Film > Le 5 Leggende
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Autore: L0g1c1ta    13/04/2014    0 recensioni
Dieci ragazzi e una professoressa.
Ognuno di loro ha una storia. Ognuno di loro ha un passato.
Passano insieme quattordici giorni di vacanze all'estero e insieme decidono di fare un rito per entrare nel Regno dell'Incubo, risvegliando l'Uomo Nero ed entrando nel suo mondo.
Mano a mano che esplorano il luogo si rendono conto che anche i Guardiani e altri spiriti si trovano costretti ad abitare in quest'isola ove sono ricercati dalla reale padrona del Regno: Macula Sanguinea.
Tra umani e spiriti si cuciranno rapporti d'amicizia o inimicizia.
Riusciranno a tornare a casa?
Riusciranno a sfuggire dalle mani della megera Macula Sanguinea?
Riusciranno a scampare alla morte?
Genere: Angst, Generale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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“Ah…comunque…grazie per aver voluto accompagnarmi…” dice senza guardarmi in faccia.

“Non c’è di che. Ma, tanto per sapere, perché vuoi andare in città?” guarda ancora di fronte a sé senza battere ciglia.

“…curiosità…beh…in verità volevo andarci per sapere dove sono gli altri…” si volta. Non riesco a vedere i suoi occhi.

“Se è per questo sarà un’ardua impresa” abbassa gli occhi.

“…perché…? È molto grande la città?” mi viene voglia di ridere.

“Grande è una parola decisamente microscopica, Fabì, anzi, direi proprio che per trovare Giovanni e i ragazzi avremo bisogno di un’intera squadra di ricerca!” mi fissa per pochi secondi, senza rispondere. Ritorna a guardare il paesaggio con aria distrutta. Credo di aver esagerato…

“Erm…non che sia impossibile, ovviamente! Dico solo che sarà molto difficile, ma sono certo che li troveremo tutti sani è salvi!” non dice niente. Sono preoccupato. Passa molto tempo. Le sorrido.

“Fabì, nulla è impossibile” è pensierosa.

“Già…nulla è impossibile…” cala il silenzio…mi sento in imbarazzo. Ad un certo punto volta la testa all’indietro. Guarda il paesaggio di campagna dietro di noi.

“Secondo te Farut e Sandy stanno ancora dormendo?” rigiro gli occhi.

“Conoscendo quell’orso, starà ancora ronfando come una bestia…invece Sandy…boh…!” dico alzando le spalle.

“Perché ti sei alzata così presto? Problemi di insonnia?”

“No, no…volevo lavarmi i capelli. Mi hai detto che c’era acqua corrente e così ne ho approfittato” dice rigirandosi con un dito una ciocca di capelli.

“Hai fatto bene…Ma sembri piuttosto assonnata. Gli incubi non tardano ad arrivare nemmeno a te, eh?” alza le spalle. Non credo che abbia capito la battuta…

“No” dice, neutra. Mi da una certa ansia parlare con lei. Sempre.

“Sai…sono piuttosto nervoso…ho paura che i cittadini mi riconoscano e mi ammazzassero…Si, lo so…forse mi hanno già dimenticato…ma vedi…ho ancora quell’ansia e…” mi interrompe.

“Ma…chi è esattamente Sandy?” mi guarda con noncuranza. Ci rifletto un po’.

“Credimi, Fabì, non ne ho la minima idea” ci pensò un po’ su. Sandy è l’essere più strano che io abbia mai visto in vita mia, e di tipi strani ne ho visti molti, Farut compreso.

“Ma…hai qualche…ipotesi…?” scuoto la testa.

“Tutta questa situazione mi sta mettendo in crisi…forse Sandy è un alieno” un alieno? Ma che cosa ho detto?! Mi guarda scettica.

“Non credo…” fiuuu…almeno Fabi non ride mai...Che figura da babbeo che ho fatto…

“Tu invece hai qualche ipotesi? O forse lo sai già?” sto scherzando, ovviamente, ma sembra che abbia preso la cosa con serietà. Mi lancia uno strano sguardo. Uno sguardo…inquietante…

“…diciamo di si…o almeno credo di si…” veramente…?

“…e vorresti…dirmi chi è…?” credo che stia scherzando, ma non ne sono del tutto sicuro.

“No…non ancora…sei troppo maturo…” momento finito. Tutto a brandelli. Fine. The end. Non l’ho capita…Passa un bel po’ di tempo.

“Credi nelle leggende…?” uh…?

