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Autore: Naky94    13/04/2014    0 recensioni
Dalla storia: "Ma cos'altro potevo fare?
Lasciare che quello smidollato del fratello di Shakespeare in estiva, conquistasse il mondo?
Dovevamo trovare un modo per risolvere quella situazione e, ovviamente, su chi è ricaduta la responsabilità di tutto ciò? Su di me!
L’unico capace di arrivare così in alto. L’unico che non aveva niente da perdere.
ERRORE! Io ho molto da perdere: la mia vita, tanto per cominciare."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jarvis, Pepper Potts, Sorpresa, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tra Sogno e Desiderio

 

 
New York, 2011, Nel bel mezzo di un attacco alieno

 

 
Ho un mostro gigante alle calcagna che mi insegue e non posso fare altro che volare sempre più in alto, fino ad uscire dall’orbita terrestre. O almeno è quello che dovrei fare.
Jarvis mi ha già informato che continuando di questo passo l’armatura non reggerà.
Pensa forse che non lo sappia? So perfettamente che questa è una missione suicida. Ma cos’altro potevo fare?
Lasciare che quello smidollato del fratello di Shakespeare in estiva, conquistasse il mondo?
Dovevamo trovare un modo per risolvere quella situazione e, ovviamente, su chi è ricaduta la responsabilità di tutto ciò? Su di me!
L’unico capace di arrivare così in alto. L’unico che non aveva niente da perdere.
ERRORE! Io ho molto da perdere: la mia vita, tanto per cominciare. Le mie Industries, di cui mi ero sempre professato indifferente, ma che sono una delle poche cose che mi sono rimaste. Le mie armature, i miei giochetti.
Ed infine, Pepper.
Mi sono ormai arreso all’idea che lei sia diventata una delle cose a cu più tengo al mondo.
E.... andiamo Pepper? Perché non hai risposto a quel cellulare???
Per una volta che sono io a chiamarti, tu non rispondi!
Ma infondo, io sono sempre passato per quello che non aveva sentimenti, giusto? La macchina che pensa solo a divertirsi e fare stupidi scherzi.
SECONDO ERRORE! Non sono più quel tipo di uomo, almeno non da quando ho rischiato di rimanerci secco in Afghanistan.
Comunque, se c’è una cosa che mi riesce bene, quella è salvare il mondo. Sono o non sono Iron Man?
E’ questo il mio lavoro, dopo tutto.
Quindi, ordino a Jarvis di reindirizzare tutta la potenza residua sui raggi propulsori che ho ai miei piedi, di modo che l’accelerazione così creata mi permetta di arrivare all’atmosfera, compiere la mia missione e finirla con questa farsa.
Purtroppo per me, non mi rimane abbastanza energia per tornare indietro.
Una volta sbarazzatomi del mostro, la mia Mark si spegne, gettandomi in caduta libera.
Ma sapete cosa? Quasi non mi importa...
Ho portato a termine il mio compito, ho salvato la Terra e se per fare questo devo morire, lo accetto.
Tanto so che nessuno piangerà la mia morte. A nessuno importa realmente di me.
Mentre cado dal cielo, la forte pressione mischiata all’aria rarefatta mi fanno cadere in una dolce sensazione di oblio. Sto ancora cadendo quando capisco che NO, CAZZO io voglio vivere! E voglio che ci sia qualcuno  che si dispiaccia se un giorno io dovessi morire.
Ma non c’è nessuno che tenta di salvarmi da questa mia caduta inesorabile e quando, infine, raggiungo il suolo terrestre, non mi resta altra energia per vivere.

