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Autore: kristen lewis    14/04/2014    0 recensioni
anni 40 ,piena seconda guerra mondiale, a New York Kirsty lavora duro per poter entrare a far parte dell'esercito come infermiera volontaria,ed è così che incontra il giovane Marc,militare in servizio,che irromperà nella sua vita,per coinvolgerla in una travolgente passione che li porterà a reincontrarsi più tardi per riscoprire che la vecchia attrazione non è sparita
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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                                 Capitolo I
3 gennaio 1944
Pioveveva ancora quando Kirsty uscì dale grandi porte dell’ospedale,il tirocinio la teneva occupata dale sei della mattina fino a tarda sera,spesso,rimaneva ad aiutareben oltre il suo orario.
Capitava spesso,che  fosse l’ultima a timbrare il cartellino all’uscita,quando per I lunghi corridoi dell ospedale rimanevano solo I medici ed infermieri con turni notturni,che con aria sconsolata sorseggiavano litri di caffè per combattere la stanchezza.
La pioggia batteva forte sulle strade semi deserte e non accennava a smettere,Kirsty senza ombrello fu costretta a ripararsi con il giornale di qualche giorno prima trovato ripulendo la scrivania del capo,corse per quasi un centinaio di metri prima di trovare rifugio sotto la tenda di un bar ancora aperto,svuotò le tasche per controllare se avesse abbastanza soldi per un taxi,ma tutto quello che trovò furono 3 dollari,ed un bottone del camice.Sconsolata si appoggiò contro la porta del bar e attese qualche minuto prima di riprendere la strada verso casa,all’improvviso la porta si aprì e ne uscì una donna che fece cenno a Kirsty di entrare aggiungendo “entra cara,ti starai congelando,ho appena fatto il caffè”
Sollevata Kristen seguì la donna in un piccolo monolocale poco affollato,e si appoggiò sfinita ed infreddolita al bancone di mogano,si guardò attorno:il bar era spoglio e malandato,c’erano solo pochi tavoli addossati alle pareti,I muri erano spogli vi erano piccole bandierine con la bandiera americana,e una locandina che metteva in risalto grandi cartelli :AMERICA WANTS YOU,giovanetto di circa quindici anni lavava energicamente il pavimento con uno straccio;accanto a lei un gruppo di giovani discutevano  animatamente facendo un gran baccano,ridevano svogliati, circondati da bottiglie di  birra vuote e posa cenere pieni,erano tre ,dovevano avere circa 25 anni ,sotto I lunghi cappotti,si intravedevano le divise da militare.
“Ecco il tuo caffè bambina” Kirsty ringraziò con un sorriso la prorpietaria del bar , una donna di mezza età,di colore una folti capelli corvini ed ispidi che le contornavano I forti lineamenti del viso,portava un vestito nero con un colletto  classico, davanti un grande grembiule bianco immacolato.
Kirsty tentando di ignorare le  chiassose voci  del gruppetto accanto bevve il  suo caffè avidamente senza badare a quanto scottasse,e quando ebbe finito lasciò I tre dollari sul bancone.
SI diresse velocemente verso la porta,nell’istante in cui la sentì sbattere alle sue spalle,la sentì riaprirsi ed una voce maschile si schiarì la voce “ scusi signorina”,si  voltò confusa e con stupore vide dietro di se uno  dei ragazzi che parlavano accanto a lei,”dice a me?” chiese lei  spaesata ma educata  “ha dimenticato il suo giornale”dichiarò lui tendendo davanti a se quei pezzi di carta completamente inzuppati,lei confusa avanzò la mano per recuperarli,”Ehh…la ringrazio Marc..Gilbert” lesse lei sulla targhetta che spuntava da sotto il cappotto,”dico bene?”
“Si signorina,a suo servizio” ribattè lui  mettendosi sull attenti
“Riposo soldato”scherzò  ironica portandosi la mano alla fronte,così facendo si congedò  con un sorriso e si voltò,non fece tempo a fare qualche passo che di nuovo la sua voce risuonò dietro di lei “Ora sta lei dirmi il suo nome signorina,lei ed il suo giornale me lo dovete”
“sono  Kirsty” concluse  con un grande sorriso,e poi riprese a correre sotto le nuvole gonfie di pioggia di New York
II
Il giorno seguente Kirsty si svegliò nel suo appartamento dopo aver passato una notte d’inferno,con tutto il freddo che aveva preso la sera prima si era ritrovata a navigare tra I fazzoletti,e la febbre non la smetteva di salire,a fatica scese dal suo letto,la testa le scoppiava,si fece forza e si costrinse a spingersi fino al bagno per lavarsi,l’acqua tiepida che scorreva sul suo corpo sebrava come se avesse indossato un vestito di pungiglioni.
Completamente spaesata si avviò verso l’ospedale,erano appena le sette quando passò davanti alla piccola edicola nel mezzo di Central Park,vide che già brulicava di gente,si fece forza e si mise in coda,dopo diversi minuti finalmente,riuscì a togliersi dalla calca di gente con la sua copia del New York Times,in seguito passò in una caffetteria da dove uscì con due tazze fumanti di caffè,una la bevve subito,l’altra la tenne in mano,era per il suo “capo”.
Erano ormai passati sei mesi da quando Kirsty era entrata per la prima volta nel (dfdsgggdgd ospital) per passare il suo tirocinio,dopo I lunghi studi e I grandi sacrifici,solo entro poche settimane sarebbe riuscita a farsi aruolare come medico in uno dei corpi militari che gia da un anno combattevano nelle remote isole del pacifico.
Dopo aver lasciato caffè e giornale sulla scrivania del capo prese a ciondolare per I corridoi senza una meta precisa attendendo con ansia la fine della giornata.
Finalmente alle 6.30 di sera potette con un sospiro tornarsene a casa,dovee appena arrivata prese un aspirina per arginare il lancinante dolore che mi pulsava senza tregua in testa.
Si addormentò presto.
  
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