“Come “leggende”?” le sue labbra si assottigliano.

“…Babbo Natale…Il Topino dei Dentini o la Fatina…Il Coniglietto di Pasqua…” la guardo scettico. Credo di aver capito a che punto vuole parare.

“Ah…quindi secondo te Sandy sarebbe una leggenda?”

“Non ho detto questo…e non mi hai risposto…” rigiro gli occhi. detesto parlare di queste cose.

“Fabi…no” non voglio dire di più.

“…perché…?” rispondo subito.

“La scienza parla chiaramente, Fabiola. Tutto gira sulle possibilità. Ad esempio, Babbo Natale girerebbe intorno al mondo in una sola notte portando con sé, dentro una slitta, i regali da dare ad ogni bambino che abita sul nostro pianeta. Tutto ciò è assurdo. Una slitta, prima di tutto, non è capace di volare, soprattutto con delle renne. Sarebbe assurdo anche portare con sé dei regali da dare ad OGNI bambino esistente in una sola notte. Il numero dei pargoli è troppo alto e la slitta è troppo piccola, a meno che sia una sorta di galeone volante, ma ne dubito. Questo è scientificamente impossibile”

“Nulla è impossibile…” ma perché dobbiamo parlare di queste stupidaggini? Ora che ci penso…perché stiamo parlando di Babbo Natale?

“…ma…perché stiamo parlando di questo…?” credo che abbiamo fatto all’incirca un chilometro e mezzo. Sento già i piedi lamentarsi…è proprio faticoso salire queste colline in mezzo alla campagna, o almeno per me. Fabi alza le spalle.

“Dunque, ce l’hai fatta finalmente, eh…?” dice abbozzando un sorriso.

“A fare cosa?”

“Hai finito il liceo, no? Sono finiti gli anni di prigione per te, un po’ ti invidio…” mi guarda allegra. Sospiro.

“Non dovresti, Fabì. Credimi, è meglio stare a scuola. Ora per me sarà un casino il lavoro. Con questa crisi non so se riuscirò a lavorare appena tornerò a Napoli…” dico pulendomi gli occhiali sporchi di polvere. Questo vestito è piuttosto scomodo per camminare.

“Allora com’è la maturità? Difficile come dicono tutti?” questa domanda me l’hanno fatta in cinquecento e qualcos’altro. Sorrido.

“Dipende da come ti prepari. Io ad esempio sapevo la tesina a memoria, non sto scherzando e non lo dico per vantarmi, e infatti ho avuto 110 e lode. Immagina com’erano i miei genitori vedendolo sulla bacheca della scuola!” ricordo che mia madre aveva urlato per tutto il palazzo e aveva svegliato tutti i vecchietti del pian terreno. Tutti le facevano le congratulazioni, come se fosse stata lei ad avere quel punteggio. Già…il primo in famiglia ad entrare nel liceo scientifico, e il primo ad uscire con i voti più alti…il primo ad aver finito il liceo…

Non mi sono accorto che Fabi mi aveva preso la mano. Strofina la testa contro il mio braccio facendomi traballare. Mi fa ridere: sembra una gattina! Alzo lo sguardo, do dei colpetti a Fabi.

“Non ti voglio vedere triste…” le sorrido. Quando vuole è molto dolce, in verità. Anche se di solito lo è con suo fratello e suo cugino. Alzo lo sguardo, le do dei colpetti sulla testa.

“Hey, gattina! Siamo arrivati!” lei alza la testa staccandosi dal mio braccio. Eccoci qui: la grande città.

 

 

 

 

 

 

Siamo di fronte alle porte. Ci sono ancora quei due soldati di guardia. Ho una certa fifa camminare fra di loro. In verità non ci guardano nemmeno, anzi forse non ci notano. Questa volta si sono portati due sedie e, l’uno di fronte all’altro, giocano a…morra cinese…? Non importa. Li sorpassiamo senza farci notare. Per un attimo mi sembrò di vedere delle lance, ma non ne sono molto sicuro. Fabi guarda dietro di noi, dove ci sono i due soldati.

“Non dovrebbero farci un controllo?”

“Come?” non credo di aver sentito bene.

“Sembrano due micheletti…insomma…due soldati spagnoli all’inizio del ‘600, quando l’Italia era schiava della Spagna. Secondo la norma dovrebbero farci un controllo, visto che proveniamo dalla campagna” ora che ci penso ha ragione…secondo la legge, che c’era all’epoca, dovrebbero farci un controllo per sapere se non abbiamo lettere contro il governo o…che ne so…invece, ora che lo noto, sembra che a loro non  importi. L’occhio di Fabi è molto più sveglio del mio.

