anche se nessuno dei due sapeva il perché.
Quando arrivò il momento dei regali, ormai Luke era totalmente ubriaco. Calum, vedendolo appoggiato a due ragazzi, si chiese quando sarebbe crollato del tutto.
“Per te, piccolo Lukey abbiamo il più bel regalo di sempre.” disse Michael suscitando un fuggi fuggi generale.
Curioso di sapere che cosa fosse, si fece avanti anche Calum.
La porta - balcone che separava la sala dal giardino, si aprì. Proprio in mezzo, c'era un...palo da lap dance!
“Oh no...” si lasciò sfuggire Calum, abbassando la testa. Perché quello sarebbe dovuto essere il più bel regalo di sempre? Era sicurissimo che il più grande desiderio di Luke, non fosse quello di strusciarsi contro un palo da spogliarellista! O forse...sì?
“Io...ehm, grazie.” disse Luke del tutto disorientato.
“Non c'è di che, caro. Però, non abbiamo finito.” annunciò Ashton. Calum pregò che quei due cretini non avessero ingaggiato un professionista. In quel momento, nemmeno Alex Pettyfer1 avrebbe evitato che lui andasse completamente fuori di testa!
“Lukey...buon compleanno!” urlò improvvisamente qualcuno. Si girarono tutti quanti.
Un ragazzo dai capelli biondi e il sorriso smagliante, se ne stava lì con le braccia tese, in attesa di un abbraccio.
A Calum non parve proprio uno spogliarellista, visto che non indossava una divisa da poliziotto o da pompiere.
Luke, appena lo vide, si fece spazio tra gli invitati e gli saltò letteralmente addosso. Calum, si chiese chi cavolo potesse essere. Proprio non lo sapeva. In quel momento, si sentì totalmente escluso dalla vita di Luke, come se loro due non stessero insieme da quasi cinque mesi.
Gli veniva da piangere, però doveva trattenersi, perché sarebbe stato imbarazzante e poi, avrebbe rovinato tutto.
“Niall, ma che ci fai tu qui?” bene, il biondino aveva un nome: Niall.
“Bhè, non potevo mica perdermi il tuo diciottesimo compleanno. E poi, esattamente tre anni fa, ti ho fatto una promessa. Forse tu non te la ricordi, ma io sì...quindi.” con andamento felino, passeggiò tra gli invitati, stringendo qualche mano e sorridendo a tutti, persino a Calum. Raggiunse il palo e, facendo un cenno con la testa, fece accendere lo stereo da Ashton. Toxic di Britney Spears, prese il posto delle risa e delle chiacchiere. Niall, aggrappandosi al palo, cominciò a volteggiarci attorno. Qualcuno gli urlò qualcosa di sconcio, mentre gli altri iniziarono a battere le mani, incoraggiandolo. Però, l'unica cosa che non mancava a Niall era il coraggio. Si muoveva con sicurezza, ammiccando con un sorriso sensuale.
Luke, felice come mai prima d'allora, si fermò vicino a Calum.
“Chi è?” chiese il moro.
“E' Niall!” rispose Luke, poi urlò: “Via Niall!”
Calum stava perdendo la pazienza. "Lo spogliarellista per una notte", cominciò a togliersi i vestiti. Dopo aver lanciato via la maglietta, si mise carponi e, imitando i movimento di un gatto, avanzò leggermente. Un secondo dopo cambiò posizione, facendo aderire la schiena a terra. Alzando leggermente il bacino, lasciò scivolare via i pantaloni. Quasi contro la sua volontà, Calum pensò che fosse davvero sexy. Questo assurdo pensiero, però, scomparve quando Luke, accettò di diventare il suo palo umano.
Tutti trovarono quell'esibizione divertente, tutti tranne Calum.
Lui bruciava, dentro e fuori.
Decise di bere qualcosa, per alleviare quella terribile voglia di prendere a pugni qualcuno.
Purtroppo, vicino al tavolo degli alcolici, trovò Ashton.
“Questo è il regalo perfetto! Guardalo, è felicissimo.” Calum borbottò qualche parolaccia, cominciando a bere dal bicchiere che aveva appena riempito. Improvvisamente, con la coda dell'occhio, vide che anche Luke si era tolto la maglietta. Ashton lo guardava sorridendo.
“Chi cazzo è Niall?” chiese Calum, sperando di ricevere finalmente una risposta.
“Non mi sorprende che tu non lo sappia.” affermò Ashton. E questo che dovrebbe significare? si chiese.
“Niall Horan è il chiodo fisso di Luke...da sempre. Era il suo vicino di casa, prima che andasse all'università. Non c'è mai stato niente tra di loro, perché Niall l'ha sempre trattato come un fratello minore. Però, intendiamoci, nemmeno la scopata migliore del mondo riuscirebbe a competere con questo regalo.” Calum guardò Ashton con un sorrisetto sulle labbra.
“Dimmi Ash, ti piacciono i piselli surgelati?” .
“Cosa?”
Il moro non rispose nemmeno. Senza pensare alle conseguenze, diede un destro dritto in faccia ad Ashton.
Non seppe se fosse stata la rabbia a farlo reagire o l'alcol.
“Io penso che adesso tu abbia bisogno di quei piselli surgelati!” disse Calum allontanandosi, mentre gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di lui.
Prese per il braccio Luke, il quale nel frattempo aveva cominciato a slacciarsi anche i jeans.
“Andiamo a casa.” gli disse.
“Non fare il guastafeste! Un altro giro di tequila!” propose Michael.
“No. Ha bevuto troppo, quindi adesso lo porto a casa.” Luke, pur essendo ubriaco marcio disse:
“Cal ha ragione.”
Il moro sorrise. Appoggiò il bicchiere mezzo pieno su un tavolino e, passando un braccio attorno alla vita del biondo, lo fece staccare da Niall, il quale gli seguì fino alla porta.
“Hai bisogno di una mano?”
“No, hai già fatto abbastanza. Mi occupo io di lui.” Calum si rese conto del tono di voce usato, però non riuscì a sentirsi in colpa per il modo nel quale stava trattando Niall. Pensava davvero che in parte fosse anche colpa sua, se Luke si era conciato in quel modo.
Poi, per farsi odiare ancora di più, prima di lasciarli andare, Niall si sporse in avanti e diede un bacio a fior di labbra all'amico. Luke gli sorrise appena, senza però proferir parole.