 

 

 
(Londra, all’incirca il 1890, 221B di Baker Street) 

 
“Non voglio morire!” urlo, svegliandomi improvvisamente.
Mi metto seduto su quello che, apparentemente, sembra essere un letto.
Il mio corpo è scosso da brividi di paura e il respiro si spezza ogni volta che cerco di inspirare.
“Holmes cosa succede?” sussurra una voce maschile al mio fianco. Dal suo tono capisco che stava dormendo e che devo averlo svegliato.
Ma... come mi ha chiamato?
“Sherlock stai bene?” mi chiede l’uomo angosciato.
“Io... credo... è.... ma... io non...” non riesco a far altro che balbettare.
Non posso credere che...
“Che... che giorno è?” chiedo, cercando di riuscire nell’arduo compito di respirare.
L’uomo, ancora mezzo addormentato, si mette a sedere sul letto con la schiena appoggiata alla testiera.
“E’ il 5 Gennaio del 1890. Questa è Londra e tu, Holmes cominci a preoccuparmi.” Il ragazzo mi guarda con un grosso punto di domanda dipinto in viso.
“Aspetta, se questa è Londra e tu mi hai chiamato.... mi hai chiamato..”
“Sherlock Holmes” finisce lui per me.
“Si... quindi tu saresti.....” lascio in sospeso la frase sperando che anche questa volta lui mi aiuti a ricordare. Ma che sto dicendo? Che mi aiuti a capire!
Devo proprio aver preso una brutta botta a New York.
“Io sono John Watson. Ora fammi sentire se la febbre si è alzata nuovamente, perché da quello che dici sembra che tu stia farneticando.” E così dicendo appoggia una mano sulla mia fronte.
Il suo tocco caldo mi stupisce e allo stesso tempo mi tranquillizza. Nessuno mai si è preoccupato così tanto per me.
“Uhm, no. La temperatura è calata. Ma allora...?” si chiede quello che dice di chiamarsi Watson.
“Ci sono, un incubo! Hai voglia di raccontarmelo?” mi chiede, per poi aprirsi in un sorriso incoraggiante.
Non capisco perché questo sconosciuto si stia prendendo tutto questo disturbo?
Ma cosa potrei dirgli? Ciao, sono un multimiliardario, playboy e filantropo e delle volte mi diverto a giocare ai supereroi con i miei amici con tanto di calzamaglie e armature??
Certo e poi potrei anche pagarmi da solo il biglietto per il manicomio.
No, devo trovare un modo per tornare al mio tempo. E anche alla svelta, o gli altri mi crederanno morto.
Aspetta... non sono già morto, vero?
Oh diamine! E se fosse così? Invece di andare all’inferno, come molti mi hanno augurato, sono finito insieme ad un pazzo che mi chiede di raccontargli i miei incubi.
Bhe, forse, tutto sommato, sarebbe meglio questo dell’inferno. Almeno ho qualcuno con cui parlare.
Watson mi guarda speranzoso, aspettando che io cominci col mio racconto.
Prima di iniziare a parlare, mi distendo a pancia in su, sul letto. Devo dire che è veramente comodo.
Il ragazzo fa lo stesso e io attacco.
“Ero in una città a te sconosciuta” lui tenta di interrompermi ma lo fermo con un gesto della mano.
“Ti prego, non mi interrompere, o non finirò più. Quindi, ero in questa città, c’era un nemico molto forte da dover sconfiggere, ma nonostante ci fossero intorno a me persone valide nel combattimento io ero l’unico che potesse chiudere la partita. Così presi la mia armatura e volai più in alto che potevo. Dopo aver sconfitto il nemico, l’armatura si spense e io precipitai nel vuoto, senza più energie.”
Mi interruppi per guardare Watson e cercare di capire, dalla sua espressione, se era già pronto a chiamare il sanatorio per farmi venire a prendere.
Ma, incredibilmente, la sua faccia non esprimeva incredulità o sconcerto. Solo curiosità e un velo di preoccupazione.
“Va avanti – mi incita- non è ancora finita, vero?”.
“Già, vedi, mentre cadevo ho sentito chiara, in me, la voglia di vivere. Di avere qualcuno per cui farlo. Qualcuno che mi amasse come io l’avrei amato. La voglia di non essere sempre quello che deve salvare. Volevo per una ed una sola volta essere salvato. Ma non c’è mai nessuno pronto a salvare me.” Smetto di parlare, rattristato dalle mie stesse parole.
“Mi spiace Holmes. Sai perfettamente che, molte volte, vorrei fare molto di più per te. Ma sei tu stesso il primo ad impedirmelo.” Sussurra, per poi avvicinarsi a me e posarmi un braccio sullo sterno, in un pallido tentativo di abbraccio.
“Te l’ho detto molte volte, puoi sempre contare su di me. Io non ti lascerò mai. Mai.... hai capito?” e dopo aver detto questo mi posa un leggerò bacio sulla bocca.
Rimango sconvolto dal suo comportamento. Non posso credere che qualcuno abbia anche solo il coraggio di estromettere una persona come lui dalla propria vita.
Non capisco cosa possa spingere un uomo a rifiutare tutte queste attenzioni.
Rimango abbracciato a lui per non so quanto tempo, prima di abbandonarmi alle braccia di Morfeo che mi conducono inesorabilmente verso l’oblio.