“Allora facciamo così: dimmi cosa vedi e cosa noti di strano, visto che fai il liceo classico…” può essere un gioco simpatico. Lei annuisce e si guarda intorno. Stiamo sorpassando un vicolo non molto stretto. Se alzo la testa vedo diversi panni stesi, anche Fabi li nota.

“Quei vestiti sono strani…” alzo ancora lo sguardo. Vedo una maglietta rosa a pois, una canottiera da uomo bianca e altri vestiti che non vedo bene.

“Non sono della nostra epoca. Sembrano i vestiti dell’Italia degli anni del secondo dopoguerra…anni ’60 circa…” accidenti è vero…e io come cavolo non l’ho notato? Forse appartengono a qualche vecchietta…no, i vestiti sono giovanili, non credo. Strano…

Continuando a camminare arriviamo nella piazza. Ci sediamo sulla vecchia fontana tutta distrutta e piena di muschio. Che schifo…Fabi continua a guardarsi intorno. Dopo un po’ punta gli occhi verso tre uomini che parlottano vicino ad un vicolo. Comincia a passare molta gente che conversa tra di loro oppure delle donne con del bucato in mano. Fabi ha ancora gli occhi su quegli uomini.

“Anche loro hanno qualcosa di strano, sono di tre epoche totalmente diverse tra di loro. Il primo, quello col cappello, viene dal tardo ‘800, nobile molto probabilmente. Il secondo, quello alla sua destra, credo che provenga dagli anni ’80 o giù di lì, anche lui apparentemente di buona condizione economica. Il terzo, eccolo, è un po’ nascosto, senza dubbio proviene dagli antichi coloni americani del tardo ‘700. Non ti sembra strano?”

“Si…molto strano…” intanto si erano sedute, un po’ lontano da noi, due bambine. Anche loro hanno qualcosa che non va, i loro vestiti sono distrutti, ma non credo che provengano “dal nostro tempo”. Non capisco perché queste persone si travestano in questo modo. Forse siamo in una città simile a quella degli Amish…non so proprio che pensare…

“Veramente, no” non era la voce di Fabi. Lei si è girata verso le due bambine. Una di loro, la castana, ha l’aria piuttosto annoiata.

“…?”

“Da quanto tempo siete qui? Siete nuovi?” sto per chiedere di cosa diavolo sta parlando, ma Fabi mi stringe la mano. Troppo forte.

“Questo è il nostro terzo giorno…forse quarto, non ricordo bene…Comunque, perché queste persone non sono strane?” Fabi, incredibilmente, le sorride. L’altra bambina, una biondina con occhi azzurri, sembra essersi interessata al discorso.

“…anche per Gianni è il suo terzo giorno e una notte…” dice con aria da sognatrice. Gianni…? Apro la bocca per chiederle se è il “nostro” Gianni, ma Fabi mi stringe ancora più forte la mano. Mi fa un male…

“Come…?” la bruna fa un soffio, seccata.

“Si è innamorata di un tipo che dovevamo uccidere…” sto per chiederle in che senso intendesse dire “uccidere”. Fabi mi strige ancora una volta la mano. Credo di aver capito: vuole che io stia zitto. Meglio accontentarla, voglio sapere a che punto vuole arrivare.

“E immagino che sia un ragazzo piuttosto carino se si è innamorata in questo modo…” dice in tono malizioso. La bruna vuole controbattere, ma la bionda parla prima di lei.

“Certo! È alto, bruno, con i ricci e…e…e tanto bello…!!!”

“…e tanto cristiano…” la bruna si è intromessa. L’altra la guarda malissimo.

“ E come lo sai che è cristiano?!”

“Perché aveva una croce al collo!”

“Te lo sei inventata!”

“Non è vero! Era d’oro con un catenina d’argento, tonta!” e continuano a litigare e tirarsi insulti. Non ricordo se Gianni avesse una croce d’oro, forse l’aveva portata, ma non me n’ero accorto. Fabi mi tira per un braccio.

“…è lui…”

“…come possiamo farle cantare…?”

“…sai fingerti un sempliciotto…?...provaci, il resto faccio io…” può andare come piano. Comincio a guardarmi in giro senza grande interesse. È meglio se lascio la mano a Fabi, credo che possa fare qualcosa senza farmi scoprire e senza farle prendere qualche coltello. Le due hanno finito di bisticciare. Spero che non mi riconoscano…

“Comunque, chi siete?” non le vedo in faccia, ma sento la loro voce imbronciata. Fabi prende la parola.