Il mondo di Calum crollò in un secondo.
“E' stato bellissimo rivederti.” sussurrò a Luke, poi rivolse uno sguardo di ghiaccio al moro.
Anche lui lo odiava, era evidente. Un giorno forse avrebbero chiarito la situazione, ma non quella sera, non lì.
Senza aggiungere altro, Calum cominciò a camminare, trascinandosi appresso Luke. Ci misero tantissimo a raggiungere la macchina, e Luke continuò a parlare per tutto il tempo! Continuò a dire cose senza senso, sbagliando la pronunciare delle parole e ridendo come un cretino. Era devastato.
“Che poi, tu Calum ti sei mai sentito come se ti mancasse il respiro?” gli chiese improvvisamente.
“Probabilmente sì, qualche volta mi sarà capitato...non ricordo.” mentì il moro, impedendo alle lacrime di uscire. In quel preciso istante si sentiva soffocare. Si era sentito in quel modo per tutta la serata, e aveva rischiato di morire quando le labbra di Niall avevano sfiorato quelle delsuo Luke.
“Vuoi fermarti un secondo? C'è una panchina qui.” aggiunse subito dopo e, senza aspettare una risposta da parte di Luke, lo fece sedere, anche se mancava poco alla macchina.
“No...uhm, no Cal. O sì, o no!” insistette Luke, tirandogli il braccio. Calum sospirò, le lacrime ormai erano prossime ad uscire. Non riusciva a resistere oltre e poi, l'indomani Luke, molto probabilmente, nemmeno si sarebbe ricordato quello che era successo durante la serata. Nemmeno le parole che gli stava per dire.
Il suo regalo di compleanno. Regalo fatto con il cuore.
“Sì...in questo momento mi sento soffocare. Avevo immaginato una serata totalmente diversa. Avevo sperato che tu non ti ubriacassi, perché odio le persone prive di consapevolezza. Però, ti ho lasciato fare, perché non si compiono diciotto anni tutti i giorni. Doveva essere una serata speciale per te, e penso sia stato così.” Calum fece una piccola pausa, rivolgendo un'occhiata all'altro. Luke lo stava osservando, come se stesse capendo davvero il suo discorso.
“Quando ti ho detto che il mio regalo te l'avrei dato dopo...ecco, se tu fossi stato sobrio, ti avrei detto che ti amo incondizionatamente, Luke Hemmings. Amo ogni tuo difetto, ogni tua stranezza. E riesco ad amare di più la parte peggiore di te, perché tutti sono in grado di amare quella migliore. E poi, ti avrei portato a casa e ti avrei chiesto di fare l'amore con me. No, non scopare...fare l'amore.”
Luke chiuse gli occhi, mordendosi con forza il labbro inferiore. Appoggiò i gomiti contro le ginocchia e, con la testa tra le mani, cominciò a vomitare sulle scarpe bianche di Calum.
“Uh, Luke! Non avevo mai considerato questa tua reazione, al mio primo ti amo.” il moro si asciugò gli occhi, sfoggiando un debole sorriso.
Più o meno dieci minuti dopo, raggiunsero la macchia. Calum fece sedere Luke sul sedile del passeggero, allacciandogli la cintura. Entrando in macchina anche lui, appoggiò le mani sul volante e, come la prima volta che l'aveva toccato, si sentì il cervello vuoto. Non si ricordava come mettere in moto, ingranare la marcia, lasciare la frizione senza spegnere il motore. Zero. Tabula rasa!
"Porca puttana!" imprecò passandosi una mano tra i capelli. Intanto, Luke si scostò leggermente dal sedile.
Questo fece allarmare Calum. "No, no, no! Se devi vomitare, non farlo. Giuro che ti ammazzo se lo fai!"
"Okay, non vomito, okay." sussurrò Luke. "Non arrabbiarti." aggiunse con voce da cucciolo. Calum gli accarezzò i capelli, sorridendogli.
"No, non mi arrabbio."
Dopo diversi tentativi, Calum riuscì a far partire la macchia.
Un quarto alle tre, i due arrivarono a casa Hemmings . Non c'era nessuno, ma questo Calum lo sapeva già. Appoggiò Luke al muro, si piegò in avanti e prese la chiave da sotto il tappetino. Aprì velocemente la porta, ritornando poi a sorreggere il suo ragazzo.
Fortunatamente, il biondino si ribellò quando Calum lo volle portare in braccio su per le scale.
Insomma, non era proprio una piuma!
“Faccio da solo!” disse salendo i primi due gradini. Il terzo non riuscì a superarlo, quindi cadde ritrovandosi carponi. Ridendo, avanzò fino ad arrivare in cima alle scale. Poi, allo stesso modo si avviò verso la sua stanza, o quella che pensava fosse la sua stanza. Calum lo raggiunse, impedendogli di entrare nella camera da letto dei suoi.
“Vieni Luke, la tua stanza è dall'altra parte del corridoio.”
“E da quando?”
“Da sempre.” Luke scosse la testa, ma prima che riuscisse a dire qualcosa, Calum lo sollevò da terra e lo portò in camera sua, lasciandolo cadere sul letto come un sacco di patate.
“Te l'avevo detto che questa era la mia stanza.”
Il moro, impegnato a cercare qualcosa di comodo, per poterlo poi mettere a dormire, decise di assecondarlo.
“Già, sono così sbadato!”
Alla fine, optò per la maglietta che gli aveva regalato dopo aver visto i Muse in concerto.
Era troppo grossa per Luke, eppure lui la indossava spesso.
“Riesci a svestirti?” chiese Calum. Luke rise, rivolgendogli uno sguardo perverso, e facendo cenno di sì con la testa. Rotolò sul materasso, appoggiandosi sulla schiena. Con mani insicure, si slacciò i pantaloni e gli abbassò, mostrano i suoi boxer di Superman.
“Aiutami!!!” disse Luke. Calum si avvicinò al letto e, sollevando le gambe dell'altro, fece scivolare via i jeans sudati. Subito dopo, gli fece indossare la maglietta pulita e lo fece andare sotto il lenzuola fresco.
Luke si addormentò con il sedere per aria, come fanno i bambini piccoli. Calum sorrise, vedendo quella scena.
Però era ancora arrabbiato con lui, era arrabbiato a causa del suo atteggiamento.
Si era innamorato di uno stronzo.
“Cal...” sussurrò Luke, tenendo gli occhi chiusi.
“Uh?”
“Ti amo anch'io.”
Uno stronzo che però lo amava.