 

 

 

 

 

 

 
New York, 2011, appena qualche minuto dopo la caduta

 

 
Un ruggito sempre più forte mi costringe a spalancare gli occhi spaventato.
La prima boccata d’aria che prendo, mi entra dentro con la forza dirompente di una cascata.
“Nessuno mi ha baciato, vero?” butto lì una battuta, sperando di alleggerire la situazione ma sento ancora la pressione delle labbra di John sulle mie. Sento il loro gusto di nicotina e bourbon.
Il loro sapore antico e allo stesso tempo attuale mi manda in confusione, facendomi rimpiangere, per un momento, il mio bel sogno.
Perché è solo di quello che, purtroppo, si tratta.
Vedo tutti i miei compagni Avengers ridere e scambiarsi pacche amichevoli l’un l’altro.
Io, però, non riesco ad essere felice come loro.
“Jarvis?” sussurro, non volendo farmi sentire dagli altri.
“Sì, signor Stark?” chiede lui con solerzia.
“Voglio tutto ciò che c’è in circolazione su Doyle, Holmes e Watson. Voglio film, telefilm, libri, raccolte, apocrifi, tutto Jarvis. Hai capito?”
“Si, signore. Sto già provvedendo a recuperare quanto da lei richiesto.”
“Ah e.... Jarvis?”
“Dica signore.”
“Voglio John Watson” sussurro, per poi richiudere gli occhi e abbandonarmi a quel dolce ricordo.  

 

 

 
*  *  *

 

 

 

 

 

 
Note:
Questa storia è nata in seguito ad una discussione/sclero con una mia amica. In questa chiacchierata ci dicevamo entrambe insoddisfatte del comportamento di Pepper in Avengers e in Iron Man3. Così mi sono ritrovata a fantasticare un po’ su chi potrebbe sostituire Pepper.
Prima che cominci il linciaggio, vorrei dire che, se qualcuno degli Avengers avesse cercato di rianimare Tony appena dopo la sua caduta, io non ci avrei messo poi molto a sostituire Pepper con lui/lei. Ma questo non è successo.
Ho scelto proprio Watson per vari motivi: il primo, se mi chiedeste il nome di un “compagno” sempre pronto a proteggere, aiutare, salvare, curare e tutto quello che volete, il proprio amico e compagno io vi direi il nome di John Watson.
Il secondo motivo, è puramente un capriccio. Il terzo, è che se guardate bene i fandom che ho scelto per questo cross-over forse capirete ;)
Ora sono pronta al linciaggio, alla contestazione delle mie idee e a tutto quello che volete. Io sono qui, anche per ascoltare i vostri pareri.
Spero che a qualcuno possa piacere questa piccoletta.
Baci Naky

   
 
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