“Sono Elisa e lui è Amedeo” sotto sotto ha detto la verità, ha solo usato il mio secondo nome Amedeo Gelsomino Celato. Forse l’ha usato per precauzione…beh…vediamo cosa farà. Eppure…lei ha usato un nuovo nome per se stessa…

“Io sono Diana e lei è Gaia…non sembrate nuovi…siete vestiti come tutti gli altri in questo Regno…” ci fissa perplessa.

“Venendo qui abbiamo rovinato i vestiti, così non avevamo nient’altro da metterci che questi. Ce li ha regalato una signora dall’altra parte della città” poi indica una direzione per mostrare il luogo dove c’è la “signora”. Diana soffia ancora.

“Non mi sorprende…di buoni qui ce ne sono più di quello che credete. Gli unici che fanno un buon lavoro sono i soldati…o poliziotti…o…ma che ne so ora come si fanno chiamare?! Insomma, tutti quelli che hanno le spade o le pistole o fucili…quello che sono, cioè…sono i soldati. Noi gli chiamiamo soldati, ma chiamateli come volete, sono sempre loro, cioè!” non sta andando male come interrogatorio. Comincio a sbadigliare facendo finta di annoiarmi. Intanto la città comincia ad animarsi: le persone cominciano ad affollare le strade e i vicoli e stanno venendo anche dei bambini e nostri coetanei. Hanno tutti degli abiti diversi gli uni dagli altri, ma non riesco a memorizzarli in fretta perché camminano troppo velocemente. Mi chiedo cosa stanno facendo Farut e Sandy…

“Ma…credevo che questo fosse…beh…lo sapete…” no, non lo so. Che sta cercando di dire? Mi interesso molto di più al discorso.

“Si ma…come dire…la padrona ha portato qui anche i “buoni” e credimi, sono tanti…”

“Troppi…” aggiunge Diana.

“Si, troppi…ma sono dei tonti anche loro, se ci sono i soldati diventano bianchi dalla paura” e qui ridacchiano in coro. Non ci sto capendo nulla…mi sfugge qualcosa…più tardi lo chiederò a Fabi. Cominciano stranamente a sorridere.

“Ora che ci penso, avete fatto il giro della città?” chiede la mora.

“Non del tutto. È gigantesco questo posto!” almeno una cosa vera l’ha detta…

“Si, è vero. Ci vorranno diversi giorni per vederla tutta, ma ci proveremo. Seguiteci!” dice alzandosi dal posto. Gaia la guarda stranita.

“Ma dovremo andare, Diana…” la mora le stringe la mano.

“No! Voglio dire…loro sono nuovi, devono conoscere il posto. Cioè…penseremo più tardi agli spiriti e a quel ragazzo…” quest’ultima frase l’ha detta fra i denti. Ho un flashback della chiacchierata avuta con Fabi prima di arrivare in città. Ma chi diavolo sono questi spiriti? Lo chiederò più tardi. Cominciamo ad avviarci per le strade con Gaia e Diana che si stringono la mano con forza e con Fabi che le segue. Ci sto capendo ben poco…strano…di solito non mi sento così confuso…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“E quello è l’ospedale. Beh, si, è murato da qualche tempo…ma è possibile curarsi ugualmente per ogni emergenza” sono molto più confuso di prima…sento la mia testa stare sul punto di esplodere se quelle due continuassero a parlare…

“Curarsi…? Credevo che…” Gaia la guarda divertita.

“Si, è vero, molti credono che dopo essere arrivati qui non possono più ammalarsi o morire, ma non è vero. È grazie alla barriera invisibile che ha messo la padrona, vuoi sapere cos’è?” sembra che Fabi sia diventata simpatica alle due tipe. Secondo me ci stanno prendendo in giro, ma da come parlano lo sto dubitando…Comincio a sentire un certo brontolio nel mio stomaco. Fabi annuisce.

“Allora…molto…molto tempo fa, la padrona ha piantato nel cielo una barriera invisibile per fare in modo che tutti noi possiamo avere una vita normale, dopotutto, come mangiare, dormire, respirare e altro… Per qualche settimana si era rotta perché uno spirito aveva fatto delle tempeste di neve e le nuvole impedivano alla barriera di funzionare. Con quella possiamo anche vedere gli spiriti che dobbiamo catturare e possiamo anche avere una pelle normale e degli occhi normali” ormai non mi chiedo più nulla. Immagino già che dovrò bombardare Fabi di domande alla fine di tutto questo casino.

