Non sarà mai semplice
Annabeth doveva essere felice per il riconoscimento della madre, insomma per un semidio essere riconosciuto dal proprio genitore divino in una così giovane età non era da poco.
Dovrebbe sentirsi finalmente a casa, circondata da ragazzi come lei che la stimano per essere riuscita a sopravvivere così a lungo nel mondo dei mortali. Eroina la chiamavano, ciononostante era triste.
Triste perché ormai sapeva come si sarebbe svolta la sua vita, ma sopratutto per la perdita di una cara amica: Thalia Grace. Lei andava chiamata eroina! Aveva sacrificato la sua vita per far si che lei e Luke arrivassero al campo.
Si rigirò il coltello di bronzo celeste datole da Luke nelle mani, era pesante nonostante fosse stato forgiato per essere maneggiato con facilità. Pesante perché Annabeth sentiva addosso a se tutte le colpe della morte della sua amica.
Luke entrò nella cabina sei e vedendo la ragazzina seduta sul letto si sedete accanto e gli domandò se c'era qualche problema.
"Luke, quand'è che le cose inizieranno ad andare meglio a essere più normali?" gli chiese lei trattenendo a stento le lacrime.
Il ragazzo la strinse a se e la cullò con le braccia, sentiva le lacrime della bambina
bagnargli la maglietta arancione del campo.
"Siamo mezzo sangue... Non avremo mai una vita normale" confermò con un sospiro il biondo.