 

Alla fine, Calum decise di rimanere a dormire con Luke, nel suo grande letto matrimoniale.
Il mattino seguente, quando si svegliò, la prima cosa che vide furono i suoi enormi occhi blu.
“Ho fatto un sogno bellissimo.” disse il biondino.
“Niall Horan è davvero venuto alla tua festa di compleanno, non è stato un sogno.”
“Ma...no, io ho sognato che mi dicevi di amarmi.”
Gran bel sogno, pensò Calum con un sorriso.


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1: Nel film "Magic Mike", Alex Pettyfer interpreta uno spogliarellista, per chi non lo sapesse.


Angolo autriceCiao ^-^ se siete arrivati fin qui, significa che avete letto questa OS (poveri voi!). 
Prima di tutto, vorrei precisare una cosa. La maggior parte delle cose che ho scritto, le ho scritte con il fine ultimo di far ridere qualcuno. La piccola esibizione di zio Niall è una di queste. Ho pensato che lui non poteva assolutamente mancare, però non volevo che fosse qualcosa di "normale". La sua partecipazione doveva essere speciale, in qualche modo. E poi, dopo la ventunesima volta che sentivo Toxic, non ho potuto non pensare a lui avvinghiato ad un palo. E' stato più forte di me!
Adesso passiamo alle cose "importanti". La mia idea madre era quella di scrivere qualcosa di terribilmente dolce sui Cake, perché li adoro e non riesco a non shipparli! Poi, le cose sono un po' degenerate, però l'idea fluff persiste. (E ne sono felice, amo il fluff *-*).
Non so, forse questa OS avrà una continuazione. Ci sto pensando, dipende anche da voi, in parte.
Prima di lasciarvi (finalmente eh u.u) vorrei scusarmi per gli eventuali errori da testa di cavolo / di battitura o distrazione.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno questa OS.
Alla prossima.
xx

-Ale.
   
 
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