“Ma perché…è interessata tanto a quelli spiriti? E poi quanti sono con esattezza?”

“Erm…quelli che dobbiamo prendere sono cinque. Uno l’abbiamo già preso…ma in realtà ci sono molti altri spiriti che la padrona ha portato qui. Poi…non so cosa vuole fare con loro…non lo sappiamo, ma dobbiamo ubbidire, ricordalo!” quest’ultima parola Gaia l’ha detta con autorità. Non capisco nemmeno chi cacchio è questa padrona. Poi dovrò farle denuncia per schiavitù infantile.

“Aspetta…” Fabì si china vicino a Gaia. La biondina la guarda curiosa. La mia amica le prende gli occhiali e cerca di pulirgli con una parte di gonna. Alla fine guarda le lenti con perplessità.

“Una lente è rotta. Dovresti comprarne degli altri, rischi di perdere la vista così…” le da indietro gli occhiali verde-acqua. Diana soffia.

“Lo abbiamo fatto, ma quel deficiente del dottore voleva darle degli occhiali già rotti e così abbiamo rinunciato, anche perchè gli altri dottori hanno detto che non ci sono degli occhiali come i suoi” Gaia sospira triste. Credo che i suoi occhiali sono come i miei. Faccio cenno a Fabi per sapere che tipo di occhiali ha bisogno. Mi capisce subito.

“Sono tanto difficili da trovare degli occhiali decenti?! E com’è possibile?!” Diana si fa avanti.

“Infatti non riesco a capire: Gaia non riesce a vedere da lontano e neanche tanto bene da vicino, ma a casa non era difficile trovare degli occhiali giusti. Che tonti che sono questi dottori! Pensa un po’: una volta un tizio che vive nella Piazza della Campana voleva comprare una gamba finta perché era venuto qui senza una gamba e allora voleva…” non le ascolto più. Gaia sembra scocciata, ha gli stessi problemi di vista che ho io. Per un attimo mi fissa attentamente. Ho una fifa blu…e se mi avesse riconosciuto…? E se mi avesse visto con Sandy e Farut in città…? Oh, Cielo…si avvicina…e ora che cacchio faccio…?! Ma cosa sta fac…

“Mi piacciono i tuoi occhiali!”

“…uh…?” si avvicina ancora di più.

“Posso vederli?” d’istinto le do gli occhiali neri che porta subito agli occhi.

“Oh…Mi piacciono tantissimo! Diana, come mi stanno?” Diana si volta…credo che sia scocciata…non riesco a vedere bene…

“Dove gli hai trovati?”

“Sono di Amedeo. Come mi stanno? Riesco a vederti meglio con questi!”

“Mmm…si…non sei male…Elisa, possiamo avere questi occhiali?”

“No, mi spiace, sono suoi, non posso darveli” le sento lamentarsi. Mi restituiscono, finalmente, gli occhiali. Ora le vedo imbronciate e anche un po’ deluse. Comincio ad aver fame…Un tizio fa traballare Diana in avanti e continua a camminare come se niente fosse.

“Hey, stai attento!” il tizio è vestito di nero, con un grosso cappello che gli copre il viso e una sciarpa grigia che gli nasconde ancora di più la bocca e il naso. Il tizio si gira.

I suoi occhi sono rossi…

Hanno qualcosa di cattivo quegli occhi…

Vedo che ha una frusta con sé e un pugnale non molto nascosto…

La paura sparisce quando scompare in un vicolo…

“…non l’ho visto solo io, vero…?”

“…no…forse era un tizio in costume…?”

“Potrebbe essere, ce ne sono altri come lui, guardate” ci voltiamo dove dice Fabi. Ha ragione: le strade si stanno riempiendo di tizi vestiti in modo…gotico…

La gente “normale” è intimorita di fronte a loro. Ci sono degli uomini vestiti da scheletri, vampiri, mostri che non conosco e qualche strega. Tutti sembrano dirigersi in un punto preciso, a quanto pare. Fabi mi precede. Ferma uno tizio con una zucca in testa e con l’aria piuttosto stanca.

“Scusi, è una festa?” quello sembra aver preso vita, parla con uno strano accento.

“Oh, si…tra poco c’è una festa in maschera e verso notte ci sarà uno spettacolo col fuoco, vuoi venire? Puoi portare i tuoi amici” dice con allegria e se ne và. Fabi ritorna da noi.

“Una festa? Non sapevo che ce ne fosse una!” dice Diana con felicità avviandosi per la strada. Gaia esita e si avvicina a Fabi.

“…Elisa…posso dirti un segreto…non riesco più a trattenerlo e non posso dirlo a Diana, se no si arrabbia…posso…?” Fabi si abbassa alla sua altezza, annuisce e sorride.

“…ti ricordi quando parlavo di quel ragazzo che mi piace…?...beh…so dov’è…!...ma non voglio che lo sappia nessuno, perché tutti ora lo stanno cercando…” Fabi le posa un braccio sulla spalla continuando a sorridere.

“…è dentro le fogne, sotto la città, credo che sia al sicuro…!...era con un’altra ragazza mora e alta e ad uno spirito che dobbiamo catturare…!” dice questo velocemente. Alla fine ansima tantissimo e cerca di riprendere fiato. Diana ritorna.

“Gaia, non vuoi venire? C’è una festa, muoviti! Volete venire con noi?” Fabi scuote la testa.

“Forse più tardi. Vogliamo andare ancora un po’ in giro” dice guardando il sole tramontare.

“Come volete, a dopo!”

“…a dopo!” dice Gaia come se volesse dire a Fabi: mi raccomando, bocca cucita! E se ne vanno. Metto una mano sulla sua spalla.

“Perché non vuoi andare alla festa?” sembra essersi rattristata, forse le piaceva veramente stare con quelle bambine.

“…puoi andarci se vuoi, ma io non credo di farcela…” è davvero molto triste…un po’ mi fa pena… Sciolgo il suo “cerchietto” e uso il nastro per farle un codino. Mi guarda annoiata.

“Fabì…andiamo, dai! Ci divertiamo un po’ e poi torniamo a casa, ok?” ho voglia di dimenticare tutto quello che sta succedendo; questo mondo strano, i ragazzi, il rito, tutto e voglio farlo andando ad una festa.

“…e Farut e Sandy…?” rigiro gli occhi.

“Mandali a fanculo, Fabì. Andiamo, anche tu hai bisogno di svagare!” dico prendendola per il braccio e incitandola a venire con me. Non voglio stare solo, non vorrei tornare a casa di notte e al buio. Lei mi segue, anche se con poca voglia.

Le strade si stanno popolando in fretta di questa gente “strana” travestita in modo molto horror e realista, in verità. Alcuni di loro si stanno arrampicando sopra i lampioni per mettere delle lanterne a forma di zucca, di tanti tipi e dimensioni, e anche diversi striscioni con ragnatele e topi. Delle streghe stanno aprendo anche delle bancarelle e cercano di vendere degli strani dolci, ma dall’aria allettante. Tocco il sacchetto di monete che ho con me, posso sempre comprare qualcosa. Fabi sembra essere piuttosto stanca. Ci avviciniamo ad una bancarella.

“Buon Hal…erm…Buona sera, ragazzi. Volete qualche panino alla bava di lumaca? O degli scarafaggi?” dice la vecchia indicandomi i cibi.

“Due di questi, per favore” indico dei  giganteschi biscotti abbastanza normali, solo che sono verdi con scaglie azzurre…strano…

“Questi? Bene, sono due monete di bronzo” tiro fuori le due monete.

“È stato un piacere!” dice tutta felice. Ci allontaniamo dalle bancarelle e ci sediamo su una panchina. La gente “normale” sembra aver preso coraggio e comincia a guardare le novità con interesse. Fabi rigira tra le mani quello strano biscotto.

“…mangialo tu…” sospiro. Mi sa che non le piace l’aspetto. La guardo con più attenzione; sembra sul punto di strapparsi i capelli dalla frustrazione. Che rottura, però…

Fuera de mi camino!!!” sento un urlo che mi fa gelare il sangue. Una ragazza sta urlando come una pazza. Tutti si voltano verso la voce.

Ayùdame! Me quiero matar!!!” spunta fuori da un vicolo semi-buio una ragazza vestita in nero, con una maglietta molto scollata e una giacca di pelle borchiata. Si butta sulla folla impietrita creando la fine del mondo in terra. Tutte le persone sia “normali” che “strane” o cadono a terra per quel tornado femminile o urlano insulti su di lei.

Putain! Je vais te chercher!” arriva dallo stesso vicolo un tizio molto robusto e con la mano negli occhi che rincorre la tizia. Quella ci passa vicino…ma che…?

“MINI!” urla Fabi. Cielo, è vero! È Carmen! Lei si volta continuando a correre, ci vede.

“FABI!” davanti a lei c’è un tizio “normale”, biondo, con una cassa piena di dolci. Carmen si scontra su di lui e le caramelle e le cioccolate volano per aria.

Hva er det som skjer?!” dice cadendo col sedere a terra. La ragazza continua a correre inciampando nelle persone che urlano impazzite. L’uomo zoppica il più velocemente possibile verso di lei.

Viens ici, putain espagnol!” anche quel tizio ora è vicino a noi. Fabi mi ruba i due biscotti e li butta in testa al tizio che si volta più incazzato che mai. Fabi si getta su di lui…

…oh…le ha dato un pugno in faccia tanto potente da farlo cadere all’indietro…e chi lo avrebbe mai detto…! Quello inciampa sopra la bancarella di prima e la strega comincia a picchiarlo con una scopa.

Huyamos! Antes de que sea…” non termina la frase che viene…

…mi sale la paura alle stelle…

Fabi mi prende per il braccio e mi trascina in uno slalom tra la gante,  inseguendo Mini.

“FERMATI, RAGAZZINA!” il prete di due metri ci insegue. Se mi riconosce sono guai…

Ci intrufoliamo in un vicolo buio, cercando di non inciampare fra i bambini. Ormai non serve più che Fabi mi trascini, sono una scheggia tra le persone.

“Mini, sui tetti!” Carmen si volta verso Fabi.

Què?!”

“Sulla scala, presto!” non riesco più a vederle, sono troppo veloci. Mi volto, il prete è poco lontano da me. Sento quasi il suo fiato sul collo quando mi volto. Mi vede…spalanca gli occhi…

“TU?!” mi volto per vedere le ragazze. Sono sparite…

Oh Cristo…Oh mio Santissimo…

Eccole…

Sono sopra i tetti, aspettano solo me.

Fabi è l’ultima a salire per la scala.

“Mino! Di qua! Svelto!” cerco di salire la scala. Queste maledette scarpe non mi fanno salire…! Non riesco a salire…! Non ce la faccio…! Sono a metà scala.

Vamos, idiota! Madre de Dios!!!” la voce di Carmen è tanto stridula da farmi tappare le orecchie…sento che il prete mi ha preso un piede. Sono fottut…

“Avanti cadi!” il prete fa dondolare la scala. Come faccio…?! Come…?!

Cado…

Sbatto la testa per terra…

Non sento più aria in gola…

Mi gira la testa…

Sento qualcuno chiamarmi…

Buio…

 

 

 

 

 

 

 

 

Apro gli occhi.

Non vedo bene…mi hanno tolto gli occhiali

Ricordo Fabi e Carmen…mi fa male tutto…mi gira la testa…la stanza gira su se stessa…qualcuno è sdraiato per terra vicino a me…non capisco chi sia, ma sembra che soffra anche lui…cerco di alzarmi…non ce la faccio…sono legato ai piedi e alle mani…provo a dire qualcosa…non ci riesco…sento un fazzoletto sulla mia bocca…

“Credete veramente che varrà qualcosa questo qui?” sento un uomo con un accento francese.

“Guarda meglio la sua faccia” qualcuno mi fa girare…non riesco ad aprire gli occhi…la luce mi fa male…

“Non mi piace per niente…”

“Nemmeno a me. È troppo grande e non è nemmeno tanto bello” vedo dei vestiti impilati ai lati della stanza.

“Non importa, monsieur. Avete visto invece quanto oro e argento ha addosso!”

“Con quelli possiamo dire che vale moltissimo, monsieur! E anche quei boutons! Credo che siano fatti d’oro! Gli ho mandati a Jean-Paul insieme ai soldi, saremo ricchi!” mi fa male la testa…dov’è Fabì…?

“Niente male…e il coniglio, lo portiamo subito a Sanguinea?”

“Credo di si, sarebbe stato meglio avere anche quella, fille espagnole…”

“A proposito…che cos’è successo? Credevo che la tenevi sott’occhio!”

Monsieur… quella putain mi ha buttato della sabbia negli occhi e mi ha dato un calcio nelle…”

“Capisco…capisco…non ha importanza ora, con questo coniglio si che potremo essere ricchi!”

“Dite bene monsieur! La padrona sarà très satisfait! Ci ricoprirà d’oro e magia! Anche per questo traditore!” mi fa ancora male la testa…il tizio vicino a me respira affannosamente…Fabi…aiuto…che qualcuno mi salvi…

“Permes…erm…” una vocina si sente in lontananza…sento lo scricchiolio di una porta…

“Come hai fatto a trovare questo lieu?!”

“…ma…ma…ma…io…mi sono persa…e…e…e…sto cercando la mia mamma…e…non la trovo…e…e…” sento qualcuno camminare verso la porta e chinarsi…sento una mano accarezzare dei capelli.

Calme, enfant…non c’è niente di cui avere paura! Una fille non dovrebbe andare in giro da sola di notte…Non ti devi più preoccupare pourquoi…” sento l’uomo fermarsi…

“Grazie signore, anzi… Merci, monsier…”…sento un respiro piano e affannato…

“Shsshhh…stai calmo…tanto ho capito tutto…Muori, animale!” sento qualcuno che non riesce a respirare…

Crack

…nessun urlo…qualcuno geme…il secondo uomo si alza dalla sedia…

“Ma come…?! Ferma!!!”…qualcuno cade per terra…un urlo…

“NON TI RIALZARE, BESTIA! NON MERITI DI AVERE QUESTA VESTE! GLI SCARAFAGGI COME TE DEVONO MARCIRE ALL’INFERNO PER TUTTI I BAMBINI CHE HAI ROVINATO, MALEDETTO!!!”…la voce è arrabbiatissima…sento un coltello affondare nella carne del signore…ancora…ancora…ancora…ancora…non finisce più…mi fa malissimo la testa…non riesco a vedere nulla…

…non sento più niente…sento solo il respiro affannato di qualcuno...dei passi piccoli e leggeri si avvicinano a me e al mio compagno…si fermano vicino a lui…

“…tu devi essere il Coniglietto di Pasqua…Sta tranquillo…andrà tutto bene…”…vedo la figura muoversi verso di lui…rialza il suo busto…vedo che taglia il fazzoletto e le corde…

“…non sono un fantasma come loro…io…sono dalla vostra parte…immagino che voialtri vogliate uscire da questo posto illesi, giusto…?...anch’io voglio la stessa cosa…e penso che insieme potremo…”…sento una voce fuori…

“Mary…Mary…! Babe, where are you? Mary! Mary…where are you…?”…sento la porta spalancarsi…non si sente più nulla…vedo una figura coi capelli bianchi…o biondo cenere…non vedo bene…ed è molto più alto di Fabi…

Fabi si butta verso la figura…lui le da un calcio nello stomaco…non so come abbia fatto…ma lei è volata dall’altra parte della stanza…ho sentito del legno scricchiolare quando è sbattuta sul muro…i vestiti sulle grucce cadono addosso a lei…non riesce ad alzarsi…la figura la prende per i capelli…

“Very well…what I’m seeing now…? A little, courage, girl…Ah…What a pleasure visit…”…le accarezza le guance e il collo…

“…và all’inferno…”

“Focosa la bambina…il sangue meridionale non mi è mai piaciuto…però non sembri italiana…per niente…Allora…come possiamo divertirci insieme…?...uh…Ti piace questo…?”…il suo accento è strano…preme sulla pancia di Fabi…sento qualcosa bruciare…qualcuno geme…

“Jack…Jackie…aspetta…lei è…è…amica…”…il mio compagno cerca di alzarsi da terra…sento ancora gemere…

“…ah…”…lascia la sua pancia…la prende in braccio e la fa sdraiare sopra un letto che non ho notato prima…Fabi si contorce su se stessa…sento puzza di bruciato…qualcuno entra…

“Jackie…do you want…?...Oh…”

“Mary…Call North and…you know…”

“Oh…I understand…well…and the boy…?”

“Too…and get the Giant Leeches for the blood…and…for the corpses…”

“That’s right…”…disse sospirando…se ne va…

…mi gira la testa…

…sento che tra poco esploderò…

…buio…

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo di L0g1

Si, si…lo so cosa state pensando: Che scemo che è Mino, si, lo so…lo odio anch’io…*mette il broncio come Fifi*

Sono felice di essere ritornata! E no, non ho intenzione di terminare questa storia per nulla al mondo! *tutte le persone si arrabbiano e brontolano*

Comunque mi piacerebbe avere un po’ di tifo, però…

P.s    Si, quello è Jack…già…è Jack…cioè…si chiama Jack…ehehehe…

Alla prossima e vorrei tanto delle recensioni!

L0g1

  
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